NEWSLETTER dal 6 al 10 dicembre, trasferte incluse

Ci inoltriamo nel mese di dicembre proseguendo con le nostre proposte.
I nostri orari saranno i seguenti:
Giovedì 6 e lunedì 10 dalle 9,30 alle 16,30 e poi trasferte per presentazioni
Venerdì 7 dalle 9,30 alle 19,30
Sabato 8 e domenica 9 dicembre ci siamo dalle 11 alle 19.

Per richieste di libri potete rispondere a questa mail intestandola ORDINI.

Ci si vede.

Giovedì 6 dicembre alle 18
all’ Alliance Française di Bologna Via De’ Marchi, 4
FRANÇOISE CLOAREC presenta Séraphine: la vita sognata di Séraphine di Senlis
Bookshop a cura di Trame.

Françoise Cloarec, psicanalista, pittrice e scrittrice prende spunto dal suo libro “Séraphine: La vie rêvée de Séraphine de Senlis” tradotto in italiano dalla casa editrice Archinto con il titolo “Séraphine: la vita sognata di Séraphine de Senlis”, per analizzare il rapporto tra la psicanalisi e la pittura.
La scrittrice e artista francese, dopo essersi diplomata all’École nationale supérieure des beaux-arts di Parigi ha poi conseguito un dottorato di psicanalisi all’Università Paris 7, proprio sulla figura di Séraphine de Senlis, pittrice autodidatta ed antesignana dell’arte naif.
Nel suo libro, Françoise Cloarec, restituisce la storia di Séraphine non secondo un modello narrativo, ma con lo stile frammentario di una ricerca.
Documenti e versioni, anche in contraddizione, contribuiscono alla creazione della trama di una vita di solitudine, di genio e di follia.
Dal lavoro sporco, umile, all’espressione alta dell’artista.
L’incontro, nel quale verranno presentate anche altre opere dell’autrice, avviene in concomitanza della mostra “Avec toi, sans toi”, a cura di Francesca Ragusa, dedicata alla figura di un’altra pittrice, Josette Géraud Hayden.

Venerdì 7 dicembre alle 18 in libreria
“Lo teniamo acceso?” incontro con Vera Gheno e Bruno Mastroianni.
“I social verranno insegnati a scuola e questo sarà il manuale” Stefano Bartezzaghi

Questo libro parla di noi, persone connesse tramite i social network con le parole, forse lo strumento più immediato e potente che abbiamo a disposizione in quanto esseri umani. Eppure, spesso le usiamo in maniera frettolosa e superficiale, senza valutarne le conseguenze. Poiché le possibilità di fraintendimenti, ostilità e interpretazioni distorte dei fatti sono massime laddove non possiamo guardarci in faccia, in rete e in particolare sui social network le parole che scegliamo hanno un peso maggiore, su di noi e su chi ci sta attorno. Infatti oggi la comunicazione sul web appare avvelenata dal bullismo, dalle notizie false e dai continui conflitti. Ci sentiamo intrappolati dall’odio, dalla paura e dalla diffidenza.
La verità è che siamo diventati iperconnessi, viviamo contemporaneamente offline e online ed è una condizione complessa, che occorre imparare a gestire. Non esistono formule magiche ma, nel suo piccolo, ciascuno di noi può fare la differenza, curando con più attenzione il modo in cui vive – e quindi parla – in rete: di sé, di ciò che accade, degli altri e con gli altri. La nostra vita interconnessa non dipende, in ultima istanza, dagli strumenti e dagli algoritmi, e nemmeno dai proprietari delle piattaforme: sta a noi scegliere chi siamo e cosa vogliamo in rete.
Una sociolinguista e un filosofo della comunicazione, esperti naviganti della rete, ci indicano una delle strade da percorrere per vivere in modo finalmente libero le ricchezze che il web e i social ci offrono: imparando a padroneggiarli senza lasciarcene schiacciare, a decifrarne i messaggi senza farci manipolare, a capire e farci capire attraverso una scelta accorta e consapevole delle parole.

Vera Gheno è una sociolinguista e traduttrice letteraria dall’ungherese. Collabora dal 2000 con l’Accademia della Crusca, di cui gestisce il profilo Twitter dal 2012. È docente a contratto presso l’Università di Firenze, dove tiene da 15 anni un Laboratiorio di Italiano Scritto per Scienze Umanistiche per la Comunicazione. Ha al suo attivo tre monografie: “Guida pratica all’italiano scritto (senza diventare grammarnazi)” (2016) e “Social-linguistica. Italiano e italiani dei social network” (2017, entrambi per Franco Cesati Editore, Firenze); per Longanesi (Milano) ha scritto, assieme a Bruno Mastroianni, “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello” (2018).

