NEWSLETTER delle trasferte alle Serre del 3 e 9 luglio (e sabato 6 luglio orario ridotto per fuga della libraia)

Sabato 6 luglio la libreria sarà aperta dalle 9 alle 14.
Soliti gli orari degli altri giorni lunedì e giovedì dalle 9,30 alle 16,30, martedì mercoledì e venerdì dalle 19,30 e così anche il sabato 13!
Per gli eventi di fine luglio e la chiusura estiva ci sentiamo più avanti…

Se avete desideri di letture speciali basta una mail a info@libreriatrame.com…

Ci si vede qui o alle Serre!!!

Mercoledì 3 luglio alle 18,30
alle Serre dei giardini Margherita in via Castiglione 134 a Bologna
Paolo Venturi e Flaviano Zandonai presentano “Dove. La dimensione di luogo che ricompone impresa e società” (EGEA).
Bookshop a cura di Trame.

Una delle conseguenze della globalizzazione, solo in apparenza paradossale, è quella di aver fatto risorgere l’importanza della dimensione territoriale e comunitaria: oggi sono i territori, i quartieri e le periferie, i luoghi privilegiati in cui si sperimentano innovazioni sociali, da cui provengono i più significativi impulsi allo sviluppo e al benessere. Mai come oggi la creazione di valore si gioca a livello territoriale e il destino delle imprese è legato a quello del loro territorio. La chiave del successo imprenditoriale è legata alla dimensione di luogo.
Paolo Venturi e Flaviano Zandonai cercano dunque di catturare le trasformazioni in atto nei processi di rigenerazione della dimensione di luogo. Processi che portano a un arricchimento delle economie e delle relazioni. Il punto chiave è che intorno alla rigenerazione dei luoghi si gioca la partita decisiva: una sfida che chiama in causa quei beni intangibili come la partecipazione dei cittadini nei processi deliberativi e la coesione sociale che oggi è sotto attacco a causa delle crescenti disuguaglianze e della tendenza al ripiegamento delle comunità stesse.

Paolo Venturi è Direttore di AICCON, Centro Studi sul non profit e la cooperazione (Università di Bologna). Componente del Consiglio Nazionale del Terzo settore, del Comitato Scientifico della Fondazione Symbola e della Social Impact Agenda per l’Italia. Membro dell’Advisory Board di Nesta Italia, della Consulta della cooperazione della Regione Toscana e di quella sulla cooperazione sociale della Regione Emilia Romagna. Docente di imprenditorialità sociale e innovazione sociale presso Università di Bologna. Collabora con numerose testate fra cui Vita Non Profit, Nòva – il Sole 24 Ore e Buone Notizie – Corriere della Sera.

Flaviano Zandonai, sociologo, si occupa da oltre vent’anni di terzo settore e impresa sociale, svolgendo attività di ricerca applicata, formazione, consulenza e divulgazione editoriale. Ha lavorato per istituti di ricerca e coordinato reti tra comunità scientifica e imprenditoria sociale. Oggi è open innovation manager presso il Gruppo cooperativo Cgm. Collabora inoltre con il magazine Vita e anima con Paolo Venturi il blog “tempi ibridi” dedicato all’innovazione istituzionale e alle nuove value chain tra profit e nonprofit.

Martedì 9 luglio alle 20,30
alle Serre dei giardini Margherita in via Castiglione 134 a Bologna
Laura Gramuglia presenta il nuovissimo “Rocket Girls. Storie di ragazze che hanno alzato la voce” (Fabbri), illustrato da Sara Paglia, presente all’incontro.
In collaborazione con Otago Literary Agency e Fabbri.
Bookshop a cura di Trame.
Ingresso libero.

Un viaggio nel rock attraverso le donne che ne sono state protagoniste. Una controstoria del genere ribelle per eccellenza attraverso le voci di Patti Smith, Janis Joplin, Tracy Chapman, Diana Ross, ma anche Björk, Tori Amos, Courtney Love, fino a St. Vincent e M.I.A. Cinquanta artiste indimenticabili e le loro avventure professionali e personali, tra curiosità, spunti e ispirazioni per la vita di ogni donna. Magistralmente illustrato da Sara Paglia, artista con la passione del ritratto e della musica, e una colonna sonora da disco di platino da ascoltare a tutto volume, Rocket Girls riporta sul palco le vite straordinarie e le canzoni simbolo dell’epoca immortale del rock, al femminile.

Laura Gramuglia è speaker, dj, autrice. È stata tra i conduttori di Weejay a Radio Deejay. Ha scritto di musica e donne su «Rolling Stone», «Tu Style», «Futura» e ha collaborato al lancio della piattaforma online radio e podcast Spreaker. Su Radio Capital è autrice e conduttrice dei programmi Rock in Love, Capital Hot, Capital Supervision e Rocket Girls.

Sara Paglia è nata a Roma nel 1984, città dove vive e lavora come artista. Ha frequentato l’Istituto Europeo di Design e ha lavorato come grafica per gli anni a seguire. Oggi si dedica a tempo pieno alla sua passione più grande, l’illustrazione, realizzando su commissione artwork su grandi tele, muri o carta con inchiostro e colori. Ha collaborato con «Rolling Stone».

NEWSLETTER DAL 26 AL 29 GIUGNO (con trasferta in Certosa)

Ecco gli incontri dei prossimi giorni.

Ci si vede, qui o in giro.

Orari soliti lun e giov 9,30 16,30. Mar merc ven e sab 9,30 19,30!

Mercoledì 26 giugno alle 18 in libreria

Andrea Fiorenza, con Carla Angeloni e Michele Mantovani presentano “L’azienda abitabile. Come organizzare gli ambienti di lavoro per migliorare il benessere, le prestazioni e la produttività” (Giorgio Pozzi).

Modera Maurizio Boschini, direttore del personale al teatro Comunale di Bologna.

