La violenza illustrata 15 17 18 23 24 NOVEMBRE + MOSTRA CALABRO’

Gli incontri trattati in questa newsletter si svolgono nell’ambito della sesta edizione del Festival “La violenza illustrata” che si svolge durante il mese di novembre per culminare nella Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, il 25 novembre.
E’ una collaborazione che ci onora, su un tema che ci sta a cuore.
Speriamo di incontrarvi qui o altrove.

Quelle di Trame.

Martedì 15 novembre alle 18
nella sala ex Refettorio dell’ Istituto Storico Parri in via Sant’Isaia 20 a Bologna
presentazione del libro di Sandro Bellassai “L’ invenzione della virilità. Immaginario maschile e politica nell’Italia contemporanea” (edizioni Carocci).

Giovedì 17 novembre alle 18
in libreria
presentazione del libro di Irene Biemmi “Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari” (edizioni Rosenberg & Sellier)

Venerdì 18 novembre alle 18
in libreria
incontro sul libro di Sara Accorsi e Anna Natali “Salariate dell’amore, storie e faccende di meretrici nell’Ottocento bolognese” (Maglio edizioni).

Mercoledì 23 novembre alle 18
nella sala ex Refettorio dell’ Istituto Storico Parri in via Sant’Isaia 20 a Bologna
presentazione del libro di Marco Cavina “Nozze di sangue. Storia della violenza coniugale” (edizioni Laterza)

Giovedì 24 novembre alle 18
in libreria
“La torre d’Avorio e altre storie” reading di brani sulla violenza di genere a cura di Hecate Associazione Culturale con Alice Reina e Rosella Ciman su testi di Alice Reina.


Martedì 15 novembre alle 18

nella sala ex Refettorio dell’ Istituto Storico Parri in via Sant’Isaia 20 a Bologna
presentazione del libro di Sandro Bellassai “L’ invenzione della virilità. Immaginario maschile e politica nell’Italia contemporanea” (edizioni Carocci)
Se con “Non è da tutti” di Luisa Muraro, pubblicato a marzo scorso, si è esplorato il significato del “nascere donna”, con il libro di Sandro Bellassai si apre una riflessione sul ruolo che la virilità ha svolto nell’immaginario italiano a partire dalla fine del XIX secolo fino ai nostri giorni. “Inventato” per proteggere la mascolinità tradizionale, il virilismo ha infatti rappresentato il pilastro retorico delle culture nazionaliste, imperialiste, autoritarie e razziste, per poi farsi via via più evanescente e screditato. Ma è davvero conclusa la sua storia?
Intervengono con l’autore, che è ricercatore di Storia contemporanea presso l’Università di Bologna, Susanna Bianconi, Presidente della Casa delle donne, Luca Alessandrini , direttore dell’Istituto Storico Parri, Annamaria Tagliavini, direttrice della Biblioteca Italiana delle donne, e Vinzia Fiorino, ricercatrice di Storia contemporanea presso l’Università di Pisa
La libreria Trame cura il bookshop.

Giovedì 17 novembre alle 18
in libreria
presentazione del libro di Irene Biemmi “Educazione sessista. Stereotipi di genere nei libri delle elementari” (edizioni Rosenberg & Sellier).
All’incontro segue un aperitivo.

Esiste un mondo popolato da valorosi cavalieri, dotti scienziati e padri severi ma anche da madri dolci e affettuose, casalinghe felici, streghe e principesse; in questo stesso mondo i bambini sono indipendenti, coraggiosi e dispettosi mentre le loro coetanee vestono di rosa, sono educate e servizievoli, a tratti pettegole e vanitose. Il progetto Polite (Pari Opportunità nei LIbri di Testo), nato sulla scia della Piattaforma di Pechino del 1995, aveva elaborato un Codice di Autoregolamentazione per gli editori, affinché la prospettiva di genere diventasse criterio orientativo nella stesura dei libri di testo, ma le sue indicazioni non siano state accolte. Occorre allora che maestri e maestre, educatori e educatrici, si dotino di strumenti utili a decostruire il fondamento sessista, per attivare a loro volta una lettura critica da par te dei propri studenti. Questo libro mette a disposizione un kit di strumenti (di tipo sia quantitativo che qualitativo) che l’Autrice ha testato in una ricerca condotta su un campione di dieci libri di lettura della classe quarta elementare di alcune delle maggiori case editrici italiane.
Sarà presente l’autrice Irene Biemmi, Assegnista di ricerca alla Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Firenze.
Interverrano Valeria D’Onofrio dell’Ufficio promozione della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna e Silvia Leonelli, Docente di Teorie e modelli educativi delle differenze di genere all’Università di Bologna.

