NEWSLETTER dal 12 al 17 novembre (che dal rock punk scivola nel noir!)

Una settimana ricca di incontri che si conclude con una nuova avventura, in trasferta, sabato e domenica.
Lunedì orario breve 9,30 16,30.
Dal martedì al sabato 9,30 19,30.

Ci si vede!

Martedì 12 novembre alle 18 in libreria
Daniele Benvenuti presenta “Growin’ Up – Bruce Springsteen in the Italian Land” (Arcana) e ne parla con il musicista John Strada e altri ospiti a sorpresa.

“Growin’ Up” è il commovente racconto del vincolo che lega Bruce Springsteen e l’Italia alla luce del suo legame di sangue con il nostro Paese (non solo attraverso la mamma Adele) e con i fan tricolori. 
L’analisi, statistica, aneddotica e artistica, contempla tutti i concerti e anche le apparizioni secondarie tenute da Bruce in Italia: dallo storico 21 giugno 1985 per finire con la data romana al Circo Massimo del 16 luglio 2016.
Scalette precisissime, cronache minuziose e foto esclusive sono la base di un lavoro complesso e articolato, adatto alla lettura degli appassionati più incalliti quanto dei neofiti. 
Il volume comprende le prefazioni illustri di Willie Nile, Elliott Murphy, Graziano Romani e Alessandro “Ale” Besentini, un’approfondita analisi sociologica legata alla teatralità e al pubblico del r’n’r show, tabelle riassuntive delle apparizioni italiane, le setlist di tutti i concerti e gli elenchi di tutti (ma proprio tutti) i musicisti che lo hanno affiancato sui palchi tricolori. Senza dimenticare la meticolosa valutazione degli show, gli aneddoti quasi sconosciuti e le curiosità mai emerse (ma senza mai sconfinare nel gossip). 
Inoltre, alcune prestigiose figure analizzano lo stile chitarristico, l’uso dell’armonica, le caratteristiche vocali, l’uso della voce, la poetica, la psicologia, la visione politica e persino le prestazioni atletiche dell’artista. Ampio spazio viene riservato anche alla ricostruzione delle sue origini italiane, alle esperienze dei connazionali che hanno diviso il palco con lui, degli organizzatori (su tutti, Claudio Trotta) e del singolare mondo del pit.



Daniele Benvenuti, triestino, classe 1968, laureato in Scienze politiche, è giornalista professionista con ormai sei lustri di attività sulle spalle tra carta stampata, video, radio e palco. Studioso di popular music, tra le sue produzioni editoriali predilige biografie e monografie come quelle già dedicate ad artisti e ad atleti di prestigio internazionale, fra cui il volume “CantAttori” (Arcana). 



Mercoledì 13 novembre alle 18 in libreria
doppietta “Siamo nati da soli. Punk, rock e politica in Italia e in Gran Bretagna (1977-1984)” (Pacini editore) e “La filosofia dei Sex Pistols” (Mimesis).
Gli autori Alessia Masini e Giovanni Catellani dialogano con Oderso Rubini, storico produttore della scena rock bolognese e con Laura Carroli dei Raf Punk.

Negli anni Ottanta il punk era una forma d’arte, un simbolo globale di ribellione, una cultura musicale e giovanile: un fenomeno culturale complesso, che ha avuto importanti implicazioni politiche, tanto da diventare un nuovo circuito dell’attivismo giovanile e dell’impegno dopo il declino della “stagione dei movimenti”.
Fondato su un ampio ventaglio di fonti, il libro analizza origini e sviluppi del punk e lo colloca nelle sue reti transnazionali di produzione e mobilitazione: quell’esperienza diventa un osservatorio capace di restituire in modo originale le più ampie trasformazioni culturali e politiche del tempo, con particolare attenzione al caso dell’Italia e della Gran Bretagna.
Siamo nati da soli vuole in questo modo contribuire al rinnovamento delle cornici interpretative degli anni Ottanta, mettendo in discussione il senso comune sul decennio come “tempo del riflusso”, di “fine” della politica, di “trionfo” del privato e di “scomparsa” dei giovani.
 
Alessia Masini ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia, Politica e Istituzioni all’Università di Macerata. Studia la popular culture e il rapporto tra giovani e politica in età contemporanea, si occupa di editoria e public history, collabora con Rai Storia (Passato e Presente) ed è autrice del programma Vanloon (Radio Città Fujiko, Bologna). Sogna ancora di fondare una band.

Anyone can do it! Do it yourself! Chiunque può farlo! Fallo Tu stesso! Sono queste le due ingiunzioni che fanno del punk e dei Sex Pistols la più grande rivoluzione culturale del ’900. I Sex Pistols, urlando che non c’era più futuro, ne hanno inaugurato uno nuovo. La loro rivolta ha aperto a una miriade di nuove possibilità per la loro generazione, per quelle a venire, per tutti. A partire dal concerto alla Lesser Free Trade Hall di Manchester del 4 giugno 1976, nulla è stato più come prima. Con la loro sfrontatezza, senza volerlo, i Sex Pistols hanno riproposto le domande classiche della filosofia: Cosa posso? Cosa so? Cosa sono? Non erano dei filosofi, non volevano fare filosofia, ma ci hanno regalato suoni, parole e concetti di portata filosofica per rispondere in modo nuovo a vecchie domande. La speranza è che i percorsi, le linee di fuga, i concatenamenti, raccolti e accennati in questo volume, possano contribuire a testimoniare la forza dell’evento Sex Pistols.

Giovanni Catellani è diventato maggiorenne nel 1977. La musica è sempre stata la sua grande passione. La filosofia lo è diventata col tempo. Ha ascoltato God Save the Queen almeno mille volte. Non smetterà mai di incontrare le parole di Gilles Deleuze.


Giovedì 14 novembre alle 18 in libreria
Maria Paoloni presenta “Altra stagione”, appena uscito per Giraldi editore, e si confronterà con amiche che già sanno e con il pubblico che non sa ancora.
Verranno offerti assaggi di lettura per la voce di Patrizia Raggi, l’autrice, e altre, a sorpresa.

Cecilia, 70 anni compiuti, e Giordano, un senzatetto forse di poco più giovane, vivono l’inverno nell’attesa di ritrovarsi in primavera sul sagrato dove lui stazionava e dove Cecilia era arrivata nove mesi prima, sotto la spinta della fiducia assoluta nel potere salvifico della parola. Non si erano mai visti prima, eppure lei lo aveva istintivamente scelto perché l’aiutasse, ascoltando la sua narrazione e dialogando con lei, a sconfiggere un pensiero improvviso e nefasto che le stava provocando continui attacchi di panico.
Giordano era passato dal silenzio scandalizzato e offeso all’ascolto attento e coinvolto di una vita per lui assolutamente stravagante ed esagerata. Gli era poi arrivato il bisogno, in autunno, di cominciare a parlare ed erano venuti a galla ricordi, tanti e dolorosi, della sua vita, che credeva di aver accantonato per sempre. Era così successo che l’intimità delle confidenze e la spontaneità dei silenzi e la vicinanza dei loro corpi diventassero desiderio, e la sua emozionata manifestazione fosse il loro saluto prima che Giordano lasciasse il sagrato alla ricerca di un posto adatto al grande freddo.
L’intimità dell’ultima sera domina le emozioni e i pensieri dei due protagonisti che intanto vivono l’inverno separatamente, senza sapere nulla l’una dell’altro. Mentre i giorni scorrono per entrambi troppo lentamente, l’attesa impaziente e desiderante scivola nella consapevolezza di come le loro scelte di vita possano rendere difficile incontrarsi come quell’ultima sera.
Si può tornare a prima di allora? A primavera la risposta.

