compiti per le vacanze ^_-

Avremmo voluto invitarvi a qualche presentazione, ma il caldo ci ha sopraffatte.

Quindi, in attesa di vederci in libreria a settembre dal 3 al 7 alle letture pomeridiane per la Città dello Zecchino,
e il 13 settembre alle 21 in trasferta alla Festa Nazionale dell’Unità per un incontro a cui collaboriamo
con l’Associazione PerWilma sulla richiesta di una legge nazionale sul libro,

ecco qualche nostra lettura degli ultimi mesi che vogliamo condividere con voi.

Siamo comunque qui, moderatamente “condizionate” e con la macchina del caffè sempre accesa…

Anna, Nicoletta e Orsola

Giuseppe Ferrandino
Spada
Mondadori 2007

Due premesse.
1) Il formato non permette la lettura a braccia tese, a meno che in palestra non si pratichino adeguati allenamenti (1118 pagine).
E richiederebbe un tuffo senza rete per entrare subito nel vivo della storia.
2) Potrebbe essere opportuna la lettura o rilettura dei Tre moschettieri per gustare ancora meglio questo sontuoso omaggio al romanzo di cappa e spada.

A parte questo le avventure di Filippo Bornardone, il giovane protagonista che ha in tasca una lettera di raccomandazione per d’Artagnan sono assai piacevoli e meritano il viaggio.

Marlon Brando e Donald Cammell
Fan-Tan
Fandango 2007

Un film mai girato, uno dei tanti potenziali progetti hollywoodiani di cui si favoleggia, una sceneggiatura abbandonata, poi tramutata in romanzo, poi archiviata.
La faticosa amicizia fra un grande attore e un carismatico regista e produttore inglese dalla fame di outsider.
Il risultato è un romanzo di pirati il cui protagonista, il contrabbandiere “Annie” Doultry, in carcere ad Hong Kong, poi catturato in un vortice di avventure nei mari della Cina, è l’alter ego del grande attore.

Hakan Nesser
Il ragazzo che sognava Kim Novak
Guanda 2007
&
Penelope Lively
La sorella di Cleopatra
Guanda 2007

Due eccellenti storie d’amore, la prima narrata da un adolescente nell’estate degli anni Sessanta, la seconda da un’autrice che potrei definire un’entomologa delle passioni, che mette in scena con dovizia di particolari il nascere di una coppia in una situazione di disagio e pericolo.
Nesser stupisce fino all’ultimo, e noi seguiamo un ragazzo per trent’anni, alla caccia dell’omicida che lascia a terra morto il ganzo del paese per proteggere la bellissima Ewa, col viso tumefatto dalle botte, e che l’efficiente polizia non prenderà mai.
Lively, nata in Africa negli anni 30, inventa un paese immaginario fra Egitto e Libia e lì i due protagonisti scopriranno, finiti per caso nel vortice di un colpo di stato, le proprie risorse emotive.

Sara Gruen
Acqua agli elefanti
Neri Pozza 2007

Esordiente per il mercato italiano l’autrice, fervente animalista, dedica il suo bel romanzo alla fantastica elefantessa Rosie, uno dei più bei personaggi letti di recente, e alla tradizione dei grandi circhi americani su ruote.
Amori, tracolli economici, scene madri, tendoni che crollano.
Una bella avventura narrata in retrospettiva dal protagonista ormai anziano, e con un finale lieve e inaspettato.

Keith Haring
Il grande libro delle piccole cose (Nina’s Book of little things)
Mondadori 2007

Come dev’essere quando un amico dei tuoi genitori arriva a casa tua e ti regala per il settimo compleanno un libro disegnato apposta per te?
A Nina Clemente è capitato qualche anno fa di trovarsi per le mani un libro gioco creato da Keith Haring, pieno di omini, scale, cani e colori.
Gentilmente lo ha messo a disposizione di tutti i bimbi e bimbe che vogliano giocare con le sue pagine.
Per le mamme bibliofile, maniache del libro come oggetto, una piccola provocazione perché su questo libro si devono attaccare le cose, colorare le pagine, e forse anche piegarle un po’.

Oran Pamuk
Il libro nero
Einaudi 2007

In una Istanbul allo stesso tempo reale e fiabesca, il giovane avvocato Galip scopre improvvisamente che sua moglie Rüya è svanita nel nulla. Dai pochi indizi lasciati, Galip presume che si sia rifugiata a casa del fratellastro Celâl. Ma anche Celâl è introvabile, quasi non fosse mai esistito. Alla disperata ricerca del proprio sogno perduto (Rüya in turco significa sogno) Galip, in un progressivo e ambiguo processo di assimilazione, assume via via l’identità e la personalità del cognato – va persino ad abitare a casa sua – mentre vaga per una città in cui Oriente e Occidente, tradizione e modernità, confluiscono esplodendo in una ridda di contraddizioni insolute.

