NEWSLETTER dal 28 al 30 maggio

Qui gli incontri a partire da lunedì 28 maggio!!
Vi aspettiamo.

Trame

Lunedì 28 maggio alle 18
in Auditorium Enzo Biagi Biblioteca Salaborsa in piazza Nettuno a Bologna
Alessandro Robecchi parlerà del suo libro “Follia Maggiore” con Paolo Nori e i lettori del gruppo di lettura Il circolo del giallo.
L’incontro è realizzato in collaborazione con l’editore Sellerio e l’associazione culturale Per Wilma.
Bookshop a cura di Trame.
Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Carlo Monterossi, il milanesissimo autore televisivo e detective per caso, alla fine ha lasciato la trasmissione trash Crazy Love; sta imbastendo idee per un nuovo programma ma senza troppa convinzione quando Oscar Falcone, l’amico che fa un lavoro a metà tra il ficcanaso e l’investigatore, lo coinvolge nella ricerca di un anziano signore che se ne è andato senza lasciare traccia e sul delitto della donna a cui era fortemente legato.
Tra vecchi e nuovi personaggi, il sottofondo musicale di Bob Dylan ma, questa volta, con l’atmosfera e le note di rimpianto del melodramma un nuovo racconto ironico e disincantato su uno dei protagonisti più apprezzati dai lettori del genere.

I libri sono ottimi e cresciuti nel tempo, una ghiotta occasione di conoscere Alessandro Robecchi.

Martedì 29 maggio alle 18 in libreria
presentazione del libro di Barbara Tonzar “Colonie letterarie. Immagini dell’Africa italiana dalla fine del sogno imperiale agli anni Sessanta” (Carocci)
L’autrice ne parlerà con Giuliana Benvenuti, docente di Letteratura italiana contemporanea dell’Università di Bologna, Giulio Iacoli docente di Letterature moderne comparate all’università di Parma, e Carlo Varotti, docente di Letteratura italiana all’università di Parma.

Il libro analizza, in una prospettiva postcoloniale, alcune rappresentazioni letterarie delle colonie italiane nella fase storica intercorrente fra il tramonto del sogno imperiale, culminato nella perdita dell’“impero” durante il secondo conflitto mondiale, e gli anni Sessanta, in corrispondenza della fine dell’amministrazione fiduciaria italiana in Somalia (1960). Le modalità di narrazione e contronarrazione del colonialismo emergenti dai testi oggetto dell’indagine, tra cui Mohamed divorzia (1944) di Paolo Cesarini, Tempo di uccidere (1947) di Ennio Flaiano, Il deserto della Libia(1952) di Mario Tobino e Settimana nera (1961) di Enrico Emanuelli, sono messe in relazione, da un lato, con la tradizione orientalista e l’immaginario coloniale degli italiani, persistente in forme diverse anche nel contesto postbellico, dall’altro con il mito degli “italiani brava gente” e le complesse dinamiche di rimozione e autoassoluzione caratterizzanti il discorso ufficiale dell’Italia repubblicana.

Barbara Tonzar è docente di lettere e latino, è stata per molti anni lettrice di italiano nelle Università di Szombathely, Brno, Graz e Toru. Ha conseguito un dottorato di ricerca in letterature romanze all’Università Palacký di Olomouc e pubblicato interventi e saggi su D’Arzo, Pavese e l’esistenzialismo e la letteratura coloniale.

Mercoledì 30 maggio alle 18 in libreria
Rosalia Messina presenta Il romanzo “Uno spazio minimo” (Melville edizioni).
Suo complice Massimiliano Garavini di Radio Ravegnana.

Crescere è impresa ardua, anche per una bambina nata nei formidabili anni del baby boom. Soprattutto se gli adulti non sono capaci di ascoltare. Ma si cresce comunque, e Angelica Alabiso avanza verso il futuro con i suoi silenzi e le sue grida mute, la famiglia e gli amori, gli studi e la scoperta di sé, fino ad approdare al terzo millennio. Vincendo e perdendo battaglie, Angelica costruisce il suo avvenire e ricostruisce il suo passato, in un’incessante ricerca di senso. Come su un palcoscenico, alla voce della protagonista si alternano quelle degli altri personaggi principali e, frammento dopo frammento, si compone il ritratto di una famiglia italiana che, con le peculiari connotazioni della sua infelicità, per dirla con Tolstoj, attraversa le grandi trasformazioni del Paese dagli anni Sessanta al 2010.
Il romanzo (con una postfazione dello psicologo Enrico Caruso) consta di quattro parti: Una bambina troppo silenziosa, La costruzione del futuro, Pietro e Pietro e Gli Alabiso nel terzo millennio.

Rosalia Messina è nata a Palermo nel 1955. Vive in giro per l’Italia. Laureata in Giurisprudenza, svolge una professione giuridica che le consente di fare quotidianamente due delle cose che ha sempre amato di più: leggere (non solo libri e articoli giuridici) e scrivere. Ma scrivere di Diritto a un certo punto non le è bastato più; così, in età matura, ha realizzato il vero sogno della sua vita, cioè scrivere narrativa. Ha pubblicato una raccolta di racconti, un libro per bambini e cinque romanzi.
Ha collaborato con i magazine on line Libreriamo e LetteraTu e con il blog Tramando sul sito dell’amico musicista Danilo Venturoli, con il quale è iniziata una collaborazione in cui s’intrecciano la musica di Danilo e le parole di Rosalia.
“Uno spazio minimo” è uscito anche in versione digitale (Oakmond Publishing).

NEWSLETTER ESAGERATA da domenica 20 a venerdì 25 maggio con un triplo salto mortale

Ancora in corso per tre settimane la mostra delle illustrazioni originali dal libro “Dans le jardin” di Irene Penazzi.
Passate a rivedere le tavole e a prenotare le stampe, che sono su carta Shirieco 250 gr, dimensioni 46 x 32 cm con un bordino bianco di 1 cm per lato.
Costano 25 euro.

A partire da domenica 20 maggio incontri a Trame o sparsi per la città.
Vi aspettiamo.
Trame.

Domenica 20 Maggio a partire dalle 16
in Via Don Fiammelli n°1 angolo via di Corticella
OPEN SUNDAY per l’inaugurazione del “nuovo” CRASH!