Negli ultimi anni le imprese si sono trovate ad affrontare una realtà caratterizzata da profonde rivoluzioni tecnologiche, che hanno apportato dei mutamenti nelle professioni e nell’organizzazione della gestione d’impresa. La funzione Risorse Umane ha finito per acquisire un ruolo sempre più centrale, dato che il capitale umano è diventato fondamentale per lo sviluppo e la sopravvivenza stessa di un’organizzazione. Di conseguenza si è manifestato il bisogno di mettere in atto nuove prassi per la gestione delle persone, prassi basate sulla creazione di condizioni di lavoro ottimali. Solo chi saprà cogliere al meglio i nuovi bisogni delle persone, utilizzando la loro creatività ed energia, potrà fornire prodotti e servizi attuali e richiesti dai mercati.
engano in considerazione i reali bisogni delle persone.

Carla Angeloni è architetto e partner di Pratello design s.r.l., studio di architettura operante sia in Italia che all’estero. Specializzata in analisi delle strutture, ha collaborato con il dipartimento di scienze delle costruzioni dell’Università di Firenze. Ha effettuato negli anni interventi di rilievo sia per privati che per il pubblico, nonché per aziende. Ha acquisito competenze nel social housing gestendo per molti anni le edificazioni e le ristrutturazioni degli oltre duemila alloggi della Cooperativa Risanamento.

Andrea Fiorenza è consulente di direzione, saggista e romanziere, direttore della collana “Pragmatica” per Giorgio Pozzi Editore e partner di Horsa People. Ha una lunga esperienza nella psicologia clinica e delle organizzazioni ed è autore di numerose pubblicazioni tradotte in altre lingue, tra cui: Comunicazione e cambiamento (Edizioni ER, 1995), Ansia, 99 stratagemmi (Rizzoli, 2006), Quando l’amore non basta(Rizzoli, 2008), Dalla telefonata al primo colloquio. 21 errori da evitare (Giorgio Pozzi Editore, 2015), Alte prestazioni: le ancore di carriera per valutare e motivare (Giorgio Pozzi Editore, 2017). Ha curato l’edizione italiana del libro di Edgar Schein Le ancore di carriera (Giorgio Pozzi Editore, 2019). 

Michele Mantovani è architetto e attualmente partner in Pratello design s.r.l., studio di architettura bolognese che opera sia in Italia che all’estero con la realizzazione di progetti sia in ambito pubblico che privato. Si è laureato all’università di Firenze e fin dai primi anni ha collaborato con prestigiosi studi professionali maturando esperienze significative nella progettazione di spazi di vita funzionali. Con Carla Angeloni ha fondato Pratello 90 e Pratello design, società che raggruppano professionisti operanti nel mondo dell’architettura e dell’housing sociale.

Giovedì 27 giugno alle 21.30
al Cimitero Monumentale di Bologna, via della Certosa 18
parte Animemunde, il progetto curato da Alessandro Tampieri.

I classici della letteratura italiana, rivivono anche quest’anno nel palcoscenico della Certosa di Bologna con un programma rinnovato nel percorso e nei brani. Riflessioni sulla caducità della vita
che trovano voce e corpo nel più vasto museo a cielo aperto della città. Una grande biblioteca della memoria, insieme individuale e collettiva, dove fare incontrare i tesori dell’arte con quelli
della parola.

Bookshop in collaborazione con Trame

Il ritrovo è 30 minuti prima nel cortile della chiesa presso l’ingresso principale (lato Ospedale Maggiore, parcheggio di Viale Gandhi, autobus 19)
tutti gli appuntamenti sono confermati anche in caso di maltempo
Entrata 10 euro, di cui 2 saranno devoluti alla valorizzazione della Certosa
prenotazione obbligatoria | 338 9300148 | at.teatro@gmail.com
a cura di Rimachèride, Istituzione Bologna Musei, ASCE

nell’ambito del PATTO PER LA LETTURA di Bologna e di BOLOGNA ESTATE 2019

Gli altri appuntamenti saranno martedì 23 luglio alle 21, venerdì 30 agosto alle 21 e sabato 14 settembre alle 20.30

Venerdì 28 giugno alle 18 in libreria
Milica Marinković presenta “In serbo” (Les Flâneurs Edizioni) e ne parla con Vassiliki Pazios.

1999. La NATO bombarda la Jugoslavia. La dodicenne Mila e la sua famiglia cercano scampo preferendo ai rifugi sotterranei il bosco, dove provano a condurre una vita “normale” aggrappandosi alle tradizioni e alle storie che la bisnonna, Shahrazād di questa guerra balcanica, racconta alla piccola comunità di persone che, come loro, hanno scelto di nascondersi nella natura. E così, attraverso le narrazioni della nana si delineano i nessi fra quello che accade nel Paese e la condizione umana, esistenziale e storica, e si rivelano le vere conseguenze della guerra su chi sopravvive ma si ritrova prostrato dagli smarrimenti mentali e dal vuoto emotivo che derivano dalla perdita delle persone care.
Con un prologo nei primi anni Novanta, al tempo della guerra in Bosnia, e un epilogo nel presente, in un futuro dopoguerra, In serbo fa i conti, nel suo ventesimo anniversario, con quella sanguinosa “missione di pace” della quale non si è parlato abbastanza nonostante la Serbia sia così vicina all’Italia.

Milica Marinković, nata a Smederevo (Serbia) nel 1987, laureatasi in Lingue e letterature romanze e in Linguistica francese presso l’Università di Belgrado, ha concluso un dottorato di ricerca in Francesistica all’Università di Bari “Aldo Moro” con una tesi sul labirinto nella letteratura francofona. Ha pubblicato diversi saggi e racconti su riviste e siti specializzati e fa parte della redazione di «incroci. semestrale di letteratura e altre scritture» (Adda).
È (co)traduttrice di diversi volumi e coautrice di due antologie poetiche. Prima di “In serbo”, ha pubblicato il romanzo “Piacere, Amelia” (Les Flâneurs 2016).

Vassiliki Pazios è psicologa e psicoterapeuta di nazionalità francese e greca. Vive e lavora a Bologna. Si occupa di psicoterapie psicoanalitiche, infanzia, adolescenza ed età adulta.

Sabato 29 giugno alle 12 in libreria

Matteo Meschiari presenta “L’ora del mondo” (Hacca) e ne parla con Giovanni Bitetto.



