NEWSLETTER variegata dal 17 al 21 aprile

Una galoppata.
Vi aspettiamo.
A Trame e dintorni.

Martedì 17 aprile alle 18 in libreria
presentazione del progetto Camilla e anteprima della nuova graphic novel di Antonella Selva.

Camilla nasce per invertire la rotta e virare verso un nuovo modello socio-economico, partendo da ciò che possiamo decidere direttamente e dalla nostra capacità di fare e di creare alleanze tra diversi soggetti.
Camilla è il nuovo progetto di consumo critico e solidale, una vera Cooperativa con un emporio per distribuire prodotti di qualità ed in cui ogni socio partecipa attivamente impiegando una piccola parte del proprio tempo. Uno spazio aperto, un luogo di scambio tra persone e di attività volte a coinvolgere il vicinato e le sue comunità, anche con la scelta di ingredienti appartenenti a cucine dei diversi Paesi da inserire nel paniere.
Oggi Camilla conta oltre 400 aderenti, sta per costituirsi in Cooperativa e in Autunno aprirà uno spazio a Bologna.

Per l’occasione ci sarà la presentazione in anteprima della nuova graphic novel di Antonella Selva “Cronache dalle Periferie dell’Impero”, in uscita per Il Girovago Nuova S1.

Anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre qualcuno che continua a crederci.
Tre storie di periferia si snodano tra Scozia, Marocco e Calabria, tre storie vere, geograficamente lontane, ma umanamente vicine.
«Ci vorranno anni e la sconfitta è sempre l’opzione più probabile. Ma non possiamo fare altro che provarci».
(Dalla postfazione di Mimmo Perrotta, Ricercatore di Sociologia presso l’Università di Bergamo e attivista di Fuori Mercato).

Mercoledì 18 aprile alle 18 in libreria
Gino Scatasta presenta il saggio “Fitzrovia, o la Boheme a Londra” (Il Mulino, 2018).
Ne parlerà con Silvia Albertazzi.

Una zona nel centro di Londra che prende nome non da una piazza o da una strada, ma da un pub: è Fitzrovia. Centro della vita di artisti e scrittori per oltre un secolo, non ha un’identità precisa, è una sorta di «distretto della mente» più che una realtà urbana. Eppure esiste e le sue strade, i suoi ristoranti, i suoi locali sono stati teatro di esistenze scandalose e marginali, di drammi e di epiche bevute, così come di tentativi, a volte ingenui, di opporsi alle norme sociali e artistiche vigenti. Il volume racconta la storia della Bohème londinese, a partire dalla sua apparizione in terra inglese a metà dell’Ottocento, e ne ricostruisce la geografia in costante confronto con l’analoga esperienza parigina, soffermandosi su alcuni personaggi esemplari che animarono Fitzrovia: Walter Sickert, Augustus John, Nina Hamnett, Betty May, Julian Maclaren Ross, Nancy Cunard.

Gino Scatasta insegna Letteratura Inglese e Culture Mediali Anglofone presso l’Università di Bologna. Oltre al volume su Fitzrovia, ha scritto sul teatro di W.B. Yeats, sulla letteratura irlandese, su Dickens, Oscar Wilde e la letteratura tardo-vittoriana. Ha tradotto romanzi, saggi e fumetti e da qualche anno si occupa delle rappresentazioni di Londra in letteratura, di Jack lo Squartatore, della scena letteraria e artistica inglese fra le due guerre mondiali e delle culture pop contemporanee.

Silvia Albertazzi è nata a Bologna, dove vive e insegna Letteratura dei paesi di lingua inglese e Storia della cultura inglese all’Università. Tra i suoi volumi di saggistica si ricordano: In questo mondo, ovvero quando i luoghi raccontano le storie (Meltemi, 2006); Il nulla, quasi. Foto di famiglia e istantanee amatoriali nella letteratura contemporanea (Le Lettere, 2010); Belli e perdenti. Antieroi e post-eroi nella narrativa contemporanea di lingua inglese (Armando Editore, 2012); La letteratura postcoloniale. Dall’Impero alla World Literature (Carocci, 2013); Letteratura e fotografia (Carocci, 2017); Letteratura e fotografia (Carocci, 2017). E’ autrice di un romanzo, Scuola di scrittura (Marsilio, 1996) e tre volumi di poesia, La casa di via Azzurra (Kolibris, 2010), Magenta è il colore dei ricordi (La vita felice, 2014) e Finale di stagione (QuDu, 2018).

