settimana dal 19 a 23 novembre 2013

Ci aspetta una settimana ricca di spunti.
E arrivano sui nostri tavoli tanti libri interessanti, andando verso il mese di dicembre con il nostro ottavo compleanno.

Prima il sunto poi le varie storie.
Vi aspettiamo.

Quelle di Trame.

Martedì 19 novembre alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Maria Silvia Avanzato “Ciò che resta del nero” (Edizioni della Sera).
L’autrice ne parlerà con Teresa Fava.

Giovedì 21 novembre alle 21
per LA PAROLA ALLE DONNE attrici e autrici per una rassegna teatrale sui diritti delle donne
presso il Teatro 1763 a Villa Aldrovandi Mazzacorati in via Toscana 19 a Bologna
info e prenotazioni 338 9300148
at.teatro@gmail.com visita il sito www.rimacheride.it
Medea, la catarsi (non) esiste soliloquio di una donna in fuga – con Eva Beriatu

Venerdì 22 novembre alle 18 in libreria
presentazione aperitivo dell’ultimo libro di Elisa Mazzoli “Noi” (Bacchilega editore 2013).
L’autrice ne parlerà con Maria Beatrice Masella

Sabato 23 novembre alle 11,30 in libreria
in occasione della Festa degli Alberi 2013
lettura poetica “LA PAROLA BOSCO TREMA Più FRAGILE”
a cura dell’ Associazione Baba Jaga
Voce: Chiara Tabaroni Musica: Gianluca Carta

Martedì 19 novembre alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Maria Silvia Avanzato “Ciò che resta del nero” (Edizioni della Sera).
L’autrice ne parlerà con Teresa Fava.

Case Adamo. Un pugno di case sperdute fra le colline emiliane e al centro, l’Adamante, il vecchio cinema che il Duce inaugurò tanti anni prima. Un palazzone cadente, diventato luogo di ritrovo per Guerzo e i suoi amici. Angosciante è il ricordo di quel ragazzino che, anni prima, mise male un piede e vi precipitò trovando la morte. C’è chi giura di aver visto una bambina piccola e minuta che vive lì, fra le mura divorate dal muschio. Ogni abitante del paese può dire la sua su quel blocco di calce e ora che Rachele, l’erede dell’impresario Biasetti, è tornata, qualcuno trema all’idea che quel posto venga raso al suolo e rimpiazzato da un supermercato. Ma l’Adamante è ancora vivo. Vivo nei tentativi della gente di proteggerlo, nelle scorribande dei ragazzini che lo frugano di notte, in chi ricorda e organizza macabri scherzi. Vivo per il becchino Senuga che percorre le vie del paese all’alba per punire chi si macchia di orrendi peccati. Vivo per Lucio, quel ragazzone ritardato dalle mani forti. Vivo per la vecchia Matilde che muore nel suo letto lasciandosi alle spalle un piccolo tesoro.

«L’Adamante è il Nuovo Cinema Paradiso gotico che nessuno vorrebbe a due passi da casa. L’autrice ricama una storia segreta attorno al vecchio cinema abbandonato e lo fa con un filo nero che stringe bene la gola.» Gianluca Morozzi

Maria Silvia Avanzato è nata a Bologna nel 1985.
Finalista al Mystfest 2010, vincitrice di Lama & Trama 2011, Esperienze in Giallo 2010, Nero di Puglia 2011 e numerosi altri concorsi. Ha pubblicato il giallo per ragazzi Ratafià per l’assassino (Forme Libere), il chick lit Granturco su Foglia di The (ARPANet), il romanzo di formazione L’età dei lupi (Voras), Cipriavaniglia (Damster), il noir Il morso degli angeli (Senzapatria) e Crune d’aghi per cammelli (Fazi Editore, 2013).
Collabora con testate online, associazioni culturali e web radio.