Maria Paoloni (1944), abruzzese di nascita, abita a Bologna da oltre 50 anni. Professoressa di psicologia alle superiori, in pensione. Ha partecipato a laboratori, scrivendo e pubblicando racconti e alcuni testi per una guida sentimentale di Bologna, venuta alla luce nella stanze di Trame. Il suo primo romanzo, “In quel che resta del tempo” (Giraldi) è del 2016. “Altra stagione” è il secondo.

Sabato 16 e domenica 17 novembre
al Sympò in via Lame 83, un’antica chiesa del 1500 nel centro di Bologna,
parte la prima edizione di Giallo Festival, un evento dedicato al giallo e a tutte le sue sfumature. 
Fra gli ospiti Carlo Lucarelli, Marco Malvaldi, D’Alatri, Gabriella Genisi, Viet Heinichen.
Bookshop a cura di Trame.



Dalla fiction alla verità: ci sarà spazio anche per la cronaca con l’incontro sulla Uno Bianca. A parlarne saranno due ex poliziotti ai tempi in servizio a Bologna e oggi scrittori: Carmelo Pecora e Maurizio Matrone. Con loro Rosanna Zecchi, dell’associazione parenti e vittime della Uno Bianca. Marco Malvaldi presenterà il suo ultimo libro ‘Vento in scatola’ scritto insieme a Glay Ghammouri, un ex militare tunisino, carriera stroncata in patria per motivi politici e oggi detenuto in Italia a causa di un grave delitto. Un libro nato dall’incontro durante un corso di scrittura tenuto nel carcere di Pisa.
Insieme a Malvaldi e Lucarelli festeggeremo i 90 anni del Giallo Mondadori, con la presenza di Franco Forte, direttore della collana. Il formato quasi quadrato e lo strillo ‘un libro che non vi lascerà dormire’ su sfondo giallo ne decretarono il successo immediato. 
La prima edizione del Giallo Festival si chiude con la premiazione del concorso letterario: ‘Un racconto per il cinno’. L’attore comico Vito è stato trasformato nel protagonista di un romanzo giallo (thriller) dal collettivo bolognese REMS diventando un vero e proprio detective: il caso migliore è stato scelto e pubblicato dalla casa editrice Damster-Edizioni del Loggione in appendice al romanzo.
Fra gli ospiti bolognesi anche Gianluca Morozzi e Andrea Mingardi.



Con il contributo Bper, Patrocinio Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna.


NEWSLETTER dal 31 ottobre al 9 novembre (con letargo della libraia)

Il 31 ottobre Trame c’è dalle 9 alle 13.
Poi si concede un breve letargo e riapre lunedì 4 novembre dalle 9,30 alle 14,30.
C’è parecchio nei prossimi giorni compresi due incontri esterni con Massimo Cacciari e Lidia Ravera.
Da martedì ripartono anche gli incontri in libreria belle cose dal noir italiano alle strategie di Beniamino Sidoti.
Vi aspettiamo.

Venerdì 1° novembre alle 21
presso la Casa del Popolo di Corticella “B. Tosarelli” in via Bentini 20 a Bologna
“E’ ancora attuale la politica?”
Incontro con Massimo Cacciari, filosofo, saggista e politico italiano, e con Mauro Olivi, ex deputato e segretario del PCI di Bologna negli anni ’70. Conduce la serata Caterina Giusberti di La Repubblica Bologna.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Un momento di riflessione dopo i risultati delle elezioni regionali in Umbria, e nell’ambito di un percorso di riflessione politico-culturale avviato nei mesi scorsi dalle realtà presenti in maniera stabile nella Casa del Popolo sul tema dei “valori”.

Lunedì 4 novembre alle 15
alla Cineteca di Bologna in piazzetta Pasolini a Bologna
“Longevità e sessualità” incontro con Lidia Ravera.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti. Bookshop a cura di Trame.

In occasione del Festival della longevità, questo incontro con la scrittrice Lidia Ravera sul rapporto tra longevità e sessualità diventa occasione per raccontare la recentissima collana “Terzo tempo” che Ravera cura per Giunti; una collana di storie d’amore fra persone di 60 anni e più.

“Raccontare “la nuova vecchiaia”, quella che una volta non c’era e adesso c’è, e dura 30 anni (salvo incidenti di percorso, ma quelli possono piombarti addosso sempre, purtroppo) e va vissuta con pienezza. Per sparare sugli stereotipi, quelli che ci vorrebbero dimesse e arrese, tutte intente a cancellarci le rughe e la data di nascita, pronte a negare d’aver vissuto, brutte tristi inattive inerti informi in attesa di trapasso, cariche di nostalgia e d’invidia…se siamo donne. Se siamo uomini, gli stereotipi che ci vorrebbero noiosi ipocondriaci e acidi, tutti intenti a sognare la ragazza della porta accanto che ha un terzo dei tuoi anni e non può comunque ridarti la giovinezza. Gli stereotipi fanno male sempre. Sopra i sessanta sono in grado di uccidere. Bruciatene uno al giorno, come assumendo un farmaco salvavita.” Lidia Ravera

Martedì 5 novembre alle 18 in libreria

Piera Carlomagno presenta “Una favolosa estate di morte” (Rizzoli) e ne parla con Marilù Oliva.



Accadono fatti terribili nella terra di mezzo tra Matera e Potenza, frontiera selvaggia che si ripiega su se stessa come le ripide gole che la solcano. E così una notte di giugno, nei calanchi vicino Pisticci, un uomo e una donna vengono assassinati brutalmente. Lui è Sante Bruno, architetto con entrature che contano. Lei, Floriana Montemurro, una ragazza bellissima, figlia di un potente notabile. Il duplice omicidio scuote la monotonia di una provincia in cui il pettegolezzo vola di bocca in bocca e le lingue sono affilate come rasoi. Indagare sul caso tocca a Loris Ferrara, magistrato in crisi che vuol rifarsi una vita, e all’anatomopatologa Viola Guarino. Abilissima nel leggere la scena del crimine, convinta sostenitrice dei metodi scientifici d’indagine, Guarino ha un sesto senso prodigioso. “Strega” la chiamavano da bambina. “Strega” pensano oggi di lei i suoi concittadini. E del resto, è la nipote di Menghina, celebre lamentatrice funebre della Lucania, una che ha trasformato la morte in professione e di stranezze se ne intende. Turbata dai sentimenti che prova per l’ombroso Ferrara, Viola si getta a capofitto nell’inchiesta. Mentre incombono i preparativi per Matera 2019 Capitale della Cultura, e il futuro si porta appresso milionarie speculazioni sugli antichi Sassi, dovrà confrontarsi con i misteri di un Sud in cui tutto sta cambiando anche se nulla cambia mai davvero. 
Piera Carlomagno svela, con eleganza e discrezione, il male profondo di una terra insieme ai tormenti e alle malinconie delle donne che la abitano.

Piera Carlomagno è giornalista professionale e presidente dell’associazione “Porto delle nebbie”, che organizza il SalerNoir Festival. Tra i suoi libri Una favolosa estate di morte (Rizzoli, 2019).

