NEWSLETTER da sabato 15 a sabato 22 giugno (e via con l’estate!)

Da sabato 15 a sabato 22 giugno: ecco le nostre proposte per i prossimi giorni.

Questi gli orari: sabato 15 giugno Trame chiude alle 18,30.
Lunedì 17 e giovedì 20 giugno dalle 9,30 alle 16,30.
Martedì 18, mercoledì 19, venerdì 21 e sabato 22 giugno dalle 9,30 alle 19,30.

Vi aspettiamo…

Sabato 15 giugno alle 12 in libreria
si presenta il nuovo numero di Zona Letteraria (Prospero edizioni).

Con questo nuovo appuntamento Zona Letteraria vi parlerà di sport e società, di sport e politica, e di come lo sport possa diventare il termometro attraverso il quale misurare la febbre che attraversa la vita di una comunità in un determinato momento storico. All’interno di questo numero incontrerete alcune discipline (si parla di calcio, basket, alpinismo, atletica leggera, tennis, rugby, ciclismo e persino del quidditch, che nasce traendo spunto dalle leggendarie sfide narrate nella saga di Harry Potter) e diversi modi di leggere – e di scrivere, visto che il nostro principale strumento di indagine è la letteratura – le vicende e le esperienze sportive del passato e di questo nostro burrascoso e confuso presente.

Fra i partecipanti Silvia Albertazzi, Cristina Muccioli, Alberto Sebastiani, Stefano Calanchi, Agostino Giordano, Rudi Ghedini, Giuseppe Ciarallo, Giovanni Marchetti, Luca Cristiano, Luca Gavagna, Paolo Vachino.

Martedì 18 giugno alle 18 in libreria
Debora Omassi presenta “Libera uscita” (Rizzoli) e ne parla con lo scrittore Paolo Panzacchi.

Barbara vorrebbe guardarsi allo specchio e riconoscersi. Mentre cerca di pagare l’affitto con qualche servizio fotografico e prova a esercitare il suo fascino, non smette di domandarsi: “Chi sono? Cosa vede la gente in me?”. Perché lei, ventiquattro anni, in quel corpo magnetico di cui si serve come fosse una bacchetta magica dal potere sconosciuto, non ci si sente. O meglio: Barbara, in quel corpo, si sente un ragazzo. Nell’esercito vede l’occasione per riscoprirsi e andare altrove, lontana, spingersi oltre ogni limite per ritrovarsi e nascondersi sotto una divisa. Ma una volta dentro, tornare indietro sembra impossibile: allenamenti estenuanti, lenzuola ripiegate al millimetro, caporali senza scrupoli. Non bastano Luna, la minuta
ragazzina con la forza di un leone e fedele alleata, e Salvatore, il suo punto di riferimento tra quelle mura grigie, ad alleviare il ricordo della famiglia e del fidanzato di una vita che la aspetta a casa. E così, dentro e fuori si mischiano in un caos, e Barbara comprende la portata di quella sfida solo quando ormai ha messo
in gioco tutta se stessa. Il soldato Barbara ha giurato, ma si troverà di fronte a un’altra scelta: rimanere o andarsene?

Debora Omassi con una scrittura che arriva diretta al cuore, cruda ma traboccante della freschezza di una giovane autrice, senza lasciare spazio all’immaginazione ci mette a parte di un mondo impenetrabile, attraverso gli occhi di una ragazza che prova e riprova in cerca della propria strada. In fondo, solo sbagliando
possiamo capire chi siamo, e iniziare a vivere.

Debora Omassi è nata a Brescia nel 1993. Vive a Milano, dove lavora come libraia. Ha esordito nel 2015sulla rivista «Nuovi Argomenti» e ha pubblicato la raccolta di racconti
Fuori si gela (2016). Questo è il suo primo romanzo.

Mercoledì 19 giugno alle 18 in libreria
Alfio Neri presenta “La macchina della verità. Sul perché i tarocchi predicono il futuro” (Ombre corte edizioni) e ne parla con Giuliano Berruti, informatico.