A poco più di un mese dall’occupazione dello stabile di via Don Fiammelli, il Laboratorio Crash invita tutti e tutte all’inaugurazione dello spazio!
Dopo intensi sforzi di autogestione, la struttura fino a poco tempo fa lasciata all’incuria e alla polvere è finalmente pronta per ospitare i progetti e le attività, all’aperto e al chiuso, che avevamo in cantiere sin dal primo giorno di “custodia sociale”.
Nelle scorse settimane numerosi residenti, associazioni e semplici curiosi ci hanno incontrato per discutere le questioni che riguardano il quartiere e la zona Corticella.
Per questa inaugurazione l’invito è a raggiungerci per passare insieme un bel momento collettivo di socialità.
Vogliamo dimostrare come la passione per la rigenerazione urbana dal basso possa cambiare in tempo rapido i luoghi abbandonati dalla speculazione immobiliare, e per questo abbiamo pensato ad un bel programma di iniziative per questo primo Open Sunday!

Dalle 16
Mercatino biologico di Campi Aperti
Mercatino autogestito di libri, vinili, abbigliamento, arte in collaborazione con Modo infoshop, Trame, Bébert edizioni, Agenzia X Edizioni, Red Star Press, Hellnation Libri e altri. Banchetti vinili con Sonic Belligeranza e distribuzione delle t-shirt disegnate da Zero Calcare per la campagna Si Amo Afrin
Dalle 18 Letture in Crash! con: Gianluca Morozzi, Massimo Vitali, Vincenzo Bagnoli, Alberto Masala, Sergio Rotino, Zoopalco Contingent e altri autori…

Dalle 21 Concerto jazz con Homage to MalcomX!
Sabir Mateen (Sax, Poetry), Afnorock (reading, guembri, effetti), Salvatore Lauriola (contrabbasso), Danilo Mineo (percussioni)

Lunedì 21 maggio (apertura speciale) alle 18 in libreria
Gianluca Morozzi presenta “L’ape regina” (Fernandel).

Imbarazzanti supereroi che combattono battaglie improbabili nei cieli di casa nostra: il nuovo romanzo di un autore dalla fantasia senza confini… 😉

Lucas Bentivoglio ha sedici anni e poche totalizzanti passioni: l’attrice Gal Gadot, Daisy, la commessa del centro commerciale, e i supereroi bolognesi degli anni Quaranta: il Partigiano, il Fulmine Felsineo, il Sergente Due Torri, persino l’improponibile, imbarazzante Uomo Fuco. Da anni non ha rapporti con il nonno, che vive in una tetra villa con la sua amante bambina.
Lamia Lerici ha vent’anni, e tutti pensano che sia pazza. Non è pazza: convive dalla nascita con Tarantula, un ragnetto psichico che vive nel suo cervello e che sa creare illusioni realistiche.
Lamia è bellissima, desiderata da tutti, ma calibra le sue storie potenziali sugli alti standard di una serie televisiva intitolata Doctor Who.
Quando Lucas scopre di essere il nipote di uno di quei quattro supereroi bolognesi, erede dei suoi poteri e del suo costume, e di essere destinato a scontrarsi con l’Ape Regina, a sua volta nipote di una supercriminale nazista, i loro destini si incroceranno.

Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971. Per Fernandel ha pubblicato il romanzo d’esordio Despero (2001), le raccolte Luglio, agosto, settembre nero (2002) e Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto, però le ho fatte (2003), il libro springsteeniano Accecati dalla luce (2004) e, in collaborazione con il disegnatore Squaz, il suo primo fumetto, Pandemonio (2006). Nello stesso anno insieme a Paolo Alberti ha scritto il libro calcistico Le avventure di zio Savoldi, a cui sono seguiti i romanzi L’abisso (2007) e Anche il fuoco ha paura di me (2015), la serie a fumetti FactorY (2008-2010), le raccolte Spargere il sale (2011), Niente fiori per gli scrittori (2013) e L’amore ai tempi del telefono fisso (2015). Il romanzo Confessioni di un povero imbecille, uscito nel 2016, riprende e approfondisce le vicende dei Despero. Il libro contiene il cd audio omonimo del gruppo Gli Avvoltoi. Poi Gli annientatori (Guanda 2018) e “L’ape regina” (Fernandel 2018).

Martedì 22 maggio alle 18 in libreria
Paolo Panzacchi presenta “Drammi quotidiani” (Pendragon).
Ne parlerà con Marilù Oliva.

Francesco Garelli, giovane pubblicitario, è sposato con Giulia e ha una figlia di tre anni di nome Elena. Conduce una vita frenetica, dividendosi tra gli impegni di lavoro e quelli del ménage familiare, il tutto condito da qualche rimpianto, rapporti di amicizia saltuari, suoceri invadenti, genitori stressanti e piccole invidie. Francesco è insoddisfatto del rapporto con la moglie, ma crede che ci siano margini per migliorare: per questo le proverà tutte, dallo champagne al pilates, sino a quando non sarà colpito da una strana influenza, durante la quale rifletterà sulla propria condizione. E maturerà una decisione irrevocabile: sparire per sempre. Naturalmente, però, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare…

Paolo Panzacchi è nato a Sassuolo (Mo) nel 1984 e vive a Ferrara. Nel 2015 per Maglio Editore è uscito il suo romanzo d’esordio “L’ultima intervista” vincitore del Premio della Critica al Premio Internazionale Città di Cattolica. Sempre nel 2015 il racconto “Sette e sedici minuti” è stato selezionato da Gianluca Morozzi per la raccolta “Denti” pubblicata da Fernandel. Il romanzo inedito “Il pranzo della domenica” è stato tra i cinque finalisti del Premio NebbiaGialla 2016. Il racconto “Quattro minuti alla fine” ha vinto il Concorso AG NOIR 2016. Il racconto “Gli inafferrabili” è stato tra finalisti del Premio Giallo Garda 2016. Nel 2018 esce con Pendragon “Drammi quotidiani”.

