NEWSLETTER dal 6 all’11 novembre (dal noir a Lutero, da Verlaine al Guatemala, dai Sigur Ros alla poesia incendiaria…)

Aperte ogni giorno.
Incontri a rotta di collo in orari anche insoliti.
Vi aspettiamo.
In libreria o in giro.
Quelle di Trame

Lunedì 6 novembre alle 18 apertura straordinaria della libreria
Antonio Fusco presenta “Le vite parallele” (Giunti).
E ne parlerà con Marilù Oliva.

Un letto vuoto. Una bambina scomparsa nella notte. Un commissario con un pensiero fisso: riportarla a casa

Mentre sulla cittadina toscana di Valdenza si addensa una coltre di nubi cariche di neve, il commissario Casabona, di passaggio in questura per sistemare le ultime cose, ha un unico pensiero: tornare quanto prima in ospedale a fianco della moglie Francesca, le cui condizioni di salute lo hanno spinto a chiedere un incarico meno impegnativo. Ma la sua determinazione sta per essere spazzata via da un caso che ha sconvolto i suoi uomini e l’intera provincia: una bambina di tre anni letteralmente svanita nel nulla; una madre in lacrime che, entrando nella cameretta dove l’ha lasciata la sera prima, trova il letto vuoto. Quando l’ispettore Proietti gli mostra la foto di Martina, con il suo caschetto biondo e lo sguardo limpido e fiducioso, Casabona riesce a stento a conservare la sua fermezza. Può davvero sottrarsi al grido di aiuto di quegli occhi e lasciare la sua squadra senza una guida? Ben presto i sospetti si concentrano su un balordo cocainomane da cui la madre ha ricevuto esplicite minacce, e con il quale intratteneva rapporti piuttosto torbidi. Una soluzione servita su un piatto d’argento, eppure qualcosa non quadra, e Casabona sente per istinto che la madre non è l’unica fra le persone vicine a Martina ad avere dei segreti. È il momento di prendere in pugno l’indagine e scavare molto più a fondo. Una ricerca che trascinerà Casabona in un mondo popolato di maschere e vite parallele, abilmente nascoste dalla facciata della pubblica virtù…
Che cosa è successo alla piccola Martina? Qualcuno l’ha portata via, oppure è uscita da sola per poi smarrirsi nei boschi? E soprattutto: ha ancora senso, dopo tanti giorni, aggrapparsi alla speranza di ritrovarla viva?

Antonio Fusco è laureato in giurisprudenza e scienze delle pubbliche amministrazioni, è funzionario nella Polizia di Stato e criminologo forense.
Ha lavorato a Roma e a Napoli. Dal 2000 vive e lavora in Toscana, dove si occupa di indagini di polizia giudiziaria.
Per Giunti ha già pubblicato vari romanzi con protagonista il commissario Casabona.

Marilù Oliva vive a Bologna. Scrive romanzi e insegna lettere alle superiori. Da sempre si occupa di questioni di genere e di attualità.
Ha curato per Elliot due antologie patrocinate da Telefono Rosa: Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio (2013) e Il mestiere più antico del mondo? (novembre 2016).
Collabora con diverse riviste Huffington Post e Thriller Magazine ed è caporedattrice nonché ideatrice di Libroguerriero.

Martedì 7 novembre alle 17,30 in libreria
presentazione del libro di Carmelo Lombardo “Sigur Rós. Lo sguardo oltre la musica” (Villaggio Maori).
L’autore ne parlerà con Roberta Bellini, ricercatrice.

Il libro si propone, nella prima e seconda parte, di raccontare la storia della band islandese Sigur Rós, attraverso il volenska, lingua creata dai componenti della stessa band. La terza parte del testo mette a fuoco il concept album Valtari, pubblicato nel 2012, da cui nasce il progetto “The Valtari Mistery Film Experiment”. La quarta e ultima parte riflette sul post-rock, genere musicale che, per le proprie caratteristiche, ben si presta alle melodie e alle immagini dei Sigur Rós, caratterizzate dalla naturalezza con cui si coniugano atmosfere eteree con tortuose impennate e dotate di forte impatto emotivo.

I Sigur Rós, band islandese post-rock scoperta da Björk nel 1994, miscelano musica e immaginazione, andando oltre la partitura e approdando a linguaggi innovativi e multimediali. Paesaggi nordici, melodie intime e simbologia: fusione di elementi in cui la musica diventa visione ed emozione. Tappa fondamentale, i videoclip del concept album Valtari: natura, fantasia, postmoderno scorrono tra chitarre psichedeliche e percussioni frenetiche.