Una bambina nasce senza una mano e per questo motivo, forse, la abbandonano nelle Terre Soprane, le regioni sospese tra leggenda e geografia sotto i crinali dell’Appennino modenese. Si chiama Libera, e lo è in molti sensi. Inselvatichita, cresciuta nei boschi con i lupi, viene presa e ridotta alla norma, ma scappa. Sopravvive rubando cibo dalle case dei villeggianti. Continuerebbe così, ma l’Uomo-Somaro le affida un compito: ritrovare il Mezzo Patriarca Perduto. Se non lo farà, le Terre Soprane svaniranno, e loro, i Semidei, non potranno più dialogare con gli animali del mondo. Così Libera parte.

Matteo Meschiari, già ricercatore in Discipline Demoetnoantropologiche, è professore associato in Geografia all’Università di Palermo. Oltre a numerosi articoli, ha pubblicato Sistemi selvaggi. Antropologia del paesaggio scritto (Sellerio 2008), Dino Campana. Formazione del paesaggio (Liguori 2008), Terra sapiens. Antropologie del paesaggio (Sellerio 2010), Nati dalle colline. Percorsi di etnoecologia (Liguori 2010), Spazi Uniti d’America. Etnografia di un immaginario (Quodlibet 2012), Uccidere spazi. Microanalisi della corrida (Quodlibet 2013), Geofanie. La terra postmoderna (Aracne 2015), Antispazi. Wilderness Apocalisse Utopia (Pleistocity Press 2015), Artico nero. La lunga notte dei popoli dei ghiacci (Exòrma 2016), Geoanarchia. Appunti di resistenza ecologica (Armillaria 2017), Disabitare. Antropologie dello spazio domestico (Meltemi 2018), Bambini. Un manifesto politico (Armillaria 2018) “L’ora del mondo” (Hacca, 2019).
La geografia umana, l’antropologia dei mondi contemporanei e l’ecologia culturale sono al centro della sua scrittura.

Giovanni Bitettto nasce ad Andria nel 1992. Attualmente risiede a Bologna, città in cui studia Italianistica. Ha scritto per varie fanzine e blog. Collabora con 404: File Not Found e Rivista!Unaspecie. Ha fatto parte di due antologie di racconti patrocinate dal collettivo Wu Ming. Ha pubblicato racconti su TerraNullius e Nazione Indiana. Nel tempo libero mangia gelati, guarda match di wrestling e ascolta noise.

Libreria Trame società cooperativa
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Orario di apertura continuato:
lunedì e giovedì dalle 9,30 alle 16,30,
martedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 9,30 alle 19,30

Qualora desideraste essere eliminati dalla mailing list, inviate una nuova mail con oggetto
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NEWSLETTER da sabato 15 a sabato 22 giugno (e via con l’estate!)

Da sabato 15 a sabato 22 giugno: ecco le nostre proposte per i prossimi giorni.

Questi gli orari: sabato 15 giugno Trame chiude alle 18,30.
Lunedì 17 e giovedì 20 giugno dalle 9,30 alle 16,30.
Martedì 18, mercoledì 19, venerdì 21 e sabato 22 giugno dalle 9,30 alle 19,30.

Vi aspettiamo…

Sabato 15 giugno alle 12 in libreria
si presenta il nuovo numero di Zona Letteraria (Prospero edizioni).

Con questo nuovo appuntamento Zona Letteraria vi parlerà di sport e società, di sport e politica, e di come lo sport possa diventare il termometro attraverso il quale misurare la febbre che attraversa la vita di una comunità in un determinato momento storico. All’interno di questo numero incontrerete alcune discipline (si parla di calcio, basket, alpinismo, atletica leggera, tennis, rugby, ciclismo e persino del quidditch, che nasce traendo spunto dalle leggendarie sfide narrate nella saga di Harry Potter) e diversi modi di leggere – e di scrivere, visto che il nostro principale strumento di indagine è la letteratura – le vicende e le esperienze sportive del passato e di questo nostro burrascoso e confuso presente.

Fra i partecipanti Silvia Albertazzi, Cristina Muccioli, Alberto Sebastiani, Stefano Calanchi, Agostino Giordano, Rudi Ghedini, Giuseppe Ciarallo, Giovanni Marchetti, Luca Cristiano, Luca Gavagna, Paolo Vachino.

Martedì 18 giugno alle 18 in libreria
Debora Omassi presenta “Libera uscita” (Rizzoli) e ne parla con lo scrittore Paolo Panzacchi.

Barbara vorrebbe guardarsi allo specchio e riconoscersi. Mentre cerca di pagare l’affitto con qualche servizio fotografico e prova a esercitare il suo fascino, non smette di domandarsi: “Chi sono? Cosa vede la gente in me?”. Perché lei, ventiquattro anni, in quel corpo magnetico di cui si serve come fosse una bacchetta magica dal potere sconosciuto, non ci si sente. O meglio: Barbara, in quel corpo, si sente un ragazzo. Nell’esercito vede l’occasione per riscoprirsi e andare altrove, lontana, spingersi oltre ogni limite per ritrovarsi e nascondersi sotto una divisa. Ma una volta dentro, tornare indietro sembra impossibile: allenamenti estenuanti, lenzuola ripiegate al millimetro, caporali senza scrupoli. Non bastano Luna, la minuta
ragazzina con la forza di un leone e fedele alleata, e Salvatore, il suo punto di riferimento tra quelle mura grigie, ad alleviare il ricordo della famiglia e del fidanzato di una vita che la aspetta a casa. E così, dentro e fuori si mischiano in un caos, e Barbara comprende la portata di quella sfida solo quando ormai ha messo
in gioco tutta se stessa. Il soldato Barbara ha giurato, ma si troverà di fronte a un’altra scelta: rimanere o andarsene?

Debora Omassi con una scrittura che arriva diretta al cuore, cruda ma traboccante della freschezza di una giovane autrice, senza lasciare spazio all’immaginazione ci mette a parte di un mondo impenetrabile, attraverso gli occhi di una ragazza che prova e riprova in cerca della propria strada. In fondo, solo sbagliando
possiamo capire chi siamo, e iniziare a vivere.

