NEWSLETTER dal 12 al 16 marzo (narrativa, fumetti, filosofia, politica!)

Ancora una settimana di vivace ricchezza, e un giovedì di apertura pomeridiana.
C’è materia per tutti: narrativa, fumetti, filosofia, politica!
Passate a Trame, o cercate in giro i nostri libri!

Martedì 12 marzo alle 18,30 in libreria
Giulia Caminito presenta “Un giorno verrà” (Bompiani) e ne parla con Matteo Marchesini.

“Nicola e Lupo non erano fratelli e basta, non erano sangue e basta, erano più della guerra, erano più dell’anarchia, erano stati covati dal mondo per esistere insieme, dovevano esserci per forza nello stesso momento.”

Alla sua seconda prova narrativa, Giulia Caminito sceglie di dare voce a chi non l’ha mai avuta, a chi è ultimo per nascita o per scelta: e si misura così con il grande tema della fede, della speranza salvifica in un mondo migliore.
Lupo e Nicola nascono alle soglie del secolo nuovo, il Novecento, ultimi della progenie di Luigi Ceresa, fornaio nel borgo marchigiano di Serra de’ Conti. La vita dei Ceresa è durissima, come quella di tutti gli abitanti di Serra, poveri mezzadri che vedono spegnersi figli e speranze una dopo l’altra. Lupo, vigoroso e ribelle, e il fragile Nicola sopravvivono forse in virtù della forza misteriosa che li unisce pur nella loro diversità. Zari nasce in Sudan ma viene rapita ancora bambina e poi convertita alla religione cattolica: in pochi sanno che questa è l’origine della Moretta, la badessa del convento di clausura di Serra, che con la sua musica straordinaria e la sua forza d’animo è punto di riferimento per tutta la comunità. Intanto il vento della storia soffia forte: le idee socialiste e quelle anarchiche, la Settimana Rossa del ’14, la Grande Guerra, l’epidemia di Spagnola… Lupo, Nicola e la Moretta dovranno resistere, aprire gli occhi e scoprire il segreto che lega le loro esistenze.
Quella della Moretta – suor Maria Giuseppina Benvenuti, e prima Zeinab Alif, ancora oggi oggetto di culto – è una storia vera, le vicende dei fratelli Ceresa sono invece frutto di invenzione: ma in queste pagine ogni personaggio è seguito con il medesimo sguardo, frutto di una rigorosa documentazione storica e insieme di un’ardente partecipazione spirituale, e raccontato con una scrittura tesa, vibrante, capace di scavare nelle pieghe del tempo e trarne schegge di emozione vivissima.

Giulia Caminito è nata a Roma nel 1988 e si è laureata in Filosofia politica.
La famiglia di sua madre è originaria di Serra de’ Conti, nelle Marche; il suo bisnonno, Nicola Ugolini, fu un fervente anarchico anticlericale di cui si persero le tracce in Germania.
Ha esordito con il romanzo “La Grande A” (Giunti 2016) che ha vinto il Premio Bagutta opera prima, il Premio Berto e il Premio Brancati giovani.

Matteo Marchesini è nato nel 1979 a Castelfranco Emilia e vive a Bologna.
Ha pubblicato le satire di “Bologna in corsivo. Una città fatta a pezzi” (Pendragon 2010), il romanzo “Atti mancati” (Voland 2013, entrato nella dozzina dello Strega), la raccolta critica “Da Pascoli a Busi” (Quodlibet 2014), le poesie di “Cronaca senza storia” (Elliot 2016) e i racconti di “False coscienze. Tre parabole degli anni zero” (Bompiani 2017).
Nel 2019 è uscito per Il Saggiatore “Casa di carte”
Collabora con Il Foglio, Il Sole 24 Ore, Radio Radicale e il blog Doppiozero.

Mercoledì 13 marzo alle 18 in libreria
Davide Salvemini presenta Kaleido (Eris) e ne parla con il fumettista Giuseppe Palumbo (Diabolik fra i tanti…).

