NEWSLETTER dal 12 al 16 febbraio (con gita al Mambo per San Valentino!)

Ecco la nuova settimana di Trame
Martedì 12 fra mattina e primo pomeriggio chiamate prima di passare… orari variabili indipendenti dalla nostra volontà…
Vi aspettiamo agli incontri.

Martedì 12 febbraio alle 18 in libreria
Annarita Briganti presenta “Quello che non sappiamo” (Cairo, 2018) e ne parla con Marilù Oliva.
Letture di Erika Zini.

“Quello che non sappiamo” è un libro per tutti quelli che credono nel potere della scrittura e delle relazioni. Reali o virtuali. Due persone non s’incontrano mai per caso, soprattutto se sono due anime destinate a unirsi. Un giorno Ginger riceve un’email da Paulo. I due non si conoscono o, almeno, lei crede che non si conoscano. Nasce una relazione virtuale. Iniziano a scriversi email nelle quali si raccontano la loro vita, le loro giornate e, attraverso le parole, il loro legame in poco tempo si rafforza sempre più.
Ma c’è dell’altro, non tutto è come sembra: Paulo conosce un segreto della vita di Ginger e deve consegnarle una cosa molto importante.
“Quello che non sappiamo” si può leggere come una lunga chat, è un romanzo-chat, un colpo di fulmine virtuale.
Un amore al tempo della mail, tra nevrosi e nuove tecnologie

Annarita Briganti è scrittrice e giornalista culturale di “Repubblica” e “Donna Moderna”. Tra i suoi romanzi ricordiamo “Non chiedermi come sei nata” (Cairo, 2014, vincitore del Premio Comoinrosa, riedizione 2018), “L’amore è una favola” (Cairo, 2015) e “Quello che non sappiamo” (Cairo, 2018).
Ha partecipato ad antologie di racconti. Scrive per il teatro. Ha studiato alla Scuola Holden di Torino, dove è stata anche docente. Insegna scrittura creativa in giro per l’Italia.
Scrive di libri. Presenta libri. Si occupa di qualsiasi cosa abbia a che fare con i libri.

Marilù Oliva vive a Bologna. Scrive romanzi e insegna lettere alle superiori.
Ha scritto la Trilogia della Guerrera: ¡Tú la pagarás! (Elliot, 2011), Fuego (Elliot, 2011) e Mala Suerte (Elliot, 2012).
E la Trilogia del Tempo: Le Sultane (Elliot, 2014) anch’esse in finale al Premio Scerbanenco, Lo Zoo (Elliot, 2015) e Questo libro non esiste (Elliot 2016)
Da sempre si occupa di questioni di genere e di attualità. Ha curato per Elliot due antologie patrocinate da Telefono Rosa: Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio (2013) e Il mestiere più antico del mondo? (novembre 2016).
Esce nel 2018 Le spose sepolte con Harper Collins.
Collabora con diverse riviste Huffington Post e Thriller Magazine ed è caporedattrice nonché ideatrice di Libroguerriero.

Mercoledì 13 febbraio alle 18 in libreria
Andrea Zandomeneghi presenta “Il giorno della nutria” (Tunué 2019) e ne parla con Gianluca Morozzi.

Davide, cefalgico cronico, vive nella provincia toscana col nipote e la madre malata.
Dopo l’ennesima ubriacatura, mentre tenta di placare i gravi postumi con psicofarmaci e altro alcool, rinviene una nutria spellata sul pianerottolo: un’intimidazione.
Tra congetture e presagi, Davide fa ricostruzioni ossessive che lo portano, nel corso di una vorticosa giornata, a dubitare di tutti, fino a scoprire la verità – anche su di sé.

«Un giallo al contrario, ribalta i cliché sulla provincia italiana e rivela un esplosivo esordio letterario.»
«Sesso, alcool e malattia mentale in una provincia paranoica.»
«Sintesi inedita tra farsa sfrenata e romanzo psicologico.»