Marilù Oliva vive a Bologna. Scrive romanzi e insegna lettere alle superiori.
Ha scritto la Trilogia della Guerrera: ¡Tú la pagarás! (Elliot, 2011), Fuego (Elliot, 2011) e Mala Suerte (Elliot, 2012); e la Trilogia del Tempo: Le Sultane (Elliot, 2014) anch’esse in finale al Premio Scerbanenco, Lo Zoo (Elliot, 2015) e Questo libro non esiste (Elliot 2016)
Da sempre si occupa di questioni di genere e di attualità.
Ha curato per Elliot due antologie patrocinate da Telefono Rosa: Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio (2013) e Il mestiere più antico del mondo (novembre 2016).
Esce nel 2018 Le spose sepolte con Harper Collins e nel 2019 con Musica sull’abisso.
Collabora con diverse riviste Huffington Post e Thriller Magazine ed è caporedattrice nonché ideatrice di Libroguerriero.

Mercoledì 6 novembre alle 18 in libreria
Antonello Loreto presenta “Regina Blues” (Progetto Cultura) e ne parla con Andrea Santangelo.

A Regina non è una domenica come tutte le altre.
Nel pomeriggio va in scena la finale del “torneo delle scuole” che per questo luogo di provincia, borghese e sonnacchioso, rappresenta un momento importante, quasi solenne, di aggregazione della comunità. La città si organizza perché l’evento abbia il risalto che merita, probabilmente nel giorno di festa più atteso dell’anno.
Nella partita decisiva e contrariamente ai pronostici, si affrontano per la prima volta la squadra del Liceo Classico (i Santi) e quella del Liceo Scientifico (gli Eroi). La mattina che precede la finale, si incrociano le storie dei ventidue liceali che daranno vita ad un incontro memorabile sull’erba dello stadio del “Degortes”. Giovani vite, ancora adolescenti, costrette a diventare adulte troppo presto a causa di un evento drammatico ed epocale che sconvolgerà in pochi istanti i loro sogni e le aspettative future.
“Regina Blues” è un inno all’ottimismo. Attraverso le maglie strette delle angosce adolescenziali, dei primi amori più o meno corrisposti, insomma di una fisiologica paura di vivere che è propria del nostro tempo e, più in generale, di quella parte di vita che ognuno di noi ha attraversato, ritroviamo nel finale protagonisti adulti che, superati a fatica gli anni successivi alla tragedia, si voltano indietro consci che la vita va avanti, nonostante tutto, magari più bella di prima.
Ed anche Regina sarà più bella di prima.

Antonello Loreto nasce a L’Aquila nel 1970, laureato in Giurisprudenza, vive a Roma da molti anni ed è stato, per quasi venti anni, un consulente nel campo dello sviluppo e del marketing in vari settori (principalmente in finanza e comunicazione).
Ha collaborato nel biennio 96-97 con l’Istituto Cinematografico “La lanterna magica” e con l’Accademia dell’Immagine” dell’Aquila, come articolista della rivista mensile “Victor l’Avvoltoio”.
Ha pubblicato nell’ottobre 2014 “La favola di Syd”, romanzo d’esordio self publishing con la piattaforma de “ilmiolibro.it”, nel marzo 2016 il secondo romanzo “Un’Altra Scelta”, Edizioni Progetto Cultura, una casa editrice romana indipendente.
Affianca attualmente l’attività principale di romanziere con la direzione di alcune rassegne letterarie tra Roma e Milano, ed è consulente e docente di marketing applicato al mondo dell’editoria.

Andrea Santangelo, storico militare con un passato da archeologo, si occupa di divulgazione storica collaborando con quotidiani, riviste, radio e televisioni. Ha al suo attivo oltre venti monografie di storia, le più recenti sono: Le due vite di Lucrezia Borgia (con Lia Celi, Utet 2019) e Generali e battaglie della Linea Gotica (Bookstones 2019). Sta attualmente scrivendo il suo primo romanzo.

Venerdì 8 novembre alle 18 in libreria

Beniamino Sidoti presenta “Strategie per contrastare l’odio” (Feltrinelli) e ne parla con Elisabetta Cremaschi.



Nato da una ricchissima pagina Facebook “Strategie per contrastare l’odio” è un metodo per una rivoluzione gentile e leggera, una rivoluzione fatta con il sorriso e con la voglia di condividere. 
La si compie nei gesti di tutti i giorni, che ci permettono di giocare la nostra partita contro l’odio, scegliendo di volta in volta lo strumento più adatto o sostenibile, quello che più ci appartiene.
 E sapendo che il superlativo di “buonisti” è “ottimisti”.

Come una sorta di atlante, con capitoli che alternano teoria ed esercizi, barzellette e poesia, film, quadri e pubblicità, “Strategie per contrastare l’odio” porta a costruire un ragionamento complessivo intorno all’odio e suggerisce come disintossicarsene, concretamente, irreversibilmente.
Una singola battaglia d’odio può essere vinta con altro odio, con tattiche di contrasto colpo su colpo. Ma da una prospettiva strategica è un passo indietro, è una sconfitta, perché consentiamo all’odio di dilagare e proliferare.
 Contrastare l’odio non è essere buonisti o santi. È rifiutare una dialettica basata sulla sopraffazione.
 Per questo è qualcosa che si può imparare, e che si può migliorare: con azioni pratiche e condivise, cioè mediante delle strategie.

“Questo libro è pieno di (ottime) idee. Fa crescere l’anima. Mette in pace col mondo.” Laura Imai Messina


“Le strategie sono semplici e profonde, includono riflessioni ed esercizi.” Loredana Lipperini, la Repubblica


Beniamino Sidoti è scrittore e formatore, esperto di giochi e di storie: ha pubblicato per i maggiori editori italiani ed è tradotto in venti lingue. Consulente del MIUR e di altre strutture pubbliche e private per la creazione di attività didattiche ed educative, è spesso in giro per l’Italia per svolgere la sua attività di formazione. “Strategie per contrastare l’odio” è il nome della sua pagina Facebook, un luogo affollato e vitale che si è imposto nel giro di pochi mesi come uno dei più importanti centri di contrasto al discorso d’odio. 


Elisabetta Cremaschi è nata a Mirandola (Mo) nel 1969, si è laureata a Bologna in Scienze Politiche con Pier Cesare Bori e una tesi in filosofia morale dedicata al pensiero di Maria Zambrano nell’ambito della filosofia, letteratura e arte spagnola; ha conseguito il Master di Alta Formazione Accademia Drosselmeier Centro Studi di Letteratura per Ragazzi e Scuola per Librai ed è giornalista. 
Libera docente di Pedagogia delle Narrazioni, da oltre vent’anni si dedica all’organizzazione, promozione e formazione culturale rivolta agli adulti, ai bambini e ragazzi. Dal 2011 cura il blog “Gavroche. Parole e figure dell’infanzia”.



Sabato 9 novembre alle 14,30 in libreria
Letture sul sofà legge “La storia delle api” di Maja Lunde (Marsilio).
Il nostro gruppo di lettura è aperto a tutti i viandanti.


La storia delle api, della norvegese Lunde, col procedere della lettura sempre più diventa la nostra storia, è un romanzo epico nel quale, accanto al tema dell’equilibrio ambientale, sono i sentimenti che realmente muovono la nostra vita a determinare l’azione.
L’amore soprattutto: per il coniuge, per i figli per cui desideriamo solo il meglio, per la scienza, per la propria passione.

Sempre sabato 9 novembre alle 18 in libreria

Tersite Rossi presenta “Gleba” (Pedragon) in compagnia del professor Pier Giorgio Ardeni (UniBo) e della giornalista radiofonica Patrizia Bottura.