Marilù Oliva vive a Bologna. Scrive romanzi e insegna lettere alle superiori.
Ha scritto la Trilogia della Guerrera: ¡Tú la pagarás! (Elliot, 2011), Fuego (Elliot, 2011) e Mala Suerte (Elliot, 2012).
E la Trilogia del Tempo: Le Sultane (Elliot, 2014) anch’esse in finale al Premio Scerbanenco, Lo Zoo (Elliot, 2015) e Questo libro non esiste (Elliot 2016)
Da sempre si occupa di questioni di genere e di attualità. Ha curato per Elliot due antologie patrocinate da Telefono Rosa: Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio (2013) e Il mestiere più antico del mondo? (2016).
Da poco uscito, nel 2018, il thriller Le spose sepolte con Harper Collins.

Venerdì 25 maggio alle ore 15
presso la Scuola Superiore di Studi Giuridici di Bologna, Aula 2 in Via Beniamino Andreatta 4, già Via Belmeloro 12
Alessia Mosca presenta “Tutto un altro mondo” (Edizioni San Paolo).
L’autrice dialogherà con Lucia Serena Rossi.
Bookshop a cura di Trame.

Per quanto abbia portato grandi progressi e nonostante abbia plasmato una realtà che, dati alla mano, è generalmente migliore del passato anche recente, la globalizzazione è oggi pesantemente sotto attacco. Questo perché gli effetti della sua evoluzione rapidissima non sono stati tutti positivi e si sono create diseguaglianze.
È venuto, dunque, il momento di discutere di come l’apertura del commercio su scala mondiale influisca sulla vita di ciascuno, e di quali siano i pericoli concreti che può causare e quali, invece, le false accuse che le vengono mosse. Ma è anche venuto il momento di rendere conto di come la percezione che la riguarda, spesso negativa, nasconda in realtà molti dei vantaggi che ha introdotto. Alessia Mosca in questo volume prende il concetto di globalizzazione e lo spezzetta, gettando nuova luce sulle tante ombre che lo attorniano, con onestà e senza sconti, nell’intento positivo di mostrare, in modo semplice, tutte le sfaccettature che lo rendono un argomento tanto complesso e così sfidante per i sistemi tradizionali di rappresentanza democratica. Lo fa concentrandosi in particolar modo sulla prospettiva europea, che in questi ultimi anni, grazie al suo ruolo nella Commissione Commercio internazionale del Parlamento europeo, ha contribuito a delineare.

“Questo volume ha il pregio di fare chiarezza: di raccontare con linguaggio piano e ragioni robuste a cosa ci riferiamo quando parliamo di multilateralismo economico”. dalla prefazione di Enrico Letta

Alessia Mosca è deputata al Parlamento Europeo dal 2014, dove è guida il suo gruppo parlamentare nella Commissione Commercio internazionale e vice presidente della Delegazione per le relazioni con la Penisola arabica. La sua attività si concentra sulle tematiche della globalizzazione e degli accordi commerciali, tra cui le relazioni con la Cina e l’accordo commerciale con il Vietnam. Prima di arrivare a Bruxelles, è stata deputata al Parlamento italiano, dal 2008 al 2013, dapprima membro della commissione Lavoro poi capogruppo nella commissione Politiche Europee. Come deputato, ha dedicato molto del suo impegno alle tematiche di genere – portando ad approvazione la legge n.120/2011, conosciuta come legge Golfo-Mosca, che introduce quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate e partecipate – e sui temi del lavoro e delle opportunità per i giovani. È stata tra i principali promotori della legge “Controesodo” (legge n. 238/2010), volta a facilitare la circolazione dei talenti da e verso l’Italia.

Venerdì 25 maggio alle 18 in libreria
in occasione del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale
presentazione del libro di Raffaele Riccio “Armando Diaz il generale e l’uomo” (edizioni dell’Ippogrifo)
L’autore ne parlerà con Antonella Cosentino.

Nel suo documentato e rigoroso saggio, Riccio contrappone Armando Diaz, che fu comandante dell’esercito italiano dal 1917 alla vittoria nel 1918, a chi lo aveva preceduto: il piemontese Luigi Cadorna.
Due tipi diversi. Cadorna trattò i soldati solo come carne da macello, con cinico rigore e pienezza di sé. Diaz introdusse nella gestione militare umanità, dialogo, comprensione, rispetto. E vinse. I due incarnarono le fazioni contrapposte degli ufficiali italiani di quel periodo, dove ancora dominavano i piemontesi, come Cadorna o Pietro Badoglio, sugli altri. Sui “napoletani” ebbe da ridire Raffaele Cadorna, il padre di Luigi (l’ufficiale della breccia di Porta Pia a Roma nel 1870), quando fu messo in pensione. Attribuì la sua rimozione per motivi di età alle gelosie della prevalente fazione “napoletana”.
Bugie, così come pesò sulla poca celebrità e lo scarso ricordo di Diaz le denigrazioni successive nei suoi confronti dei generali che gli erano stati al fianco, come Badoglio, o il ligure Enrico Caviglia.
Pesò anche la sua iniziale adesione al primo governo presieduto da Benito Mussolini, dove fu ministro della Guerra.
Eppure, era stato un militare ferito nella guerra italo-libica del 1912, ferito nella Prima guerra mondiale, osannato nella tradizionale parata di New York il primo novembre del 1921, quando incontrò anche un capo pellerossa.
Dopo l’esperienza ministeriale, si ritirò nella sua Napoli. La città gli regalò una villa al Vomero: villa Presenzano, circondata da tantissimo verde al confine con la Floridiana.
“Non mi faccio illusioni su me stesso, ma ho avuto modo di equilibrare la forza e gli ingegni altrui, di far regnare la calma tra i miei generali e la fiducia tra le mie truppe” fu la frase che sintetizzava il carattere di un uomo.

Raffaele Riccio, professore di storia di origini cilentane, insegna a Bologna.

Antonella Cosentino è insegnante di materie letterarie presso il Liceo scientifico Giordano di Budrio. Da anni è attiva presso la comunità budriese, occupandosi in prima persona del rapporto tra Teatro e Scuola e di svariate attività culturali, promosse in sinergia dal Comune di Budrio e dal Liceo G. Bruno. Scrive testi teatrali che sono stati rappresentati presso il Teatro Consorziale di Budrio e presso vari Teatri delle terre di pianura. Ha pubblicato inoltre presso Vertigo, il romanzo Dalla mia finestra si vedeva il mare, Milano 2015 e presso Bononia University Press, un secondo romanzo Come un ramo sull’acqua, Bologna 2016, che ha vinto il premio Todaro – Faranda.