Giovedì 19 aprile alle 17.30
alla Fondazione Federico Zeri in piazzetta Giorgio Morandi 2 a Bologna
Anna Ottani Cavina presenta la mostra “John Ruskin. Le pietre di Venezia” Venezia, Palazzo Ducale | 10 marzo – 10 giugno 2018

Il catalogo, edito da Marsilio, sarà in vendita per l’occasione con uno sconto speciale.
Bookshop a cura di Trame.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Venerdì 20 aprile alle 18 in libreria
Black Coffee presenta “Ritorno al futuro: viaggio nel tempo con i racconti di Joy Williams e Freeman’s”. Con Marta Ciccolari Micaldi.

Cos’hanno in comune il film più popolare della terra e alcuni dei racconti più raffinati e sperimentali della letteratura internazionale contemporanea? Apparentemente nulla, se non fosse che per una sera il primo ci aiuterà a capire i secondi catapultandoci in un’avventura spazio-temporale tra letture, rimandi, eredità e flussi catalizzatori.
A condurre questa speciale DeLorean letteraria tra le pagine de “L’ospite d’onore” e di “Freeman’s. Scrittori dal futuro”, gli ultimi due libri pubblicati da Edizioni Black Coffee, ci sarà un’altrettanto speciale Marty McMusa.

“L’ospite d’onore” di Joy Williams
Poco nota in Italia, Joy Williams è universalmente riconosciuta come una delle maestre del racconto americano insieme a scrittori come Raymond Carver, John Cheever, Grace Paley e Ann Beattie. “L’ospite d’onore” riunisce gran parte dei racconti, alcuni apparsi in precedenti raccolte, altri inediti, composti dall’autrice nell’arco di quasi cinquant’anni. Le sue storie ruotano tutte intorno a un momento di trasformazione, che spesso ha luogo al di fuori della pagina scritta e di cui intravediamo solo un barlume: il mistero ribolle in superficie, per un istante, e poi torna a inabissarsi. Il mondo di Joy Williams è pervaso di un orrore esistenziale, che tuttavia trova redenzione in lampi di feroce umorismo. Che siano ambientate nei paesaggi riarsi del sud-ovest, in una piccola isola al largo delle coste del New England o del Massachusetts, o ancora, in un’auto malconcia che sfreccia su un’interstatale polverosa, le sue storie mettono a nudo l’inadeguatezza umana dinanzi al cambiamento e alla perdita.
Leggerle è come affacciarsi sull’orlo di un precipizio: spaventoso e al contempo illuminante.

Joy Williams è nata a Chelmsford, Massachusetts. È autrice di quattro romanzi (tra cui I vivi e i morti, edito da Nutrimenti e finalista al premio Pulitzer nel 2001), quattro raccolte di racconti, una raccolta di saggi e una guida turistica non convenzionale delle Florida Keys. I suoi racconti, per la prima volta riuniti in questa antologia, le sono valsi numerosi premi, tra cui lo Strauss Living Award e il Rea Award. Il suo primo romanzo, State of Grace, è stato nominato per il National Book Award e la raccolta di racconti Taking Care le ha portato gli onori della critica e il rispetto del pubblico. Joy Williams vive tra Tucson, Arizona, e Laramie, Wyoming.

Freeman’s. Scrittori dal futuro”– a cura di John Freeman
Scrittori dal futuro» è il primo numero dell’edizione italiana della rivista letteraria Freeman’s, e il quarto di quella americana. I primi tre numeri proponevano contenuti inediti di nuove voci e autori già noti (Haruki Murakami, Colum McCann, Aleksandar Hemon e molti altri) sotto forma di piccole antologie, ciascuna dedicata a un tema: arrivo, casa, famiglia. In questo numero speciale, Freeman abbandona momentaneamente la progressione per associazioni tematiche e, basandosi su consigli di editor, critici, traduttori e autori internazionali, propone una lista di ventinove fra poeti, saggisti, romanzieri e scrittori di racconti che nell’attuale clima di chiusura ed esclusione sono riusciti a guardare al di là delle barriere di identità nazionale, età o genere cui la loro opera verrebbe normalmente ascritta, per rivendicare il diritto a fare della scrittura uno strumento di comunicazione globale.

