NEWSLETTER dal 28 gennaio al 6 febbraio

Buona settimana.
Tre incontri per i prossimi giorni, muovendosi fra l’Argentina di Roberto Arlt, le proposte della casa editrice Galaad, e il nuovo libro d’artista di Maura Cantamessa.
Prima il sunto poi le schede degli incontri.
Vi aspettiamo.

Quelle di Trame.

Mercoledì 28 gennaio alle 18 in libreria
presentazione aperitivo in occasione dell’uscita del volume di Roberto Arlt
“Acqueforti di Buenos Aires” (Edizioni Del Vecchio)
Il traduttore Marino Magliani e Mauro Baldrati presentano l’opera e la figura del grande autore argentino.

Sabato 31 gennaio alle 12 in libreria
presentazione aperitivo di due novità della casa editrice Galaad, attenta alla nuova narrativa italiana.
I libri sono “Sotto falsa identità” scritto da Caterina Falconi, e “Quando il leone si ciberà di paglia” di Valentina Ferri.
Modera l’incontro Francesca Bonafini.

Venerdì 6 febbraio alle 18 in libreria
presentazione del libro d’artista di Yves Bonnefoy e Maura Cantamessa “L’HUMOUR, LE OMBRE PROIETTATE”.
Maura Cantamessa ne parlerà con Francesco Pagliari.

Mercoledì 28 gennaio alle 18 in libreria
presentazione aperitivo in occasione dell’uscita del volume di Roberto Arlt
“Acqueforti di Buenos Aires” (Edizioni Del Vecchio)
Il traduttore Marino Magliani e Mauro Baldrati presentano l’opera e la figura del grande autore argentino.

Scritte nel 1933 le Acqueforti di Buenos Aires raccolgono immagini e percezioni della metamorfosi della capitale argentina in metropoli moderna. Arlt richiama nel titolo la stupefacente esattezza e la portata narrativa delle piccole acqueforti in voga nel Seicento, a opera di grandi pittori come Rembrandt: il linguaggio asciutto e il registro essenziale rendono alla narrazione la stessa sottile stilizzazione e l’attenzione ai particolari. Borseggiatori, mendicanti, oscure presenze e gente comune formano un affresco a tinte forti in cui Arlt mette in dubbio la necessità e le modalità della modernizzazione: l’arrivo della corrente elettrica, il telefono, gli edifici nuovi che non riconoscono più a quelli vecchi alcuna funzione pratica né decorativa, ridotti a ruderi di un passato che si rifiuta di essere cancellato, ma che pare non voler prendere parte alla costruzione del futuro.
Con accenti talvolta grotteschi Arlt applica lo “sguardo dell’outsider”; lucido, addolorato e ironico insieme, osserva il corpo stesso della città, che si fa essere pulsante, e nella sua trasformazione inghiotte e sputa parti di materia che lo circondano e che ne costituiscono l’essenza più vera.

Roberto Arlt nasce a Buenos Aires nell’aprile del 1900, da una famiglia di origini prussiane. Scrittore, drammaturgo e giornalista, ha avuto una vita tormentata e ricca di eventi, segnata dalla sofferenza per l’educazione severa impostagli in famiglia e da un profondo conflitto con la figura paterna, che ritroviamo infatti in molte sue opere. Espulso a otto anni dalla scuola perché troppo indisciplinato, continuò a studiare da autodidatta, svolgendo i più disparati lavori: imbianchino, commesso, facchino, e cominciando poi a scrivere per diversi giornali, fino a fare del giornalismo la sua professione. Rese conto dei propri viaggi e degli eventi politici del suo tempo proprio nei reportage scritti per i giornali, e fu tra l’altro testimone in prima persona degli eventi della guerra civile spagnola. La sua scrittura romanzesca rompeva con il tradizionalismo e per un certo tempo fu osteggiata, diventando poi modello per gli scrittori della generazione del boom, tra i quali Gabriel García Márquez, Isabel Allende e Jorge Luis Borges. Tra i romanzi più famosi: “Il giocattolo rabbioso” e “I sette pazzi”, entrambi già tradotti in Italia. Di grande valore anche i suoi racconti brevi e le sue numerose pièce teatrali.

Marino Magliani è scrittore e traduttore. Nato in Val Prino, nell’entroterra di Imperia, nel 1960, ha vissuto per anni tra Spagna e America Latina e alla fine del secolo scorso si è stabilito in Olanda, sulla costa.

Mauro Baldrati è nato a Lugo (RA) e vive a Bologna. Ha lavorato a Milano come fotografo professionista e a Roma come redattore della rivista Frigidaire. Ha pubblicato i romanzi “Vita complicata di Jimi”, “La città nera”, “Professional Killer”, il saggio con altri autori “La rivolta dello stile”, ha curato l’antologia di autori vari “Love Out”. E’ redattore del sito politico-letterario Carmilla.

Sabato 31 gennaio alle 12 in libreria
presentazione aperitivo di due novità della casa editrice Galaad, attenta alla nuova narrativa italiana.
I libri sono “Sotto falsa identità” scritto da Caterina Falconi, e “Quando il leone si ciberà di paglia” di Valentina Ferri.
Modera l’incontro Francesca Bonafini.

