NEWSLETTER DAL 18 AL 22 FEBBRAIO (e tre trasferte)

Ecco le proposte per la settimana che inizia.
Con cambio di mostra venerdì.

Vi aspettiamo.
A Trame e dintorni.

Lunedì 18 febbraio alle 17,30
all’Oratorio di San Filippo Neri in Via Manzoni 5 a Bologna
nell’ambito del ciclo di incontri “I grandi temi della politica economica: posizioni a confronto” il secondo del 2019 è dedicato a “Brexit: ne valeva la pena?”
A cura di Il Mulino.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Ne parleranno: Carlo Altomonte (Università Bocconi), Federico Fabbrini (Dublin City University), Ferdinando Giugliano (Bloomberg Opinion), Beda Romano (Il Sole 24 Ore).

Martedì 19 febbraio alle 18 in libreria
Guido Croci, autore Pendragon, dialoga con Massimo Onofri.

Sono tre i romanzi a cui sarà dedicato il nostro appuntamento: “Il peso della giovinezza”, “Il peso della bellezza”, “Il peso dell’amore”.
Francesco de Stisi, il personaggio creato da Guido Croci e protagonista di questi tre volumi, raffinato ex professore di lettere, lavora come investigatore privato presso l’agenzia “La Scelta Migliore”. Amante di Montaigne, del cinema e della buona cucina, ha come suo capo la rampante e determinata Maria Leone che ha l’abitudine di affidare al suo collaboratore e amante i casi più insoliti, in cui acume, cultura e una buona dose di sfacciataggine sono elementi indispensabili per la risoluzione finale.
Ogni romanzo racconta tre casi da lui affrontati: nel primo ha a che fare con tre giovani donne alle prese con la propria inadeguatezza, tre storie che raccontano la fragilità della giovinezza con il suo peso a volte schiacciante.
Il secondo ha come protagoniste tre donne ammalianti e bellissime costrette a fuggire a causa delle troppe attenzioni suscitate dalla loro avvenenza.
L’ultimo volume della trilogia presenta tre casi giudiziari che ancora una volta coinvolgono tre giovani donne: la figlia di un boss della malavita fuggita a Parigi con il suo fidanzato; la nipote di un senatore sposatasi in segreto con un anziano professore spagnolo; la sorella di un famoso industriale alle prese con un amico dalle ardue pretese. Tre intriganti rebus investigativi che mettono in gioco il più nobile dei sentimenti, il quale, come si dimostrerà, può risultare anche il più gravoso.

Guido Croci, ha ricoperto importanti ruoli amministrativi in diversi atenei italiani, ultimo dei quali (fino a dicembre 2018) è stato quello di Direttore generale dell’Università di Sassari.
Da sempre coltiva la passione per la scrittura e ha pubblicato con Pendragon i romanzi Humane (2002), Victor (2006), Lilì, la vita è tutta qui (a quattro mani con Clelia Cristina Contini, 2007), Un gatto rosso mattone (2008) e la trilogia di romanzi Il peso della giovinezza (2008), Il peso della bellezza (2018), Il peso dell’amore (2019).

Massimo Onofri, critico letterario e scrittore, è professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Sassari.
Tra i suoi saggi Storia di Sciascia (1994), La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo (2007), Recensire. Istruzioni per l’uso (2008).
È autore di Passaggio in Sicilia (2015) e Passaggio in Sardegna (2016), Benedetti Toscani. Pensieri in fumo (2017).

Mercoledì 20 febbraio alle 17,30
presso il centro Costa Arena in via Azzogardino 48 a Bologna
“Automazione, A.I, Dividendo” Verso un green new deal europeo.
Bookshop in collaborazione con Trame

I rapidi cambiamenti climatici, tecnologici e sociali impongono un radicale ripensamento delle politiche del lavoro: Diem25 invita la cittadinanza ad un confronto aperto, riflettendo sull’impatto che l’automazione e l’intelligenza artificiale avranno sul mondo del lavoro e sulle soluzioni che DiEM25 propone a livello transnazionale.
Interverranno: Giuseppe Allegri di Bin Italia, Leonardo Caffo del Politecnico di Torino, Tommaso Falchi della Riders Union, Michele Fiorillo, coordinatore Diem25 Italia, e Clara Magno dell’Archivio Luciano Ferrari Bravo.

Sempre mercoledì 20 febbraio ma alle 18 in libreria
per Paesaggi di Poesia 2019 a cura di Sergio Rotino
Vito M Bonito presenta “fabula rasa” (Oèdipus) e dialoga con Maria Luisa Vezzali.

Paesaggi di poesia 2019, la rassegna ideata da Sergio Rotino, ci accompagna da anni nel mondo della poesia italiana e non solo.
La rassegna ripropone la sua formula, presentare una serie di autori senza vincoli di età o di scuole, provenienti per la stragrande maggioranza da fuori Bologna.
Il cartellone è sempre attento a quanto propone la scrittura poetica in Italia, anche nelle vesti della traduzione o dell’antologia.

Giovedì 21 febbraio alle 20,30
alla Biblioteca Casa di Khaoula in via di Corticella, 104 a Bologna
Presentazione dell’ultimo libro del collettivo Wu Ming “Proletkult” (Einaudi).
Dialoga con gli autori Michele Righini.
Bookshop a cura di Trame.

Mosca, 1927. Che le proprie storie si mescolino alla realtà fino al punto di prendere vita: non è questo il sogno segreto di ogni narratore? È ciò che accade ad Aleksandr Bogdanov, scrittore di fantascienza, ma anche rivoluzionario, scienziato e filosofo. Mentre fervono i preparativi per celebrare il decennale della Rivoluzione d’Ottobre e si avvicina la resa dei conti tra Stalin e i suoi oppositori, l’autore del celebre Stella Rossa riceve la visita di un personaggio che sembra uscito direttamente dalle pagine del suo romanzo. È l’occasione per ripercorrere le tappe di un’esistenza vissuta sull’orlo del baratro, tra insurrezioni, esilio e guerre, inseguendo lo spettro di un vecchio compagno perduto lungo la strada. Una ricerca che scuoterà a fondo le convinzioni di una vita.

Venerdì 22 febbraio alle 18 in libreria
si inaugura APPESE A UN FILO: una piccola mostra di Valeria Foschetti e Anna Masini

Valeria e Anna, amiche e artiste, appendono le loro opere a un filo, mentre Trame tesse le fila del loro incontro. Ricami e disegni che insieme raccontano storie e segreti, frutto di un lavoro di scambio e di sguardi incrociati, realizzati appositamente per la libreria bolognese su quaderni pronti ad accogliere e custodire nuove parole e nuovi pensieri.
Nella parte di esposizione personale, si potranno inoltre trovare i libri d’artista ricamati a mano e le creature di stoffa di Valeria, e i libri illustrati di Anna.
Tutte le opere esposte sono in vendita.