Venerdì 25 maggio alle 18,30
presso Generativa in via Alessandrini 11 a Bologna
presentazione di “L’elogio del barista” di Caterina Ferraresi (Corbaccio 2017).
L’autrice ne parlerà con Cettina Stornante.
Bookshop a cura di Trame.

Il volumetto ha come sottotitolo “riflessioni semiserie di una psicoterapeuta sull’inutilità della psicoanalisi” e rivela così immediatamente il valore e la funzione terapeutica attribuita ad un vero barista: sollevare l’animo dei suoi avventori con considerazioni ovvie, banali e di buonsenso. Con stile scanzonato e leggera ironia, Caterina Ferraresi racconta le strategie più comuni utilizzate per mantenerci infelici e quindi anche come tentare di sabotare le stesse strategie.
Brevi frammenti di vita di persone che si rendono la vita complicata, esemplificando alcune strategie di infelicità perfettamente riuscita.
E’ proprio necessario rivolgersi ad uno specialista per sciogliere nodi esistenziali, se sono frutto di anni di sforzi per annodarli?
Perché impegnarsi nel conoscersi profondamente se non è questa la soluzione dei nostri problemi?
Si può decidere della nostra vita?
Questi ed altri quesiti vengono sollevati con grazia dall’autrice che li raccoglie con apparente spensieratezza e con pazienza restituisce ai suoi “pazienti”.

Caterina Ferraresi, psichiatra bolognese, ha pubblicato assieme a Marco Mazzoli la raccolta di racconti “Il lupo sotto il mantello” (Ed il Ponte Vecchio), vincitrice del premio Tobino, e con Danilo di Diodoro il libro per bambini “Lo gnomo della biblioteca” (Ed Moby Dick). Inoltre ha pubblicato “Domani è un altro giorno” (Ioscrittore) e “Naso di cane” (Einaudi Ragazzi).
È stata finalista al torneo letterario nazionale Ioscrittore di Mauri-Spagnol con il romanzo “Domani è un altro giorno” che si è aggiudicato il premio come Miglior incipit.
Collabora alla rivista letteraria on line I-libri.

Cettina Stornante, psichiatra e psicoterapeuta, organizza nello studio Generativa incontri tesi a valorizzare il Femminile che si prende cura del mondo e ne favorisce il cambiamento.

NEWSLETTER dal 14 al 19 maggio (e chiusura sabato 12 per Salone del Libro)

Trame chiude venerdì 11 maggio alle 16,30 e riapre lunedì 14 maggio alle 10.
La scusa è una fuga al Salone Internazionale del Libro di Torino.

Al rientro parte una settimana ricchissima di incontri, e un lunedì pomeriggio con apertura speciale per Billy Ramsell, poeta irlandese.
Poi il memoir grafico di Sonia Maria Luce Possentini, la blogger statunitense Jesse Crispin, la presentazione della mostra “Nascita di una nazione”, il gruppo di lettura su Q, e Luigi Lollini con il suo attesissimo romanzo.

Vi aspettiamo…
Siateci!

Trame c’è.

Lunedì 14 maggio alle 18 in libreria
incontro con l’autore irlandese Billy Ramsell e “Il sogno d’inverno dell’architetto” recentemente pubblicato in italiano per le edizioni L’Arcolaio di Forlì.
L’autore dialoga con il suo traduttore, Lorenzo Mari, e con Alberto Masala.

Secondo libro dell’autore, nato a Cork nel 1977, Il sogno d’inverno dell’architetto è già risultato finalista al prestigioso premio nazionale “Irish Times / Poetry Now Award”, confermando l’alta qualità della poesia di Ramsell.
La sua scrittura, infatti, è caratterizzata da un dettato fortemente ritmico (sono frequenti le incursioni jazz, riprendendo un motivo fondamentale della poesia della Beat Generation) e da un vivace immaginario ultra-contemporaneo, dove “l’architetto” del titolo non è soltanto l’architetto del mondo, ma anche un software architect.
Poesia 2.0, dunque, per un autore che si inserisce pienamente nella grandiosa storia della poesia irlandese in lingua inglese degli ultimi decenni (che comprende nomi come Seamus Heaney e Eavan Boland), ma ha anche l’abilità di rinnovare a fondo questa tradizione.

Martedì 15 maggio alle 18 in libreria
Sonia Maria Luce Possentini presenta “La prima cosa fu l’odore del ferro” (Rrose Sélavy editore, 2018).
Ne parlerà con Janna Carioli.

L’autrice ha lavorato per qualche anno in una fonderia, un luogo in cui l’odore del ferro è mescolato talmente tanto con l’aria che subito diventa respiro. Sonia racconta in prima persona quella esperienza, e la nostra meraviglia è di scoprirla anche sensibile scrittrice.
In un posto dove il ferro ti rimane attaccato al corpo come un tatuaggio, lei cerca comunque la bellezza, «scintille di ferro come stelle dentro la polvere». Disegnare è un mezzo per scovarla, quella bellezza.
Sonia ci accompagna, con una scrittura poetica e con immagini tra pittura e graphic novel, attraverso il percorso delle sue giornate, e trasforma quei momenti in uno straordinario racconto, non più privato, ma condiviso.
Otto ore di lavoro, cinque giorni alla settimana, due ore di macchina andata e ritorno nei larghi orizzonti emiliani.
Un giorno arriva un cane. E accade qualcosa di magico.

Dall’introduzione di Maurizio Landini
“Una fonderia non è un luogo lieve o allegro: come dice Sonia Maria Luce Possentini “si nutre di ferro e di corpi di uomini”. Ma la fonderia di cui si parla in questo racconto non è nemmeno un luogo estremo o estraneo alla vita di tutti noi: è una fabbrica come tante altre, solo un po’ più aspra di altre.
La protagonista del libro in quella fabbrica ci entra “per fame e per voglia di capire”.
E in queste motivazioni c’è tutto: perché quasi mai andare a lavorare in fabbrica è una libera scelta, tantomeno si sceglie in quale fabbrica andare e che tipo di lavoro fare.”