Con Fiore, Marilena, Luisa, Elisabetta, Rirì: donne forti, deboli, dal passato tormentato, donne diverse che incrociano i loro destini. In questo libro fatto di incontri e rimandi, dove ciascun personaggio si specchia nel fondo della propria anima e si rispecchia negli sguardi altrui, Caterina Falconi ha ritratto un microcosmo di provincia intessuto di amori divenuti cenere, famiglie disfunzionali, fantasmi sempre all’erta: c’è la dottoressa in crisi, la vecchia maestra prigioniera dei ricordi, l’ex infermiera stanca della routine. Gli uomini, sì, ci sono, ma sullo sfondo. Figure marginali che pure tutto muovono, passioni e gelosie: tenuti quasi in disparte, elementi imprescindibili e allo stesso tempo comparse di second’ordine. Sotto falsa identità è un romanzo sulla ricerca del proprio vero sé – mortificato dalle delusioni, perduto assieme al tempo e alla giovinezza – che solleva il velo delle finzioni quotidiane, costringendo ciascun personaggio a fare i conti con un presente bislacco e maltrattato, in cui nulla o quasi è andato come ci si attendeva. È, insomma, un libro che racconta fratture e riconciliazioni, un agrodolce inno alla speranza, la narrazione della seconda chance che ci aspetta.

Caterina Falconi è laureata in Filosofia. Ha pubblicato due raccolte di racconti, il romanzo “Sulla breccia” (2009) e, con Simone Gambacorta, “Una questione di malafede. Scambio a due voci sulla scrittura creativa” (2010). È presente nelle seguenti antologie: “Fiocco rosa” (2009), “Nessuna più” (2013), “Père-Lachaise. Racconti dalle tombe di Parigi” (2014), “Toilet Volume 22. Racconti brevi e lunghi a seconda del bisogno” (2014).
È co-curatrice delle seguenti antologie: “L’occasione” (2012), “La morte nuda” (2013), “Sogni senza frontiere. Racconti di vita migrante” (2013). Numerosi suoi racconti sono pubblicati sulla rivista «Fernandel». Ha collaborato alla stesura delle sceneggiature della seconda serie del cartone animato “Carotina Super Bip”.

Bravo, Antonì. Quante volte se lo è sentito dire? Bravo, prega Antonì, obbedisci Antonì.
Glielo sussurra la madre mentre lo veste da “femminella” e gli dice che tanto agli abiti lunghi ci si dovrà abituare, visto che farà il prete e salverà a tutti l’anima; lo ribadisce in seminario Don Paolo, per allontanargli la voglia di svelare che lui è un “perfiriuso”, un perfido, che si approfitta dei ragazzini.
Ma Antonio, che ha tredici anni e oscilla “come un cornetto scacciaguai”, tace e mette le parole al buio. Chi lo capisce dove sta il male e dove il bene? Mentre sullo sfondo scorre l’Italia dei preti operai e la Chiesa di Paolo VI che in un Natale all’Italsider dice che lavorare è uguale a pregare, il cammino di Antonio si snoda tra foschi inciampi e castighi, letture sacre che tolgono la malinconia e incontri provvidenziali. Fino all’ultima, vera rinascita.
Con un linguaggio impastato di parole rubate al dialetto, tra suoni e formule cantilenanti come ritornelli, Valentina Ferri ritorna, dopo “Il mare immobile”, ad affrontare il tema della presenza del male e del bene in ciascun essere umano. Addomesticare il male per riappacificarsi con se stessi, sentire che, come dice Isaia, anche il leone che ci ruggisce dentro può mutarsi in bestia mansueta e cibarsi di paglia.
E la storia di Antonio può diventare paradigma e simbolo della ricerca del bene.

Nata a Milano, Valentina Ferri vive a Pavia. Scrive su diverse testate femminili, periodici musicali e pagine di cultura, coniugando da anni l’attività di scrittura con quella di interprete teatrale e di musicista. È autrice di articoli e monografie sul rapporto tra narrativa e musica. Ha pubblicato nel 2004 il saggio La ineluttabile modalità dell’udibile. Allusioni e strategie musicali nell’Ulisse di James Joyce e nel 2011 il romanzo “Il mare immobile”. Il racconto “L’eredità di Cosimo” è presente nell’antologia “L’occasione” (2012), e “Il demone sproporzionato” nella raccolta “La morte nuda” (2013). Nel 2014 ha pubblicato, insieme a Donatella P. Cei, il romanzo “Avevo otto anni e c’era la guerra. Storia a quattro mani con cucina”. In uscita il suo testo teatrale “Urge la musica in ogni sillaba”, dedicato a Gabriele D’Annunzio.
Il suo sito internet è www.valentinaferri.com .

Venerdì 6 febbraio alle 18 in libreria
presentazione del libro d’artista di Yves Bonnefoy e Maura Cantamessa “L’HUMOUR, LE OMBRE PROIETTATE”.
Maura Cantamessa ne parlerà con Francesco Pagliari.

Il libro d’artista nasce dal saggio omonimo, tratto da “Un sogno fatto a Mantova”, pubblicato da Sellerio nel 1979, nella traduzione di Diana Fiori.
Il libro è stampato in 50 esemplari + 10 prove d’autore ed è composto di 6 calcografie e 2 serigrafie di Maura Cantamessa, che si intrecciano a passi del testo manoscritti dall’autore e stampati in serigrafia.
Il testo introduttivo è del poeta e traduttore Fabio Scotto
Il saggio di Bonnefoy narra la luce e il gioco d’ombra in Piero della Francesca e Giorgio De Chirico, e si conclude con una magnifica immagine della Bergamo Alta di fine Settecento.

Maura Cantamessa è nata a Bergamo nel 1966.
Studia incisione calcografica dal 1989 lavorando sempre sul concetto di incisione legata alla parola e al libro. Dal 1997 al 2007 è titolare di “Edizioni El Bagatt”, piccola casa editrice attenta alla produzione di libri d’artista a tiratura limitata. Dal 1999 al 2009 con alcuni amici fa vivere l’Associazione OLIM offrendo alla città attività culturali legate all’incisione e all’editoria d’arte.
Vive e lavora a Bergamo

Francesco Pagliari, è architetto, critico d’arte e d’architettura

La mostra delle tavole sarà aperta fino a sabato 28 marzo.

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