Anna Masini (in arte Ninamasina) vive e disegna a Milano, dove si occupa di illustrazione, libri e tessuti. Lavora principalmente con pennelli, inchiostri e tecniche di stampa manuali. Per l’editoria progetta e disegna albi illustrati, e dal 2014 porta avanti Red Boots, la sua personale etichetta di libri illustrati autoprodotti.
Il suo lavoro esce spesso dai confini della carta stampata, con incursioni nel mondo del tessile e dell’artigianato.
Ninamasina è il suo nome d’arte, un gioco di lettere che mescola e fonde nome e cognome in una sola parola.
Contatti: web: ninamasina.it/ instagram: instagram.com/ninamasina
facebook: facebook.com/ninamasina/

Valeria Foschetti dopo aver ha ottenuto il diploma presso il Liceo Artistico ha conseguito la qualifica professionale come orafa e più tardi, a Londra, ha acquisito il titolo di tecnico di arte contemporanea cinese. Una volta tornata in Italia ha frequentano corsi di fotografia, serigrafia, ricamo e recentemente di arazzo contemporaneo.
The Lonely Sock è il progetto artistico che racchiude i suoi anni di formazione, grazie ai quali da forma alle sue idee utilizzando le tecniche artigianali apprese fino ad ora, sviluppando libri d’artista, creature in stoffa, telai ricamati e fanzines fotografiche.
Il ricavo delle vendite di questo progetto va all’Associazione culturale no profit La Pipette Noir per sostenere il progetto La Fanzinoteca: un’archivio di fanzines e libri autoprodotti fondato da Valeria Foschetti e consultabile presso la Biblioteca Zara di Milano.

La Fanzinoteca nasce nel 2012 come biblioteca itinerante di fanzines e libri autoprodotti. Nel 2014 per rendere più formale l’attività della Fanzinoteca l’ideatrice Valeria Foschetti ha fondato l’associazione culturale no profit La Pipette Noir che da allora gestisce in qualità di presidentessa. Nel 2015 le pubblicazioni hanno trovato una sede fissa presso la biblioteca Zara a Milano. L’archivio apre un sabato al mese durante il quale Valeria organizza incontri e mostre dedicati ai protagonisti della scena creativa indipendente italiana come piccole case editrici, illustratori, fotografi e artigiani delle varie tecniche di stampa. Le attività dell’associazione e gli acquisti di nuove pubblicazioni, sono finanziati grazie alla vendita delle opere artigianali di Valeria sotto l’etichetta indipendente “The Lonely Sock”.
Contatti: Valeria Foschetti / La Pipette Noir email: lapipette@yahoo.it
instagram: instagram.com/lapipettenoir/ facebook: facebook.com/pg/LaPipetteNoir/
The Lonely Sock instagram.com/the_lonely_wool_sock/
shop: tictail.com/thelonelysock

NEWSLETTER dal 12 al 16 febbraio (con gita al Mambo per San Valentino!)

Ecco la nuova settimana di Trame
Martedì 12 fra mattina e primo pomeriggio chiamate prima di passare… orari variabili indipendenti dalla nostra volontà…
Vi aspettiamo agli incontri.

Martedì 12 febbraio alle 18 in libreria
Annarita Briganti presenta “Quello che non sappiamo” (Cairo, 2018) e ne parla con Marilù Oliva.
Letture di Erika Zini.

“Quello che non sappiamo” è un libro per tutti quelli che credono nel potere della scrittura e delle relazioni. Reali o virtuali. Due persone non s’incontrano mai per caso, soprattutto se sono due anime destinate a unirsi. Un giorno Ginger riceve un’email da Paulo. I due non si conoscono o, almeno, lei crede che non si conoscano. Nasce una relazione virtuale. Iniziano a scriversi email nelle quali si raccontano la loro vita, le loro giornate e, attraverso le parole, il loro legame in poco tempo si rafforza sempre più.
Ma c’è dell’altro, non tutto è come sembra: Paulo conosce un segreto della vita di Ginger e deve consegnarle una cosa molto importante.
“Quello che non sappiamo” si può leggere come una lunga chat, è un romanzo-chat, un colpo di fulmine virtuale.
Un amore al tempo della mail, tra nevrosi e nuove tecnologie

Annarita Briganti è scrittrice e giornalista culturale di “Repubblica” e “Donna Moderna”. Tra i suoi romanzi ricordiamo “Non chiedermi come sei nata” (Cairo, 2014, vincitore del Premio Comoinrosa, riedizione 2018), “L’amore è una favola” (Cairo, 2015) e “Quello che non sappiamo” (Cairo, 2018).
Ha partecipato ad antologie di racconti. Scrive per il teatro. Ha studiato alla Scuola Holden di Torino, dove è stata anche docente. Insegna scrittura creativa in giro per l’Italia.
Scrive di libri. Presenta libri. Si occupa di qualsiasi cosa abbia a che fare con i libri.

Marilù Oliva vive a Bologna. Scrive romanzi e insegna lettere alle superiori.
Ha scritto la Trilogia della Guerrera: ¡Tú la pagarás! (Elliot, 2011), Fuego (Elliot, 2011) e Mala Suerte (Elliot, 2012).
E la Trilogia del Tempo: Le Sultane (Elliot, 2014) anch’esse in finale al Premio Scerbanenco, Lo Zoo (Elliot, 2015) e Questo libro non esiste (Elliot 2016)
Da sempre si occupa di questioni di genere e di attualità. Ha curato per Elliot due antologie patrocinate da Telefono Rosa: Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio (2013) e Il mestiere più antico del mondo? (novembre 2016).
Esce nel 2018 Le spose sepolte con Harper Collins.
Collabora con diverse riviste Huffington Post e Thriller Magazine ed è caporedattrice nonché ideatrice di Libroguerriero.

Mercoledì 13 febbraio alle 18 in libreria
Andrea Zandomeneghi presenta “Il giorno della nutria” (Tunué 2019) e ne parla con Gianluca Morozzi.

Davide, cefalgico cronico, vive nella provincia toscana col nipote e la madre malata.
Dopo l’ennesima ubriacatura, mentre tenta di placare i gravi postumi con psicofarmaci e altro alcool, rinviene una nutria spellata sul pianerottolo: un’intimidazione.
Tra congetture e presagi, Davide fa ricostruzioni ossessive che lo portano, nel corso di una vorticosa giornata, a dubitare di tutti, fino a scoprire la verità – anche su di sé.

«Un giallo al contrario, ribalta i cliché sulla provincia italiana e rivela un esplosivo esordio letterario.»
«Sesso, alcool e malattia mentale in una provincia paranoica.»
«Sintesi inedita tra farsa sfrenata e romanzo psicologico.»

Andrea Zandomeneghi è nato a Capalbio nel 1983.
Scrive sul Foglio e ha diretto la rivista Crapula Club.
Questo è il suo primo romanzo.

Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971.
Esordisce per Fernandel con “Despero” (2001), “Luglio, agosto, settembre nero” (2002) e “Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto…”(2003), “Accecati dalla luce” (2004), con il disegnatore Squaz, “Pandemonio” (2006), con Paolo Alberti “Le avventure di zio Savoldi ” (2006), poi “L’abisso” (2007) e “Anche il fuoco ha paura di me” (2015), la serie a fumetti “FactorY” (2008-2010), e Confessioni di un povero imbecille, (2016), con il cd audio omonimo del gruppo Gli Avvoltoi.
Con Guanda e/o Tea dal 2004 “Blackout”, e fra gli altri “L’era del porco”, “Colui che gli dei vogliono distruggere”, “Radio Morte”, “Lo specchio nero”.
Nel 2018 sono usciti ”Gli annientatori” (Guanda), “L’ape regina” (Fernandel) e “L’uomo liquido” (Pendragon).

Giovedì 14 febbraio alle 21
all’Ex Forno Mambo via Don Minzoni 14/3 a Bologna
DI COSA PARLIAMO QUANDO NON PARLIAMO D’AMORE: un reading di Massimo Vitali.
Bookshop in collaborazione con Trame

Fin dall’alba dei tempi esiste una domanda seria a cui nessuno è ancora riuscito a dare una risposta: com’è che si deve parlare sempre d’amore? Non si potrebbe parlare d’altro?
Torna sul nostro palco “Di cosa parliamo quando non parliamo d’amore” un reading spericolato a base di tonno, Sandro Pertini, Alessandro Bergonzoni, Giorgio Gaber, champagne, Peppino di Capri, Woody Allen, pistole in tasca, Stefano Benni, Fosco Maraini e quell’autore che si fa chiamare come Massimo Vitali.
Caratteristica unica di questo reading è che potresti leggere anche tu che stai leggendo.
Prenotazione consigliata, ingresso consentito anche alle coppie.