Venerdì 18 novembre alle 18
in libreria
incontro sul libro di Sara Accorsi e Anna Natali “Salariate dell’amore, storie e faccende di meretrici nell’Ottocento bolognese” (Maglio edizioni).
Le autrici ne parleranno con Grazia Negrini.
Alessandra Carloni, attrice, presenterà un laboratorio basato sul libro stesso.
All’incontro segue un aperitivo.
Il testo descrive il fenomeno della prostituzione nel territorio bolognese, nei decenni immeditamente pre e post unitari (1850-1880). Partendo dai documenti conservati nell’Archivio comunale di Persiceto e nell’Archivio di Stato di Bologna, attraverso monologhi costruiti sui fatti documentati, prende parola un mondo in cui la miseria economica è miseria sociale e culturale. Tra le voci di piazza, tra la condanna e la pietà, tra ipocrisie e denunce, emergono l’approccio legislativo e quello medico-sanitario, dove dignità e salute della donna risultano ancora concetti lontani. Un libro che non vuole offrire soluzioni, che non vuole essere denuncia, ma che tenta di raccontare la complessità della prostituzione di ieri, per riflettere su quanto accade oggi.

Sara Accorsi, persicetana, si è laureata al Dams, è bibliotecaria, redattrice di Borgo Rotondo persicetano ed autrice di altri lavori sul femminile tra cui “Le donne estensi. Donne e cavalieri, amori, armi e seduzioni” e “Nives Comas Casati: l’eletta signora” (entrambi edizioni Cirelli&Zanirato).
Anna Natali, medico chirurgo specialista in psicologia, vive a Persiceto dove ha lavorato come psichiatra nell’Ospedale-Ricovero e come psicologa nel Consultorio Familiare. Ha esercitato come consulente sessuologa e didatta per il Servizio di Sessuologia del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna e per il Centro Italiano di Sessuologia. È autrice di pubblicazioni scientifiche e di ricerche documentali presso archivi storici, tra cui segnaliamo, in collaborazione con M. Garuti, “Amori illeciti nella Legazione Pontificia di Bologna” (Pendragon edizioni).
“Le salariate dell’amore”, laboratorio proposto da Alessandra Carloni.
Il laboratorio di teatro con incursioni letterarie per la salute delle donne si prefigge di sensibilizzare i fruitori del laboratorio stesso sui temi della salute delle donne e la storia del percorso politico di emancipazione femminile attraverso lo strumento ludico e fortemente partecipativo del teatro e di far sperimentare ai partecipanti le tecniche teatrali di base in un’esperienza divertente e formativa.
La prima parte sarà dedicata alla creazione del gruppo, alla conoscenza degli strumenti base dell’attore. In seguito verranno distribuite le parti e su di esse attraverso una pratica graduale di esercizi, giochi e momenti di lavoro individuali e corali, il percorso porterà alla nascita di uno spettacolo da presentare al pubblico.
E’ previsto un incontro con le autrici Sara Accorsi e Anna Natali.
Numero di partecipanti da un minimo di 10.
Non occorre avere conoscenze o esperienze specifiche.
La partenza è prevista nel gennaio 2012.
Alessandra Carloni, attrice, è stata interprete in vari spettacoli che vanno dalla commedia classica al teatro contemporaneo, oltre ad aver recitato in produzioni cinematografiche. Ha collaborato e collabora con diverse realtà bolognesi e non. Si occupa di produzioni audio in qualità di speaker, organizzatrice, consulente e direttrice di registrazione.
E’ regista ed interprete di letture e spettacoli musicali, affiancando ad essi altri d’impegno civile sulla Resistenza e la storia politica delle donne.