Debora Omassi è nata a Brescia nel 1993. Vive a Milano, dove lavora come libraia. Ha esordito nel 2015sulla rivista «Nuovi Argomenti» e ha pubblicato la raccolta di racconti
Fuori si gela (2016). Questo è il suo primo romanzo.

Mercoledì 19 giugno alle 18 in libreria
Alfio Neri presenta “La macchina della verità. Sul perché i tarocchi predicono il futuro” (Ombre corte edizioni) e ne parla con Giuliano Berruti, informatico.

Farsi leggere i Tarocchi sembra una follia. Eppure la cartomanzia è una specie di giardino segreto, un piccolo mondo di associazioni semantiche nascoste in piena luce. Per chi è attento, la macchina tarologica è un meccanismo in grado di dischiudere alla narrazione un mondo di mitologie private segrete e palpitanti.
Questo libro affronta in modo razionale una serie di nodi operativi e concettuali che rendono comprensibile l’attivazione e la formulazione della pratica divinatoria. Il testo analizza come la seduta cartomantica possa delineare tre differenti meccanismi: la configurazione di particolari costellazioni simboliche, l’attivazione di specifici meccanismi cognitivi inconsci e l’articolazione di una narrazione coerente capace di dare un senso compiuto alle configurazioni. La forma enigmatica dei percorsi narrativi della divinazione non deve trarre in inganno. L’analisi di questi meccanismi semiotici, psicologici e culturali indica che le piccole storie delle mitologie personali nate dalla pratica cartomantica non sono proprio dei vuoti giri di parole.
Per quanto sembri strano, i Tarocchi sono davvero una macchina capace di articolare verità socialmente condivise, un meccanismo razionale congegnato per pre-dire cose nascoste del nostro futuro.

Alfio Neri insegna Storia e Filosofia nei Licei. Ha pubblicato: Pioggia di sangue. La guerra civile in Colombia (L’Harmattan Italia, 2001), Società e crisi politica nella Colombia contemporanea (L’Harmattan Italia, 2004), Architettonica della guerra. Modelli teorici, leggi concettuali e costituzione ontologica (L’Harmattan Italia, 2006), e per i nostri tipi La forza dell’illusione. Industria culturale, finanza e grande politica (2018).
Collabora con la rivista on-line “Carmilla”.

Giovedì 20 giugno alle 16
appuntamento in vicolo Tubertini angolo via Oberdan 9 a Bologna
per CoolTour 2019 LUNGO LA VIA CAVALIERA Il complesso di Palazzo Tubertini
Ripercorreremo la formazione del complesso e ne visiteremo gli eleganti interni di sapore neoclassico con Elisabetta Landi e introduzione di Daniela Delvecchio.
Alle 17,30 nella Sala conferenze Saluto di Azimut e presentazione della mostra fotografica di Stefano Monetti “Bologna, un centro”.

E alle 18 Eléonore Grassi presenta “IL PICCOLO LIBRO DELLE NUVOLE” (Pendragon) e ne parla con Giampaolo Venturi.
Letture a cura di Lorenza Leonzi, Mirko Maraldi, Andrea Marano, Federica Mattiazzi, con il coordinamento di Barbara Anzivino.
Bookshop a cura di Trame. A seguire aperitivo.

Un mondo di meraviglie appena sopra di noi
Le nuvole sfuggono alle classificazioni, si dileguano davanti alle rappresentazioni, mettono in discussione le definizioni, disobbediscono alle regole, superano i confini, sia geografici che disciplinari, confondono i campi. Sono schermi di separazione e al tempo stesso di unione tra la terra, finita, e il cielo, infinito. Sono elementi metaforici e reali, simbolici e materiali. Sono cose, ma anche segni. Non temono le contraddizioni, contengono gli opposti, coltivano le antinomie. Sono duplici e ambivalenti. Sono forme senza forma. Ma c’è qualcosa di più, oltre alle nubi: ci siamo noi e il nostro sguardo su di loro… Un viaggio alla scoperta delle nuvole tra arte, scienza, letteratura, illustrazione e filosofie orientali.

Eléonore Grassi, nata a Parigi, vive e lavora a Bologna. Dopo una laurea in Sociologia dell’arte e della letteratura a Bologna e un master in organizzazione di eventi culturali a Roma, ha lavorato per molti anni come operatrice culturale e curatrice di arte contemporanea. Recentemente si è specializzata in letteratura e editoria per l’infanzia all’Accademia Drosselmeier di Bologna. Oggi si occupa di (in ordine alfabetico): comunicazione, creatività, didattica dell’arte, libri per ragazzi, scrittura e yoga. E soprattutto delle connessioni tra questi ambiti, solo apparentemente diversi.

Venerdì 21 giugno alle 18 in libreria
Paolo Donini presenta “La scatola di latta” (Voland) e ne parla con Matteo Marchesini.

P è una creatura senza storia né età, un artista o un poeta (“il che per molti aggiungeva mistero al mistero”); vive isolato nella piccola comunità di Ics osservandola dalla sua soffitta “come in fondo alla lente di un cannocchiale”; apparentemente non fa nulla e non si sa come riesca a campare, salvo sperperando il patrimonio di famiglia. Beato praticante della pigrizia come sottile forma di eversione, finirà inaspettatamente nel cosiddetto corso della realtà quando iniziano a prodursi bizzarri fenomeni che travolgeranno la pacifica vita della cittadina. Tra epidemiche amnesie, primavere in pieno inverno, scombussolamenti urbanistici, inspiegabili sparizioni, la chiave del rebus è sotto gli occhi di chi legge. “La scatola di latta” è un’avventura ironica nel labirinto del linguaggio, una fabula universale sulla lettura come viaggio verso la salvezza.

Paolo Donini è nato nel 1962, ha pubblicato tre raccolte di poesia, Incipitaria (Genesi Editrice, Torino 2005), L’ablazione (La Vita Felice, Milano 2010), Mise en abîme (Anterem edizioni, Verona 2016); scrive saggi di critica d’arte e letteraria per monografie, riviste, blog. Si occupa di curatela di mostre e di spazi espositivi.