Nel 2019 è uscito il nuovo romanzo di Massimo Vitali “Una vita al giorno” per l’editore Sperling & Kupfer, e il volume sarà disponibile.

Massimo Vitali è nato a Bologna nel 1978. Ha pubblicato per l’editore Fernandel i romanzi “L’amore non si dice” e “Se son rose”.
Da quest’ultimo sono state tratte due piece teatrali ed è attualmente in corso la realizzazione di un lungometraggio per Rai Cinema.
Insegna scrittura creativa alla Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia e Firenze.
Conduce laboratori di lettura ad alta voce e promuove contest e reading per librerie, biblioteche, enti e locali pubblici. Ha scritto per le testate online Smemoranda e Rockit.
Promuove progetti didattici sulla fantasia nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Conduce su Radio Città Fujiko il programma Ufficio Reclami. Per la stessa emittente ha dato voce a letture radiofoniche da testi di Gianni Rodari e Luigi Malerba.

Venerdì 15 febbraio alle 18 in libreria
Nowhere Books presenta il progetto breaking book “L’algoritmo imperfetto”.

Se la realtà rompe la parete della narrazione.
A Bologna, tra esperimento letterario e vita vera “Una storia così non l’hai mai letta, perché mai una storia è stata scritta così”

Prendi otto autori e invita ciascuno di loro a creare un personaggio. Mettili per cinque giorni in un luogo sufficientemente isolato da non essere contaminato dalla vita quotidiana – il set narrativo – e chiedi loro di vivere, pensare, parlare e scrivere come se fossero quel personaggio. Da un primo esperimento antropologico-letterario (8 corde tese), al consolidamento di un progetto editoriale consapevole con un obiettivo ambizioso e un po’ folle, quello di portare l’immedesimazione tra autore e personaggio, realtà vissuta e realtà narrata, sempre più lontano coinvolgendo gli autori nella trama per interagire in un’esperienza indimenticabile finalizzata alla creazione e alla pubblicazione del secondo breaking book: L’algoritmo imperfetto.

Nove vite s’intrecciano per cinque giorni: una futura madre, due gemelle, un antropologo e un libraio, chi legge il futuro e chi nasconde cicatrici, chi ha perso una sorella e chi l’identità. Un inquietante bando li ha portati in un paese abitato solo dal vento, dove seguiranno, tra vie sperdute e sentieri nel bosco, le indicazioni di due guide reclutate da un misterioso personaggio, in un viaggio tanto fisico quanto introspettivo, mentre l’esperimento dell’anno prima fa ancora eco tra le montagne: non tutti faranno ritorno.

Un meccanismo di meta-narrazione confonderà i confini tra realtà e finzione per consentire un livello di immedesimazione più profondo nei confronti dei personaggi e del contesto in cui si troveranno a vivere. Gioco di ruolo? Scrittura a più mani? Reality narrativo? Il breaking book è tutte queste cose e nessuna di queste.

Sabato 16 febbraio alle 18 in libreria
Matteo Meschiari ci accompagna in un percorso alla scoperta delle sue “terre esterne” (Mucchi edizioni) dialogando con Giulio Iacoli, professore di Letteratura comparata e Teoria della letteratura all’Università di Parma.

In che modo un’opera letteraria può arricchire la riflessione geografica? In che misura lo sguardo che ha uno scrittore sul paesaggio può fare luce sulle prerogative spaziali di Homo sapiens? Da tempo si insiste sul contributo che può dare la geografia all’interpretazione del testo o alla ridefinizione del canone e della storia della letteratura. Atlanti e cartografie letterarie, narrazioni spaziali, libri-paesaggio, eterotopie, distopie, palinsesti letterari e palinsesti geografici, mappe come testo e testi come mappe, parchi letterari e geositi culturali: qual è la struttura che connette queste esperienze di geografia più o meno intuitiva?
Per rispondere, per cercare le tracce di Homo geographicus in autori come Sbarbaro, Calvino, Biamonti, Manzoni, Stoppani e Gadda, bisogna operare un’inversione di paradigma.
I testi letterari, per quanto siano la cristallizzazione artistica di un io e di un’epoca, sono comunque degli etnotesti, dei documenti spontanei che registrano, nella storia individuale e collettiva, il “fare spazio” dell’uomo, cioè modi, strategie e narrazioni del suo stare al mondo nel mondo.
La prefazione di Andrea Cortellessa è stata pubblicata su Doppiozero

Matteo Meschiari, già ricercatore in Discipline Demoetnoantropologiche, è professore associato in Geografia all’Università di Palermo. Oltre a numerosi articoli, ha pubblicato Sistemi selvaggi. Antropologia del paesaggio scritto (Sellerio 2008), Dino Campana. Formazione del paesaggio (Liguori 2008), Terra sapiens. Antropologie del paesaggio (Sellerio 2010), Nati dalle colline. Percorsi di etnoecologia (Liguori 2010), Spazi Uniti d’America. Etnografia di un immaginario (Quodlibet 2012), Uccidere spazi. Microanalisi della corrida (Quodlibet 2013), Geofanie. La terra postmoderna (Aracne 2015), Antispazi. Wilderness Apocalisse Utopia (Pleistocity Press 2015), Artico nero. La lunga notte dei popoli dei ghiacci (Exòrma 2016), Geoanarchia. Appunti di resistenza ecologica (Armillaria 2017), Disabitare. Antropologie dello spazio domestico (Meltemi 2018), Bambini. Un manifesto politico (Armillaria 2018).
La geografia umana, l’antropologia dei mondi contemporanei e l’ecologia culturale sono al centro della sua scrittura.

NEWSLETTER DAL 4 AL 9 FEBBRAIO 2019 Trame e dintorni

Ecco le proposte di Trame per la prima settimana di febbraio, come sempre assai variegata.
Gli orari sono tornati quelli soliti, lunedì e giovedì dalle 9,30 alle 16,30.
Martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 9,30 alle 19,30.

Per richieste di libri potete sempre rispondere a questa mail.

Vi aspettiamo, a Trame e dintorni.

Lunedì 4 febbraio alle 17,30
all’Oratorio di San Filippo Neri in Via Manzoni 5 a Bologna
nell’ambito del ciclo di incontri “I grandi temi della politica economica: posizioni a confronto” il primo del 2019 è dedicato a “Nuovi protezionismi: minaccia al commercio o all’ordine internazionale?”
A cura di Il Mulino.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Ne discutono: Giorgio Barba Navaretti (Università degli Studi di Milano), Nicola Bertinelli (Presidente, Coldiretti Emilia Romagna), Vittorio Emanuele Parsi (Università Cattolica del Sacro Cuore). Si prevede la partecipazione di un rappresentante del mondo industriale. Introduce e modera Danilo Taino (Corriere della Sera)

Tra Stati Uniti d’America e Cina è in corso una sfida commerciale. Grave anche perché perno di una nuova “Guerra Fredda” tra due superpotenze, che sta minando il vecchio “ordine liberale mondiale”. Ma se le tensioni tra USA e Cina sono le più appariscenti, sono numerosi i focolai di tensione politica o economica che covano nel mondo.
Anche l’Unione Europea ne è coinvolta, sia nelle sue relazioni esterne che in quelle interne.