Angelo Ferracuti, il manifesto
Molti libri in questi ultimi anni hanno raccontato il lavoro, spesso quello nuovo, quello precario, ma pochissimi la fabbrica, considerata ingiustamente un luogo del passato, una archeologia novecentesca. Ma a rinominare questo luogo, ancora così centrale nel mondo del lavoro contemporaneo, ci pensa un libro coraggioso scritto e disegnato con rigore formale e morale da Sonia Maria Luce Possentini. Un libro fatto di conflitti cromatici e tematici, che miracolosamente mette insieme politica e poesia, condizione di oppressione e liberazione, con un gesto di sovversione creativa capace solo agli artisti, quelli veri.

Walter Fochesato, Andersen
Il libro ci racconta dei tre anni che Possentini ha passato a lavorare in fonderia. In questa opera si realizza un difficile eppur imprescindibile equilibrio: quello fra una rappresentazione vera, quasi brutale e comunque senza fronzoli e una costante nota che non esito a definire lirica e di non comune sensibilità. Un mirabile equilibrio fra parole e illustrazioni, echeggiando i modi della graphic novel.

Sonia Maria Luce Possentini (Canossa (RE) 1965) è laureata in Storia dell’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Bologna, è pittrice e illustratrice.
È docente di Illustrazione presso la Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia e presso l’Università degli Studi di Padova nel Master di letteratura.
Ha ricevuto premi e riconoscimenti in Italia e all’estero, tra cui il Silver Award al concorso Illustration Competition West 49.
Nel 2011 il suo libro Un bambino (Kite) è stato selezionato da IBBY Italia per la mostra di Bratislava.
Nel 2014 ha vinto il Primo Premio Pippi con l’alfabeto dei sentimenti (Fatatrac).
Nel 2014 vince il Premio Città di Bitritto con il libro Noi (Bacchilega), selezionato poi da Ibby per Outstanding Books for Young People with Disabilitie.
Nel 2014 e 2016 è presente nel prestigioso catalogo White Ravens (Germania) con l’Alfabeto dei sentimenti (Janna Cairoli- Fatarac) e il Pinguino senza frac ( Silvio D’Arzo-corsiero editore).
Nel 2015 vince il Premio Rodari, nel 2016 il premio d’illustrazione per la letteratura ragazzi di Cento (FE), nel 2017 il premio Andersen come miglior illustratore.
Il 4 giugno 2018 ritirerà il Premio MAM Maestri d’Arte e di Mestiere, il prestigioso riconoscimento ai mestieri d’Arte conferito dalla Fondazione Cologni e ALMA presso la Triennale di Milano.

Janna Carioli vive felicemente fra Bologna, Roma e l’Isola d’Elba.
Giornalista, autrice di programmi televisivi, cartoni animati, scrive canzoni, testi teatrali e libri per ragazzi.
Insegna sceneggiatura a Bottega Finzioni di Carlo Lucarelli.

Mercoledì 16 maggio la libreria chiude alle 17,30.
E alle 18
in Auditorium Enzo Biagi Biblioteca Salaborsa in piazza Nettuno a Bologna
incontro con Jessa Crispin, blogger e attivista statunitense, che parlerà del libro “Perché non essere femminista. Un manifesto femminista” con Giulia Sudano, associazione Orlando.
L’incontro è realizzato in collaborazione con l’editore SUR.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili

Chiedere a un sistema costruito con il preciso scopo di opprimere: «Ehm, per favore, smetteresti di opprimermi?» è assurdo. L’unica azione che ha senso intraprendere è smantellare completamente quel sistema e sostituirlo.
Un pamphlet agguerrito e provocatorio sul femminismo moderno che, recuperando le teorie del femminismo del Novecento, tenta di immaginare nuovi valori e nuove pratiche per costruire un progetto completamente diverso, insieme collettivo e radicale: «una rivoluzione totale in cui alle donne non sia semplicemente permesso di partecipare al mondo come già è, ma in cui siano parte attiva nel riformarlo».

Giovedì 17 maggio alle 17,30
alla Fondazione Federico Zeri in piazzetta Giorgio Morandi 2 a Bologna
Luca Massimo Barbero presenta la mostra “Nascita di una nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano” Firenze, Palazzo Strozzi | 16 marzo – 22 luglio 2018

Il catalogo, edito da Marsilio, sarà in vendita per l’occasione con uno sconto speciale.
Bookshop a cura di Trame.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Sabato 19 maggio alle 14,30 in libreria
il gruppo “Letture sul sofà” parla di Q di Luther Blissett edito da Einaudi.

Come sempre il gruppo è aperto, chi volesse partecipare sarà il benvenuto.

Sempre sabato 19 maggio, ma alle 18
Luigi Lollini presenta “La Controfigura” (Alegre).
Ne parlerà con Orsola Mattioli e Francesco Strazzari.

Nel 1988 l’Europa è alla vigilia di sconvolgimenti epocali, ma pochi guardano l’orizzonte e capiscono.
Eduardo forse è tra questi. Lo incontriamo a Bologna, dove rappresenta l’Ungheria a un meeting studentesco internazionale.
Padre magiaro e madre boliviana, Eduardo Rózsa Flores non è il tipico burocrate d’oltrecortina: spigliato poliglotta, anticonformista, scrive poesie e canta a piena voce, ammalia gli interlocutori, li trascina con sé nel fervore dei tempi che stanno per cambiare.
La caduta del Muro di Berlino è vicina. Che farà questo giovane comunista nell’epoca che viene?
Alberto, studente dell’Alma Mater e alter ego dell’autore, trascorre con Eduardo una serata fatidica, che ricorderà per tutta la vita.
Nell’estate del 1989, Alberto incontra di nuovo Eduardo, stavolta a Budapest, durante una vacanza con l’Interrail.
Poi gli anni e la distanza macinano i giorni… I due non si vedranno mai più.
Nel 2009 la notizia appresa per caso: Eduardo Rózsa Flores è stato ucciso a Santa Cruz, in Bolivia. Un cerchio che si chiude male: nato in Bolivia e morto in Bolivia, come l’amato Che Guevara, ma – così sembra – dall’altra parte della barricata: eliminato da forze speciali del governo socialista bolivariano. Era coinvolto, si dice, in un complotto per uccidere il presidente Evo Morales. È vero? Com’è stato possibile?
Cos’era diventato il brillante Eduardo nei vent’anni da Bologna a Santa Cruz?
La domanda si dilata e pulsa nella testa di Alberto, nel frattempo divenuto insegnante, marito, padre.

