NEWSLETTER Dal 21 al 25 maggio a Trame e in giro (e con It.a.cà Festival del turismo responsabile)

La nuova settimana è fatta di saggi e poesia, con alcune trasferte.

Vi aspettiamo, in giro e a Trame anche per It.a.cà Festival del turismo responsabile!

Ultimi giorni per la bella mostra che ci accompagna da mesi con Ninamasina e La pipettenoir, se volete acquistare le loro opere e i quaderni è l’ultima occasione. Che poi arrivano le foto di Laura Frasca…

Martedì 21 maggio alle 18 in libreria
Lia Celi e Andrea Santangelo presentano “Le due vite di Lucrezia Borgia. La cattiva ragazza che andò in Paradiso” (UTET).

Se Leonardo Da Vinci avesse progettato una macchina del fango, non sarebbe stata più perfetta e duratura di quella scatenata contro la figlia di papa Alessandro VI e di Vannozza Cattanei. Eppure è grazie a tutto quel fango che, dopo 500 anni, si parla ancora tanto di lei. Moglie e madre esemplare, protettrice dei poveri e luminosa ispiratrice di artisti e poeti, di cui parlano gli scrittori coevi, o quella che tutti amiamo odiare, l’incestuosa seduttrice dal veleno facile, che traduceva al femminile i vizi di suo padre e di suo fratello Cesare, il famigerato Valentino? Una cosa è certa: per diventare un mito inossidabile, per ammaliare gli intellettuali di ogni epoca, da Ariosto a Byron, da Hugo a Dario Fo, per inchiodare il pubblico alla poltrona tanto in un melodramma di Donizetti quanto in una serie tivù, non basta avere i capelli biondi più celebrati del Rinascimento, ci vogliono il carisma di una diva e la tempra di un condottiero. Fra citazioni pop e impeccabili riferimenti storiografici, fra gossip d’epoca e ricostruzioni alla CSI, rivivremo la straordinaria parabola di una donna irregolare fin dalla nascita, bella e contesa come l’Italia del suo tempo, opportunista e ingegnosa come gli italiani di ogni epoca.
I veleni? Ci sono, ci sono. Niente paura: in questa biografia di Lucrezia Borgia l’unica vittima è la noia.

Mercoledì 22 maggio alle 18 in libreria
per Paesaggi di poesia 2019 a cura di Sergio Rotino
Off-Topic 3. Luciano Mazziotta presenta “Posti a sedere” (Valigie Rosse) e dialoga con Lorenzo Mari e Sergio Rotino.

Giunto con “Posti a sedere” alla sua terza raccolta, Luciano Mazziotta mostra di aver raggiunto una prima, nitida maturità espressiva.
Non solo per la grande compostezza formale con cui vengono costruiti i singoli testi, ma soprattutto per la forte tessitura ritmica che si muove attraverso fratture, sincopi, reiterazioni di parole e di concetti quasi a costruire un poema unico.
È un modo di operare sulla pagina tipicamente contemporaneo, capace di scatenare nelle cinque sezioni in cui Mazziotta ha diviso il suo lavoro una tensione drammatica, che proprio il contemporaneo racconta.
Quanto appare in “Posti a sedere” è l’umanità più che l’uomo trasformata in ospite di vari ambienti, siano essi la casa, la Cripta dei cappuccini o palazzo Abatellis a Palermo. Un ospite però fantasmatico, che infesta soprattutto se stesso perché non vive in contemporanea con il passare del tempo né con lo svolgersi degli eventi, bensì ai lati, mai dentro mai definitivamente altrove. L’umanità che Mazziotta mette così in scena attraverso un muoversi fra prima e terza persona plurale non appare conscia di questo suo status, ma è solo capace a dichiararlo. A tal punto da ammettere che «quello che accade ci accade di spalle». Non la coinvolge né la tocca.
Mazziotta tematizza questo, che pare essere il corredo genetico tipico della generazione dei trentenni, rendendolo metafora della disgregazione sia della sfera privata, quanto di una sfera più prettamente politica. È venuto meno il collante fra privato e politico, sembrano dire i testi di “Posti a sedere”. Svanito questo, svanisce la spinta al fare, la stessa propulsione a esistere. Quello che si può fotografare appare perciò unicamente come «un albero genealogico dai rami sterili».

Luciano Mazziotta (Palermo, 1984) vive a Bologna e insegna Letteratura italiana nei licei. Ha pubblicato altre due raccolte di poesia prima di «Posti a sedere», la penultima si intitola «Previsioni e lapsus» (Zona, 2014). Suoi testi sono apparsi su vari litblog e su riviste cartacee, in Italia e all’estero.

In trasferta sempre mercoledì 22 maggio alle 17,30 

presso il Centro delle Donne Biblioteca italiana delle Donne in via del Piombo a Bologna

incontro con Gianluigi Bovini, demografo, autore di “Bologna oltre il PIL” (Il Mulino 2019), Silvia Giannini, economista, e Valentina Bazzarin, ricercatrice.

Bookshop a cura di Trame.