Anche il quarto lavoro di Tersite Rossi (pseudonimo del duo Marco Niro-Mattia Maistri) è un romanzo corale di storie intrecciate, come da tradizionale marchio di fabbrica degli scrittori, e a far da sfondo alla narrazione stavolta è la tematica del lavoro, visto in una duplice veste: da un lato come forza sfruttata, sottopagata, svilita (“gleba” come zolla da servire), dall’altro come mestiere di vivere (“gleba” come terra da cui la vita origina). “Si tratta – spiegano Niro e Maistri – di una storia che s’inscrive a pieno titolo nell’eterna vicenda umana della prevaricazione e dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, e del tentativo, sempre vano, ma sempre necessario, di opporvisi. Tutti i personaggi si sforzano di trovare la propria identità in uno specifico lavoro, più o meno insoddisfacente, più o meno velleitario, più o meno prevaricato, ma solo in pochi riescono, al termine della vicenda, a capire che il lavoro più importante è quello più difficile: vivere”.
La tematica del lavoro è affiancata da numerose altre: l’aziendalismo psicotico; le nuove tecnologie che asservono anziché liberare; il terrorismo (brigatista, islamico) come risposta fallace a un disagio che è interiore prima ancora che sociale; le trame occulte degli onnipresenti strateghi della tensione; la scuola come luogo in cui, ribaltandone completamente i fini, ci si limita a produrre gli sfruttatori, o sfruttati, di domani.

“Gleba indaga la complessità del reale con un lavoro di ricerca impressionante”, ha detto il maestro del noir Massimo Carlotto nel presentare il romanzo in anteprima nazionale, il 4 ottobre 2019 alla Fiera delle Parole di Padova.
Tersite Rossi è un collettivo di scrittura, autore del romanzo d’inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra Stato e Mafia, È già sera, tutto è finito (Pendragon 2010), del noir distopico Sinistri (edizioni e/o 2012) e del thriller economico-antropologico I signori della cenere (Pendragon 2016). Lo pseudonimo è un omaggio a Tersite, l’antieroe omerico, che rappresenta l’opposto di ciò che tutti si attendono. È brutto, debole e codardo in un mondo di belli, forti e coraggiosi. È l’ombra che nessuno vede, perché è arrivata troppo presto. O troppo tardi.

NEWSLETTER di fine ottobre (Trame in pausa dal 31/10 al 4/11 circa)

Settimana brevissima quella che arriva a Trame, con apertura speciale il lunedì per una presentazione targata Gender Bender e martedì ancora una esplorazione dei Paesaggi di Poesia XI.
Da lunedì 28 a mercoledì 30 ottobre apertura dalle 9,30 alle 19,30.
Giovedì 31 dalle 9 alle 13.
Poi pausa fino a lunedì 4 novembre, giornata che avrà un orario elastico, probabilmente dalle 11 alle 15…

Lunedì 28 ottobre alle 18 a Trame
nell’ambito del Gender Bender incontro con Wytske Versteeg e presentazione di “Boy” (Scritturapura).
L’autrice dialoga con Samanta Picciaiola. Interpretariato a cura di Massimiliano Bonatto.

L’autrice olandese Wytske Versteeg presenta al pubblico di Gender Bender il suo romanzo rivelazione Boy, storia di un quindicenne di colore dall’identità sessuale ancora incerta che si suicida perchè bullizzato dai compagni. La madre adottiva, psichiatra che non si rassegna all’idea di non essersi accorta di nulla, e la sua insegnante, ruotano attorno ai ricordi per ricostruire la storia del ragazzo cercando di comprendere il vissuto e le sofferenze alla ricerca di un colpevole. L’opera è scritta in prima persona, con gli occhi di una donna, di una madre che cerca di darsi pace, scegliendo alla fine di darsi una seconda occasione per vivere in modo più consapevole il suo domani. Un libro che tocca corde profonde parlando di bullismo, fragilità e ralazioni in modo intenso. Grazie a questo romanzo, Wytske Versteeg ha vinto il premio olandese BNG Bank Literatuurprij e il quotidiano olandese “NRC Handelsblad” l’ha definita, grazie a Boy, uno dei migliori autori della sua generazione per composizione, sottigliezza, espressività e stile. Il romanzo, pubblicato anche in Germania, Danimarca, Regno Unito e Turchia, è stato tradotto in diverse lingue.

Martedì 29 ottobre ore 18 a Trame
per Paesaggi di Poesia 11a edizione
presentazione del libro di Renata Morresi “Terzo paesaggio” (Nino Aragno).
Lorenzo Mari dialoga con l’autrice.

Con Terzo paesaggio, Renata Morresi porta a compimento un ciclo, che da Cuore comune (PeQuod 2010) è transitato per Le bagnanti (Perrone 2013). Il “terzo paesaggio” del titolo non è però solo la conclusione di una trilogia. Questo, ci avverte l’autrice marchigiana nelle note al libro, è l’interstizio prodotto dalla pressione tra “arte” e “vita”.
In effetti, lungo le sei sezioni che compongono il lavoro, Morresi fa stridere io e collettività, ironia e dolore, voci umane e voci disumane.
Dopo “Niego”, la sezione di apertura in cui è l’io a “negare se stesso”, le sezioni centrali montano citazioni tratte dai discorsi fatti nel 2016, durante il terremoto nelle Marche. In questo modo l’autrice smaschera la vacuità della retorica pubblica e, contemporaneamente, la eleva a potenza. Commedia e tragedia si alternano, venendo così condotti fino a un punto comune dove sono fatti esplodere. È così, per esempio, nel lamento funebre che l’autrice intona per il padre utilizzando metafore, termini e lessico presi dal campo semantico degli autolavaggi (Car-Wash); o come quando si trova a trattare dell’essere umano moderno in cerca di un posto nel mondo e ne indaga “l’inconscio al curriculum”.
Il percorso incidentato tra retorica pubblica e dolore privato, conduce Morresi a concludere Terzo paesaggio con una forte presenza biografica. Nell’ultima sezione, l’io sembra finalmente aver trovato un posto nel mondo, un lavoro. Eppure il luogo è distante, bisogna percorrere chilometri e paesaggi desolati per raggiungerlo: come se ogni conquista non fosse mai definitiva, ma una continua fatica, un continuo dover mettersi in moto.
Non ci sono spiragli di idillio nella poesia di Morresi, piuttosto la rappresentazione di una vita che imita se stessa, “Perché è debole, la letteratura, e mimesis, la vita”.

NEWSLETTER dal 21 al 28 ottobre (con trasferte varie, anche musicali)

Orari per la settimana che arriva: lunedì e giovedì dalle 9,30 alle 16,30.
Venerdì ci siamo dalle 9,30 alle 14,30 (trasferta milanese della libraia per concertone alla Scala, abbiate pazienza)
Gli altri giorni, martedì, mercoledì e sabato, Trame sarà aperta dalle 9,30 alle 19,30.

La settimana in cui parte Gender Bender 2019, e molti dei libri presentati propongono riflessioni sull’identità di genere da punti di vista assai differenti.

Ci si vede, a Trame o al Gallery 16, a Casa di Khaoula o alla sala del Risorgimento.

Lunedì 21 ottobre alle 21
al Gallery 16 in via Nazario Sauro a Bologna
doppio concerto: Jordaan Mason, con special guest Jake Bellissimo, per il 10° anniversario dell’album di Mason “Divorce Lawyers”!
In collaborazione con Trame.