Andrea Zandomeneghi è nato a Capalbio nel 1983.
Scrive sul Foglio e ha diretto la rivista Crapula Club.
Questo è il suo primo romanzo.

Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971.
Esordisce per Fernandel con “Despero” (2001), “Luglio, agosto, settembre nero” (2002) e “Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto…”(2003), “Accecati dalla luce” (2004), con il disegnatore Squaz, “Pandemonio” (2006), con Paolo Alberti “Le avventure di zio Savoldi ” (2006), poi “L’abisso” (2007) e “Anche il fuoco ha paura di me” (2015), la serie a fumetti “FactorY” (2008-2010), e Confessioni di un povero imbecille, (2016), con il cd audio omonimo del gruppo Gli Avvoltoi.
Con Guanda e/o Tea dal 2004 “Blackout”, e fra gli altri “L’era del porco”, “Colui che gli dei vogliono distruggere”, “Radio Morte”, “Lo specchio nero”.
Nel 2018 sono usciti ”Gli annientatori” (Guanda), “L’ape regina” (Fernandel) e “L’uomo liquido” (Pendragon).

Giovedì 14 febbraio alle 21
all’Ex Forno Mambo via Don Minzoni 14/3 a Bologna
DI COSA PARLIAMO QUANDO NON PARLIAMO D’AMORE: un reading di Massimo Vitali.
Bookshop in collaborazione con Trame

Fin dall’alba dei tempi esiste una domanda seria a cui nessuno è ancora riuscito a dare una risposta: com’è che si deve parlare sempre d’amore? Non si potrebbe parlare d’altro?
Torna sul nostro palco “Di cosa parliamo quando non parliamo d’amore” un reading spericolato a base di tonno, Sandro Pertini, Alessandro Bergonzoni, Giorgio Gaber, champagne, Peppino di Capri, Woody Allen, pistole in tasca, Stefano Benni, Fosco Maraini e quell’autore che si fa chiamare come Massimo Vitali.
Caratteristica unica di questo reading è che potresti leggere anche tu che stai leggendo.
Prenotazione consigliata, ingresso consentito anche alle coppie.

Nel 2019 è uscito il nuovo romanzo di Massimo Vitali “Una vita al giorno” per l’editore Sperling & Kupfer, e il volume sarà disponibile.

Massimo Vitali è nato a Bologna nel 1978. Ha pubblicato per l’editore Fernandel i romanzi “L’amore non si dice” e “Se son rose”.
Da quest’ultimo sono state tratte due piece teatrali ed è attualmente in corso la realizzazione di un lungometraggio per Rai Cinema.
Insegna scrittura creativa alla Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia e Firenze.
Conduce laboratori di lettura ad alta voce e promuove contest e reading per librerie, biblioteche, enti e locali pubblici. Ha scritto per le testate online Smemoranda e Rockit.
Promuove progetti didattici sulla fantasia nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Conduce su Radio Città Fujiko il programma Ufficio Reclami. Per la stessa emittente ha dato voce a letture radiofoniche da testi di Gianni Rodari e Luigi Malerba.

Venerdì 15 febbraio alle 18 in libreria
Nowhere Books presenta il progetto breaking book “L’algoritmo imperfetto”.

Se la realtà rompe la parete della narrazione.
A Bologna, tra esperimento letterario e vita vera “Una storia così non l’hai mai letta, perché mai una storia è stata scritta così”

Prendi otto autori e invita ciascuno di loro a creare un personaggio. Mettili per cinque giorni in un luogo sufficientemente isolato da non essere contaminato dalla vita quotidiana – il set narrativo – e chiedi loro di vivere, pensare, parlare e scrivere come se fossero quel personaggio. Da un primo esperimento antropologico-letterario (8 corde tese), al consolidamento di un progetto editoriale consapevole con un obiettivo ambizioso e un po’ folle, quello di portare l’immedesimazione tra autore e personaggio, realtà vissuta e realtà narrata, sempre più lontano coinvolgendo gli autori nella trama per interagire in un’esperienza indimenticabile finalizzata alla creazione e alla pubblicazione del secondo breaking book: L’algoritmo imperfetto.