Martedì 5 febbraio alle 18 in libreria
Maria Paoloni presenta l’antologia “Una come te. Storie di donne straOrdinarie” (Ananke Lab).
Leggono Graziella Pagani e Patrizia Raggi.

Nella quinta edizione del concorso letterario nazionale “Il colore delle donne” è stato chiesto alle autrici e autori di raccontare di persone, donne e uomini indifferentemente, realmente vissute, famose e non, che siano state per loro vera fonte di ispirazione per un modo anticonvenzionale di vivere, per la straordinaria capacità di andare oltre agli stereotipi, per non aver avuto paura delle diversità e delle mille sfumature che colorano il mondo, per l’espressione quotidiana di libertà da ogni imposizione di regole di “buona condotta”.
A sorpresa, o forse no, i racconti parlano solamente di donne come figure ispiratrici, e solo pochissime di esse risultano collettivamente note.
A dimostrazione che, pur avendo forse tutti noi qualche personaggio famoso da cui abbiamo tratto ispirazione, sono le persone incontrate nella nostra quotidianità, dall’infanzia in su, che nella maggior parte dei casi han fatto e fanno scattare la molla della spinta alla libertà ad essere come profondamente si vuole, fedeli a se stessi.

Partners del progetto Famiglie Arcobaleno, Consulta di bioetica onlus, il centro culturale Sillabo, Lettori d’assalto e Bossy, realtà femminista intersezionale.

Maria Paoloni è insegnante di psicologia in pensione. Ha partecipato a vari laboratori di scrittura, ha scritto e pubblicato racconti e ha collaborato, con alcuni testi, a “Bologna a modo nostro guida sentimentale della città”.
“In quel che resta del tempo” (Giraldi), è il suo primo romanzo.

Graziella Pagani ha pubblicato racconti e poesie e continua a farlo. Ha collaborato con alcuni testi a “Bologna a modo nostro”. Partecipa a diversi laboratori di scrittura e da anni conduce personalmente gruppi di scrittura creativa con risultati eccellenti.

Patrizia Raggi partecipa da molto tempo a laboratori di scrittura e ne gestisce uno da parecchi anni con successo. Presta la sua voce a letture di testi narrativi e poetici di amiche scrittrici e, quando capita l’occasione, legge i suoi.

Mercoledì 6 febbraio alle 18 in libreria
Antonio Bendini presenta “Ricordati di sorridere alla fine del mondo” (Pendragon, 2018) e ne parla con Gianluca Morozzi.

Dopo la chiusura del cinema Stanley e la fine della relazione con Chiara, la vita di Vittorio Emanuele Corso è un susseguirsi di frustranti e grotteschi fallimenti (per non parlare del bizzarro nome che porta).
Il mondo del lavoro sembra rifiutarlo, ma il ragazzo continua a cercare la meritata occasione di riscatto nella piccola cittadina di Passator Cortese, dove vive.
Sarà il suo amico Paolo Zanga, detto Tritolo, a offrirgli un’originale rivincita che lo porterà a Bologna, in un condominio della prima periferia in cui dovrà portare a termine una missione molto particolare…
Il palazzo è al centro di un importante caso giudiziario: proprio qui infatti riporterebbero tutti gli indizi lasciati da un efferato serial killer; non solo, la giovane insegnante Ada, una delle inquiline, sembra essere svanita nel nulla, provocando grande agitazione nella sua amica Sabrina, anche lei residente nel palazzo, convinta di aver trovato il colpevole.
Mentre il famigerato ispettore capo Franco “Geronimo” Barbetti indaga sulla vicenda, tra gli abitanti del condominio, ignari dell’intruso tra loro, nasce una girandola di sospetti che porterà a incredibili equivoci e deliranti colpi di scena, fino all’inaspettato epilogo.

Antonio Bendini nasce a Faenza nel 1973. Cresciuto a Bologna, nel 2000 si trasferisce a Bagnacavallo (RA) che lui ama chiamare “Altrove”. Ha pubblicato racconti in varie antologie. “Ricordati di sorridere alla fine del mondo” è il suo primo romanzo.

Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971.
Esordisce per Fernandel con “Despero” (2001), “Luglio, agosto, settembre nero” (2002) e “Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto…”(2003), “Accecati dalla luce” (2004), con il disegnatore Squaz, “Pandemonio” (2006), con Paolo Alberti “Le avventure di zio Savoldi ” (2006), poi “L’abisso” (2007) e “Anche il fuoco ha paura di me” (2015), la serie a fumetti “FactorY” (2008-2010), e Confessioni di un povero imbecille, (2016), con il cd audio omonimo del gruppo Gli Avvoltoi.
Con Guanda e/o Tea dal 2004 “Blackout”, e fra gli altri “L’era del porco”, “Colui che gli dei vogliono distruggere”, “Radio Morte”, “Lo specchio nero”.
Nel 2018 sono usciti ”Gli annientatori” (Guanda), “L’ape regina” (Fernandel) e “L’uomo liquido” (Pendragon).

Venerdì 8 febbraio alle 18 in libreria
Cinzia Dezi presenta “La smania” (MUP 2018) e ne parla con Sergio Rotino.

Ester Baruffi è una donna che parte volontariamente per una sorta di “esilio parigino”, nel momento in cui sente che la vita da attrice di teatro che si è costruita fino ad allora è franata completamente. Pur essendo laureata, Ester si troverà a fare lavori manuali di vario tipo: dalla gelataia, alla ragazza del fast food, fino ad approdare a una biblioteca dove sarà l’addetta alle iscrizioni. La gioia, però, sarà di breve durata. Di fronte alle difficoltà oggettive di trovare un lavoro, l’autrice delinea la figura di un personaggio inetto e stralunato, come un Buster Keaton al femminile.

Cinzia Dezi (Ravenna, 1978) si è laureata in Filosofia a Bologna, dove vive e lavora, e ha fatto un Master in Letteratura francese alla Sorbona. È una dei venti autori del “Repertorio dei matti della città di Bologna”, curato da Paolo Nori (Marcos y Marcos, 2015).
Nello stesso anno, ha frequentato Bottega Finzioni, la scuola di scrittura creativa fondata da Carlo Lucarelli.
“La smania”, che ha vinto il premio Luigi Malerba 2017, è il suo primo romanzo (MUP editore, 2018).

Sergio Rotino, scrittore, critico letterario, conduttore radiofonico, organizzatore culturale e docente in corsi di scrittura, ha curato varie antologie di narratori esordienti.
Suoi racconti e poesie appaiono in diversi volumi e su alcune testate italiane e straniere, sia in formato cartaceo che elettronico.

Sabato 9 febbraio alle 14,30 in libreria
“Letture sul sofà” parla di “La ragazza del Convenience Store” di Sayaka Murata, edito da E/O.

Il gruppo è aperto a chiunque voglia chiacchierare di libri.

Sempre sabato 9 febbraio alle 18 in libreria
per la rassegna curata da Sergio Rotino Paesaggi di poesia 2019
Eleonora Pinzuti presenta “con Figure” (Zona) e ne parla con Lorenzo Mari.

Per quanto il lavoro poetico di Eleonora Pinzuti sia già apparso in varie riviste e antologie, “con Figure” risulta essere il suo esordio autonomo. Libro riscritto dopo la perdita dell’originale e pubblicato dalla casa editrice Zona, “con Figure” intrama – attraverso varie sezioni e poesie liminari – linguaggio aulico e linguaggio popolare, mantenendo sempre un ampio nitore nel significato.
Così facendo il lavoro della poetessa fiorentina si pone anche a livello formale come memoria, intimamente plurale, di persone, figure, situazioni, parole, tutto colto nel momento esatto della loro epifania.
Quella che si delinea passo dopo passo è l’inestinguibile conversazione che sempre si viene a edificare tra storie e Storia, quest’ultima non di rado declinata al femminile e segnata da un Eros perlopiù malinconico, ma sempre vitale.

