NEWSLETTER Da lunedì 19 a sabato 24 marzo (aspettando BCBF2018!)

Ricordandovi l’incontro di oggi pomeriggio (che vale la pena sfidare le intemperie!!!) questa settimana presentiamo due romanzi recentissimi e il terzo incontro di Paesaggi di poesia.
Verso venerdì arriverà la newsletter con le collaborazioni Fiera del libro dei Ragazzi 2018.
State in ascolto.
E passate a Trame che abbiamo il libretto con il programma…

Lunedì 19 marzo alle 18.30
all’ Auditorium Enzo Biagi della bibilioteca Salaborsa in piazza Nettuno a Bologna
Andrés Neuman presenta “Vite istantanee” (Sur edizioni).
Ne parlerà con Marcello Fois e la traduttrice dei suoi libri Silvia Sichel.
Bookshop a cura di Trame.

«Andrés Neuman è uno scrittore toccato dalla grazia, e la letteratura del ventunesimo secolo sarà affar suo e di pochi suoi fratelli di sangue… Ogni buon lettore ritroverà nelle sue pagine ciò che è dato incontrare solo nella grande letteratura». Roberto Bolaño

Vite istantanee (Sur edizioni) è la sua nuova raccolta di racconti, selezionata appositamente per i lettori italiani.
Un’ adolescente osserva le vite altrui chiedendosi perché sembrino sempre così interessanti mentre a lei non accade mai nulla; due innamorati si scrivono lettere inventandosi vite parallele fatte di successi ed episodi memorabili, senza mai confessarsi i reciproci sentimenti; il vecchio Aristídes si trova a fare i conti con una vita in cui non ha mai avuto tempo per nessuno, nemmeno per i propri figli.
Che raccontino addii, solitudini o semplicemente lo scorrere del tempo, in queste istantanee sulle vite degli altri Andrés Neuman ferma l’immagine su momenti decisivi nelle esistenze dei suoi personaggi e riflette sulla fugacità del tempo e su come, nel quotidiano, le cose più evidenti solo raramente saltano davvero agli occhi.

Nato nel 1977 a Buenos Aires, figlio di musicisti argentini emigrati in Spagna Andrès Neuman è considerato uno dei migliori giovani scrittori latinoamericani.

Mercoledì 21 marzo alle 18 in libreria
presentazione del romanzo in uscita questa settimana di Giorgio Biferali “L’amore a vent’anni” (Tunué).
L’autore ne parlerà con lo scrittore e critico Sergio Rotino.

Giulio e Silvia abitano nella stessa strada, ma si conoscono in facoltà. Lui, cresciuto con due fratelli e genitori che stanno insieme da sempre, vive nel ricordo di amori infantili fatti di sguardi fugaci e imbarazzi; lei, figlia unica e costretta a vivere con una madre che non sopporta, ha varie storie tormentate alle spalle e si sente ormai incapace di legarsi a qualcuno. Sullo sfondo di una Roma umorale e capricciosa, l’incontro con Silvia trascinerà Giulio in un amore simile a un’altalena, dalla quale sarebbe bene scendere, a meno di voler scoprire il più inaspettato e beffardo dei segreti.

Giorgio Biferali è nato a Roma nel 1988. Scrive sul Messaggero e ha pubblicato i saggi “A Roma con Nanni Moretti” (Bompiani 2015, con Paolo Di Paolo) e “Italo Calvino. Lo scoiattolo della penna” (La nuova frontiera 2017).
“L’amore a vent’anni” è il suo primo romanzo.

Venerdì 23 marzo alle 18 in libreria
Leonardo Colombati presenta il recentissimo “Estate” (Mondadori).
Ne parlerà con lo scrittore Sergio Rossi.

Solo pochi mesi fa Jacopo D’Alverno aveva tutto: una famiglia, i soldi, l’amore, il rispetto e il Sea-Gull Hotel des Étrangers, l’albergo di lusso affacciato sul mare in cui la sua famiglia accoglieva da decenni stelle di Hollywood e capitani d’industria. Finché un incendio ha mandato tutto in fumo, innescando una catena di fallimenti: la moglie l’ha lasciato, indignata dal fatto che durante l’emergenza Jacopo abbia tratto in salvo illustri sconosciuti prima di pensare a lei e alla figlia.
E proprio quando a Jacopo sembra di non avere più nulla il destino mette sulla sua strada un grande amore dell’adolescenza mai dimenticato, che lo porterà, in un viaggio inatteso, al cospetto del più feroce assassino di massa degli ultimi vent’anni.
Questa è la storia dell’estate dopo la catastrofe, di un uomo che si ritrova a un bivio fatale: da una parte la possibilità di lottare per riprendersi ciò che è suo; dall’altra l’azzeramento degli ultimi vent’anni di vita e la ridefinizione completa di sé.

Uno dei più interessanti scrittori italiani contemporanei ci racconta la storia divertente e commovente di una crisi e di una ricostruzione.

Leonardo Colombati è nato nel 1970 a Roma. Ha pubblicato i romanzi Perceber (Sironi 2005, Fandango 2010), Rio (Rizzoli 2007), Il re (Mondadori 2009) e 1960 (Mondadori 2014). Ha curato i volumi Bruce Springsteen: Come un killer sotto il sole (Sironi 2007) e La canzone italiana 1861-2011 (Mondadori 2010). È redattore della rivista “Nuovi Argomenti” e ha scritto per diverse testate, tra cui “Corriere della Sera”, “Il Giornale” e “Vanity Fair”. Collabora a “IL”, mensile de “Il Sole 24 Ore”. È fondatore, insieme a Emanuele Trevi, di Molly Bloom, una scuola di scrittura con sedi a Roma, Milano e Lecce.

Sabato 24 marzo alle 18 in libreria
Paesaggi di poesia presenta Biagio Cepollaro “Lavoro da fare” (Edizioni Dot.Com Press).
Ne parlerà con l’autore Luciano Mazziotta.

Il terzo incontro di Paesaggi di poesia 2018, rassegna curata da Sergio Rotino, ospita Biagio Cepollaro di cui Dot.Com Press ripropone “Lavoro da fare” per la prima volta in formato libro, l’omonimo ebook uscito nel 2006 all’interno della collana “Poesia Italiana E-book”, una tra le prime edizioni digitali in Italia.
Le indicazioni per il “lavoro da fare” erano allora in questa scelta precisa e oggi se ne offre testimonianza attraverso appunto la sua riproposizione.
Opera spartiacque che anticipa la diffusione della poesia in rete e intrinsecamente importante, per il valore assunto fra gli autori e nelle poetiche dei primi anni del nuovo secolo, Lavoro da fare segna anche un passaggio nella poetica di Biagio Cepollaro. Del resto, insieme a Versi nuovi del 2004, questo titolo si trova a fare da traghettatore fra due trilogie: “De requie et natura” e il “Poema delle qualità”.
“Lavoro da fare” non è soltanto l’opera-ponte fra di esse: è poema complesso che sposta la scrittura di Cepollaro su nuove forme di sperimentazione, intrise, come già aveva notato Giuliano Mesa, sempre più di “meditazione e preghiera”.

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