Jordaan Mason è un cantautore queer DIY di base a Toronto.
Dal 2004 ha pubblicato otto album, il più conosciuto dei quali, “Divorce Lawyers I Shaved My Head (2009), insieme agli Horse Museum, è di recente uscito per la prima volta in vinile a grande richiesta per il suo decimo anniversario. Le canzoni di Jordaan oscillano tra turbolenza e tenerezza, esplorando argomenti come la disforia / euforia di genere, sesso e malattia, vivere con il disturbo bipolare, e trovare una casa e una comunità per una persona queer.

L’ultima uscita da solo di Jake Bellissimo senza il soprannome Gay Angel, “The Good We’ve Sewn”, esplora la differenza tra felicità e soddisfazione, utilizzando i momenti di apprendimento come trampolino di lancio per creare mondi sonori tanto intimi quanto dinamici e tanto realistici quanto ottimisti.
L’album è uscito per l’etichetta con base in Italia We Were Never Being Boring (wwnbb.net) il 20 ottobre 2017.

Martedì 22 ottobre alle 18 in libreria
Fabiana Gabellini presenta “Pubblicità: moda e guerra” (Linea Edizioni) e ne parla con il giornalista di “Rimini Today” Tommaso Torri. Con la partecipazione speciale di Michele Spanò.

“Se si potesse dire che la guerra c’è sempre stata, allora si potrebbe dire che anche la pubblicità (intesa come miscela di comunicazione e promozione, per convincere e attrarre), c’è sempre stata, dalle piramidi al Partenone. Le più colorite informazioni commerciali hanno una lunga storia: le troviamo in evidenza perfino nei postriboli di Pompei.
Più recente è l’idea che la pubblicità sia una forma di guerra, rivolta a conquistare la mente del consumatore. Il marketing prende in prestito la terminologia bellica, dal target alla mission, con in primo piano ovviamente le campagne pubblicitarie, intese come veri e propri piani di assalto e di assoggettamento.
Apparentemente, invece, moda e guerra rinviano a due linguaggi contrapposti. Pur avendo in comune la rilevanza della propaganda, l’una vende la vita, l’altra la morte.
Siamo il campo di battaglia di molteplici guerre culturali, capitanate dai marchi, dalle multinazionali, dai mercati. Prima che i nostri soldi, spesso una pubblicità senza scrupoli vuole la nostra anima, i nostri desideri e la nostra visione del mondo. Vista la sproporzione delle forze in gioco, non sarà una battaglia perduta in partenza, se ci sarà una maggiore consapevolezza della posta in gioco – con l’aiuto di questo agile, preciso, coinvolgente volume.” Francesco Sidoti


Fabiana Gabellini, giovane fashion designer di Cattolica, sin dalla fondazione del suo omonimo brand, nel 2012, ha condiviso la frase del famoso drammaturgo Oscar Wilde “O si è un’opera d’arte o la si indossa”.
Ha conseguito la Laurea in “Progettismo di Moda” a Urbino e, nel 1999, ha iniziato prestigiose collaborazioni con famose griffe del panorama fashion: Alberta Ferretti, Jean Paul Gaultier, Moschino, Ozbek. Ha inoltre realizzato i costumi di scena per la stagione lirica del Teatro Rossini di Pesaro, e presentato le sue collezioni alla Milano Fashion Week, a Cinecittà, ad Altaroma e, presso il Museo Gam di Milano, ha collaborato con l’Associazione Ada Danze Antiche per un omaggio a Isadora Duncan. 
Nel 2017 crea ‘Arte da Indossare’, un progetto che vede protagoniste le opere pittoriche di artisti contemporanei stampate su seta e utilizzate per la realizzazione delle sue creazioni Haute Couture in limited edition.


Michele Spanò è Ambasciatore di Bellezza ed Eleganza nel mondo della moda e della televisione, in veste di art director. Dopo esperienze a Londra, Parigi, Milano e Miami si stabilisce a Roma dove apre ben 5 saloni curando look ed immagine di personaggi dello spettacolo, della politica e della moda dal 1990 ad oggi. Ha affiancato stilisti di fama internazionale e oggi ha lanciato il progetto Arte&Musica.

Mercoledì 23 ottobre alle 17,30
alla Sala del Risorgimento in Via de’ Musei 8 a Bologna
Enrico Galiano, insegnante e scrittore, è presente all’incontro “Adolescenti dietro i banchi”.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Bookshop a cura di Trame.

Riprendono le attività, sostenute dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, nell’ambito del progetto “Adolescenti: dalla promozione del benessere allo sviluppo delle competenze”, e dedicate ai genitori di figli adolescenti, ai docenti, agli educatori e a tutti gli interessati ad approfondire alcune tematiche legate a questa fase della crescita, spesso guardata con apprensione dagli adulti.

Enrico Galiano è nato a Pordenone nel 1977. Insegnante in una scuola di periferia, ha creato la webserie Cose da prof, che ha superato i dieci milioni di visualizzazioni su Facebook. Ha dato il via al movimento dei #poeteppisti, flashmob di studenti che imbrattano le città di poesie. Nel 2015 è stato inserito nella lista dei 100 migliori insegnanti d’Italia dal sito Masterprof.it.
Il segreto di un buon insegnante per lui è: «Non ti ascoltano, se tu per primo non li ascolti».
Ogni tanto prende la sua bicicletta e se ne va in giro per l’Europa con uno zaino, una penna e tanta voglia di stupore.

Mercoledì 23 ottobre alle 18 in libreria
per Paesaggi di Poesia 11a edizione
Matteo Marchesini, curatore di “Poesie italiane 2018” (Elliot-Lit edizioni), parla del volume antologico con Sergio Rotino.

È finito il tempo delle antologie che, attraverso l’opera di sistemazione dei loro curatori, davano la possibilità di proiettarsi nel futuro prossimo della letteratura, soprattutto in campo poetico.
Oggi le antologie ragionano sempre più su quello che il passato prossimo ci ha offerto e che, in qualità di lettori, abbiamo frequentemente lasciato da parte per fretta e distrazione.
Restano però il luogo in cui critici di sicuro valore possono fare il punto sulle condizioni del Grande Paziente (la poesia), attraverso quelle che sono le loro ragionate opinioni.
In queste direzioni si muove Matteo Marchesini, proponendo per il progetto “Poesie italiane” della casa editrice Elliot-Lit edizioni uno sguardo, partigiano ma estremamente coeso, su quanto la poesia italiana ha offerto di buono e di cattivo e di pessimo nell’anno 2018.

Venerdì 25 ottobre alle 18,30
alla biblioteca Casa di Khaoula in Via di Corticella 104 a Bologna
lettura-racconto di “Più di così si muore”, di Sabina Macchiavelli (Giraldi Editore).
L’autrice dialogherà con Sandro Toni. Letture di Barbara Baldini.
Bookshop a cura di Trame.

Ambientato sull’Appennino emiliano, il romanzo raccoglie un intreccio di storie legate dal filo di una scomparsa. Le storie sono quelle dei componenti di una famiglia di origine bolognese, i Pascali, sullo sfondo di un bellissimo casale ristrutturato che nelle sue pietre e nei suoi prati conserva ancora il mistero delle anime che ci sono passate.