Eleonora Pinzuti vive a Firenze, dove, dopo un Ph.D. sulla fenomenologia dell’alterità, lavora come libera professionista nel campo della Gender Equality e del Diversity Management. Ha curato i volumi “Marguerite Yourcenar sulle tracce ‘des accidents passagers’ “ (Bulzoni, 2007) e (con altri) “Bestiari di genere” (Sef, 2008).
Come poeta, ha esordito in “Tempi Evêrsi” (Crocetti, 2002) e partecipato alla XI Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo (Atene 2003).
Suoi lavori sono pubblicati in riviste e miscellanee italiane e straniere, tra cui Mosaici. St. Andrew Journal of Italian Poetry e Poesia. Rivista internazionale di cultura poetica.
La sua silloge Èsodi fa parte di Poesia contemporanea. Undicesimo quaderno italiano (Marcos y Marcos, 2012).
Suoi testi sono tradotti in inglese e in serbo.

Lorenzo Mari è nato a Mantova nel 1984. Vive tra Bologna e Como, dov’è assegnista di ricerca in Letteratura dei Paesi di Lingua Inglese presso l’Università dell’Insubria.
Ha pubblicato libri di poesia ed è presente in alcune antologie.
Insieme a Lorenzo Cimmino, ha curato DKMO (Il Girovago, 2016), antologia letteraria e catalogo artistico intorno ai temi del respingimento.
Ha curato un’antologia di saggi accademici, Subalternità italiane. Percorsi di ricerca tra letteratura e storia (Aracne, 2014) e traduce dall’inglese e dallo spagnolo.
Dirige la collana “L’Altra Lingua”, dedicata alla poesia dialettale e in traduzione, della casa editrice L’Arcolaio.
Tiene la rubrica Consonanze e dissonanze per Carteggi Letterari ed è co-fondatore, insieme a Luigi Bosco, Davide Castiglione e Michele Ortore della rivista online IRLP.

NEWSLETTER dal 29 gennaio al 2 febbraio (con strani orari, prendete nota!)

Mercoledì 30 gennaio la libreria chiuderà alle 12,30 per questioni della libraia.
Venerdì 1° febbraio alle 18,30 per trasferta evento.
Portate pazienza!
Per il resto ecco gli incontri della settimana, vi aspettiamo…

Martedì 29 gennaio alle 18 a Trame
il traduttore Luca Colombo presenta il libro di Aharon Reuveni “In principio, confusione e paura” (Letture Einaudi 2018), e ne parla con Carmen Dal Monte e Claudia Milani.

Il romanzo, primo di una trilogia, è ambientato negli anni della prima guerra mondiale, e descrive in un clima di crescente confusione e paura i primordi della nascita dello Stato di Israele.
Allo scoppio della Prima guerra mondiale il progetto sionista entrò in crisi. Moltissimi ebrei insediati in Palestina provenivano dalla Russia e all’entrata in guerra dell’Impero ottomano a fianco degli Imperi centrali erano diventati dei nemici. Di fronte alla prospettiva di essere internati o spediti ai lavori forzati e di fronte alla paura di violenze e rapine, molti decisero di lasciare gli insediamenti e trasferirsi in Egitto o in America.
Il romanzo di Reuveni, pubblicato nel 1919, racconta il bivio politico-morale-esistenziale di quanti dovevano prendere una decisione in quei giorni.
Con personaggi in parte presi dalla realtà (Ben Gurion, Ben Zvi, Reuveni stesso) in parte di invenzione, come il contabile Tziprovitch, una delle grandi figure di «inetto» della letteratura del Novecento.
Nel romanzo si esprimono la confusione e la paura del titolo, attraverso una polifonia di personaggi, che ruotano attorno alla redazione del giornale “La strada”, ricalcato sul foglio socialista realmente esistito “L´Unità“.

Aharon Reuveni nasce a Poltava (oggi in Ucraina) nel 1886. Dopo essere stato deportato in Siberia dalle autorità zariste perché militante di un gruppo armato di autodifesa ebraica, riesce a procurarsi documenti falsi e a fuggire in Giappone. Per piú di un anno viaggia per molti paesi asiatici, dalla Cina all’India, all’Impero ottomano. Per alcuni mesi lavora come traduttore alle Hawaii.
Infine, nel 1910, raggiunge la Palestina e lavora a un giornale sionista-socialista di Gerusalemme (esperienza che viene raccontata in questo romanzo). Durante la guerra scrive i suoi primi libri in yiddish, poi li traduce in ebraico. Nel 1919 pubblica “In principio, confusione e paura” (Einaudi, 2018), prima parte della trilogia su Gerusalemme che verrà completata negli anni immediatamente successivi. Nel 1920 partecipa alla missione del Consiglio ebraico di Gerusalemme per discutere a Londra sul futuro dell’intera regione. Nel 1929 abbandona con gran clamore il Partito dei lavoratori di Sion ed entra in polemica con il sindacato e con gli ambienti di sinistra. È poi uno dei padri della patria nel 1948 insieme al fratello Ben Zvi, che diventa il secondo presidente della Repubblica.
Nel 1955 vince il premio Gerusalemme per la letteratura, nel 1969 il premio Bialik.
Nel 1971 muore a Gerusalemme.

Luca Colombo è nato a Milano nel 1949 in una famiglia ebraica e ha studiato filosofia alla Università Statale.
Ha fatto diversi lavori: da insegnante di lettere a programmatore di computer.
Dal 2013 vive stabilmente in Israele. Questa è la sua seconda opera come traduttore, dopo l’antologia di racconti “Il mare di Gerusalemme”, uscito per Stampa Alternativa.

Claudia Milani è docente di Filosofia morale ed Ebraismo presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano e di Torino) e Segretario accademico della sezione di studi ebraici della Biblioteca Ambrosiana di Milano.

Carmen Dal Monte è ricercatrice e saggista, e docente a contratto di comunicazione e etica in varie università italiane. Si occupa di trasmissione del sapere e della conoscenza nella scuola e nell’università da molti anni.
Ha diretto per otto anni il Master post-universitario in Comunicazione delle arti visive.
Autrice di numerosi saggi, ha partecipato a varie edizioni del Festival della Scienza di Genova come prima relatrice.
E’ una dei fondatori del gruppo di ricerca “Tecnomedioevo” che si occupa di trasmissione del sapere scientifico e tecnologico dall’antichità ai giorni nostri.
Dal 2014 è responsabile scientifica di 123imparoastudiare e dal 2017 di Ceo di Takeflight srl.