Questa non è una storia di pirati. Ma non è neanche una sola storia. È una storia di storie, una matrioska di coloratissime storie. Con i pirati, una balena, un tesoro da cercare che non è fatto di dobloni, botte e cannonate, leggende antichissime, sfere colorate, esseri saggi e dimensioni fuori dal tempo e dallo spazio. Insomma, il caledoscopio di mondi impossibili creato da Davide Bart Salvemini racconta di tutto, ma con delicatezza, e prende il lettore per mano, insieme a Mr. Tondo e Mr. Quadrato e lo porta a bordo di una nave, o tra tardigradi ed ere glaciali, sino a scoprire come entrare in connessione con tutti i possibili punti di vista di ogni essere vivente. Surreale e delicato, pop e divertente, come direbbe il suo pirata: «Partiamo per un’altra avventura!»

Davide Salvemini è un orso rosa si aggira nella foresta tra abeti a pois rossi e piante carnivore dagli occhi ondulati.
Dopo anni di studi contrastanti, tra la voglia di costruire robot intergalattici e vivere avventure noir tra città desolate, si avvicina allo studio della psiche deformando e colorando la proprio realtà.
I suoi lavori si muovono tra le giungle selvagge dell’underground sino a pubblicazioni inesplorate, registrando nei suoi viaggi videoclip d’animazione.
Tra i suoi clienti troviamo Enaudi, Eris Edizioni, Rolling Stone, Anorak, Linus, Strane dizioni, Bronson, Hanabi, e altre creature fantastiche tra cui band indipendenti e festival internazionali.
Nel settembre 2018 esce il suo primo graphic novel Kaleido (edito da Eris Edizioni) in cui espone la sua filosofia di vita tra zen, universi e cambi di prospettiva.
Ama viaggiare, collezionare zaini e raccontare trip mentali intorno al fuoco.

Giovedì 14 marzo alle 18 in libreria
presentazione del progetto “Walking the line. Palestina e Israele lungo il confine che non c’è” con gli autori, Christian Elia, e Cecilia Dalla Negra, e con Marirosa Iannelli, presidente dell’Osservatorio Water Grabbing.
Modera Alice Facchini.

5 giugno 1967, 7.45 del mattino. L’aviazione militare israeliana si alza in volo per annientare quella egiziana, senza dargli neanche il tempo di reagire. Ancora non è possibile saperlo, ma è il primo atto di un conflitto che, breve e incisivo, rivoluzionerà il destino dell’intera regione. In meno di una settimana le truppe di Israele occuperanno la Cisgiordania, la parte orientale di Gerusalemme, la Striscia di Gaza, le alture del Golan e la penisola del Sinai. Da quel momento, l’occupazione militare e le sue infinite violazioni diventeranno, nella narrazione dominante, una conseguenza accidentale e necessaria nella lotta di Israele per la sua sopravvivenza.
Cinquanta anni dopo, due giornalisti e un fotografo, hanno percorso quel confine che poteva e doveva essere, senza essere stato mai.
Un viaggio fotografico lungo e attorno quella “Linea Verde”, come veniva chiamata la frontiera tra Israele e quello Stato di Palestina che milioni di persone aspettano ancora possa vedere la luce.
Verde, come l’inchiostro usato per disegnarla sulla mappa durante le trattative per l’armistizio.
Un’alternanza di ritratti e di luoghi simbolici, per incrociare le memorie personali e quelle collettive.
Una raccolta di voci, incontrate lungo il cammino, per riportare la narrazione a coloro che – per cinquanta anni – sono stati l’oggetto del racconto, facendoli tornare soggetto, cogliendo nell’alternanza tra gente comune e intellettuali quale sia la radicata relazione tra memoria personale e collettiva.
I grandi temi del conflitto vengono raccontati con i volti e i luoghi simbolici, attraverso le foto di Gianluca Cecere, mentre Christian Elia e Cecilia Dalla Negra hanno raccolto le memorie, sia della comunità occupata, che in assenza di uno Stato ha generato un’identità collettiva nel racconto, sia nella comunità occupante, per capire come in fondo nessuno si salvi dall’occupazione.

Christian Elia è condirettore di Q Code. Ha raccontato più di 40 paesi per più di 20 testate, per anni con PeaceReporter ed E il mensile. Si occupa di Mediterraneo, Medio Oriente e Balcani. È autore di libri, teatro, documentari e radio.

