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Ecco i prossimi tre incontri in libreria.
Un’antologia poetica, il libro dell’antropologo argentino Andrès Ruggeri di passaggio in Italia, e l’eccentrico romanzo di Elvira Seminara in trasferta dal Sud.

Vi aspettiamo.

A Trame.

Martedì 16 febbraio alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Miria Baccolini “Lacerti” (Guaraldilab).
L’autrice ne parlerà con Costanza Savini, narratrice e critica.

Mercoledì 17 febbraio alle 18 in libreria
presentazione del libro di Andrès Ruggeri “Le fabbriche recuperate” (Alegre).
L’autore ne parlerà con Marco Semenzin.

Sabato 20 febbraio alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Elvira Seminara “Atlante degli abiti smessi” (Einaudi).
L’autrice ne parlerà con Carla Falchieri.

Martedì 16 febbraio alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Miria Baccolini “Lacerti” (Guaraldilab).
L’autrice ne parlerà con Costanza Savini, narratrice e critica.

“Lacerti… Pagine poetiche ispirate, vissute nell’attimo emotivo di suoni evocativi, lontani, che si rincorrono e si perdono in un vano risveglio di attese. Versi elegiaci di rimpianti e di pianti sommessi, di un’amore assente ma sempre presente, di presenze che mancano e che sempre ti accarezzano; invitanti, discrete, che ti attendono là dove il tempo diviene silente: esala inquieta un’ansia di vita, che s’aggira solitaria, senza posa, nelle balze fiorite della memoria, nelle rugiade prosciugate di un dolore prossimo antico” Romano Quaretti

Miria Baccolini è nata in provincia di Modena nel 1965.
Laureata in lettere, operatrice in campo artistico e letterario.
Prima di “Lacerti” ha pubblicato “Miriadi” (Modena, 1993).

Mercoledì 17 febbraio alle 18 in libreria
presentazione del libro di Andrès Ruggeri “Le fabbriche recuperate” (Alegre).
L’autore ne parlerà con Marco Semenzin.

Le “fabbriche recuperate”, abbandonate dagli imprenditori e poi occupate e rimesse in moto direttamente dai lavoratori, sono una delle esperienze più interessanti dell’Argentina uscita dalla grande crisi del 2001. Da allora più di 300 imprese fallite sono tornate in funzione, salvando oltre 15.000 posti di lavoro e dando vita ad un processo di autogestione inedito che continua e che, sull’onda della crisi globale degli ultimi anni, è divenuto esempio di resistenza anche in Europa. In Italia troviamo la RiMaflow a Milano e le Officine zero a Roma, ma si contano esperienze anche in Francia, Grecia e in altri paesi del vecchio continente.
Andrés Ruggeri, grazie ad un lavoro di ricerca di oltre dieci anni, indaga questa realtà senza idealizzarla, ma provando a comprenderne la complessità, i sacrifici, le difficoltà e le sconfitte nella costruzione di unità economiche che non solo devono fornire lavoro e sostentamento per coloro che le portano avanti, ma anche contribuire a creare forme di gestione collettiva, democratica e, soprattutto, senza sfruttamento.
L’autore approfondisce così l’ipotesi dell’autogestione, sequestrata nel Novecento dalle burocrazie e dagli errori di un movimento comunista internazionale dominato dallo stalinismo e da tendenze socialdemocratiche, e che oggi può offrire un terreno prezioso per impostare un nuovo inizio per le sinistre in crisi.

Andrès Ruggeri è antropologo sociale presso l’Università di Buenos Aires (Uba) e presso l’Università Arturo Aureche, coordina il “Centro de Documentaciòn de Empresas Recuperadas” all’interno del programma Facultad Abierta della Facoltà di Lettere e Filosofia della Uba. E’ anche il promotore degli incontri internazionali “L’economia dei lavoratori”.

Marco Semenzin è dottore di ricerca in Scienze Sociali e autore di ricerche sul fenomeno delle imprese recuperate in Argentina e in Italia.

Sabato 20 febbraio alle 18 in libreria
presentazione aperitivo del libro di Elvira Seminara “Atlante degli abiti smessi” (Einaudi).
L’autrice ne parlerà con Carla Falchieri.