Venerdì 1° febbraio alle 19
alla Biblioteca Casa di Khaoula in via di Corticella 104 a Bologna
presentazione spettacolo del libro On the radio. Storie di radio, dj e rock’n’roll a cura di Luca Martini e Barbara Panetta (Edizioni Morellini). Introduce Michele Righini.
Bookshop a cura di Trame
Tappeto sonoro: Ted Nylon Fonovaligia Party Djset

Ventiquattro autori raccontano il fenomeno travolgente e dilagante della radio, dagli esordi alle trasmissioni di Stato, dalle radio libere ai grandi network.
Scrittori come Danilo Masotti, Riccardo Cassini e Alessandoro Berselli, dj e conduttori radiofonici come Leo Persuader, Luca Bottura, Doctor Feelgood e musicisti come Maurizio Solieri e Marcello Romeno narrano storie incentrate su avvenimenti, fatti, voci o canzoni in cui la radio è la vera protagonista.
La radio è la tua canzone preferita che arriva all’improvviso, è stare vicini ad ascoltare musica nelle serate di fine estate a pensare.
Può dire che la guerra è finita o anche solo quanti gradi ci sono dall’altra parte dello Stivale, perché fedele accompagna, giorno dopo giorno.
È stata la voce del nostro passato, ha annunciato la nascita della Repubblica e seguito le gesta dei campioni di calcio con le sue cronache domenicali, sullo sfondo di pranzi di famiglia o nelle piazze assolate.
Ci ha letto libri che, a volte, abbiamo confuso per storie vere, perché sa anche essere ambigua, eterea, impalpabile.
Con ogni storia ci si sintonizza su una stazione diversa: c’è chi grazie alla radio ha visto nascere amicizie negli stanzini sgangherati delle emittenti libere, come gli esordi a Punto Radio di Vasco Rossi; chi si è salvato dalla dipendenza; chi ha costruito idoli; chi ha vissuto davanti a un microfono, quotidianamente on air, e chi dietro a una cornetta ad appuntare dediche, canzoni e messaggi criptati.

Sabato 2 febbraio alle 18 in libreria
Cecilia Ghidotti presenta “Il pieno di felicità” (Minimum Fax 2019).
Ne parla con Massimiliano Colletti, di Radio Città del Capo.

Questo libro racconta un tempo veloce e sospeso, tra decisioni, esitazioni e progetti di vita continuamente da rivedere. Racconta cosa accade quando, a trent’anni circa, non si riesce a trasformare, per responsabilità personali e destini generali, l’educazione, l’affetto e il supporto ricevuti in un lavoro stabile, in un’identità compiuta. Cecilia ha studiato quel che le andava, si è laureata e poi ha continuato ancora a studiare. Insieme al fidanzato è finita a Coventry, una cittadina inglese dove si barcamena tra lavoretti e tentativi di proseguire la carriera universitaria. Ma non ci vive sul serio a Coventry, perché non perde occasione di spostarsi, tornare con un volo low cost a Bologna, la città degli studi e delle passioni, e nella provincia padana, a lungo rifiutata ma divenuta, a distanza, desiderabile. O anche di andare a Londra, per un lavoro di tre mesi e poi per un dottorato di tre anni, e dai molti amici (o Airbnb) che la accolgono e le fanno intravedere per qualche giorno la possibilità di una vita parallela, a Barcellona come a Helsinki e Berlino, in un’Europa per lei ancora senza muri.
Il polo magnetico di questo girare tra incontri, piazze, concerti è quel «pieno di felicità» di una vecchia canzone dello Zecchino d’oro che la protagonista aveva creduto raggiungibile, perché i suoi desideri le erano sembrati realistici, e che deve invece imparare a ridimensionare, adattare ai tempi della «classe disagiata» e di una inquieta lotta quotidiana.
Cecilia, infatti, non si limita a subire il presente, lo interpreta da dentro, con ironia, e lo vive, nelle pieghe e negli interstizi, nelle incertezze che talvolta si trasformano in occasioni.

Cecilia Ghidotti è nata a Brescia e ha studiato a Bologna e Torino. Ha scritto per il teatro e pubblicato racconti di non fiction creativa su Abbiamo le prove. Vive a Coventry, in Inghilterra.

Sempre sabato 2 febbraio alle 16,30
in via Solferino 33/a presso il Centro per l’Arte Contemporanea sulla Cultura Alimentare a Bologna
Silvia Petronici presenta “A piedi nudi ballano i santi” (Oligo).
Bookshop in collaborazione con Trame.

L’autrice conversa con gli artisti del collettivo Panem Et Circenses al cui lavoro sono dedicati due capitoli del libro, riflettendo sulla dimensione socially engaged dell’arte contemporanea e il suo rapporto con le comunità e i territori.
“A piedi nudi ballano i santi” è un saggio con molti elementi provenienti dalla formazione filosofica e dall’esperienza professionale come curatore indipendente della sua autrice. Da essa si deduce il valore fondamentale del rapporto tra artista e curatore, al centro di un processo da cui deriva il valore stesso dell’opera, la sua efficacia relazionale e le sue potenzialità conoscitive. La relazione artista-curatore sintetizza la relazione dell’artista con il mondo e consente ad entrambi di ottenere una posizione privilegiata per osservare un’altra relazione, quella dell’opera con i suoi referenti, i luoghi e le comunità cui si rivolge e che include nella definizione della sua stessa forma.
I santi sono prima di tutto gli artisti. Ma i santi sono anche tutti coloro che sanno danzare a piedi nudi, operare senza mezzi, senza troppi filtri, ma contemporaneamente senza un adeguato sostegno oltre la stupefacente fede nel valore dell’arte. Riconoscere il valore sociale dell’arte, la funzione degli artisti e il ruolo del curatore nel processo che la pratica artistica comporta sono obiettivi lontani dall’essere raggiunti.

Silvia Petronici, dottoressa in Filosofia, ha dedicato la sua intera attività da curatore indipendente di arte contemporanea alla ricerca sulle pratiche artistiche site and audience specific, l’arte pubblica e le pratiche di partecipazione socially engaged. Ha curato mostre e progetti culturali presso enti pubblici, musei e gallerie private svolgendo parallelamente un’attività didattica e formativa con artisti e curatori all’interno di seminari, conferenze e percorsi residenziali di sperimentazione e studio della pratica e dei linguaggi artistici contemporanei in un’ottica situata e comunitaria.

NEWSLETTER un po’ lunghetta (e sabato 19 gennaio riposo!)

Sabato 19 gennaio Trame sarà in pausa e riaprirà lunedì 21.
Una pausa sospirata, portate pazienza.

Per il resto giorni pieni di incontri a Trame e in giro per la città.
Vi aspettiamo.

Martedì 15 gennaio alle 18,30 in libreria
Giovanni Nucci presenta “La differenziazione dell’umido” (Italosvevo, Gaffi editore).
Ne parla con Federica Iacobelli e Matteo Marchesini.

Nominato senatore a vita, un vecchio poeta decide di scrivere un discorso da pronunciare al senato attraverso cui ripercorrere il Giulio Cesare di Shakespeare come fosse un esempio distorto della nostra farsesca, se non addirittura tragica, attualità politica.
Un libro politico, se si consente alla poesia la possibilità di aggiungere un valore alla gestione del presente.
Un nuovo titolo della “Piccola Biblioteca di Letteratura inutile” che lo scrittore Giovanni Nucci ha ideato e cura da alcuni anni.

Giovanni Nucci è nato a Roma, dove vive e lavora. È autore di romanzi, raccolte di versi, racconti per ragazzi. Tra i suoi libri più noti “Ulisse. Il mare color del vino” (Edizioni E/O, 2004 – Salani, 2013), “E fonderai la più grande città del mondo” (Feltrinelli, 2007), “Francesco” (Rizzoli, 2013), “La storia di tutto” (Salani, 2017), “E due uova molto sode” (Italosvevo, 2018).

Matteo Marchesini è nato nel 1979 a Castelfranco Emilia e vive a Bologna. Ha pubblicato le satire di “Bologna in corsivo. Una città fatta a pezzi” (Pendragon 2010), il romanzo “Atti mancati” (Voland 2013, entrato nella dozzina dello Strega), la raccolta critica “Da Pascoli a Busi” (Quodlibet 2014), le poesie di “Cronaca senza storia” (Elliot 2016) e i racconti di “False coscienze. Tre parabole degli anni zero” (Bompiani 2017).
Collabora con Il Foglio, Il Sole 24 Ore, Radio Radicale e il blog Doppiozero.