Matteo Marchesini è nato nel 1979 a Castelfranco Emilia e vive a Bologna. Ha pubblicato le satire di “Bologna in corsivo. Una città fatta a pezzi” (Pendragon 2010), il romanzo “Atti mancati” (Voland 2013, entrato nella dozzina dello Strega), la raccolta critica “Da Pascoli a Busi” (Quodlibet 2014), le poesie di “Cronaca senza storia” (Elliot 2016) e i racconti di “False coscienze. Tre parabole degli anni zero” (Bompiani 2017). Nel 2019 è uscito per Il Saggiatore “Casa di carte”
Collabora con Il Foglio, Il Sole 24 Ore, Radio Radicale e il blog Doppiozero.

Sabato 22 giugno alle 12 in libreria
omaggio ai Nirvana con l’antologia “Come spiriti adolescenti. 25 scrittori per Kurt Cobain” (Radici Future).
Ne parleranno Gianluca Morozzi, il curatore Piero Ferrante e Antonio Lorenzo Falbo.

“Abbiamo messo insieme 25 tra scrittrici e scrittori (chi per davvero e chi no, chi di teatro e chi giornalista), obbligandoli ad andare a ripescare dallo scaffale in alto di chissà quale mobile, dalla mensola in fondo della memoria che si usura, un cd, un vinile, un ricordo, una cassetta. Quello che è venuto fuori, spontaneo e senza regole, è un gigantesco album che se lo ascolti prima e poi lo leggi in fila ci stanno dentro distorsioni di chitarra e di cuore, parole tanto grandi che, aperte come sono, rivelano anime. I Nirvana hanno sempre rifiutato fascismi e violenze in generale. Gli incassi di più d’un concerto sono andati a favore di cause civili, specie ad associazioni contro la violenza sulle donne. Per lo stesso motivo, tutti gli autori e me come curatore, abbiamo deciso di rinunciare a ogni compenso o diritto e di devolvere per intero quel poco che ci sarebbe spettato a un progetto che, a torino, opera in bassa soglia per accogliere donne in condizioni di vulnerabilità (economica, familiare, sociale, abitativa…).
Il progetto si chiama drop house ed è del gruppo abele, onlus fondata 53 anni fa da Luigi Ciotti.”

NEWSLETTER DAL 12 AL 15 GIUGNO (residenziale per una volta!)

Tutto a Trame questa settimana, gialli, romanzi, nere filastrocche, libri per ragazzi, riviste.

Gli orari? Lunedì 9,30-16,30, dal martedì al sabato invece ci siamo 9,30-19,30.

Vi aspettiamo.

Mercoledì 12 giugno alle 18 in libreria

Fabrizio Silei presenta “Trappola per volpi” (Giunti) e ne parla con Gianluca Morozzi.

In una Firenze fascista dal sapore popolare, arriva una delle coppie di investigatori più sorprendenti e originali del giallo italiano.

«Mi piacciono le trappole, hanno il pregio di far risparmiare un sacco di tempo, ma il difetto di catturare alle volte l’animale sbagliato. Non mi piacciono invece i lacci o le tagliole, perché chi ci finisce non ha scampo, innocente o colpevole, ci lascia le penne o una zampa… quando si tratta di uomini è molto facile che una trappola si trasformi in una tagliola o in un laccio. Bisogna fare attenzione…»

Occhi chiari, baffetti neri, borsalino e soprabito, come un poliziotto del cinema. «Ma questo, santo cielo, sembra un ragazzino appena uscito dall’università!» pensa il tranviere Ettore Becchi scrutando il vicecommissario Vitaliano Draghi, appena giunto sull’argine dell’Arno a verificare la situazione. È l’alba del 3 luglio 1936 e, in una Firenze ancora avvolta nella nebbia, vicino a un vespasiano, l’uomo ha scoperto qualcosa di inquietante: una donna distesa nell’erba, l’elegante vestito macchiato di sangue. Vitaliano sente un’ondata di ansia nel petto: i suoi superiori sono assenti, è il suo primo vero caso, e ancora non sa quanto importante e delicato. La vittima, infatti, è la giovane moglie del senator Bistacchi, vicinissimo al Duce. Vitaliano, che un giorno sì e un giorno no si pente di aver mollato la letteratura per la criminologia, capisce di aver bisogno di rinforzi. Ma non basta un aiuto qualsiasi, serve una mente davvero prodigiosa: quella di Pietro Bensi, il contadino della fattoria nel Chianti in cui è cresciuto. È stato proprio lui, che ha letto tutti i libri della biblioteca del conte e si diletta a costruire complicati marchingegni, a far nascere in Vitaliano la passione per gli enigmi e per le trappole. Perché se vuoi catturare una volpe, devi pensare come una volpe, gli ripete sempre Pietro. Ma ci vuole coraggio per portare un contadino, neanche tanto segretamente antifascista, per le strade e i palazzi di una Firenze dove anche i muri hanno orecchie…
Un giallo di grande atmosfera, con una coppia di detective inedita e curiosa, destinata a entrare nel cuore dei lettori.

Fabrizio Silei, laureato in scienze politiche, ha lavorato per anni come sociologo presso diversi istituti di ricerca dedicandosi soprattutto alle tematiche dell’identità e della memoria. È uno scrittore e illustratore per bambini.
Tiene laboratori di scrittura autobiografica come cura di sé e di scrittura creativa, laboratori per ragazzi e bambini e corsi per insegnanti sulla didattica della creatività.
Nel 2012 con “Il bambino di vetro” vince il Premio Andersen. Nel 2014 vince il premio Andersen come miglior scrittore. Nel 2018 esce “Alice e i Nibelunghi” (Salani).

Gianluca Morozzi è nato nel 1971 a Bologna, dove vive. Ha esordito con il romanzo “Despero” (2001) e ha raggiunto il successo con “Blackout” (2004), da cui è stato tratto un film. Tra i suoi romanzi ricordiamo “L’era del porco” (2005), “Colui che gli dei vogliono distruggere” (2009), “Lo specchio nero” (2015), “Gli annientatori” (2018), “Dracula ed io” e “Bologna in fiamme” (2019).