Cecilia Dalla Negra è autrice, ricercatrice e giornalista indipendente, vice-direttore di Osservatorio Iraq. Da anni attraversa la Palestina e la racconta, con uno sguardo attento ai movimenti politici e sociali giovanili e femminili. Si occupa di dinamiche di genere in Medio Oriente e Nord Africa.

Marirosa Iannelli è presidente di Water Grabbing Observatory, specializzata in cooperazione internazionale e water management, ricercatrice presso la London School of Economics con un progetto su cambiamenti climatici e governance delle risorse tra Africa e Sudamerica. Collabora con Amref Health Africa e segue come esperta le Conferenze ONU e il lavoro della Commissione europea su ambiente e desertificazione.

Alice Facchini è giornalista freelance, si occupa di temi sociali, ambiente e diritti umani. Ha vissuto in Sud America e a Londra, dove ha lavorato come freelance pubblicando reportage e inchieste su The Guardian, Internazionale, FQ Millennium, Q Code Magazine e Osservatorio Diritti.

Venerdì 15 marzo alle 18 in libreria
Fabio Libasci presenta “Le passioni dell’io. Hervé Guibert lettore di Michel Foucault” (Mimesis) e ne parla con Giulio Iacoli.

Hervé Guibert è un ventenne esordiente e Michel Foucault uno stimato professore al Collège de France, autore di alcuni libri eccezionali, quando si incontrano nel 1977, all’uscita del primo libro di Guibert, La Mort propagande.
Ora minuscole e lontane, ora chiaramente udibili sono le eco dell’opera di Foucault in quella del giovane amico, con il quale fu intimo tra il 1977 e il 1984, anno della morte del filosofo.

Fabio Libasci si laurea a Bologna con 110 e lode con una tesi dedicata alla sessualità in scena nella Recherche sotto la direzione di Ferdinando Amigoni nel 2011. Nel 2016 consegue il dottorato di ricerca in Letteratura francese presso l’Università di Verona in cotutela con Paris 8 Saint-Denis. Ha pubblicato saggi dedicati a Roland Barthes, Marcel Proust, André Gide, Dario Bellezza e Pier Paolo Pasolini, ai rapporti tra la letteratura e la fotografia presso Contemporanea, Letteratura e arte, TransPostCross. Con Stefano Genetti, Alessandro Badin e Jean-Marie Roulé ha curato La Littérature et le Sida. Alors et encore (2016).

Giulio Iacoli insegna Letteratura contemporanea e spettacolo, Letterature moderne comparate e Teoria della letteratura all’Università di Parma.
Specialista di geografia letteraria, comparatistica inter artes, studi di genere e rappresentazioni della figura insegnante, è condirettore della collana “Sagittario. Discorsi di teoria e geografia letteraria” (Cesati).
Fra i suoi ultimi volumi, A verdi lettere. Idee e stili del paesaggio letterario (Cesati, 2016), Luci sulla Contea. D’Arzo alla prova della critica tematica (Mucchi, 2017) e, in collaborazione, la curatela di Archiletture. Forma e narrazione tra architettura e letteratura (Mimesis, c.d.s.).

Sempre venerdì 15 marzo alle 19
al Centro Sociale TPO in via Camillo Casarini 17/5 a Bologna
presentazione del libro di Michael Hardt & Toni Negri “Assemblea” (Ponte alle Grazie, 2018), e del libro di Sandro Mezzadra & Brett Neilson “The Politics of Operations” (Duke University Press, 2019). Introducono Ada Talarico e Benedetto Vecchi.
Toni Negri presenta The Politics of Operations & Sandro Mezzadra presenta Assemblea. Discute Marina Montanelli.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Una guida fondamentale all’organizzazione politica ed economica per i movimenti dal basso presenti e futuri.