Sebastiano Vassalli
L’italiano
Einaudi 2007

Un’interessante galleria di ritratti che, partendo da Ludovico Manin ultimo doge di Venezia, arriva al nostro signor B. passando per Francesco Crispi e tanti altri. Dodici racconti, dove i personaggi si parlano l’un l’altro, a distanza, di racconto in racconto, in un gioco infinito di echi sotterranei, che danno forma a un’unica storia; Sebastiano Vassalli riesce a tracciare il profilo dell’Italiano nel tempo e a disegnare infine il nostro volto.

Milena Agus
Mal di pietre
Nottetempo 2006

L’autrice racconta la storia di una nonna, della sua vita, del suo matrimonio e dei suoi amori; in quest’ordine, appunto, perché alla nonna tutto capita un po’ in ritardo. Ma è l’amore, un amore travolgente e quasi adolescenziale, quello che lei cerca… e sembra arrivare, inaspettato, durante una cura termale per curare il “mal di pietre”, i calcoli renali. Eppure, piano piano, si insinuano diverse chiavi di lettura e la storia acquista sempre più interesse e profondità…

David Grossman
Con gli occhi del nemico
Mondadori 2007

Cosa può fare uno scrittore per aiutare il proprio paese a ritrovare la pace? Come si può raccontare la pace in un paese di guerra? Non risposte, ma proposte quelle di Grossamn che riesce sempre a inchiodarci alle nostre comode poltrone con le sue riflessioni oneste, sincere e quanto mai profonde. Con la sua scrittura limpida e penetrante ci racconta come l’impulso primario a scrivere sia per lui “il desiderio di inventare e raccontare una storia, e conoscere sé stessi”, ma come poi “del resto più scrivo e più mi rendo conto della forza di un secondo impulso, che collabora e completa il primo: il desiderio di conoscere il prossimo dall’interno”. E poi ancora il vuoto kafkiano di un mondo sempre più angusto, ma “che si riempie velocemente di apatia, di cinismo e soprattutto di disperazione” che riduce e inaridisce le nostre vite e di conseguenza anche il nostro linguaggio.
Un’altra piccola chicca: dare alle cose del mondo esterno e estraneo nomi personali e intimi.

Luigi Garlando
Ora sei una stella. Il romanzo dell’Inter
Mondadori 2007

Nonno Amilcare e la Tilde, persa 30 anni prima ma ricordata ogni giorno con un bacio e pennellate di nero e d’azzurro; il Prof che aspetta la Rosper quarant’anni e intanto educa generazioni al latino, ai Beatles e all’Inter; il Vanni che ad ogni trasferta europea e mondiale della Beneamata se la spassa tra tifose e professioniste dell’amore; Ambrogio, detto il Pescecane e maledettamente juventino; Ambrogio Junior, “Ei Jei” per i genitori, il “cervellone” per il nonno. Questa la formazione che -con l’aiuto di Facchetti, Veleno, Zio Bergomi, Matrix Materazzi, l’amata Sara, l’amica Martina, Paolone, Tiao Lin- con colpi di punta, di tacco e d’effetto ci strappera’ piu’ d’un sorriso, ci fara’ palpitare commossi, mentre nell’anno del 15esimo scudetto si rivivono 100 anni di partite memorabili e di personaggi leggendari.

Tommaso Caliò
La leggenda dell’ebreo assassino
Viella 2007
&
Furio Jesi
L’accusa del sangue
Bollati Boringhieri 2007

L’accusa di infanticidio rituale è una delle invenzioni più diffuse e longeve dell’intero corpus di miti e figure dell’antisemitismo. Dal medioevo fino al XIX secolo (Damasco 1840) l’accusa rivolta agli ebrei di usare il sangue dei cristiani per impastare il pane pasquale (“accusa del sangue”) ha
rappresentato una minaccia costante per le comunità ebraiche, i cui membri potevano in ogni momento divenire vittime di processi sommari, linciaggi, espulsioni.
I contributi del mitologo Furio Jesi (1941-1980) e dello storico Tommaso Caliò focalizzano due diversi aspetti della questione: il funzionamento della macchina mitologica antisemita, ovvero le modalità di produzione di superstizioni, false credenze, luoghi comuni, in ambito colto e popolare;
il culto delle vittime degli omicidi rituali, l’agiografia dei martiri bambini, quale aspetto chiave del mito dell’ebreo assassino, socialmente più pericoloso poiché capace di sopravvivere, grazie alla perpetuazione attraverso la celebrazione liturgica e la pratica devozionale, anche in periodi storici in cui il sentimento antiebraico pare affievolirsi.

Daniele Giglioli
All’ordine del giorno è il terrore
Bompiani 2007

L’insegnamento di Furio Jesi attraversa anche queste pagine, diverse e tuttavia convergenti nell’identificazione e nella descrizione della macchina mitologica che, a partire da un centro vuoto – il terrorismo non è definibile se non in negativo, come la violenza degli altri – genera una mitologia che soddisfa un bisogno che proprio da quel vuoto trae origine.

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