Giovedì 13 giugno alle 18 in libreria
presentazione del libro di Fernando Guglielmo Castanar “Il postino di Mozzi” (Arkadia).
L’autore dialogherà con Marino Magliani e Mauro Baldrati.

Lui è un uomo metodico. Sa di voler scrivere e lo fa anche con una certa bravura. E pare abbia anche individuato la persona giusta per far emergere le sue doti. Per questo invia sempre le sue proposte letterarie a un genio della letteratura qual è Giulio Mozzi. Purtroppo per l’aspirante scrittore, pare proprio che il grande scout di talenti non riesca mai a dargli una risposta. Anzi, lo ignora del tutto. Un po’ per rivalsa e un po’ per disperazione, lo scrittore mancato decide di accettare quell’incarico da postino che gli era stato offerto, guarda caso proprio nella città in cui vive Mozzi. Per trenta lunghi anni gli consegnerà la posta. Forse non tutta, però. Infatti si riserverà di tenere per sé quelli che gli sembrano i manoscritti più interessanti. E così, il giorno in cui andrà in pensione, spedirà allo scopritore di talenti un bel lavoro antologico, formato di frammenti di romanzi, racconti, lettere e altro materiale, tutto sottratto dalla buca delle lettere di Mozzi.

Fernando Guglielmo Castanar, padre triestino, madre toscana, dopo l’adolescenza nel Nord Est vorrebbe vedere anche come si vive nel Nord Ovest, ma si ferma prima, sulle colline del pavese. Pensionato. Scrittore, ne Il postino di Mozzi ha voluto giocare con le parole e con le pagine dei libri, con i sentimenti degli scrittori, coinvolgendo in questa avventura gli amici della vita reale: Valter Binaghi, Adrián N. Bravi, Giovanni Agnoloni, Claudio Morandini, Riccardo De Gennaro, Matteo Galiazzo, Marco Candida, Giacomo Sartori, Arianna Destito, Nunzio Festa, Franco Arminio, Mauro Baldrati, Mario Bianco, Marco Drago, Francesco Forlani, Carlo Grande, Franz Krauspenhaar, Marino Magliani, Giulio Mozzi, Beppe Sebaste, Riccardo Ferrazzi, Emilia Marasco, Stefano Zangrando, Giorgio Vasta, Alessandro Zaccuri, Alessandro Gianetti, Valentina Di Cesare, Paolo Morelli, Sergio Garufi.

Venerdì 14 giugno alle 18 in libreria
Nicola Lucchi presenta i suoi due ultimi titoli “Filastrocche dell’addio. Sangue e lacrime in celluloide” (BakemonoLab) e Il pallone di cuoio” (Bacchilega) e ne parla con Luca Occhi.

“Filastrocche dell’addio. Sangue e lacrime in celluloide” è una dedica d’amore, una macabra e grottesca serenata alla decadenza dell’età dell’oro di Hollywood. Si tratta di una raccolta di filastrocche macabre dedicate a 17 grandi cineasti e attori del cinema classico americano, morti suicidi per le più svariate ragioni. Le filastrocche, tra umorismo nero e dramma, raccontano la vita dei personaggi fino alla loro triste dipartita. Si tratta di un omaggio al mondo di Hollywood e del cinema in generale, dove artisti quali James Whale, Marilyn Monroe e George Reeves si raccontano o vengono raccontati da voci narranti talvolta ciniche altre volte dolci e appassionate. Ad accompagnare ogni poemetto un’illustrazione dell’artista Nicola Ballarini (Logos, Corraini ecc…) che, lasciando fuori campo l’atto tragico del suicidio, riesce a fissare l’atroce gesto di ogni protagonista in un indelebile bianco e nero privo di figure umane. La scelta della filastrocca non è ovviamente casuale. La semplicità delle rime, così come il ritmo, le ripetizioni e le sonorità offrono infatti al tema cupo del suicidio un tono più rilassato, quasi fanciullesco, e permettono al lettore di scoprire con facilità, vita e morte di alcune delle più grandi star del cinema. 

“Il pallone di cuoio” è un racconto per ragazzi. Emma ha nove anni e la passione per il gioco del calcio, però, ha due problemi, anzi tre: è una femmina, è il 1949, il pallone è solo un mucchio di stracci arrotolati. Il fatto di essere una femmina, in realtà, è solo un problema di chi non la fa giocare, ma vivere subito dopo la guerra è un bel problema per tutti: i soldi non bastano per mangiare, figuriamoci per comprare un pallone da calcio in vero cuoio. Come fare? Emma ha un segreto: ha uno zio che vive in America e gli ha scritto una lettera per farsi regalare un pallone in vero cuoio. E oggi il pacco dall’America è arrivato! Ma il pallone in vero cuoio ha una forma così strana… Il libro è illustrato da Sualzo.

Nicola Lucchi (1981) è laureato in Pedagogia e in Lettere Moderne. Autore di documentari e film, lavora tra Milano e Los Angeles come sceneggiatore e copywriter. Scrive anche recensioni e articoli legati al mondo del cinema, collaborando con riviste quali Nocturno Cinema e Mistero Magazine. Il suo primo romanzo, dal titolo Da un inferno all’altro e vincitore del Festivl Giallo Garda 2015, è stato pubblicato nel maggio 2017 da Betelgeuse Editore. Nell’ottobre 2017, Edizioni EL ha pubblicato il suo primo libro per bambini: Johnny il camaleonte. Il suo secondo libro per l’infanzia, dal titolo L’albero degli stracci, è stato presentato alla Fiera dell’Editoria di Bologna 2019.

Luca Occhi, imolese, è fra i fondatori di Officine Wort, sodalizio imolese che organizza eventi e giochi letterari fra i quali il Romanzo Totale Chi ha ucciso Lucarelli? edito dalla Bacchilega Editore e il concorso Turno di Notte giunto alla XI edizione.
Vincitore diversi premi letterari, una ventina di suoi racconti sono stati pubblicati in antologie. 
Nel 2017 è uscito in libreria “Il Cainita” (Comma21-Damster Edizioni), il suo primo romanzo, che si è classificato al terzo posto nella sezione romanzi editi alla III edizione del Festival Giallo Garda, e nel 2018 il racconto lungo in e-book Tartare (Oakmond Publishing). Il 2019 ha visto la pubblicazione del suo secondo romanzo “Della stessa sostanza del buio” edito nella Collana Zero della Bacchilega Editore.