Luigi Lollini vive a Bologna, dove lavora come insegnante. Ha pubblicato racconti – firmati «Luisa Catanese» – su Carmilla on line, per Manifestolibri e Scuola sarda editrice. Collabora con il Cesp (Centro studi per la scuola pubblica) di Bologna.
Ha scritto sulla poesia e sulla figura intellettuale di Franco Fortini per Quodlibet e Manifestolibri, e per le riviste L’Ospite ingrato, Altreragioni, Lingua e stile, Trasparenze.

Orsola Mattioli è semiologa dell’arte, libraia, e redattrice di Oblomov.

Francesco Strazzari insegna relazioni internazionali presso la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa.
Si occupa di conflitti contemporanei, nazionalismo, terrorismo, crimine organizzato.
È autore di diversi saggi fra cui “Notte balcanica. Guerra, crimine, stati falliti alle soglie d’Europa” (2008) e, con Marina Calculli “Terrore sovrano. Stato e jihad nell’era postliberale” (2017).

NEWSLETTER da venerdì 4 a martedì 8 maggio

Ecco la newsletter con gli incontri fino al prossimo martedì 8 maggio.
Giornalismo con Flavio Fusi, in trasferta con Gianluca Morozzi, poi il libro della “nostra” Grazia Negrini e i vampiri di Roberto Barbolini…
Siateci.
Sostenete Trame con le vostre letture!

Venerdì 4 maggio alle 18 in libreria
Flavio Fusi presenta “Cronache infedeli” (Voland).
L’autore ne parlerà con Roberto Pasquali.

Un diario di viaggio. Un viaggio di trent’anni attraverso i cambiamenti di un mondo in tumulto. Nuove geografie e frontiere, fragili paesi che nascono, antiche nazioni che si spengono come stelle fredde, intere comunità costrette all’esilio. Da Sarajevo assediata a Berlino liberata, da New York inginocchiata davanti alle rovine delle Twin Towers a Mosca che maledice il proprio passato, il cronista raccoglie e racconta, cercando di mettere ordine nel caos che lo circonda. Il cronista è un testimone incantato: di notte vengono a trovarlo in sogno gli spettri benevoli dei compagni che ha incontrato lungo i sentieri dell’Africa, nei villaggi massacrati dell’America Latina e dei Balcani, nelle province dell’Impero sovietico in agonia. Il cronista non è un giudice, ma sempre e soltanto un complice: di volta in volta ritrova i tanti fratelli che non ha mai conosciuto negli esseri umani con cui gli capita di dividere il pane e le giornate.
Un libro di memorie, sogni e ricordi. Una storia vera, autentica e infedele: una storia, in fondo, sommamente bugiarda.

“Nel cielo di piombo che si spalanca davanti a me, nel turbinio dei fari lucidi di pioggia, avverto un vuoto e una nostalgia.”

Giornalista di lungo corso, Flavio Fusi ha imparato il mestiere alla vecchia scuola de “l’Unità” e per trent’anni ha seguito come inviato della Rai tutte le più importanti crisi internazionali. Corrispondente da New York e Buenos Aires, conduttore e commentatore del Tg3, non ha mai vinto premi giornalistici e non appartiene a nessuna scuderia professionale. Cronache infedeli è il suo primo, vero libro.
Roberto Pasquali, nato a Bologna nel 1955, per molti anni ha vissuto e lavorato in Centroamerica con la cooperazione internazionale. Organizza laboratori di poesia nelle scuole, festival e manifestazioni di poesia. E’ ideatore e curatore dell’archivio multimediale di poesia “La Voce Regina”, presente nelle biblioteche comunali e universitarie di Bologna. Ha pubblicato La Primavera della mano e La Poesia Nica, antologia di poesia nicaraguense, Campanotto editore. E’ autore di testi pubblicati su riviste e straniere.

Sabato 5 maggio alle 16
alla Biblioteca Lame-Cesare Malservisi in Via Marco Polo 21/13 a Bologna
Gianluca Morozzi presenta “Gli Annientatori” (TEA).
Lo scrittore bolognese tra noir, fiction e “ricordi del quartiere” nel quale è cresciuto dialogherà con Matteo Lepore, Assessore alla Cultura del Comune di Bologna, e Daniele Ara, Presidente del Quartiere Navile.
Bookshop in collaborazione con Trame.

«Quand’è iniziato il percorso che mi ha portato a quest’inumana dannazione?» – è questa l’inquietante domanda che definisce e declina la discesa agli inferi di Giulio Maspero, il protagonista del nuovo romanzo di Gianluca Morozzi, scrittore bolognese che torna in libreria con quello che si preannuncia già un nuovo cult del genere noir. Un romanzo carico di piste, segnali e indizi; flashback e immagini impietose sulla follia della quotidianità; omaggi a grandi scrittori (come Stephen King) e registi (è il caso di Pupi Avati, che già si è complimentato con lo scrittore per il suo nuovo romanzo) e costruito su un perfetto ingranaggio narrativo che porta inesorabilmente alla fine. Una fine in perfetto, e spietato, stile Morozzi.

Gianluca Morozzi è una delle voci più note del noir contemporaneo, capace di raccontare storie di ampio respiro e ben radicate nei luoghi, negli scorci e nelle suggestioni che, da sempre, gli offre la sua amata città, Bologna.
Una città che è spesso lo sfondo onirico e il luogo-non-luogo dove si aggirano, più o meno consapevoli, i suoi personaggi: l’ultimo, per adesso, appunto Giulio Maspero, uno scrittore in crisi emotiva e finanziaria che accetta di occuparsi delle piante di uno strano fumettista in cambio di una casa silenziosa e periferica dove dedicarsi a tempo pieno, e senza distrazioni, alla scrittura. Da questo espediente narrativo solo apparentemente banale Morozzi, come di consueto, sviluppa una storia che si dipana tra colpi di scena e momenti di pura tensione narrativa rimanendo in perfetto equilibrio tra reale e surreale, tra spunti e rimandi che moltiplicano i punti di vista e costantemente illuminata dall’occhio di bue della scrittura per mostrare tutta l’inquietudine che si cela dietro la normalità. Con personaggi che sono ben diversi da ciò che sembrano, incontri tutt’altro che casuali, rumori ingannevoli e persino uno strano puzzle privo del pezzo più importante. Una normalità orribile che però, a ben vedere, “è anche preferibile agli Annientatori”.