Carmelo Lombardo nasce a Catania nel 1992. Dopo aver intrapreso gli studi accademici che lo hanno portato a conseguire la Laurea in Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, lavora principalmente come regista, scenografo e videomaker, collaborando con alcuni teatri promotori di cultura.
Appassionato di semiotica e videoarte, svolge attualmente attività di ricerca che hanno come oggetto linguaggi multimediali e nuovi percorsi artistici.

Mercoledì 8 novembre alle 18 in libreria
incontro “Perché Lutero? A cinquecento anni dalla Riforma protestante. Un “altro cristianesimo”, un’altra fede, un’altra cultura”.
Domenico Segna dialoga con Guido Armellini.

31 ottobre 1517-2017
In occasione dell’uscita del nuovo libro di Domenico Segna “Il secolo conteso. Lineamenti di pensiero teologico del Cinquecento” (Edizioni Dehoniane di Bologna), una serata dedicata alla Bologna protestante che si interroga in modo ecumenico su Lutero dopo 500 anni dalle 95 Tesi.
Si confrontano Guido Armellini, membro del Consiglio di Chiesa della Chiesa Evangelica Metodista di Bologna, e Domenico Segna, autore di “Un caso di coscienza. Giuseppe Gangale e la Rivoluzione protestante” (Petite Plaisance), e curatore di Lutero “Le 95 Tesi” e di “Sola Grazia. I testi essenziali della Riforma Protestante” entrambi editi da Garzanti.

Giovedì 9 novembre alle 18
all’Alliance Française di Bologna, via De’ Marchi 4
incontro in occasione dell’uscita di “Miseria nera” di Paul Verlaine (Edizioni della Sera) in presenza della traduttrice Michela Landi.
Bookshop a cura di Trame.

Per la prima volta in Italia gli ultimi taccuini del grande poeta.
L’anno successivo alla pubblicazione di Mes hôpitaux (1891), resoconto al contempo patetico e divertito delle sue cicliche esperienze di internamento per miseria o malattia, Verlaine approfitta di un momento di grazia per recarsi in Olanda a tenere alcune conferenze su invito di amici artisti. Il suo periplo ferroviario, che interessa l’Aia, Leida, Amsterdam, gli consente di rivolgere uno sguardo di poeta-fanciullo, sempre incantato, alle cose della natura o della cultura che, attraversate e trasfigurate dal colpo d’occhio, appaiono sempre in spaccati inediti. Verlaine ha il dono della verginità dello sguardo: ogni cosa vista e vissuta, siano camere d’ospedale, sale di conferenza, boschi, opere architettoniche, sembra irradiata dalla confusa luce di un sogno d’infanzia. Le forme si vivificano e rivelano spesso l’ironia di insoliti rapprochements.
I numerosi riferimenti, in entrambi i taccuini, a luoghi e situazioni precise tratteggiano, attraverso il particolare vissuto, una storia alternativa della Francia, ai margini dell’ufficialità.
Ma non solo.
La scena, volentieri spalancata su spazi intimi e talvolta compiaciutamente osceni, fa sì che una luce cruda investa l’intimità di un uomo spesso mitizzato dalla storia letteraria.
Verlaine, giunto alla fine della decadenza (per parafrasare un suo celebre verso), non pensa che alla morte e, pur tuttavia, non rassegnandosi a cadere tra le braccia della “Camarde” le lancia, ogni giorno, la sua sfida. Il diario dei ricoveri e il diario di viaggio qui presentati insieme e mai pubblicati in italiano, costituiscono una testimonianza quanto mai vivida e autentica dell’ultimo Verlaine, sempre lacerato tra desiderio di fuga e desiderio di un riparo; o, forse, di una riparazione a un qualche ancestrale dolore.

Paul Verlaine (1844-1896), poeta maledetto e frequentatore della bohème parigina, esordisce a soli 22 anni con i Poèmes saturniens cui seguiranno le Fêtes galantes e La Bonne Chanson. Nel 1871 incontra Arthur Rimbaud e per lui abbandona la moglie dedicandosi a una vita errabonda tra Inghilterra e Belgio che culminerà con il ferimento dell’amico e la carcerazione con l’accusa di sodomia. Nel 1874 scrive le Romances sans paroles. Nell’ultima fase della sua vita si riavvicina al cattolicesimo, compone Sagesse, Jadis et Naguère e Parallèlement. La malattia e la miseria lo perseguiteranno fino alla morte che lo raggiungerà a soli 52 anni.