Eleonora è una donna eccentrica con un modo tutto suo di guardare il mondo. Ma è anche una donna impetuosa. E ora che l’ex marito è scomparso, il rapporto con la figlia Corinne si è strappato, «come un lenzuolo che ha subito troppi lavaggi, vestito troppi letti». È anche per questo che Eleonora lascia Firenze e si rifugia a Parigi, in cerca di solitudine e di chiarezza, perché certe fughe «non si organizzano, si subiscono e al massimo cerchi di perfezionarle ».
Da lí, osserva il parco sotto casa e le abitudini bizzarre degli inquilini del suo palazzo – un «ottimo esercizio di equa e diffusa compassione» – e tesse nuove trame. Ma soprattutto scrive a Corinne, per ricucire il loro rapporto.
Un giorno dopo l’altro compila un campionario sfavillante degli abiti lasciati nella casa di Firenze.
Una sorta di vademecum per orientarsi fra il silenzio ostinato degli armadi e il frastuono dell’umanità.
Il catalogo animato di Eleonora diventa cosí un modo di trasmettere l’esperienza del tutto singolare, «fuori dalle ante».
Un vortice di parole febbrili, inventive, con una forza espressiva inesausta, che ci trascina senza sosta, lasciandoci alla fine la sensazione di avere vissuto una storia che ci riguarda molto da vicino.

«Vestiti elfi. Che non trovi in nessun posto quando li cerchi. Ma poi rispuntano beffardi come niente fosse, in bella vista, proprio là, esattamente dove prima non c’erano. Inutile spostare grucce e rovistare, in questi casi, meglio non accanirsi, tanto ritornano. Tu devi far finta di nulla. Tieni gli occhi chiusi, se senti un fruscio mentre dormi. Devi stare al gioco se vuoi la pace nel tuo armadio».
«Vestiti che vogliono brillare, come le bombe».
«Vestiti che hai paura a rimettere, perché quel giorno sei stata cosí felice».
«Le vite non vogliono essere risparmiate. Ogni cosa, ogni corpo, non chiede che questo, sgualcirsi, logorarsi, cadere e ferirsi, sporcarsi e cicatrizzare, urtare, sanguinare, ricucire».

Atlante degli abiti smessi è anche una mostra, instabile e mutante, generata dal romanzo.
Le istallazioni, realizzate con scarti urbani, esistenziali e domestici, sono mappe narrative, micro giacimenti che testimoniano i passaggi alterni (e reversibili) tra parole e cose.
La mostra, ancora in corso a Paternò nella Galleria comunale di arte moderna (GAM), si intitola “ATLANTE DEGLI ABITI SMESSI. TRASFORMAZIONI DI UN ROMANZO. Referti e reperti di altre nature”.

Elvira Seminara, scrittrice e pop artist, vive tra Catania e Roma. Giornalista professionista dal 1991, è stata redattrice di cronaca nel quotidiano La Sicilia sino al 2012 e ha insegnato Storia del giornalismo nella facoltà di Lettere di Catania.
Tra i romanzi, nel 2008 “L’indecenza” (Mondadori, oggi in ebook con Libreria degli scrittori) e nel 2011 “Scusate la polvere” (Nottetempo), che ha vinto il premio festival internazionale del cinema di Torino come soggetto da film. Entrambi sono stati messi in scena dal Teatro Stabile di Catania, stagioni del 2013 e del 2014.
Nel 2013 è uscita “La penultima fine del mondo” (Nottetempo).
Suoi racconti sono apparsi in diverse antologie Mondadori, e suoi testi sono tradotti in diversi paesi, Olanda, Polonia, Brasile, Bulgaria.
“Atlante degli abiti smessi” uscirà fra breve tradotto in Spagna dalla casa editrice Lumen, nella prestigiosa collana che ospita Dorothy Parker, Jeannette Winterson, Margareth Atwood e, come italiana, Elena Ferrante.

Carla Falchieri nasce a vive a Bologna, città che ama sinceramente, ha insegnato in scuole elementari di vari Comuni di Provincia. Impegnata da sempre nel volontariato sociale e cattolico ora si dedica soprattutto alla famiglia e alla nipotina.

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