Il 25 settembre 2015 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato all’unanimità l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Articolata in 17 obiettivi e 169 target, che definiscono traguardi da raggiungere entro il 2030, l’Agenda considera quattro diverse forme di capitale – economico, naturale, umano e sociale – il cui depauperamento compromette l’equilibrio fra le risorse a disposizione della generazione attuale e quelle da riservare alle generazioni future. Uno degli obiettivi fondamentali dell’Agenda viene definito nel Goal 5, riservato alla parità di genere. La Dichiarazione approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite afferma “Noi immaginiamo un mondo in cui ogni donna e ogni ragazza può godere di una totale uguaglianza di genere e in cui tutte le barriere all’emancipazione (legali, sociali ed economiche) vengano abbattute. Un mondo dove vi sono pari opportunità per la totale realizzazione delle capacità umane e per la prosperità comune”. A che punto siamo a Bologna e in Emilia-Romagna nel percorso necessario per raggiungere questo decisivo obiettivo, che ha carattere trasversale rispetto a molti altri Goal dell’Agenda? L’iniziativa si propone di dare alcune risposte a questa domanda, partendo dall’esame degli indicatori adottati da Eurostat e da Istat per il monitoraggio dell’Agenda nell’UE e in Italia.


E ancora mercoledì 22 maggio alle 18 

in Sala incontri alla Biblioteca Salaborsa in piazza del Nettuno a Bologna

Renato Barilli presenterà “Distici Distanti poesie 2014-2018”, l’ultimo libro di poesie di Enzo Minarelli.

Bookshop a cura di Trame.



La parola ad hoc ispirata dalla musa è la guida e il fine di questa raccolta di poesie, che segue O’ grande ventre dell’onda, poesie 2002-2006 e Sterzine poesie 2009-2013.

Enzo Minarelli ha iniziato a pubblicare poesia lineare sul finire degli anni Settanta con le storiche edizioni Geiger. Nonostante abbia intrapreso anche altre strade sperimentando la poesia sonora, la performance, la videopoesia, la poesia visuale, non ha mai dismesso la pratica della scrittura.
 


Sabato 25 maggio dalle 10,30
in occasione di It.a.cà Festival del turismo responsabile 
parte dal Mercato di Mezzo in Via Clavature 12 a Bologna
un percorso esperienziale “Alla ricerca degli Spaghetti alla bolognese” per ricostruire il fake food più diffuso al mondo
cura di Mario Mormile, Libreria Trame, Centro Giorgio Costa
Il passaggio in libreria verso le 11,30 
Per info e prenotazioni la mail è mario.mormile(at)gmail.com

E sempre sabato 25 maggio alle 18 in libreria
inaugurazione della mostra di Laura Frasca “Neglected Roots” (InnoVibe Magazine)

Il tema affrontato in questa mostra e nel libro che l’accompagna è la scomparsa, sempre più rapida, della foresta del Borneo.
Questo importante evento purtroppo sta passando in sordina, e chiudendo gli occhi davanti a questo scempio stiamo negando le nostre stesse “radici” che ci danno sostentamento ed ossigeno.
Cosa comporta nell’immediato la scomparsa della foresta?
In primis l’estinzione di flora e fauna endemici. I grandi primati, gli oranghi (Pongo) e le nasica (Nasalis larvatus) sono i primi ad esserne colpiti, per non parlare delle conseguenze sull’intero ecosistema.
I Dayak, conosciuti in occidente come i tagliatori di teste, deputati da sempre al compito di proteggere la foresta, si stanno sempre più omologando alla globalizzazione ed arrendendo alla furia cieca delle multinazionali e quindi irrimediabilmente alla perdita della foresta.
Il progetto vuole aiutare il Tanjung Puting National Park ad essere conosciuto e supportato, un parco protetto che per volere di Birutè Galdikas, famosa primatologa, protegge gli oranghi dall’estinzione, attraverso la Orangutan Foundation.
Il racconto fotografico che si sviluppa in 190 pagine è accompagnato da tre articoli di Emanuela Corazzi, Cristian Arnoldi e Mauro Orletti.

Dice di sé Laura Frasca: “Sono una fotografa: le mie storie sono i miei progetti fotografici, la mia tastiera è la mia macchina fotografica, le mie matite sono le mie lenti.
Sono una viaggiatrice: prendo al volo ogni singola opportunità per iniziare un viaggio in tutti gli angoli del globo, in particolare nei siti più sconosciuti, non sviluppati e persino dimenticati. Le mie storie parlano di persone, fatti e luoghi in cui il fattore chiave che sostiene i miei sforzi è rappresentato da un aspetto sociale, culturale ed etico.
La natura è la mia panacea: è in grado di alleviare i miei problemi e mitigare il mio umore. È un’ancora di salvezza per il corpo e per la anima, crea su di me un effetto catartico che mi riporta alle mie radici, al mio passato, alle mie origini. Mi piace aver la possibilità di scoprire luoghi e paesaggi remoti, per raggiungere uno stato d’animo zen che mi permette di riconnettermi con i miei pensieri reconditi ed ottenere una riconciliazione con il resto del mondo, mi dona armonia e pace”.

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