Sabina Macchiavelli è nata a Bologna nel 1964 e abita sull’Appenino modenese. Si è occupata di organizzazione di eventi, ed è insegnante di scrittura creativa e di lingue straniere. È autrice di audiodocumentari e ha ottenuto un dottorato presso la University of South Wales di Cardiff incentrato sulla docufiction radiofonica. Suoi racconti e saggi sono apparsi in riviste e antologie. Nel 2013 è uscita per Einaudi la raccolta “E a chi resta, arrivederci”, scritta con il padre Loriano, e nel 2019 ha pubblicato per Giraldi Editore il suo primo romanzo “Più di così si muore”. “La bambina del lago”, il suo secondo romanzo, esce nel 2019 da Mondadori.

Sabato 26 ottobre due editori indipendenti che amiamo
alle 13 in libreria
Zona 42 presenta “La città dell’orca” di Sam J. Miller.
Partecipa la traduttrice Chiara Reali che dialogherà con i lettori in compagnia di Giorgio Raffaelli.


La città dell’orca, romanzo rivelazione di Sam J. Miller, è risultato finalista ai Premi Nebula e Locus, ed è stato inserito nelle liste dei migliori libri dell’anno dal Washington Post, da Publisher’s Weekly e da Vulture/New York Magazine. 

Qaanaaq ospita quasi un milione di persone sul suo reticolo oceanico, i più ricchi l’hanno costruita per scampare alle guerre climatiche, i più poveri vi sono arrivati profughi dalle loro terre sommerse. L’equilibrio è pronto a spezzarsi quando un strana visitatrice arriva in città accompagnata da un’orca e da un orso polare in catene. La sua presenza travolge la vita di quattro personaggi che affronteranno il loro misterioso passato per offrire alla città una speranza di salvezza.
In un mondo che vive le tragiche conseguenze del cambiamento climatico, che si interroga su identità di genere, corruzione politica e tecnologia fuori controllo, il romanzo di Sam J. Miller cerca una tenue speranza nel potere unificante della connessione umana.

Sam J. Miller, nato a Hudson nel 1979, figlio di un macellaio, ha abbandonato tutto per dedicarsi alla letteratura quando il negozio di suo padre è stato inghiottito da un Wal-Mart. 
Per Sam J. Miller, la vita è magia, la società è orrore e il mondo è fantascienza. Crede nel potere sovversivo delle storie, e nel potere delle comunità di cambiare le cose.
Con i suoi racconti e romanzi ha vinto ed è risultato finalista ai più prestigiosi premi dedicati alla letteratura di genere. Le sue opere sono state tradotte in sette lingue.
“La città dell’orca” è il suo primo romanzo pubblicato in Italia. Vive a New York con il marito.

Chiara Reali vive a Milano. Scrive in rete dal 2005 e ha pubblicato racconti su Linus, ‘tina, e nelle antologie Tu sei Lei. Otto scrittrici italiane (Minimum Fax) e Propulsioni d’improbabilità (Zona 42). Per Nero ha collaborato alla traduzione de Le Visionarie. Per Zona 42 ha tradotto i romanzi di Ian McDonald, Jon Courtenay Grimwood, Tricia Sullivan e Nnedi Okorafor.

Sempre sabato 26 ottobre alle 18 in libreria
D Editore vi invita alla presentazione dei “Racconti Ritrovati” di Emanuel Carnevali.
Con noi Emidio Clementi (autore e cantante dei Massimo Volume), Francesco Pattacini (autore per L’Indiependente), Emmanuele Jonathan Pilia (curatore del volume), Luca Martini (autore), Martina Marzadori (illustratrice), Valerio Valentini (direttore della collana ed autore).

Tra le più antiche strade di New York, negli angoli delle vecchie case non ancora demolite, alcune parole, sepolte sotto la polvere, continuano a vivere.
Sono le parole di Emanuel Carnevali, uno dei più grandi geni letterari del ‘900, capace di influenzare in modo indelebile la letteratura newyorkese della prima metà del secolo scorso.
“Racconti Ritrovati” non è un semplice libro, ma uno scavo archeologico che tenta l’ambizioso progetto di far riemergere i resti del poeta nero, come venne soprannominato da William Carlos Williams, troppo a lungo rimasti sepolti sotto un cumulo di indifferenza.
Sono frammenti che raccontano la vita, le aspirazioni, ma soprattutto la malattia e il silenzio, dell’ultimo grande autore maledetto italiano.

Emanuel Carnevali, nato a Firenze verso la fine del secolo, è considerato uno dei più importanti scrittori statunitensi della prima metà del ‘900. Dopo un’infanzia difficile, passata tra cupi collegi e genitori malati, fu costretto a emigrare da suo padre, che scoprì la sua bisessualità – negli Stati Uniti, all’età di soli sedici anni. Pur vivendo quasi in miseria, passando da un lavoro all’altro, frequentando prostitute e malviventi, partecipò, da straniero, al rinnovamento dell’avanguardia letteraria americana dell’epoca, stringendo amicizia con diversi poeti e scrittori statunitensi, tra cui William Carlos Williams e Sherwood Anderson.

Lunedì 28 ottobre alle 18 in libreria
nell’ambito del Gender Bender Festival
incontro con Wytske Versteeg e presentazione di “Boy” (Scritturapura).
L’autrice dialoga con Samanta Picciaiola. Interpretariato a cura di Massimiliano Bonatto.

L’autrice olandese Wytske Versteeg presenta al pubblico di Gender Bender il suo romanzo rivelazione Boy, storia di un quindicenne di colore dall’identità sessuale ancora incerta che si suicida perchè bullizzato dai compagni. La madre adottiva, psichiatra che non si rassegna all’idea di non essersi accorta di nulla, e la sua insegnante, ruotano attorno ai ricordi per ricostruire la storia del ragazzo cercando di comprendere il vissuto e le sofferenze alla ricerca di un colpevole. L’opera è scritta in prima persona, con gli occhi di una donna, di una madre che cerca di darsi pace, scegliendo alla fine di darsi una seconda occasione per vivere in modo più consapevole il suo domani. Un libro che tocca corde profonde parlando di bullismo, fragilità e ralazioni in modo intenso. Grazie a questo romanzo, Wytske Versteeg ha vinto il premio olandese BNG Bank Literatuurprij e il quotidiano olandese “NRC Handelsblad” l’ha definita, grazie a Boy, uno dei migliori autori della sua generazione per composizione, sottigliezza, espressività e stile. Il romanzo, pubblicato anche in Germania, Danimarca, Regno Unito e Turchia, è stato tradotto in diverse lingue.

NEWSLETTER dal 14 al 19 ottobre (Trame e dintorni)

Ecco gli incontri della prossima settimana, ben assortiti come sempre.

Orari i soliti: lunedì e giovedì dalle 9,30 alle 16,30 e gli altri giorni dalle 9,30 alle 19,30. Niente domeniche, per ora

Vi aspettiamo!

Lunedì 14 ottobre riapertura speciale dalle 20,30
e alle 21
 LA SERE VI LEGGE
 Chimamanda Adichie

Come ben sapete i posti a sedere sono una ventina, e la lettura durerà circa un’ora, la libreria riaprirà verso le 20,30, se volete star comodi siate puntuali, che alle 21 la Sere vi legge!!!
#LaSerevilegge approda alla Libreria Trame per una serata di racconti al femminile. Una lettura ad alta voce per conoscere le donne di Chimamanda Ngozi Adiche, in continuo divenire tra Nigeria e Stati Uniti. Donne che si mostrano senza veli, scoprendo timori, sogni e dolori che ne segnano le esistenze; donne sole, vittime di matrimoni combinati con mariti che non amano e dai quali non sono amate; donne tradite e infine donne che combattono per la propria indipendenza e identità.
Le letture sono tratte da “Quella cosa intorno al collo” di Chimamanda Ngozi Adiche (Einaudi).