Sabato 5 maggio alle 18 in libreria
Maria Grazia Negrini presenta il suo memoir “Io parlo donna – Il coraggio delle idee” (Il Ciliegio).
Grazia ne parlerà con Porpora Marcasciano e Marzia Schenetti.

Un piacere speciale avere in libreria una cara amica, una donna tostissima e militante…

“Io parlo donna – Il coraggio delle idee” raccoglie le esperienze di Maria Grazia Negrini, storica femminista bolognese, prima e dopo aver coordinato il Centro di Documentazione Ricerca e Iniziativa delle Donne di Bologna.

Non si tratta di un’autobiografia, bensì di uno strumento, una raccolta rivolta a donne e uomini e in particolare alle giovani generazioni sull’esperienza del femminismo nella città di Bologna; è però anche la storia di una donna che ha partecipato a questi momenti storici, impegnando la mente, il cuore e la passione.
Non è un libro esclusivamente personale, perché chiama in causa la presenza delle donne della città e non solo.
La prima parte raccoglie una serie di articoli e interventi dell’autrice riguardanti le tematiche a lei care delle donne e del femminismo.
Più individuale e squisitamente narrativa è invece la seconda parte del libro, quella dove sono pubblicati i racconti scritti da Maria Grazia Negrini, ancora una volta tutti incentrati sul punto di vista delle donne.

Maria Grazia Negrini nasce a Bologna nel 1944 e a partire dal 1967 frequenta riunioni semiclandestine dalle quali nasce la rivista “Che fare?”.
Nel 1968 è nel primo nucleo de «il manifesto» e vive in una comune.
Dopo il 1977 fonda con altre il Centro di Documentazione, Ricerca e Iniziativa delle Donne, che coordina fino al 2002. Fa esperienza negli organismi regionali e nazionali di Parità e collabora all’apertura di una casa per donne e bambini vittime di violenza. Si occupa poi di formazione e fonda la Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza nella città (www.tavoladelledonne.com), della quale è presidente.
Dal 2009 pubblica racconti in varie antologie.

Porpora Marcasciano, presidente onorario MIT, ha pubblicato per Alegre “AntoloGaia. Vivere sognando e non sognare di vivere: i miei anni Settanta” (2015). È autrice anche di “Tra le rose e le viole. La storia e le storie di transessuali e travestiti” (Manifestolibri, 2002) e di “Favolose narranti. Storie di transessuali” (Manifestolibri, 2008), e ha curato insieme ad altri “Elementi di critica trans” (Manifestolibri, 2010).

Marzia Schenetti, nata a Reggio Emilia nel 1965, diplomata in canto lirico e grafica pubblicitaria, è autrice di poesie e canzoni. Nel 2011 pubblica con Edizioni il Ciliegio “Il Gentiluomo”, una storia di stalking stata scritta in prima persona. Questo percorso l’ha conduce ad attivarsi in prima persona nella lotta contro la violenza e la divulgazione del concetto socio-culturale di “ex vittima per sempre”. Dopo solo un anno realizza, insieme ad altre vittime, l’associazione culturale “MoDeM Movimento Donne e Minori”, per poter dare voce a chi ha subito violenza.

Martedì 8 maggio alle 18 in libreria
incontro con Roberto Barbolini e i suoi “Vampiri conosciuti di persona” (La nave di Teseo, 2017).
L’autore ne parlerà con Alessandra Calanchi e Franco Minganti.

I vampiri di Roberto Barbolini sono i protagonisti dei suoi incontri più formidabili: aneddoti e avventure che si srotolano dall’appennino modenese al confine ungherese, dalla seconda guerra mondiale alla Transilvania, fin quasi a sfiorare la soglia dell’Aldilà.
Una caccia al tesoro improbabile attorno a un misterioso Stradivari; un simpatizzante nazista circonciso; il grande calciatore Puskas esule dalla sua Ungheria su una spiaggia di Bordighera; un viaggio di lavoro in Transilvania che si trasforma in una vera e propria caccia al vampiro.
Per tacere della sfida alle sempre incombenti insidie del Dottor Morte.
Brioso e malinconico, divertente e terribile, Vampiri conosciuti di persona è un romanzo per frammenti, stupori e visioni, immersi nel fiume ironico e surreale della scrittura di Barbolini.

“Un Fellini della scrittura.” Cesare Garboli

Roberto Barbolini è nato a Formigine (Modena) nel 1951. Ha esordito a Il Giornale di Indro Montanelli lavorando con Giovanni Arpino; è stato redattore culturale e critico teatrale di Panorama e attualmente collabora con QN-Quotidiano nazionale. Si è occupato di poesia erotica, di fantastico e di gialli. Ha pubblicato numerosi romanzi, saggi e raccolte di racconti, tra cui La strada fantasma (1991), vincitore del premio Dessì, Stephen King contro il Gruppo 63 (1998), Il punteggio di Vienna (1995), Piccola città bastardo posto (1998), Ricette di famiglia (2011), Provaci ancora Radetzky (2012), L’uovo di Colombo (2014), Nero Wolfe in via Pastrengo e altri incontri ravvicinati (2017).

Alessandra Calanchi insegna letteratura e cultura americana all’Università di Urbino. Ha numerose pubblicazioni nel campo della crime fiction e del cinema noir e conosce Roberto Barbolini dai tempi del seminale Detective sublime. Pur non essendosi mai occupata professionalmente di vampiri, il suo mito letterario è Carmilla e vanta numerose conoscenze, occasionali e non, nel settore.