Farsi leggere i Tarocchi sembra una follia. Eppure la cartomanzia è una specie di giardino segreto, un piccolo mondo di associazioni semantiche nascoste in piena luce. Per chi è attento, la macchina tarologica è un meccanismo in grado di dischiudere alla narrazione un mondo di mitologie private segrete e palpitanti.
Questo libro affronta in modo razionale una serie di nodi operativi e concettuali che rendono comprensibile l’attivazione e la formulazione della pratica divinatoria. Il testo analizza come la seduta cartomantica possa delineare tre differenti meccanismi: la configurazione di particolari costellazioni simboliche, l’attivazione di specifici meccanismi cognitivi inconsci e l’articolazione di una narrazione coerente capace di dare un senso compiuto alle configurazioni. La forma enigmatica dei percorsi narrativi della divinazione non deve trarre in inganno. L’analisi di questi meccanismi semiotici, psicologici e culturali indica che le piccole storie delle mitologie personali nate dalla pratica cartomantica non sono proprio dei vuoti giri di parole.
Per quanto sembri strano, i Tarocchi sono davvero una macchina capace di articolare verità socialmente condivise, un meccanismo razionale congegnato per pre-dire cose nascoste del nostro futuro.

Alfio Neri insegna Storia e Filosofia nei Licei. Ha pubblicato: Pioggia di sangue. La guerra civile in Colombia (L’Harmattan Italia, 2001), Società e crisi politica nella Colombia contemporanea (L’Harmattan Italia, 2004), Architettonica della guerra. Modelli teorici, leggi concettuali e costituzione ontologica (L’Harmattan Italia, 2006), e per i nostri tipi La forza dell’illusione. Industria culturale, finanza e grande politica (2018).
Collabora con la rivista on-line “Carmilla”.

Giovedì 20 giugno alle 16
appuntamento in vicolo Tubertini angolo via Oberdan 9 a Bologna
per CoolTour 2019 LUNGO LA VIA CAVALIERA Il complesso di Palazzo Tubertini
Ripercorreremo la formazione del complesso e ne visiteremo gli eleganti interni di sapore neoclassico con Elisabetta Landi e introduzione di Daniela Delvecchio.
Alle 17,30 nella Sala conferenze Saluto di Azimut e presentazione della mostra fotografica di Stefano Monetti “Bologna, un centro”.

E alle 18 Eléonore Grassi presenta “IL PICCOLO LIBRO DELLE NUVOLE” (Pendragon) e ne parla con Giampaolo Venturi.
Letture a cura di Lorenza Leonzi, Mirko Maraldi, Andrea Marano, Federica Mattiazzi, con il coordinamento di Barbara Anzivino.
Bookshop a cura di Trame. A seguire aperitivo.

Un mondo di meraviglie appena sopra di noi
Le nuvole sfuggono alle classificazioni, si dileguano davanti alle rappresentazioni, mettono in discussione le definizioni, disobbediscono alle regole, superano i confini, sia geografici che disciplinari, confondono i campi. Sono schermi di separazione e al tempo stesso di unione tra la terra, finita, e il cielo, infinito. Sono elementi metaforici e reali, simbolici e materiali. Sono cose, ma anche segni. Non temono le contraddizioni, contengono gli opposti, coltivano le antinomie. Sono duplici e ambivalenti. Sono forme senza forma. Ma c’è qualcosa di più, oltre alle nubi: ci siamo noi e il nostro sguardo su di loro… Un viaggio alla scoperta delle nuvole tra arte, scienza, letteratura, illustrazione e filosofie orientali.

Eléonore Grassi, nata a Parigi, vive e lavora a Bologna. Dopo una laurea in Sociologia dell’arte e della letteratura a Bologna e un master in organizzazione di eventi culturali a Roma, ha lavorato per molti anni come operatrice culturale e curatrice di arte contemporanea. Recentemente si è specializzata in letteratura e editoria per l’infanzia all’Accademia Drosselmeier di Bologna. Oggi si occupa di (in ordine alfabetico): comunicazione, creatività, didattica dell’arte, libri per ragazzi, scrittura e yoga. E soprattutto delle connessioni tra questi ambiti, solo apparentemente diversi.