Federica Iacobelli lavora come scrittrice, sceneggiatrice e drammaturga. Tra i suoi libri “Uno studio tutto per sé” (Motta Junior, 2007; Premio Pippi scrittrici per ragazzi 2008), i romanzi “La città è una nave” (Topipittori, 2011, collana Gli anni in tasca), “Storia di Carla” (Pendragon, 2015, collana I chiodi), il racconto illustrato “Nel paese di Mister Coltello” (Les Mots Libres edizioni, 2017). Insegna sceneggiatura all’ISIA Urbino e collabora con la Scuola normale superiore di Pisa.

Mercoledì 16 gennaio alle 18 in libreria
Gisella Modica presenta “Come voci in balìa del vento” (Iacobelli) e dialoga con Donatella Franchi e Loredana Magazzeni.

Fare storia a partire da sé: Gisella Modica torna dopo vent’anni nei luoghi che furono teatro dell’occupazione delle terre nella Sicilia degli anni Cinquanta per capire le motivazioni che la spinsero alla ricerca delle protagoniste di quelle lotte. Lungo il cammino, complici gli odori, i suoni, i colori dei luoghi attraversati individua in alcuni fallimenti e nodi irrisolti del suo vissuto, una possibile chiave di lettura per capire il fallimento di uno degli eventi più controversi della storia siciliana, conclusa con l’emigrazione. Un racconto in due tempi, anzi tre: il tempo dei fatti, quello del viaggio, e quello delle voci raccolte nel settantasette con un registratore e che, riascoltate vent’anni dopo, risuonano dapprima incomprensibili per diventare man mano una Storia restituita alle protagoniste. Figure indimenticabili per forza, intelligenza e creatività che avevano messo a rischio la loro stessa vita, ma giudicate dallo stesso partito “inaffidabili” in quanto “facevano sempre di testa loro”. Tra la nascita della figlia e la morte della madre le voci di quelle donne restano mute. E’ il diventare adulta, il rinascere madre a se stessa, nuova Persefone, che consentirà all’autrice di portare alla luce il filo che intreccia la sua con le altre storie lontane nel tempo ma che, ben prima del femminismo, mostrano quella differenza che la politica si ostina ancora a ignorare”.

Gisella Modica è socia della Società Italiana delle letterate (SIL) e della Biblioteca delle donne UDI Palermo, fondata nel 1948. E’ componente della redazione della rivista Mezzocielo trimestrale di donne autogestito diretto da Letizia Battaglia; della rivista online Letterate Magazine diretta da Silvia Neonato e di Leggendaria diretta da Anna Maria Crispino.
Per Stampa Alternativa ha pubblicato “Falce, Martello e cuore di gesù” (2000), e “Parole di Terra” (2004). Per Villaggio Maori “I racconti della Cattedrale, storia di occupazioni, rimozioni, immersioni” (2016).
Per Vita Activa edizioni ha curato il testo a più voci “Le personagge sono voci interiori” (2017).

Donatella Franchi crea installazioni e libri d’artista sul tema delle relazioni, che ama tessere e su cui riflette visivamente.
Ha esposto in varie rassegne di libri d’artista in Italia e all’estero, a Barcellona e al National Museum of Women in the Arts di Washington.
Parallelamente al lavoro visivo ricerca, scrive e organizza incontri sulle pratiche artistiche delle donne e sul loro contributo innovativo nel mondo della cultura e dell’arte.

Loredana Magazzeni, insegnante e scrittrice, si muove nel campo della critica letteraria militante, con particolare interesse per la scrittura delle donne in Italia e nel mondo anglofono. Ha prodotto poesie, antologie (l’ultima, “Matrilineare. Madri e figlie nella poesia italiana dagli anni Sessanta ad oggi”, “La Vita felice”, con Fiorenza Mormile, Anna Maria Robustelli, Brenda Porster) saggi e traduzioni, tra cui Audre Lorde, “D’amore e di lotta. Poesie scelte”, col collettivo WIT (Women in Translation).

Venerdì 18 gennaio alle 17,45
alla Sala del Risorgimento presso il Museo Civico Archeologico di Bologna in Via de’ Musei 8
A proposito di Leonard Cohen…
Chiacchierata con musica insieme a Silvia Albertazzi, Edoardo Balletta, Luigi Contadini, Elena Lamberti, Francesco Vitucci.
All’arpa, Francesco Benozzo. Modera, William Piana, Radio Città Fujiko 103.1.

In collaborazione con la rivista Zona Letteraria, Libreria Trame, Clopex – Centro di Studi sulle Letterature Omeoglotte dei Paesi Extraeuropei, Museo Civico Archeologico di Bologna, Associazione Culturale ARCHI, Associazione Italiana di Studi Canadesi, CanadaUsa.net, Progetto Performigrations: la gente è il territorio.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

L’occasione è la pubblicazione dei volumi di Silvia Albertazzi “Leonard Cohen. Manuale per vivere nella sconfitta” (Paginauno 2018) e di Elena Lamberti “Leonard Cohen. Come un uccellino su fili di parole” (Castel Negrino 2018).
«La parola si dissolve nella musica e la musica si dissolve nella parola e tu rimani con dell’aria pura, ti senti rinvigorito».
Così Cohen raccontava la sua ricerca ad un tempo letteraria e musicale confermando che nel suo immaginario non esisteva un confine tra canzone, poesia e romanzo, forme inscritte per lui in un unico percorso di ricerca che questo incontro vuole celebrare in modo conviviale. L’arpa di Francesco Benozzo, poeta e musicista più volte candidato al premio Nobel per la Letteratura, accompagnerà un gruppo di docenti dell’Università di Bologna guidati da William Piana (Radio Città Fujiko) in una conversazione sulla «rivoluzione tranquilla» dell’opera di Cohen per inaugurare, tra musica e parole, la nuova stagione del Centro di Studi sulle Letterature Omeoglotte dei Paesi Extraeuropei (attivo presso il LILEC – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne) dedicata allo studio della letteratura del e nel mondo.

Mercoledì 23 gennaio alle 18 in libreria
Mattia Cuelli presenta “La cagna” (Clown Bianco, 2017) e ne parla con Paolo Panzacchi.

Andrea Negri è una donna nel fiore degli anni. La sua vita scorre tranquilla, divisa tra amicizie, vita mondana e lavoro. Andrea è appuntato nell’Arma dei Carabinieri. Durante un turno di pattuglia, sul finire di una notte di primavera, la sua vita viene sconvolta.
La donna cade preda di una banda di malavitosi, che uccide il suo collega e lascia lei in fin di vita, abbandonata a morire sul ciglio di una strada. Quando riemergerà dal coma, Andrea avrà un unico scopo: la vendetta. Mattia Cuelli tesse un vortice di eventi che si susseguono incalzanti fino allo scontro finale, che metterà Andrea faccia a faccia con il suo carnefice e con i lati più oscuri della sua personalità.
Ma in questa guerra, Andrea non sarà sola. A combattere insieme a lei ci saranno un carabiniere affamato di giustizia, un barista dal passato oscuro e una psicologa cieca.

Mattia Cuelli è nato a Leno (Brescia) nel 1976.
La passione per la lettura la scopre in giovane età, quando inizia a divorare i libri di Terry Brooks e Stephen King in particolare.
È amante del cinema, delle Harley-Davidson ed è un convinto animalista.
Vive con la famiglia a Montichiari, in provincia di Brescia.