Franco Minganti insegna letteratura e cultura americana all’Università di Bologna. Ha scritto di letteratura, musica, cinema, tv, fumetto e graphic novel. Spesso di jazz. Conosce Barbolini da ben prima di Alessandra Calanchi, da epoche lontane quando praticamente si bivaccava a Piccadilly Circus. Per la verità, pur avendo scritto di horror, si è sempre tenuto ben lontano dai vampiri, che lo spaventano non poco.

NEWSLETTER dal 24 aprile al 1° maggio (il 25 tutti al Pratello…)

Eccoci di nuovo. Partiamo con alcune informazioni di servizio.
Lunedì 23 aprile Trame chiude alle 13,30.
Mercoledì 25 aprile, Festa della liberazione, la libreria sarà chiusa tutto il giorno. E così pure il martedì 1° maggio.

Gli altri giorni della settimana osserveremo i soliti orari e ospiteremo tre incontri interessanti.
Vi aspettiamo.

Trame

Martedì 24 aprile alle ore 18 in libreria
presentazione del libro “Poesie naturali” (Topipittori) con le due autrici Alessandra Berardi Arrigoni (poesie) e Marina Marcolin (illustrazioni).
Presentano Adriana Barbolini e Alberto Bertoni.

La libreria chiuderà puntualissima alle 19,30
per seguire a partire dalle 20
presso La Casetta dell’Artista di via Cesare Battisti 9 a Bologna
l’inaugurazione della mostra di Marina Marcolin “Poesie naturali” con le tavole originali delle illustrazioni del libro.
Bookshop a cura di Trame.
www.lacasettadellartista.com

“Poesie naturali”, edito da Topipittori nel 2018, è un albo illustrato. Ognuno dei suoi testi in versi, corredato da illustrazioni potenti e suggestive, è dedicato a un protagonista della natura. C’è il mare col suo umore mutevole, la notte che tinge silenziosamente il mondo di nero, la luna che ispira idee e maree, il ginepro che si dirama storto seguendo un segreto intento… fino alle erbette del marciapiede, nate dal vento e cresciute sotto i nostri piedi.
Rivolto ai bambini, e agli adulti che amano la poesia per parole e immagini, “Poesie naturali” ricrea il senso di misteriosa unione che ci lega all’anima della natura, sin dalla nostra infanzia.

Alessandra Berardi Arrigoni poetessa, umorista, paroliera, è nata a Nuoro nel 1959 e vive a Bologna; nel 2018 ha completato il suo cognome con quello materno. Ha pubblicato libri di umorismo e per bambini. Ha scritto e recitato spettacoli comici e musicali, collaborando con la band Bufala Cosmica, con il compositore Battista Giordano, con il gruppo Riso Rosa. Per tredici anni è stata autrice di canzoni e storie per il programma televisivo L’albero azzurro.

Marina Marcolin, pittrice e illustratrice, è nata a Vicenza nel 1975, e vive ad Arcugnano, fra lago e boschi. La contraddistingue uno stile inconfondibile per il forte potere evocativo, la sensibilità tutta particolare per la natura, e la tecnica raffinatissima. I suoi lavori sono pubblicati in libri e riviste di molti Paesi, esposti in importanti gallerie d’arte, e le hanno valso molti prestigiosi riconoscimenti internazionali, fra cui quello della Society of Illustrators di New York.

Venerdì 27 aprile alle 18 in libreria
Presentazione del numero 3 della rivista letteraria The FLR “Sacro”.
Coordina Diego Bertelli. Partecipano Giada Fuccelli e Licia Giaquinto.

The FLR 3 Sacro
Rimane ancora qualcosa di SACRO?
Questa è una delle domande che gli scrittori italiani contemporanei pongono con le loro poesie e i loro racconti in questa terza edizione di TheFLR. The Florentine Literary Review.
Vi troverete, leggendo il numero, a percorrere, un bosco sacro di significati e legami tra la vita e la morte, che poco hanno a che fare con il religioso in senso stretto – gli uomini e le donne di fede, in questo numero, fanno una brutta fine! – e molto con l’attaccamento e l’adesione.
È un numero così arredato di coacervi, di vegetazioni spesso notturne, di “quinte inquinate”, ma anche brillante di stelle e costellazioni in esplosione.
Incontrerete sorelle e fratelli in un violento incubo materno, Intelligenze Artificiali che si deprogrammano in una fanta-teologia inaspettata, un Dio giardiniere e innamorato, una guida turistica con un’impertinente sciura alle costole, un reverendo del Sud che si aggira in un panorama orrorifico, o ancora due colleghi che, a pranzo, parlano di neolingue, dopo che la terra ha tremato…

INDICE:
MEACCI Free Will for Free
PARIANI The Night of the Old One / La sera dei Grandi Antichi
ZARDI The New Language/ La nuova lingua
PONSO Iconostasis / Iconostasi
LAMARQUE Lovers’name / I nomi degli amanti
DI MONOPOLI In the Beginning was the Beast / In principio era la bestia
GIAQUINTO The party’s over / La festa è fijnita
D’ISA Ecstasys 2.0 / Estasi 2.0

Sabato 28 aprile alle 18 in libreria
Matteo Grimaldi presenta “La famiglia X” (Camelozampa).
A moderare l’evento sarà la scrittrice Marta Casarini, e parteciperà alla discussione Michele Giarratano, papà di Luca e Alice insieme a suo marito Sergio, avvocato e attivista per i diritti Lgbt e autore del blog “Luca ha due papà”.

Il libro è la storia di Michael, tredici anni e amante della matematica, e della sua seconda vita, che comincia dopo l’arresto dei suoi genitori e il successivo affido a Davide ed Enea, due uomini. Una svolta che non manca di suscitare accese proteste a Girone, il piccolo borgo dove la vicenda è collocata.
Mentre arranca per salvare il suo traballante anno scolastico e si schiera accanto all’amica Zoe nella battaglia ambientale per proteggere il lago del paese da un maxi progetto di edificazione, Michael non smette di porsi interrogativi e cercare, con l’approccio matematico che lo contraddistingue, di trovare la “soluzione” che spieghi che cos’è veramente una famiglia.
“La famiglia X” è un romanzo sui tesori nascosti intorno a noi, nelle persone che ci vivono accanto e nemmeno conosciamo, nelle persone che ad un certo momento incontriamo per caso e che diventeranno la nostra vita.