Michela Landi, docente di Letteratura francese all’Università di Firenze e redattrice della rivista di poesia comparata “Semicerchio”, si occupa principalmente dei rapporti poesia-musica tra Otto e Novecento.
Ha scritto alcuni volumi e numerosi articoli sulla letteratura simbolista e su Verlaine. Ha inoltre pubblicato, per il quotidiano «La Repubblica», una corposa Antologia della poesia francese (2004) in cui ha tradotto, tra gli altri, anche testi verlainiani. Ha curato, per la collana “Un secolo di poesia” del «Corriere della sera», il volume: Paul Verlaine, La pioggia nel cuore (2012).

Venerdì 10 novembre alle 18 in libreria
presentazione del libro di Andrea Garreffa “Ovidio questo libro è un mattone” (selfpublishing)
L’autore ne parlerà con Bibi Bellini.
I diritti d’autore sono devoluti per il completamento della casa di Ovidio.

Marzo 2015. Due giovani italiani si trovano ad affrontare un viaggio in bicicletta attraverso l’America Centrale, da Cancún a Panama. Giunti in Guatemala si spingono nelle sue regioni più povere e remote: Petén e Alta Verapaz.
Il sole sta tramontando e un gruppo di banditi li insegue a bordo di un auto. Andrea e Alberto cercano di darsi alla macchia, ma il loro tentativo risulta vano. Vivono momenti di terrore e stordimento, perdono di vista la linea che separa la realtà dal sogno. Finalmente incontrano Ovidio, un indigeno Quiché che tende loro la mano. Li conduce verso la selva, in equilibrio precario tra una possibile condanna e la speranza di una salvezza.
Il viaggio intero si traduce in un incontro e l’incontro si trasforma in un buon motivo per aiutare un contadino guatemalteco a costruire la propria casa.

Andrea Gareffa propone una piccola bibliografia di conforto:
Paul Valery – L’idea fissa (Adelphi)
Bjorn Larsson – Bisogno di libertà (Iperborea)
Sylvan Tesson – Beresina, in sidecar con Napoleone (Sellerio)
Robert Pirsig – Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta (Adelphi)
Robert Pirsig – Lila, un’indagine sulla morale (Adelphi)
George Steiner – La filosofia della libertà (editrice antroposofica Milano)
Ivan Illich – Elogio della bicicletta (Bollati Boringheri)
Jean Giono – L’uomo che piantava gli alberi (Salani editore)
Rigoberta Menchù Tum – Mi chiamo Rigoberta Menchu (Giunti Demetra)
Rigoberta Menchù Tum – I maya e il mondo (Giunti Editore)
M.A. Asturias – Uomini di mais (Baldini Castoldi)

Sabato 11 novembre alle 12 in libreria
aperitivo con Ester Cecere che presenta il suo “Istantanee di vita” (Kairòs 2015).
Ne parlerà con Lorena Lusetti.

“Istantanee di vita” è una raccolta di racconti che prendono spunto da episodi realmente accaduti. Gli argomenti affrontati sono molto diversi fra loro e rappresentano la varietà delle situazioni che la vita ci riserva. A volte si tratta di storie consuete, altre di eventi insoliti, drammatici o divertenti. Sono spaccati di vissuto che l’autrice riprende e porta all’attenzione del lettore, invitandolo a cogliere i molteplici spunti di riflessione che spesso la vita offre a tutti noi proprio tramite alcuni avvenimenti, sui quali, tuttavia, raramente ci soffermiamo.
Ogni racconto è preceduto dalla citazione di uno scrittore, giornalista o filosofo, che mira a introdurre il lettore al tema della riflessione.

Racconti di impronta realista che prendono spunto dalla vita rappresentandola nella sua inaspettata casualità, o quando, più spesso, delude le aspettative illudendoci di poterla prevedere o dominare.
Con sapienza i dialoghi imprimono accelerazione, drammatizzando il tono delle vicende, che per certi versi anticipano, in nuce, bozze di romanzo, per il loro respiro profondo e la cura del dettaglio.
Ne fiorisce un vibrante corpus narrativo di una contemporaneità complessa, e a volte, dilaniata dall’incalzare degli eventi e dei sentimenti, pietre costruttive delle trame.