Mercoledì 23 novembre alle 18
nella sala ex Refettorio dell’ Istituto Storico Parri in via Sant’Isaia 20 a Bologna
presentazione del libro di Marco Cavina “Nozze di sangue. Storia della violenza coniugale” (edizioni Laterza)

«La violenza maritale è stato un elemento fisiologico e accettato del matrimonio, legalmente fino a tutto l’Antico Regime, socialmente ben oltre. E occorre ovviamente tener sempre presente che il ‘sommerso’ in questa materia fu – un tempo come e più di oggi – di enormi dimensioni, anche se le mogli d’Antico Regime non erano affatto inerti dinanzi alle vessazioni coniugali, e anche se le istituzioni medievali e moderne furono spesso tutt’altro che svagate nell’affrontarne gli abusi più eclatanti. Quel che resta di tanti ‘inferni coniugali’ nelle loro formulazioni giudiziarie rappresentò – un tempo come e più di oggi – la punta di un iceberg. Dietro alle mura domestiche si occultò un’infinità di violenze, talora gravi, talora modeste, talora nemmeno avvertite come tali e accettate con rassegnato fatalismo. Un certo modo di intendere la violenza coniugale è, sul piano formale, definitivamente tramontato, ma sulle leggi continuano a piovere le meteoriti sociali del vecchio ordine.»
Marco Cavina interpreta le fonti dottrinali (i teologi, i precettisti morali, i giuristi, i politici), consulta le fonti letterarie e quelle processuali, le confronta con la cultura dominante dal Medioevo in poi per esaminare gli ambiti nei quali maggiormente la violenza si è manifestata, facendoci scoprire l’anima nera del matrimonio dietro lo stereotipo tranquillizzante dell’armonia del focolare.

Intervengono con l’autore, che è docente di Storia del diritto medievale e moderno presso l’Università di Bologna, Luca Alessandrini, Direttore dell’Istituto Storico Parri e Lucia Ferrante, docente di Storia delle donne e di genere presso l’Università di Bologna

Giovedì 24 novembre alle 18
in libreria
“La torre d’Avorio e altre storie” reading di brani sulla violenza di genere a cura di Hecate Associazione Culturale con Alice Reina e Rosella Ciman su testi di Alice Reina.
All’incontro segue un aperitivo.
C’era una volta una donna che aspettava il principe azzurro, lassù sulla torre del castello, aspettava, guardando all’orizzonte…passò un giorno, due, una settimana, un mese, e lei continuava ad aspettare, chiusa nella torre del castello. I mesi mutarono in anni, ma all’orizzonte non si vedeva nessuno. Un giorno la donna si voltò e vide il suo viso nello specchio. Si alzò, andò verso la porta, girò la maniglia e scese le scale della torre. Sellò il suo cavallo bianco e cominciò a cavalcare, libera, verso l’orizzonte.
“La torre d’Avorio e altre storie” è un reading di favole moderne, storie di donne per riflettere e trovare altri finali, nuove storie, per raccontare il viaggio che porta dalla violenza alla riscoperta di sè, dalla torre-prigione ai prati in cui cavalcare.
L’Associazione Culturale Hecate nasce nella primavera 2010 dall’incontro di diverse professionalità nel campo del teatro e della comunicazione con lo scopo di promuovere e diffondere la cultura teatrale, l’arte letteraria ed artistica in genere promuovendo iniziative d’animazione, di conoscenza ed educazione della pratica teatrale per sviluppare la conoscenza e l’uso del linguaggio teatrale con particolare riferimento alle situazioni di disagio, nell’infanzia e nell’adolescenza così come nell’età adulta.
Crediamo che la pratica teatrale sia uno strumento per sviluppare e stimolare il bisogno espressivo e comunicativo presente in ogni persona, la riscoperta e l’acquisizione delle possibilità comunicative, espressive e di integrazione della persona; perseguendo altresì l’affermazione dello sviluppo, dell’identità, della crescita della persona anche finalizzati al riequilibrio e alla gestione del disagio, sia in contesti individuali che di gruppo.
Riteniamo il Teatro uno strumento di aggregazione e di condivisione: in quest’ottica finalizziamo la nostra attività a ciò che comunemente viene chiamato “Teatro Sociale”.

Sempre in corso “Ci sono notti che non accadono mai”, la nuova mostra fotografica di Cettina Calabrò.
Un omaggio per immagini alla donna i cui versi come cocci di vetro marchiano la pelle, alla voce immortale che nel suo dire il dolore ha cantato la vita e l’amore, contro ogni tentativo di prigionia e violenza fisica e mentale.
Una donna la cui unica legge era la sua morale, una donna libera che come ogni persona libera ha pagato il prezzo necessario perché la sua voce potesse volare. Un prezzo che è alto per ogni uomo, ma inevitabilmente più alto è per una donna, per una grande poetessa, Alda Merini.
La mostra sarà aperta al pubblico negli orari della libreria fino al 1 dicembre.

 

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