Attrice e speaker, Teresa Fava vive e lavora a Bologna. La sua formazione teatrale inizia presso la “Scuola di Teatro Colli” di Bologna e prosegue con laboratori e stages con Fiorenza Menni, Alessandra Frabetti, Matteo Belli. Da gennaio 2010 frequenta la scuola “Professione Doppiaggio” con diversi docenti tra cui Fabrizio Temperini, Niseem Onorato, Pasquale Anselmo. Attualmente lavora come speaker per documentari, pubblicità, tutorial e video didattici di Mondadori Education e altre case editrici e come lettrice durante le presentazioni letterarie.

Venerdì 22 novembre alle 18 in libreria
presentazione aperitivo dell’ultimo libro di Elisa Mazzoli “Noi” (Bacchilega editore 2013).
L’autrice ne parlerà con Maria Beatrice Masella

“Nel cortile della scuola i bambini giocano, parlano, fanno merenda. In disparte, sempre da solo a scavare buche, c’è quello strano bambino con un occhio enorme, che nessuno avvicina mai. Tutti lo chiamano Occhione. Un pomeriggio in cui i genitori devono andare alla riunione con gli insegnanti, Filippo rimane a giocare nel cortile e si accorge di essere da solo con Occhione. Pieno di paura e di diffidenza, si avvicina e lo conosce. Scopre che anche Occhione ha un nome, si chiama Filippo, proprio come lui, e che non è affatto cattivo e nemmeno ignorante. Filippo-Occhione racconta a Filippo il suo segreto. Nasce un’amicizia nuova, inaspettata, una speranza per il futuro.”

La storia di Occhione è anche una storia della difficoltà di ascoltare le proprie sensazioni di disagio. Occhione è un bambino che porta il fardello di una piccola malformazione congenita. Per gli altri è difficile da conoscere, faticoso da frequentare, inquietante e misterioso nel suo goffo muoversi ai margini. Rimane isolato negli spazi, nei tempi e nelle relazioni della scuola. Filippo descrive Occhione con la sincera spietatezza di chi è bambino dando un nome amaro e tagliente alle sensazioni che gli suscita la presenza di questo compagno di scuola “scomodo” e “comodo” allo stesso tempo, perché Occhione è scomodo da avvicinare ma comodo da deridere, scomodo da accogliere ma comodo da additare.
L’immagine di Sonia Marialuce Possentini non è mai fuga, ma un radicamento nel reale che ne sviluppa il senso in modo più dinamico e che ne “canta” la realtà e l’emergenza.

Elisa Mazzoli è diplomata al liceo scientifico sperimentale linguistico e all’istituto magistrale e laureata in Scienze Politiche con una tesi in Sociologia del tempo libero. Vive a Cesenatico, dove è scrittrice, narratrice, giornalista. Come autrice e cantastorie svolge un lavoro quotidiano, in giro per l’Italia, di incontro con bambini di tutte le età all’insegna del piacere di leggere, ascoltare e raccontare. Come mediatrice culturale si occupa di consulenza agli operatori del settore infanzia e di progetti di narrazione e lettura in scuole, biblioteche, musei, librerie. Ha all’attivo tanti libri per bambini e ragazzi.
Per Bacchilega Junior ha scritto: Ferruccio e l’arrembaggio, Lupo Luca aveva i denti, Morbido Mare-Morbido Giocare.

Maria Beatrice Masella, nata a Taranto, vive a Bologna dal 1975, dove attualmente lavora come insegnante e pedagogista.
Nel 2006 esce il suo primo romanzo “Compagni di futuro” (Giraldi Editore) ambientato a Bologna negli anni ’70, con prefazione di Margherita Hack.
Dal 2007 al 2010 scrive i primi racconti per ragazzi e ragazze, con la trilogia delle avventure di Hanna: “Hanna, Fou e il mistero delle saline”, “Hanna, Fou e i castelli di sabbia”, “Hanna, Fou e l’aquilone ritrovato” (Sinnos Editore).
Nel 2011 pubblica con la casa editrice Bacchilega Junior nella collana Ri-storie “Il grande noce racconta: Sette storie per sette sere”, e poi nella collana ViceVersa due albi illustrati: “Bambini Bambine e sapori/ Famiglie a colori”, “Nannalibro/Libronanna”.
Nel 2012 cura insieme ad Alba Piolanti una guida sentimentale su Bologna: “Bologna a modo nostro” e un lavoro sull’ascolto e sull’educazione con insegnanti della scuola dell’infanzia: “L’ascolto dalla parte delle radici” (Bacchilega editore 2013).
Nel maggio 2013 esce ancora per Sinnos “Respiro”, romanzo per giovani adolescenti.