Nove vite s’intrecciano per cinque giorni: una futura madre, due gemelle, un antropologo e un libraio, chi legge il futuro e chi nasconde cicatrici, chi ha perso una sorella e chi l’identità. Un inquietante bando li ha portati in un paese abitato solo dal vento, dove seguiranno, tra vie sperdute e sentieri nel bosco, le indicazioni di due guide reclutate da un misterioso personaggio, in un viaggio tanto fisico quanto introspettivo, mentre l’esperimento dell’anno prima fa ancora eco tra le montagne: non tutti faranno ritorno.

Un meccanismo di meta-narrazione confonderà i confini tra realtà e finzione per consentire un livello di immedesimazione più profondo nei confronti dei personaggi e del contesto in cui si troveranno a vivere. Gioco di ruolo? Scrittura a più mani? Reality narrativo? Il breaking book è tutte queste cose e nessuna di queste.

Sabato 16 febbraio alle 18 in libreria
Matteo Meschiari ci accompagna in un percorso alla scoperta delle sue “terre esterne” (Mucchi edizioni) dialogando con Giulio Iacoli, professore di Letteratura comparata e Teoria della letteratura all’Università di Parma.

In che modo un’opera letteraria può arricchire la riflessione geografica? In che misura lo sguardo che ha uno scrittore sul paesaggio può fare luce sulle prerogative spaziali di Homo sapiens? Da tempo si insiste sul contributo che può dare la geografia all’interpretazione del testo o alla ridefinizione del canone e della storia della letteratura. Atlanti e cartografie letterarie, narrazioni spaziali, libri-paesaggio, eterotopie, distopie, palinsesti letterari e palinsesti geografici, mappe come testo e testi come mappe, parchi letterari e geositi culturali: qual è la struttura che connette queste esperienze di geografia più o meno intuitiva?
Per rispondere, per cercare le tracce di Homo geographicus in autori come Sbarbaro, Calvino, Biamonti, Manzoni, Stoppani e Gadda, bisogna operare un’inversione di paradigma.
I testi letterari, per quanto siano la cristallizzazione artistica di un io e di un’epoca, sono comunque degli etnotesti, dei documenti spontanei che registrano, nella storia individuale e collettiva, il “fare spazio” dell’uomo, cioè modi, strategie e narrazioni del suo stare al mondo nel mondo.
La prefazione di Andrea Cortellessa è stata pubblicata su Doppiozero

Matteo Meschiari, già ricercatore in Discipline Demoetnoantropologiche, è professore associato in Geografia all’Università di Palermo. Oltre a numerosi articoli, ha pubblicato Sistemi selvaggi. Antropologia del paesaggio scritto (Sellerio 2008), Dino Campana. Formazione del paesaggio (Liguori 2008), Terra sapiens. Antropologie del paesaggio (Sellerio 2010), Nati dalle colline. Percorsi di etnoecologia (Liguori 2010), Spazi Uniti d’America. Etnografia di un immaginario (Quodlibet 2012), Uccidere spazi. Microanalisi della corrida (Quodlibet 2013), Geofanie. La terra postmoderna (Aracne 2015), Antispazi. Wilderness Apocalisse Utopia (Pleistocity Press 2015), Artico nero. La lunga notte dei popoli dei ghiacci (Exòrma 2016), Geoanarchia. Appunti di resistenza ecologica (Armillaria 2017), Disabitare. Antropologie dello spazio domestico (Meltemi 2018), Bambini. Un manifesto politico (Armillaria 2018).
La geografia umana, l’antropologia dei mondi contemporanei e l’ecologia culturale sono al centro della sua scrittura.

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