I proventi spettanti all’autrice della vendita dei libri saranno devoluti in beneficenza.

Ester Cecere è nata nel 1958 a Taranto, dove vive e lavora come ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche occupandosi di biologia marina, è sposata e ha due figli.
Ha scritto cinque libri di poesia e la raccolta di racconti “Istantanee di vita” (Kairòs 2015) che è la sua opera d’esordio in narrativa.
Le sue pubblicazioni hanno figurato nelle maggiori rassegne librarie nazionali fra cui il Salone Internazionale del Libro di Torino, Tempo di Libri a Milano, e la Fiera del Libro di Firenze.
Devolve in beneficenza i proventi della vendita dei suoi libri durante le serate di presentazione.
Dal 2011 partecipa ai concorsi letterari. Ha ricevuto molti premi e ha ottenuto anche lusinghieri riconoscimenti sia di pubblico sia di critica, sia per la poesia sia per la narrativa.

Lorena Lusetti è nata e vive tuttora a Bologna, città in cui sono ambientati molti dei suoi romanzi, fra gli altri “Pensieri e parole” (Giraldi, 2015). “L’orecchio del diavolo” (Damster 2015) è la quarta avventura per l’investigatrice privata Stella Spada. Ultimo romanzo “Ricomincio dall’inferno” (Damster 2017).

Sempre sabato alle 14,30 in libreria
il gruppo “Letture sul Sofà” parlerà del libro di Alda Merini “L’altra verita” edito da Rizzoli.
Come sempre l’incontro è aperto e lettrici e lettori curiosi.

Per finire alle 18
presentazione di “L’origine”, il primo numero di +LUCE “rivista di poesia incendiaria”
Saranno presenti il critico e autore letterario Matteo Marchesini, la poetessa Klaus Miser, con un reading, e la curatrice del progetto Marzia Grillo.

Nell’autunno del 2017 esce L’origine, il primo numero della “rivista di poesia incendiaria” +LUCE: una busta con una corda e una rondella racchiude cinque scatoline di fiammiferi, ogni scatolina contiene – arrotolato al suo interno e chiuso da una fiammella – il testo di una poetessa contemporanea.
Silvia Bre, Klaus Miser, Mariasole Ariot, Fernanda Woodman e Giulia Anania sono state selezionate dalla curatrice Marzia Grillo per inaugurare questo suo progetto.
Le scatoline, se allineate, compongono l’illustrazione Ardore, di Elisa Talentino.
+LUCE | POESIA, rivista realizzata a mano e dalla cadenza stagionale, cambierà curatore, illustratore e tema in ciascuna delle sue incarnazioni, spaziando dalla poesia italiana a quella internazionale, da autori vivi a poeti elettronici, dal passato al futuro prossimo di ogni incendio che si rispetti.

Matteo Marchesini, scrittore e critico letterario, è nato a Castelfranco Emilia nel 1979. Già autore di libri per ragazzi, tra le sue pubblicazioni si ricordano: un libro di racconti intitolato Le donne spariscono in silenzio (2005), le poesie di Marcia nuziale (2009) e Cronaca senza storia (2016), il saggio letterario Da Pascoli a Busi. Letterati e letteratura in Italia (2014). Del 2013 è il suo primo romanzo Atti mancati, candidato al Premio Strega dello stesso anno, mentre è del 2017 la raccolta di tre romanzi brevi False coscienze. Tre parabole degli anni Zero. Attualmente collabora tra l’altro con Radio Radicale, Il Foglio e Il Sole 24 Ore.

Klaus Miser è nata a Pescara. Dopo due decenni di dispersione delle sue poesie ha pubblicato Kill your poet (galleria fragile continuo), pescarababylon (Edizioni Isola) e Non è un paese per poeti (Prufrock Spa edizioni). Numerose sono le sue collaborazioni a progetti teatrali e musicali, come i recenti Silent Shout per il Santarcangelo dei Teatri e Soundascapes, insieme a Jacopo Benassi, Jochen Arbeit, Fabrizio Palumbo e Paul Beauchamp.

Marzia Grillo è nata a Roma nel 1982. Dal 2005 lavora come redattrice in ambito editoriale. Nel marzo 2016 ha pubblicato con Elliot Edizioni Charter in delirio! Un esperimento con i versi di Emily Dickinson. Sempre nel 2016 ha dato vita, insieme a Laura Fidaleo, al progetto +luce | fiammiferi illustrati.

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