Serena (alias la Sere) ha scoperto il suo amore per i libri ben prima di imparare a leggere, grazie a genitori anni ’70 che l’hanno svezzata a biscotti Plasmon e filastrocche di Gianni Rodari, favole di La Fontaine e storie di Mario Lodi. Con un libro sempre in borsa, ora è una lettrice molto selettiva che scrive di libri sul suo blog e ama leggere ad alta voce per amici e sconosciuti.

Martedì 15 ottobre alle 17,30
al Museo del Risorgimento in Piazza Carducci 5 a Bologna
David I. Kertzer presenta “Il papa che voleva essere re” (Garzanti) e ne parla con la storica Francesca Sofia.
Bookshop a cura di Trame.

Novembre 1848. Pochi giorni dopo l’assassinio del suo primo ministro avvenuto nel cuore di Roma, papa Pio IX si ritrova prigioniero nel suo stesso palazzo: l’onda rivoluzionaria che sta sconvolgendo l’Europa sembra poter mettere fine al potere temporale se non addirittura all’istituzione stessa del papato. Così, travestito da semplice parroco, il pontefice scappa da una porta secondaria e parte per l’esilio. Eppure, solamente due anni prima, la sua elezione aveva generato profondo ottimismo in tutta Italia: dopo il pontificato repressivo di Gregorio XVI il popolo guardava al nuovo, giovane e benevolo papa come all’uomo che avrebbe traghettato lo Stato Pontificio verso la modernità, forse persino favorendo la nascita di un’Italia unita.

David Kertzer possiede il raro talento di riportare in vita gli eccezionali protagonisti di queste vicende – Napoleone III, Garibaldi, Tocqueville, Metternich – e, unendo una narrazione avvincente e cinematografica all’accuratezza dell’analisi storica, getta nuova luce sul declino del potere religioso in Occidente e sulla nascita della moderna Europa.

David I. Kertzer insegna Italian studies presso la Brown University. Con “Il patto col diavolo”, dedicato ai rapporti fra Pio XI e Mussolini, ha vinto il Premio Pulitzer nel 2015.

Martedì 15 ottobre alle 18 in libreria
Prisca Amoroso presenta “Pensiero terrestre e spazio di gioco. L’orizzonte ecologico dell’esperienza a partire da Merleau-Ponty” (Mimesis) e ne parla con Francesco Di Maio e con Paulo Fernando Lévano.

Il progetto di fondo di questo libro è la costruzione di un concetto di “soggetto” che renda conto del momento ecologico, inteso come orizzonte dal quale il soggetto emerge, con conseguenze epistemologiche ed etiche. Dalla rivoluzione scientifica ai viaggi spaziali, il nostro ancoraggio alla Terra – questo grande inaggirabile che, per Husserl prima, per Merleau-Ponty poi, si corrisponde con il corpo vivo – si è indebolito, facendosi più mediato. Che ne è, allora, del gioco che coinvolge il soggetto e il mondo? È possibile pensare la Terra come un oggetto? È necessario rinunciare a parlare di soggettività?

Proprio a partire dal gioco, percorreremo, con il supporto di una selezione di testi, alcuni importanti snodi del discorso contemporaneo sul rapporto soggetto-mondo.

Prisca Amoroso è dottoressa di ricerca in Philosophy, Science, Cognition, and Semiotics presso l’Università di Bologna. È membro del centro di ricerca Officine Filosofiche dello stesso ateneo. È autrice di numerosi saggi sui temi del gioco, della soggettività, dell’ecologia in riviste specializzate.

Francesco Di Maio é studente di Semiotica a Bologna. È membro di PreTesti, Prospettive Italiane e officinaMentis. Nel tempo libero, legge cose.

Paulo Fernando Lévano è filosofo e si interessa di linguaggio e storia della scienza. Dal 2016 è uno degli organizzatori del seminario di ecosofia di ubiminor presso il Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell’Unibo.

Mercoledì 16 ottobre alle 18 in libreria
Massimo Allegrezza presenta “Mabundi, In viaggio con Bloom” (Prospero) e ne parla con Diletta Rusolo.

“Un ultraottantenne con la curiosità di un bambino, gli occhi fermi e provati di chi è uscito vivo da tre guerre, le urla festanti di gruppo di bambini sconosciuti sono la struttura nella quale trovano riparo anche un autista amante del reggae e delle escursioni in montagna, una vecchietta che vende erbe e tace, e un cammello. Come tutte queste figure (e parecchie altre) riescano a rimanere cucite insieme forse solo Bloom alla fine lo sa. E ne sono sicuro perché ero lì con lui.”

Angola, Danimarca, Ecuador, Iraq, Palestina, Saint Vincent e Grenadines, Sudan: Mabundi è un caleidoscopio di avventure, una collezione di persone incontrate lungo il cammino, una sequela di episodi vissuti, un lucido (be’, non proprio sempre!) sguardo sulla quotidianità.

Massimo Allegrezza, classe ‘79 e originario di Senigallia (AN), attualmente lavora come cooperante in Iraq. Oltre dieci anni come educatore gli hanno fatto maturare una certa inclinazione all’accoglienza e l’esperienza sul campo una spiccata capacità di adattamento. Mette nello zaino un po’ di entrambe ogni volta che riparte. Scrivere è il suo modo di rielaborare, digerire e condividere, mentre cerca di capire che piega far prendere alla sua vita. 

Diletta Rusolo, nata sotto le due torri nel 1980, da bambina dipinge e scrive poesie, da ragazza
sogna di fare l’attrice di teatro. Si laurea prima in Criminologia e poi in Neuroscienze. Attualmente impegnata nello studio dei linguaggi specifici dell’arte terapia come strumento di cura. Lavora come psicologa clinica per l’Ausl di Bologna, il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna e per Opengroup.




Giovedì 17 ottobre alle 21,30
al Gallery 16 in via Nazario Sauro a Bologna
Lucio Mazzi presenta il volume di Vito Vita “Musica Solida. Storia dell’industria del vinile in Italia” (Miraggi edizioni).
Partecipano Oderso Rubini (Harpo Bazaar, Italian Records) e altri ospiti a sorpresa.
Reperti in vinile su fonovaligia di Checco Ted Nylon Garbari.
Bookshop a cura di Trame.

“Musica Solida, cioè la musica incisa su supporto fisico, che sia ceralacca, vinile o cd, contrapposta a quella attuale, liquida o, come uno dei discografici intervistati nel volume la definisce efficacemente, gassosa.
La musica del passato, che spesso ha rivestito un ruolo rilevante socialmente e culturalmente, raccontata attraverso la storia di chi in Italia l’ha fabbricata, cioè le case discografiche, dalle origini in forme ancora artigianali fino agli sviluppi del secondo dopoguerra e del boom dei 45 giri, per arrivare ai decenni successivi e alle crisi dovute all’evoluzione tecnologica dei supporti, fino ad arrivare alla quasi totale eliminazione di essi e alla sostituzione dei solchi dei vinili con una serie di 1 e 0.
Un pretesto per riscoprire, attraverso la ricerca storica, le radici culturali di questo mondo musicale che è stata arte ma anche scienza al servizio dell’arte.”