Sabato 23 novembre alle 11,30 in libreria
in occasione della Festa degli Alberi 2013
lettura poetica “LA PAROLA BOSCO TREMA Più FRAGILE”
a cura dell’ Associazione Baba Jaga
Voce: Chiara Tabaroni Musica: Gianluca Carta

Si ascoltano, le poesie, si dicono ad alta voce, si sussurrano.
Risuonano come foglie le parole. Hanno echi di tempesta e terra, rami ed interstizi segreti, ruvidità improvvise. Da quell’altezza vertiginosa le poesie scuotono, o confortano.
Una passeggiata poetica e sonora là dove alberi e natura ispirano voci poetiche di ogni epoca.
Una riflessione sulla fragilità dell’esistenza e dell’essere umani.

Chiara Tabaroni è narr-attrice e creatrice di progetti culturali (spettacoli, eventi, laboratori..), amante dell’arte nelle sue svariate forme espressive e degli spazi naturali. Laureata al Dams Teatro (Università di Bologna), si è formata in discipline teatrali legate all’espressione corporea e vocale con Pippo Del Bono e Pepe Robledo, Cesar Brie, Jim Slowiack e Jairo Cuesta del New World Performance Laboratory di Cleveland (assistenti di Jerzy Grotowski), la compagnia di teatro-danza MK diretta da Michele Di Stefano, Ewa Benesz (attrice del teatro laboratorio di J.Grotowski), Germana Giannini (antropologa della voce), Masaki Iwana (danza butoh), Mariangela Gualtieri (Teatro Valdoca), e sulla drammatizzazione della fiaba con Sista Bramini (O Thiasos Teatro Natura), Francesca Ferri (canti tradizionali), arti tradizionali indiane con la compagnia Milòn Mèla. Frequenta corso di alta formazione e specializzazione per “Sceneggiatori teatrali per l’infanzia e la gioventu’” presso Teatro Testoni Ragazzi di Bologna – 2007. Fonda nel 2004 l’associazione culturale Baba Jaga nella quale convoglia esperienza, energie, ed idee, rivolte prevalentemente all’infanzia. Con la nascita della casa-laboratorio Ca’ Colmello (luogo d’intrecci tra arte e natura nelle colline dell’appennino tosco-romagnolo) allarga gli orizzonti creando il Festival “Attraverso – Spazio attivo per la ricerca performativa”, rassegna estiva che intreccia proposte di workshop e spettacoli di noti artisti teatrali. www.cacolmello.it

Gianluca Carta è musicista eclettico e appassionato di musiche popolari di varie culture.
Negli anni sviluppa e approfondisce competenze tecnico artistiche legate al canto ed alla musica, concentrando la sua attenzione sulle relazioni possibili tra suono e scena, producendo musiche originali per alcune rappresentazioni teatrali (tra cui quelli della Compagnia “Bologna By Now” diretta da Mamadou Dioume, e il progetto “Orti Insorti” dell’attice Elena Guerrini). Parallelamente segue un percorso personale legato alla musica popolare del Mediterraneo, collaborando con diversi realtà del settore, tra cui l’Associazione TarantArte, e portando avanti il progetto “Consorzio popolare”, grazie alla collaborazione con un consorzio di musicisti indipendenti.
Si avvicina inoltre alle sonorità orientali approcciandosi allo studio degli strumenti persiani Daf e Tar con Darioush Madani e Fabio Tricomi.

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