Bruno Mastroianni è filosofo, giornalista e social media manager di trasmissioni Rai. Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze, insegna Reti e social media ed Etica della comunicazione a Uninettuno. Scrive di antropologia della comunicazione. Autore de “La disputa felice. Dissentire senza litigare sui social network, sui media e in pubblico” (Cesati 2017) e, insieme a Vera Gheno, di “Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello” (Longanesi 2018).

Sabato 8 dicembre alle 17 in libreria
Marco Martucci presenta “Sulle tracce di Olga” (Il seme bianco 2018).
In compagnia di Daniele Follero, scrittore e musicista, ed Erica Colombo alle letture.

“Se avessi potuto sarei entrato nell’immagine sbarazzandomi pure io degli anni in più e
fermandomi insieme a lei in quel salto temporale, all’età in cui tutto è ancora possibile e il futuro è in costruzione.”

Nei giorni successivi alla scomparsa di Milena, Olga C, fotografa oscura, pubblica in rete alcuni nudi in cui posa una modella a volto coperto. Questi avvenimenti si intromettono nella routine della più autorevole agenzia di comunicazione di Roma, in cui lavorano Giulio, compagno di Milena, la talentuosa Erica e Lorenzo che aggredisce il mistero con la sua inquieta curiosità.
Chiunque si avvicini potrebbe trattenere parti di un vissuto indispensabili a svelare, oltre al segreto di Olga C, quanto Milena ha lasciato irrisolto. Qual è lo scopo della donna che guarda dal mirino di una macchina fotografica?

Marco Martucci è nato nel 1976 a Napoli dove ha vissuto prima di trasferirsi a Bologna.
Ha scritto i romanzi “Pozzanghere”, “Nelle mani”, “Acqua logora” e “Prima di morire”.
Nel 2006 ha ricevuto il Premio speciale del Presidente della Giuria al concorso Culturexpress della fondazione Eni Enrico Mattei, col racconto “La linea di demarcazione”.
Il suo racconto “Odio” è inserito nella raccolta “Mai senza rete, 13 autori per la salute e la sicurezza sul lavoro”.

Domenica 9 dicembre alle 12 in libreria
Laura Costantini presenta “Miss Adele Dickinson” (goWare).
Ne parla con Amneris Di Cesare.

Dopo “Il ragazzo ombra” e “Lord Kiran di Lennox” in occasione dell’uscita del terzo volume del Diario vittoriano, “Miss Adele Dickinson”, Laura Costantini parlerà della serie, dei protagonisti, delle atmosfere vittoriane e del fascino di un’epoca densa di luci e ombre.

Diario vittoriano: Il progetto nasce da un vecchio manoscritto concepito da un’adolescente con la passione per le storie avventurose. Venne lasciato incompiuto ma mai del tutto abbandonato. Ripreso, rimaneggiato e concluso, il Diario vittoriano ha trovato in goWare l’accoglienza e la cura necessarie per arrivare alla pubblicazione nel migliore dei modi. Si tratta di una quadrilogia di cui sono già usciti i primi tre volumi: “Il ragazzo ombra”, “Lord Kiran di Lennox” e, lo scorso 7 novembre, “Miss Adele Dickinson”. La storia viene narrata attraverso il diario di Robert Stuart Moncliff, pittore e romanziere scozzese, che ormai adulto (nel 1901) rilegge le memorie degli ultimi vent’anni, ripercorrendo una vita segnata dall’incontro con Kiran, futuro Lord Lennox, in un’amicizia fraterna che si trasforma in amore e rischia di annientare la vita di entrambi in un’epoca che rifiuta e punisce chiunque sia “diverso”.

Laura Costantini è romana, giornalista di professione, scrittrice per passione. Una passione che coltiva da sempre, soprattutto a quattro mani con Loredana Falcone con la quale quest’anno festeggia i dieci anni di pubblicazioni. Il loro primo romanzo, “Le colpe dei padri”, è uscito nel 2008, tenendo a battesimo la casa editrice Historica di Francesco Giubilei. Da allora la narrativa è stata compagna fedele portandola a pubblicare con varie case editrici – Las Vegas Edizioni, goWare, Il vento antico Edizioni, Dei Merangoli Edizioni, Harpercollins Italia – ma anche a concepire un progetto di self-publishing con il marchio FC Falconecostantini che ha esordito quest’anno con il romanzo breve “Se non avessi più te”. Il Diario vittoriano è la sua prima produzione a due sole mani.

Amneris Di Cesare, bolognese, scrittrice di romanzi woman’s fiction (“Nient’altro che amare” Cento autori 2012; “Mira dritto al cuore” Runa 2014; “Sirena all’orizzonte” Amarganta 2015, “Duel” self-published 2016, “Figlia di nessuno” self-published 2017) lettrice onnivora e compulsiva.