Venerdì 21 giugno alle 18 in libreria
Paolo Donini presenta “La scatola di latta” (Voland) e ne parla con Matteo Marchesini.

P è una creatura senza storia né età, un artista o un poeta (“il che per molti aggiungeva mistero al mistero”); vive isolato nella piccola comunità di Ics osservandola dalla sua soffitta “come in fondo alla lente di un cannocchiale”; apparentemente non fa nulla e non si sa come riesca a campare, salvo sperperando il patrimonio di famiglia. Beato praticante della pigrizia come sottile forma di eversione, finirà inaspettatamente nel cosiddetto corso della realtà quando iniziano a prodursi bizzarri fenomeni che travolgeranno la pacifica vita della cittadina. Tra epidemiche amnesie, primavere in pieno inverno, scombussolamenti urbanistici, inspiegabili sparizioni, la chiave del rebus è sotto gli occhi di chi legge. “La scatola di latta” è un’avventura ironica nel labirinto del linguaggio, una fabula universale sulla lettura come viaggio verso la salvezza.

Paolo Donini è nato nel 1962, ha pubblicato tre raccolte di poesia, Incipitaria (Genesi Editrice, Torino 2005), L’ablazione (La Vita Felice, Milano 2010), Mise en abîme (Anterem edizioni, Verona 2016); scrive saggi di critica d’arte e letteraria per monografie, riviste, blog. Si occupa di curatela di mostre e di spazi espositivi.

Matteo Marchesini è nato nel 1979 a Castelfranco Emilia e vive a Bologna. Ha pubblicato le satire di “Bologna in corsivo. Una città fatta a pezzi” (Pendragon 2010), il romanzo “Atti mancati” (Voland 2013, entrato nella dozzina dello Strega), la raccolta critica “Da Pascoli a Busi” (Quodlibet 2014), le poesie di “Cronaca senza storia” (Elliot 2016) e i racconti di “False coscienze. Tre parabole degli anni zero” (Bompiani 2017). Nel 2019 è uscito per Il Saggiatore “Casa di carte”
Collabora con Il Foglio, Il Sole 24 Ore, Radio Radicale e il blog Doppiozero.

Sabato 22 giugno alle 12 in libreria
omaggio ai Nirvana con l’antologia “Come spiriti adolescenti. 25 scrittori per Kurt Cobain” (Radici Future).
Ne parleranno Gianluca Morozzi, il curatore Piero Ferrante e Antonio Lorenzo Falbo.

“Abbiamo messo insieme 25 tra scrittrici e scrittori (chi per davvero e chi no, chi di teatro e chi giornalista), obbligandoli ad andare a ripescare dallo scaffale in alto di chissà quale mobile, dalla mensola in fondo della memoria che si usura, un cd, un vinile, un ricordo, una cassetta. Quello che è venuto fuori, spontaneo e senza regole, è un gigantesco album che se lo ascolti prima e poi lo leggi in fila ci stanno dentro distorsioni di chitarra e di cuore, parole tanto grandi che, aperte come sono, rivelano anime. I Nirvana hanno sempre rifiutato fascismi e violenze in generale. Gli incassi di più d’un concerto sono andati a favore di cause civili, specie ad associazioni contro la violenza sulle donne. Per lo stesso motivo, tutti gli autori e me come curatore, abbiamo deciso di rinunciare a ogni compenso o diritto e di devolvere per intero quel poco che ci sarebbe spettato a un progetto che, a torino, opera in bassa soglia per accogliere donne in condizioni di vulnerabilità (economica, familiare, sociale, abitativa…).
Il progetto si chiama drop house ed è del gruppo abele, onlus fondata 53 anni fa da Luigi Ciotti.”

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