NEWSLETTER di metà luglio (con artiste residenti, e vagabondaggi morozziani)

Arriva la settimana in cui uscirà l’ultima avventura del Commissario Montalbano, “Riccardino”.
Giovedì 16 sapremo come Andrea Camilleri farà chiudere una carriera formidabile!
Ci sono ancora alcune copie disponibili, sia nell’edizione speciale con le due versioni 2005 e 2016, che la 2016 nel classico blu della Memoria.
Fate sapere se volete prenotarne una…
E sotto, se volete, leggete la scheda del libro come dal sito Sellerio.

Gli orari di Trame saranno i seguenti, lunedì 13 e giovedì 16 dalle 9,30 alle 16. Gli altri giorni dalle 9,30 alle 19,30.

Venerdì 17 luglio dalle 17 alle 19
ospitiamo la nostra artista residente Francesca Mazzucato e i suoi PEZZETTINI la mostra di Collage Analogici. Avrà un tavolino tutto per sé e chi passerà potrà vedere come nasce uno dei suoi mosaici cartacei!

Saranno disponibili cartoline-collage realizzate apposta per i visitatori della mostra…

MATERIALI: ogni pezzo di ogni collage ha una storia, un significato ed è stato scelto con estrema cura.
Utilizzo molti spartiti, carta antica, o che lavoro utilizzando te o caffè. Non è una tecnica facile, la sto ancora perfezionando.
I ritagli orientali mi arrivano direttamente dal Giappone. Hana, che ho conosciuto su Instagram, (@panrora.87) mette in vendita regolarmente album, disegni, etichette, quaderni, immagini giapponesi spesso degli anni Trenta e Quaranta. I collage hanno dei tempi, almeno i miei. Per ricevere le cose di Hana so che devo aspettare almeno due mesi e spesso vorrei invece averli subito davanti per cominciare. Invece l’attesa fa parte del meccanismo creativo. Solo dopo posso cominciare a lavorare. Se osservate con attenzione i collage esposti qui, le tracce orientali provengono tutte dalle collezioni di Hana.
In molti collage trovate un quaderno di appunti ( spesso mi vengono chiesti su commissione e nei quaderni scrivo brevi storie), o trovate pezzi di miei appunti presi in interminabili soste nelle città che visito con più frequenza, Banja Luka, Zurigo, Marsiglia, Parigi. Ho ritagliato i miei appunti e sono diventati parti di altre storie.

Domenica 19 luglio alle 19
al Fun Cool Oh per la rassegna BAR Bologna Ama Raccontare
Silvia Di Giacomo presenta “Il corpo del peccato” (Foschi editore) e ne parla con Gianluca Morozzi.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Il Commissario Claudio Degli Esposti è un investigatore dotato di intelligenza e sensibilità rare, ma è anche un uomo tormentato dai propri demoni, da una sofferenza profonda che gli offre una visione dolorosa del mondo.
Per trovare l’assassino di una donna appartenente alla ricca borghesia si muove in una Bologna notturna, a tinte fosche, tra locali malfamati e a contatto con sfruttatori e schiave del sesso. Mentre Claudio è costretto ad affrontare i propri abissi, la città è sconvolta da altri eventi delittuosi che sembrano tutti legati al Rose Night e ai due malavitosi proprietari. I segreti della vita personale del poliziotto irrompono così nell’indagine e la sua pericolosa relazione sentimentale può trasformarsi in una trappola mortale. Un intrigo di eroi e antieroi. Una storia di vite che si intrecciano, di corpi femminili sfruttati, abusati e privati della libertà; ma anche un viaggio verso la luce, il riscatto, a qualsiasi costo, e la vendetta.
Silvia Di Giacomo, classe ’74, vive e lavora a Bologna.
Dopo aver frequentato i corsi di scrittura creativa di Gianluca Morozzi esordisce nel 2015 con un racconto per l’antologia “Cadute”, edita da Fernandel.
A ottobre 2017 esce il suo primo romanzo Lo stato di Dio, pubblicato da Foschi Editore.
Nel 2018 partecipa alle antologie “Tempo” e “Blu”, Clown Bianco Editore.
A marzo 2019 pubblica il noir per ragazzi L’amico virtuale, edito da Lisciani Libri.
A luglio 2019 partecipa all’antologia “Gli incantautori”, per D Editore.
Insieme a Gianluca Morozzi è stata direttrice artistica dell’edizione 2018 del festival “Note di carta”.

“Riccardino”

Anno 2005: Camilleri ha appena pubblicato La luna di carta. Sta lavorando alla successiva avventura della serie, ma in estate consegna a Elvira Sellerio un altro romanzo con protagonista il commissario Montalbano. Si intitola Riccardino. L’accordo è che verrà pubblicato poi, un domani indefinito, si sa solo che sarà l’ultimo romanzo della saga Montalbano.
Anno 2016. Sono passati 11 anni durante i quali sono usciti 15 libri di Montalbano. Andrea Camilleri sente l’urgenza di riprendere quel romanzo, che è venuta l’ora di «sistemarlo». Nulla cambia nella trama ma solo nella lingua che nel frattempo si è evoluta. Né muta il titolo che allora considerava provvisorio ma al quale ormai si è affezionato e che nel 2016 decide essere definitivo. Un titolo così diverso da quelli essenziali ed evocativi e pieni di significato ai quali siamo abituati, in cui risuonano echi letterari: La forma dell’acqua, Il giro di boa, Il ladro di merendine, L’altro capo del filo. Ma Riccardino segna quasi una cesura, una fine, ed è giusto marcare la differenza sin dal titolo.
Ma come è nata l’idea, e soprattutto perché?
Racconta Andrea Camilleri in una vecchia intervista che a un certo punto si era posto il problema della «serialità» dei suoi romanzi, dilemma comune a molti scrittori di noir, che aveva risolto decidendo di fare invecchiare il suo commissario insieme al calendario, con tutti i mutamenti che ciò avrebbe comportato, del personaggio e dei tempi che man mano avrebbe vissuto. Ma poi, aggiunge, «mi sono pure posto un problema scaramantico». I suoi due amici scrittori di gialli, Izzo e Manuel Vázquez Montálban, che volevano liberarsi dei loro personaggi, alla fine erano morti prima di loro. Allora «mi sono fatto venire un’altra idea trovando in un certo senso la soluzione».

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