Sabato 15 giugno alle 12 in libreria
si presenta il secondo numero di Zona Letteraria (Prospero edizioni).

Con questo nuovo appuntamento Zona Letteraria vi parlerà di sport e società, di sport e politica, e di come lo sport possa diventare il termometro attraverso il quale misurare la febbre che attraversa la vita di una comunità in un determinato momento storico. All’interno di questo numero incontrerete alcune discipline (si parla di calcio, basket, alpinismo, atletica leggera, tennis, rugby, ciclismo e persino del quidditch, che nasce traendo spunto dalle leggendarie sfide narrate nella saga di Harry Potter) e diversi modi di leggere – e di scrivere, visto che il nostro principale strumento di indagine è la letteratura – le vicende e le esperienze sportive del passato e di questo nostro burrascoso e confuso presente.

Fra i partecipanti Silvia Albertazzi, Cristina Muccioli, Alberto Sebastiani, Stefano Calanchi, Agostino Giordano, Rudi Ghedini, Giuseppe Ciarallo, Giovanni Marchetti, Luca Cristiano, Luca Gavagna, Paolo Vachino.

NEWSLETTER DAL 3 ALL’8 GIUGNO CON ORARI BIZZARRI (se avete dubbi telefonate prima di passare)

Ecco gli orari:
lunedì mercoledì e sabato dalle 9,30 alle 19,30
martedì giovedì e venerdì dalle 9,30 alle 16,30 per variegate trasferte.
A seguire i nostri incontri a trame e in giro per la città! Vi aspettiamo…

Lunedì 3 giugno alle 18 in libreria

Giovanni Diamanti presenta “Fenomeno Salvini” (Castelvecchi) e ne parla con Donatella Campus.


Matteo Salvini ha reinventato la Lega, portandola dal 3 al 30% in pochi anni. La sua ascesa, da consigliere comunale a figura di punta del governo e dell’area sovranista europea, ha a che fare con diversi fattori. 
La personalità e lo stile di comunicazione diretto e disintermediato; una strategia mediatica costruita con cura, che tiene insieme social network, televisione e presenza sul territorio; l’insistenza su pochi temi-chiave molto sentiti dagli elettori italiani al tempo del populismo, come immigrazione, Europa, pensioni.
Ma chi è, davvero, Matteo Salvini? Come funziona la sua macchina della comunicazione? Qual è il profilo del “nuovo elettore” leghista? Con analisi e dati esclusivi del sondaggio inedito Quorum/YouTrend.

Giovanni Diamanti è cofondatore di Quorum e YouTrend, e stratega della comunicazione specializzato in campagne elettorali. Docente alla Scuola Holden, fa parte del direttivo dell’Associazione Italiana di Comunicazione Politica. Editorialista de Il Gazzettino, collabora come analista politico per Linkiesta.it e Radio Radicale

Donatella Campus è docente di Comunicazione politica e di Modelli di leadership politica presso l’università di Bologna.



Martedì 4 giugno alle 17
presso la Sala dello Stabat Mater alla Biblioteca dell’Archiginnasio a Bologna
“Vent’anni di Q. Sul rapporto tra ricerca storica e narrativa” con interventi di Carlo Ginzburg, Adriano Prosperi e Wu Ming.
L’incontro inaugura la mostra “Come un incendio d’estate secca e ventosa. Vent’anni di Q, un libro rivoluzionario tra storia della stampa e riforma”
Mostra a cura di Marcello Fini e Michele Righini con la collaborazione di Wu Ming.
Bookshop a cura di Trame.

In occasione del ventennale della pubblicazione del romanzo Q di Luther Blissett (Torino, Einaudi, 1999), la Biblioteca dell’Archiginnasio esporrà i propri materiali documentari – testi a stampa, manoscritti, stampe, disegni – riferibili alle vicende narrate nel romanzo e ai personaggi storici che vi compaiono. La mostra sarà anche online con un sito dedicato, in cui saranno presentati, secondo la stessa struttura, i materiali esposti e altri documenti aggiuntivi, alcuni dei quali finora inediti.
Sono previste visite guidate gratuite condotte dai bibliotecari dell’Archiginnasio, curatori della mostra, in collaborazione con Wu Ming.


Giovedì 6 giugno alle 18
alla Fondazione 2000 in Piazza dell’Unità 4 a Bologna
Luca Martini presenta “Mio padre era un comunista“ (Morellini 2019) e ne parla con Luigi Tosiani, segretario della Federazione PD Bologna. Modera l’incontro Alberto Sebastiani, giornalista de La Repubblica.
Bookshop a cura di Trame.

A 30 anni dal 1989 la generazione che ha visto cadere il Muro di Berlino fa pace con i propri padri che vissero l’epoca delle grandi ideologie contrapposte, del Sessantotto e della contestazione. Uomini come tutti, con un grande desiderio di giustizia e tante imperfezioni.
Virginio è un uomo di successo che vive un’esistenza agiata alla guida di una importante azienda meccanica dell’Emilia Romagna. Alla soglia dei 50 anni si ritrova fare i conti con il proprio passato che torna a bussare alla porta con una violenza inattesa: un padre comunista che gli ha insegnato valori ingombranti che non ha mai pienamente condiviso, un’automobile maledetta, segnata dal sangue e da una storia oscura e misteriosa che viene da lontano; una madre assente ma presente nel ricordo e nella capacita di evocare sensazioni e paure non sopite e mai del tutto dimenticate dal protagonista. Un viaggio a ritroso alla ricerca di una redenzione difficile ma necessaria, sconfiggendo ad uno ad uno i fantasmi di quell’infanzia che non è stato capace di combattere da bambino, autentiche ombre paurose e misteriose di una vita trascorsa tra sensi di colpa e desiderio di rivalsa.