Vito Vita (Torino 1964), cresciuto “a pane e canzonette condite con hit parade”, nella seconda metà degli anni Settanta ha lavorato a Radio Incontri, radio libera torinese. Negli anni Ottanta ha scritto recensioni e articoli di musica su «Gioventù Operaia». Nel 1987 ha cofondato la band rock demenziale Powerillusi. Ha scritto per varie riviste musicali, tra cui «Raropiù», «BEATi voi!», «Storie di giovani pop», «Nuovo ciao amici» e «Musica leggera». Ha collaborato al libro a cura di Walter Pistarini Fabrizio De André. Canzoni nascoste storie segrete (Giunti 2013), e ai volumi Le ragazze dei capelloni. Icone femminili beat e yé-yé 1963-1968 a cura di Franco Brizi (Coniglio 2010) e Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani a cura di Maurizio Becker (Coniglio 2011). Attualmente scrive per «Vinile» e «Prog Italia».

Venerdì 18 ottobre alle 18 in libreria
Luca Bombardieri e Tommaso Pippucci presentano “Le fate amare” (Valigie Rosse) e ne parlano con Matteo Marchesini.
Si dice che qualcuno porterà un ukulele!

Quando la Bruna del Lago, principessa di Giovacchia, viene rapita dal malefico Insultàno per farne la propria sposa, soltanto un’impresa ardimentosa potrà riportare a re Belando l’incantevole figlia. Un’impresa degna di due paladini come Urlando e Fluendo, discendenti di una interminabile genia di cavalieri: Le fate amare sarà quindi il resoconto, picaresco ed esuberante, dell’avventura che questi due protagonisti, districandosi tra bisticci linguistici, fraintendimenti e slittamenti di significato, decideranno di intraprendere per ricondurre a casa la giovane perduta. Un cammino tortuoso fatto di bizzarre brigate, rivoluzioni, luoghi incantati, tradimenti e provvidenziali alleanze, e al termine del quale la perpetua lotta tra Bene e Male verrà giocata sulla capacità di riconoscere i propri puoi in mezzo a mandrie di buoi.
Romanzo cavalleresco a tratti paradossale, Le fate amare, come evidenzia Dente nella prefazione, è un libro che «vi disintegra la lingua» e in cui «le parole si scambiano i significati come fossero vestiti con cui vestirsi e svestirsi per gioco, per divertirsi».

Luca Bombardieri e Tommaso Pippucci pubblicano una prima raccolta di prose con il titolo Trompe l’oeil, trompe l’oreille (Zona Editore).
Da questo libro viene adattato una performance per il teatro rappresentata nei due anni successivi in vari teatri e festival in Italia e all’estero mentre sue riduzioni, in forma di sketch, sono apparse in televisione e trasmesse per radio (Radio 3 Suite, RadioRai; Maurizio Costanzo Show, Canale 5).
Nel 2013-2015 collaborano con Rai Radio 3, con il programma “La lingua batte”, a cura di Cristina Faloci e Giuseppe Antonelli, e prendono parte a varie manifestazioni (Giornata ProGrammatica, Radio Rai 3, Olimpiadi dell’Italiano, MIUR, Accademia della Crusca, Italian Writers, New York University).
“Le Fate Amare” (2019) edito da Valigie Rosse è il loro primo romanzo.

Sabato 19 ottobre ore 18 in libreria
in occasione di Paesaggi di Poesia 11a edizione
presentazione del libro di Luigi Di Ruscio “Poesie scelte 1953-2010” (Marcos Y Marcos).
Massimo Gezzi, curatore dell’antologia dedicata al poeta marchigiano, ne parla con Luciano Mazziotta e Sergio Rotino.

Di Ruscio, nato a Fermo nel 1930 e morto a Oslo nel 2011, è uno di quegli autori che in vita hanno scontato una marginalità editoriale capace di offuscarne il valore delle opere. E a poco gli è valsa la stima e l’attenzione di poeti quali Fortini, Quasimodo, Majorino o Porta.
La semiclandestinità editoriale è legata solo in parte al fatto che Di Ruscio sia stato un operaio emigrato in Norvegia per lavorare. Di fatto, il valore dei suoi versi carichi di una capacità propulsiva senza eguali ha iniziato a essere apprezzato soprattutto da un pubblico giovane, solo dopo la sua morte.
Conferma di questo apprezzamento è proprio Poesie scelte, autoantologia con innesti attentamente studiati da parte di Massimo Gezzi, che nel gire di breve tempo ha visto esaurirsi le prime due edizioni.
Non un grido flebile di aiuto, ma la sacra coscienza, anche rabbiosa, sempre centrata, di chi lo conosce e lo vive in esperienza diretta, urticante, pelle contro pelle.

Luigi Di Ruscio (Fermo, 27 gennaio 1930 – Oslo, 23 febbraio 2011) è stato un poeta, scrittore e saggista italiano. Da citare fra le sue pubblicazioni Non possiamo abituarci a morire (1953) Istruzioni per l’uso della repressione (1980), L’iddio ridente (2008).

Massimo Gezzi è nato nelle Marche nel 1976. Poeta (Il mare a destra, 2004; L’attimo dopo, 2009; In altre forme/En d’autres formes/In andere Formen, 2011), critico letterario, traduttore, è insegnante di italiano presso un liceo di Lugano, dove risiede. Dal 2014 fa parte del comitato di lettura dei Quaderni italiani di poesia contemporanea Marcos y Marcos.

Infine dal 16 al 18 Ottobre in Zona Universitaria
Trame collabora con il bookshop di Alma Riot

“WELCOME TO ALMA RIOT è il nostro benvenuto agli studenti e alle studentesse che arrivano quest’anno a Bologna; è il bentornato a chi se ne è allontanato anche solo per l’estate; è un’anticipazione di ciò che ci aspettiamo dall’Università: con questa tre giorni di iniziative noi desideriamo, fin da subito, portare il nostro sguardo sulla zona universitaria, il punto di vista di studenti e studentesse soffocati da un’immagine sempre più cupa e meno attraversabile di questi spazi, interamente voluta e costruita da chi pretende di amministrare questa porzione di città, Comune e governance universitaria.
Per noi questa zona non deve e non può essere uno spazio di mero passaggio nel quale venire riempiti di contenuti che non ci riguardano, per provare a scalare le gerarchie di una qualche azienda; per noi questa zona deve invece essere un luogo in cui mettersi in gioco in prima persona, da attraversare attivamente, una fucina di idee e uno spazio di confronto costante, di socialità e di cultura costruita dal basso.
Pensiamo che sia fondamentale costruire un modo nostro di vivere la zona universitaria, che parta da noi e che sia antifascista, antirazzista e antisessista.
Durante le giornate di “Alma Riot” anche quest’anno ci riapproprieremo dei nostri tempi e dei nostri spazi all’interno e all’esterno dell’Università, ma soprattutto ci riapproprieremo di quei discorsi che troppo spesso il capitale distorce e piega al proprio desiderio di profitto.

MERCOLEDì 16/10 @ Via Zamboni 32 alle 17 presentazione del libro “Idee di una comunista sessualmente emancipata” di Aleksandra Kollontaj, con Margherita Grazioli.
E presentazione del laboratorio sul genere: CYBILLA. A seguire aperitivo

GIOVEDì 17/10 @ Piazza Verdi alle 20 “Poesiabbestia” POETRYSLAM con Messìa e Mezzopalco
A seguire dj set

VENERDì 18/10 @ Via Zamboni 38 alle 19 ECOLOGIA POLITICA dibattito con Salvo Torre e Alice dal Gobbo.
Poi presentazione del laboratorio di ecologia politica: UNTIL THE REVOLUTION
A seguire RECLAIM THE STREET in via Zamboni con TimeShift Bologna