John Freeman, critico letterario ed ex direttore di Granta – rivista di culto che ha scoperto alcuni tra i più importanti scrittori anglo-americani dell’ultimo secolo – è autore di Come leggere uno scrittore, una raccolta di interviste ai più grandi nomi della letteratura, tra cui Paul Auster, Philip Roth, Don DeLillo, Ian McEwan, Joyce Carol Oates, Nadine Gordimer, Jonathan Safran Foer, Haruki Murakami, David Foster Wallace e Toni Morrison (Codice, 2017), e La tirannia dell’e-mail (Codice, 2010). Ha inoltre curato due antologie sull’ineguaglianza, una dedicata a New York e una agli Stati Uniti: Tales of Two Cities e Tales of Two Americas. Di recente ha esordito con la sua prima raccolta di poesie, Maps, di prossima pubblicazione per La nave di Teseo. Freeman ha pubblicato per il New Yorker, il New York Times, la Paris Review, e su quasi duecento giornali in tutto il mondo. È executive editor di Literary Hub. Insegna alla New School e alla New York University, e vive a New York.

Sabato 21 aprile alle 18 in libreria
LE DIMENSIONI DELL’ABITARE | La Chiave di Sophia #5 (Incipit editore)
Intervengono: Elena Casagrande direttore editoriale della rivista, Giorgia Favero caporedattore e autrice e Greta Esposito autrice.

“I luoghi dove l’uomo abita, dove trova il proprio posto, sono più numerosi delle abitazioni in senso stretto.”

Con questo nuovo numero La chiave di Sophia si propone di interrogarsi sul significato del termine e dell’azione dell’abitare, constatando come gli spazi all’interno dei quali si svolge la vita umana siano in realtà molteplici e vadano oltre l’idea (seppur complessa) di casa. Questo perché di fatto non si vive soltanto nella propria abitazione ma si abita un paesaggio, una nazione, un mondo, una relazione, una città, una comunità, una stanza, un contesto, la nostra propria persona. Una gamma dimensionale questa che, potenzialmente, non ha confini.

È infatti proprio sulle varie dimensioni possibili che si vuol porre l’accento, sin dal titolo scelto per il dossier: Le dimensioni dell’abitare. Non si tratta soltanto di “misurare” un luogo abitato (dalle mura della propria camera sino al confini sfumati del mondo) ma anche di comprendere come alla base dell’azione di abitare esista un rapporto di scambio e di reciproca contaminazione tra la dimensione fisica, materica, visiva e concreta che definisce il luogo e tutto ciò che di immateriale, intellettuale e culturale l’uomo vi riversa. Un luogo allora è anche una o più dimensioni, uno stato, un modo d’essere o di percepire un determinato ambiente, un vivere, un relazionarsi o condividere un certo contesto; un abitare che diventa lo specchio di un’individualità, di una comunità o di una realtà in generale.

Il presente conosce un’evoluzione e una complessità nei modi dell’abitare, lo scopo è anche quello di riflettere su queste eterogeneità, mettendo in luce quali caratteristiche e dinamiche siano presenti al giorno d’oggi, quali differenze con il passato, quali conseguenze comportano determinate scelte legate all’abitare. Tutto questo con la consapevolezza che fa da sfondo alla nostra ricerca, ovvero il fatto che non c’è l’uomo da una parte e lo spazio dall’altra: uomo e spazio si danno sempre assieme. Proprio dell’uomo è essere sempre presso le cose, anche quando dista da esse.

La rivista vede la collaborazione di numerosi partner: Arper, Abitami, Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Cù Design, l’architetto Mario Botta, il fotografo e docente del Politecnico di Milano Giovanni Hänninen, la professoressa Carla Danani dell’Università di Macerata, lo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi, il professor Gianluca Ligi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Adriano Cancellieri del Master U-rise Iuav, il professor Antonio Silvio Calò.

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