Lunedì 10 dicembre alle 18
presso Virtus Tennis 1925 in via Duccio Galimberti 1 a Bologna
Gianni Clerici e Milena Naldi presentano “Il tennis nell’arte. Racconti di quadri e sculture dall’antichità a oggi” (Mondadori) e ne parlano con Stefano Semeraro.
Bookshop a cura di Trame.

Quando nasce il tennis? Quanti artisti l’hanno raffigurato? L’ironica voce narrante di Gianni Clerici traccia una storia divertita e inedita del tennis nell’arte. Molti sono infatti i grandi pittori che hanno raffigurato il tennis da Desubleo a Tiepolo, da Chardin a Goya, da Boccioni a Campigli a Carrà a Hopper, per non parlare di scultori come Calder, Thayaht, Tongiani.
I racconti dedicati alle opere di questi grandi artisti si intrecciano con la storia personale di Gianni Clerici che, dopo una vita spesa a commentare il Tennis, ci accompagna per la prima volta a scoprire anche la sua ricca e ampia collezione familiare di quadri e sculture.
Un libro in cui la storia del tennis si interseca alla storia dell’arte passando attraverso episodi di vita, di personaggi famosi e non.
Grazie alla delicatissima sensibilità di Gianni Clerici, ai suoi tocchi da narratore stilizzato e appassionato collezionista, il volume diventa una festa di considerazioni e di opinioni, perché quando a parlare è Clerici la voce si fa sempre ricca di registri e di colori, di emozioni e di divagazioni.

Nel libro la ricerca e la scelta delle immagini che parlano del tennis crea un lungo racconto dall’antichità ad oggi.
Le oltre 100 opere e l’apporto delle schede storico artistiche di Milena Naldi aiutano a seguire in ordine cronologico la narrazione offrendo di ogni artista la sua storia.
Un libro per appassionati del tennis e per curiosi dell’arte a cui nessuno aveva mai pensato.

Gianni Clerici ha iniziato la sua carriera alla «Gazzetta dello Sport», per poi passare al «Giorno» e quindi a «Repubblica». Noto a livello internazionale per la sua conoscenza del tennis (al quale ha dedicato molti libri), è autore di romanzi, poesie, racconti, articoli e pièce teatrali. È l’unico giornalista europeo accolto nella Hall of Fame del museo di Newport. Per Mondadori ha scritto “Il tennis facile” (1972), la trilogia di romanzi “Quando viene il lunedì” (1974), “500 anni di tennis” (1974, tradotto in 6 paesi e ristampato in Italia 6 volte), “Il grande tennis” (1978), “Wimbledon” (2013), “Quelli del tennis” (2015) e “Diario di un parroco del lago” (2017).

Milena Naldi, storica e consulente d’arte antica, è nata nel 1964 a Bologna, dove si è laureata in Storia dell’arte per poi specializzarsi in arte moderna all’Università degli studi di Milano. Cura mostre d’arte, scrive articoli e libri, organizza visite culturali e viaggi d’arte in Italia e all’estero.
Quando non è impegnata a raccontare la bellezza dell’arte ama dedicarsi al tennis.

Lunedì 10 dicembre a partire dalle 19,30
a Off in via Testoni 5/A a Bologna
incontro con Gianluca Morozzi e Gli Avvoltoi.
Bookshop in collaborazione con Trame.

In collaborazione con Silvia Di Giacomo e Gianluca Morozzi proseguono gli incontri per il nuovo format “Note di Carta”.
Il libro è “Confessioni di un povero imbecille” (Fernandel), romanzo che riprende i personaggi della band di Despero.
La prenotazione è consigliata.

A metà degli anni Ottanta un ragazzo bolognese di nome Cristian Cabra fonda con tre compagni di scuola una band di rock demenziale: nascono i Despero.
Nel 1988, acquisito il nome d’arte di Kabra, si innamora dell’inconquistabile Sarah e trasforma il suo gruppo in una seria e rigorosa rock band.
Nel 2016, dopo mille traversie, cambi di formazione, quattro cantanti, tanti dischi e pochi successi, Kabra e i Despero sono ancora sui palchi. Come sempre, tante storie d’amore, di strade e di rock, con episodi ambientati nei vari momenti della carriera dei Despero: dai primi accordi alla rovinosa caduta dal ponte di un finto Titanic. Dall’impatto con l’antagonista Tex al nuovo incontro con Zanna e Sarah. Dalla formazione a cinque a quella a due, chitarra e batteria, Da Lisa, la sosia bassista, a Elettra, chitarrista dalla mente a sette dimensioni.
In allegato al libro il Cd Audio “Confessioni di un povero imbecille”, il disco inedito della storica band bolognese Gli Avvoltoi, un’opera rock omaggio a Despero in cui i personaggi e le atmosfere del romanzo acquisiscono una forma musicale.

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