Luca Martini (1971), bolognese, è presente in numerose antologie e riviste letterarie, ed è autore di circa trecento poesie, monologhi teatrali, una settantina di racconti, romanzi e favole illustrate. Tra le sue pubblicazioni più recenti: il romanzo Il tuo cuore è una scopa (Tombolini Editore, 2014), le raccolte di racconti L’amore non c’entra (La Gru, 2015) e Manuale di sopravvivenza per bambini invisibili (Pequod, 2018), la raccolta collettiva di memorie Il nostro due agosto (nero) (Tombolini Editore, 2015) e il libro per bambini Il coccodrillo che voleva essere drago (D Editore, 2017). Insieme a Gianluca Morozzi ha curato, tra le altre, le antologie di racconti Più veloce della luce (Pendragon, 2017) e Vinyl – storie di dischi che cambiano la vita (Morellini, 2017). Insieme a Barbara Panetta ha curato l’antologia On the radio – storie di radio, dj e rock’n’roll (Morellini, 2018).

Sempre giovedì 6 giugno a partire dalle 18
in piazza Verdi a Bologna
arriva la quinta edizione di Piazza Letteraria.
Trame supporta il bookshop.

“All’interno di BATTI IL TUO TEMPO festival – VII ed. un’anima pulsante ogni anno con ardore prende spazio: è l’idea della sublime condivisione di esperienze artistiche, è il corpo materiale di chi si mette in gioco per dedicarsi ad uno spazio collettivo, creato dal basso e dai bisogni di tante studentesse e tanti studenti che nelle aule universitarie a volte si sentono soffocare, dove idee ed esplosioni di senso hanno bisogno di riversarsi nelle piazze e nelle strade.
Abbiamo bisogno di raccontare e di essere raccontati, di porre al centro quelli che sono i nostri discorsi: la crisi, l’ondata di eventi politici, lo scatenarsi della bestia razzista, l’ascesa al governo di lega e 5 stelle, la risposta delle tanti e dei tanti attraverso i movimenti sociali, il femminismo, la transizione ecologica e la questione ambientale.

Ogni attore in campo ha un suo posto e chi scrive, chi recita, chi suona ha una sua modalità di rappresentare tutto ciò. Nel costruire nuove narrazioni abbiamo bisogno di un luogo che ci rappresenti, che sia orizzontale e trasversale. Piazza Verdi negli anni ha ospitato molte e molti di noi nelle più svariate forme: incontri pubblici, assemblee, eventi musicali e culturali, manifestazioni politiche.
Una piazza, un evento culturale costruito dal basso, per la città e nella città che respira crediamo che possa essere una parziale risposta alle esigenze di chi vive una zona sempre più sotto i riflettori della governance, che fendendo a colpi di riqualificazione e tentativi di gentrificazione pretende di trasformare un luogo in cui ogni giorno costruiamo percorsi di socialità, condivisione di saperi e proposte culturali, espressione di una zona universitaria eterogenea, che parla lingue e dialetti differenti, in continuo movimento, un bacino di bisogni e desideri.
Il 6 giugno questa poliforme intenzione di narrazione si alternerà in tante voci, dalle 18 alle 00 scrittori e scrittrici, musicist*, teatranti, studenti e studentesse, poeti, attori e attrici, dj’s, rapper si susseguiranno in performance/reading di 10-15 minuti ciascun*.
Durante l’iniziativa troveranno spazio anche case editrici indipendenti e librerie, incursioni artistiche ed esposizioni di ogni tipo.

Sabato 8 giugno alle 14,30 in libreria
si chiude la stagione primaverile di “letture sul sofà”, e il percorso nella letteratura giapponese, con il libro “Maschere di donna” di Enchi Fumiko, edito da Marsilio.
L’incontro è come sempre aperto a tutti.
Per chi volesse fare i “compiti delle vacanze” la lettura prevista per settembre è “Viaggio alla fine del millennio” di Abraham Yehoshua (Einaudi).


Sempre sabato 8 giugno alle 18
Dario Pontuale presenta “Certi ricordi non tornano” (CartaCanta) e ne parla con Valentina Ruvoli.


La Fortezza è una fabbrica di liquori ormai in disuso, compressa fra il Barrio e il Fiume. Tra i palazzi del quartiere periferico svetta il civico 49, ultimo baluardo di resistenza nei confronti della Panopticon, la società proprietaria dell’impianto che vorrebbe trasformare in un moderno centro commerciale. È qui che Michele, sedici anni, viene sorpreso a scrivere una grossa O con una A all’interno su un muro dell’edificio da Alfiero, un condomino con gli occhiali alla Pertini.
“L’inizio è insolitamente conradiano – un uomo cade in mare mentre un’onda si abbatte su una scialuppa. Ma subito una parola incrina, o semplicemente dissona, nell’immagine quasi sovratemporale da romanzo d’avventura di mare. È una parola ipercontemporenea: “resilienza”. Utile a leggere l’intero romanzo come una meditazione narrativa sul tema, o meglio ancora: un racconto lungo in cui lampeggia quel lemma come la chiave di un enigma.” (dalla prefazione di Paolo Di Paolo).

Dario Pontuale (Roma, 1978): scrittore, critico letterario e studioso di letteratura Otto-Novecentesca. Autore dei romanzi La biblioteca delle idee morte (2007), L’irreversibilità dell’uovo sodo (2009), Nessuno ha mai visto decadere l’atomo di idrogeno (2012), Certi ricordi non tornano (2018) e del racconto I dannati della Saint George (2015). Della biografica critica Madame Bovary di Gustave Flaubert: L’intramontabile Emma (2013), Il baule di Conrad (2015), Le malle de Joseph Conrad – Edition Zeraq, Bordeaux, (2016), La Roma di Pasolini (2017) e della raccolta di saggi Ciak si legge (2016) e Una tranquilla repubblica libresca (2017). Ha curato edizioni di Flaubert, Maupassant, Zola, Musil, Stevenson, Melville, Conrad, Svevo, Salgari, Tolstoj, Puskin, Cechov. Co-autore del documentario indipendente P.P.P. profezia di un intellettuale.
Fondatore, insieme a Paolo Di Paolo, della rivista letteraria Passaporto Nansen, collabora con la rivista salgariana Il corsaro nero.