Paolo Panzacchi è nato a Sassuolo (Mo) nel 1984 e vive a Ferrara. Nel 2015 per Maglio Editore è uscito il suo romanzo d’esordio “L’ultima intervista” vincitore del Premio della Critica al Premio Internazionale Città di Cattolica. Nel 2018 per Pendragon Collana gLam è stato pubblicato “Drammi quotidiani”. Sempre nel 2018 è uscito per Laurana Editore nella Collana Calibro 9 Giallo&Noir, diretta da Paolo Roversi, “Il pranzo della domenica”.
Vari suoi racconti sono presenti in antologie.

Venerdì 25 gennaio alle 18 in libreria
Camilla Endrici presenta “194 diciannove modi per dirlo” (Giraldi) e ne parla con Francesca Sanzo.

Cosa si nasconde dietro la scelta di non diventare madri?
Quali parole possono arricchire di sfumature e dare nuovi significati all’esperienza dell’aborto?
Nella consapevolezza che intorno a questo tema ci sia ancora un grosso tabù, alimentato anche da un sistema sanitario che spesso colpevolizza la scelta di autodeterminazione della donna, l’autrice ha deciso di andare a raccogliere le voci di chi decide di interrompere volontariamente una gravidanza.
Perché, come diceva Karen Blixen, “tutti i dolori sono sopportabili se li si fa entrare in una storia, o se si può raccontare una storia su di essi”.
Diciannove storie, diciannove testimonianze, per cercare di comprendere la complessità di una scelta che non è mai senza ambivalenza; per dare voce finalmente alle donne, astenendosi dal giudizio ma con il semplice obiettivo di lasciare che le loro parole si alzino dal silenzio.

Camilla Endrici è nata a Bologna nel 1982 e da qualche anno vive in Trentino. Una laurea in filosofia, un passato più lontano da giornalista radiofonica, uno più recente da copywriter. Il presente è un tornare verso la carta stampata: è in uscita per Odos editore Trento una guida, una guida turistica della città in cui vive.
Ascoltare per raccontare: è questo che vorrebbe fare da grande (anche se grande lo è già) e ha deciso di iniziare da qui, “194 diciannove modi per dirlo”, un omaggio al potere delle parole per dare senso alle cose.

Autrice, consulente e formatrice, Francesca Sanzo è nata nel 1973 e vive a Bologna. Aiuta le aziende e i professionisti a narrarsi online in maniera efficace e tiene corsi di scrittura autobiografica e comunicazione digitale. Blogger dal 2005, ha scritto: “Tu sei la tua storia. Scrivi un racconto, narrati online e comunica con la scrittura autobiografica” (Giraldi editore, 2018), “102 chili sull’anima” (Giraldi Editore, 2015), “A due passi dalla meta” (Giraldi Editore, 2016), e “Narrarsi online, come fare personal storytelling” (Area51, 2014).

Sabato 26 gennaio alle 18 in libreria
presentazione del libro di Matteo Marchesini “Casa di carte. La letteratura italiana dal boom ai social” (il Saggiatore 2019).
Dialoga con lui Massimo Marino.

Matteo Marchesini, prendendo in esame più di mezzo secolo di letteratura italiana e riflettendo sul valore e sul senso della creazione artistica, scrive un’ardita opera di critica letteraria che è stata al centro del dibattito editoriale nel 2018. Levi e Morante, Gadda e Pasolini, Calvino e Montale, Moresco, Baricco e Benni, con Lagioia, Scarpa e Siti, insieme a moltissimi altri: l’autore rimette in discussione l’intero canone letterario, attraverso un esercizio critico preciso e appassionato. Rivalutando i grandi classici e con loro molte opere considerate (erroneamente?) «minori», attraverso ritratti inediti e aneddoti straordinari, con tagliente ironia e sorprendente rigore filologico, Marchesini riscrive la storia della letteratura – anche alla luce delle nuove modalità di condivisione legate all’utilizzo dei social network –, scardinando le certezze di accademici e lettori.
 
“Tempo fa ho chiesto a un professore universitario perché nel programma del suo corso sulla letteratura italiana dal primo Novecento al Duemila avesse inserito alcuni brutti romanzi usciti negli ultimi anni. Dopo un momento d’imbarazzo, il professore ha ammesso che quei libri forse non sono granché; ma poi, a un tratto inalberandosi, ha concluso: «dovremo pur fare i conti con la storia!». La storia. Dopo neanche un lustro. Con passaggio immediato dei parallelepipedi cartacei dalla grande distribuzione alla cattedra. Ora, poniamo che durante una lezione di questo corso io entri in aula e afferri un orecchio al caro accademico; poniamo che glielo torca con molta energia, continuando a stringere, senza che lui riesca a liberarsi e senza che nessuno accorra in suo aiuto. Dopo quanti dolorosi minuti il mio gesto può considerarsi non un atto di brutalità ma una ineludibile necessità storica?”

Matteo Marchesini è nato nel 1979 a Castelfranco Emilia e vive a Bologna. Ha pubblicato le satire di “Bologna in corsivo. Una città fatta a pezzi” (Pendragon 2010), il romanzo “Atti mancati” (Voland 2013, entrato nella dozzina dello Strega), la raccolta critica “Da Pascoli a Busi” (Quodlibet 2014), le poesie di “Cronaca senza storia” (Elliot 2016) e i racconti di “False coscienze. Tre parabole degli anni zero” (Bompiani 2017).
Collabora con Il Foglio, Il Sole 24 Ore, Radio Radicale e il blog Doppiozero.

Massimo Marino è critico teatrale e saggista. Scrive per la pagina culturale del “Corriere della Sera” edizione di Bologna e per riviste e pubblicazioni specializzate, come Doppiozero.
Insegna drammaturgia musicale al Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna e ha insegnato al Dams di Bologna.
Tra le sue pubblicazioni: “Lo sguardo che racconta. Un laboratorio di critica teatrale” (Carocci, Roma 2004), “Teatro delle Ariette” (Titivillus, 2017).

Sabato 26 gennaio alle 18
presso Generativa Laboratorio per esperienze evolutive a Bologna in via Alessandrini 11
Camilla Ghedini, scrittrice e giornalista, conversa con la dottoressa Caterina Ferraresi su “Interruzioni” (Giraldi editore).
Introduce la dottoressa Concetta Stornante.
Bookshop a cura di Trame.

“Mi chiedono spesso come sintetizzerei la seconda edizione di “Interruzioni”, con introduzione di Mina Schett Welby, e in che senso affronta temi di attualità…
così metto la sinossi, suggerimento venuto dopo una precisa richiesta…
Genitorialità, famiglia, maternità. Sono i temi su cui negli ultimi anni si è aperto un infuocato dibattito tra Fertility Day, Family Day, Testamento biologico, richiesta di abolizione della legge sull’aborto.
Tutti anticipatamente trattati in questo piccolo libro, uscito in una prima edizione nel 2016, a tratti spietato e tuttavia rassicurante, perché contiene quegli inconfessabili pensieri che prima o poi passano nella testa di tutti.
Mio figlio, l’ho desiderato davvero? Come sarebbe la mia vita senza? Più bella o più brutta? Perché dando la vita si dà anche la morte? Perché non si può ammettere di non avere più voglia di stare qui, su questa terra?
Attorno a queste domande ruota “Interruzioni”, oggi di straordinaria attualità.
Quattro racconti costruiti con la formula del dialogo e del monologo. Il risultato è un flusso di coscienza che si manifesta sul labile confine tra desiderio e ossessione, aspettative e fissazioni, sbagli e accettazioni. In tutti c’è l’interruzione di qualcosa. In tutti ci sono coppia, intimità e società. In tutti c’è speranza.”
Camilla Ghedini