«Hardt e Negri appartengono a una razza rarissima: teorici della politica che credono davvero nella gente, nel loro potere, nella loro saggia capacità di governarsi da sé. Il risultato è uno stimolante connubio di realismo e idealismo» Naomi Klein

«Il coronamento di un’opera dall’influenza incommensurabile, con cui nessun pensatore può fare a meno di confrontarsi. Si può non essere d’accordo con Negri e Hardt, ma a ogni capolavoro è più arduo trovarne un motivo» Ugo Mattei

I movimenti «senza leader» a livello globale, da Gezi Park e Piazza Tahrir a Occupy Wall Street, da Black Lives Matter agli Indignados a Ni Una Menos, hanno contestato le politiche governative e alle volte rovesciato regimi, ma senza riuscire ad attuare un cambiamento duraturo. Come realizzarlo?
Dopo «Impero, Moltitudine e Comune», Hardt e Negri individuano nell’assemblea la capacità di ripensare la democrazia e realizzare il «comune» superando la proprietà privata. «Assemblea» indica sia una forma di riunione e decisione politica sia la catena di montaggio contemporanea, l’«assembly line» del capitalismo cognitivo che oggi compie la «produzione e la riproduzione sociale»; sia il luogo di contestazione sia lo spazio di organizzazione positiva di forme produttive e sociali alternative.

Sabato 16 marzo alle 14
alla Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna in via Marconi, 67/2
P2 STORY Dal Sudamerica a Bologna, passando per Via Fani
Incontro con Giuliano Turone: La scoperta della P2, Raffaele Fiengo: La conquista del Corriere della Sera, Andrea Speranzoni: Una rete nera transoceanica & Cinzia Venturoli: Tina Anselmi e la difesa della Repubblica. Modera Giampiero Moscato.
Bookshop a cura di Trame.

In vista del 41° anniversario della strage di via Fani (16 marzo 1978) e del 38° della perquisizione a Castiglion Fibocchi (17 marzo 1981) in cui vennero sequestrati documenti e liste della P2, un’occasione per ripercorrere la storia della loggia massonica segreta di Licio Gelli e le principali vicende storiche ad essa connesse. Da Bologna, città ripetutamente colpita dalla violenza eversiva, un invito a ricordare che la conoscenza di tutte le verità mancanti sulle stragi e gli altri cosiddetti “misteri d’Italia” – che sarebbe meglio chiamare “segreti d’Italia” – è un diritto che non riguarda esclusivamente i familiari delle vittime di quelle trame: ci riguarda tutti.

Al termine dell’incontro ospiti e pubblico saranno coinvolti in una breve camminata fino alla stazione di Bologna: all’interno della sala d’attesa “Torquato Secci” verrà osservato un minuto di silenzio presso la lapide che ricorda le 85 vittime della strage del 2 agosto 1980.

Associazione Piantiamolamemoria, Associazione familiari vittime 2 agosto 1980, Cgil, Archivio Paolo Pedrelli, Archivio Flamigni, ANPI, Libera, Arci, Libertà e Giustizia, Articolo 21, 24marzo onlus, Ombre sulla Repubblica, PrendiParte

Sempre sabato 16 marzo
“Il bosco che cammina”
Dalle ore 14,30 appuntamento all’ex Cierrebi in via Marzabotto 24, partenza alle ore 15 puntuali.
Il secondo ritrovo è all’incrocio tra via Marzabotto e via Emilia alle ore 15,30. La marcia prosegue per via Saffi, via San Felice e via Ugo Bassi.
Arrivo previsto in Piazza Maggiore ore 16,45.

Sabato 16 marzo, insieme alla rete delle associazioni cittadine e ambientaliste che hanno aderito, partiamo dai due luoghi simbolo della protesta del comitato Rigenerazione No Speculazione, il centro sportivo ex Cierrebi e il Bosco urbano dei prati di Caprara e portiamo sulle nostre gambe il bosco che cammina fino alla sede del potere, in Piazza Maggiore.
“Il bosco che cammina” prende l’immagine della “foresta che si muove” che annuncia a Macbeth la fine del suo regno nella tragedia di Shakespeare, come da profezia delle tre streghe.
“Non devi temere
fintanto che non vedrai avanzare
la foresta di Birnam verso Dursinane…”
Nella tragedia la foresta che si muove è l’esercito che avanza mimetizzato con rami di alberi, oggi sono i cittadini di Bologna che vogliono salvare il bosco e il centro sportivo dalla cementificazione.
Portate il vostro ramo, costume, maschera o cappello, altrimenti ne troverete disponibili lungo il percorso.
Il bosco cammina vestito con i suoi colori, dress code verde e marrone!

NEWSLETTER dal 5 al 9 marzo, variegatissima!

Ecco la nostra nuova settimana, ci saremo anche giovedì che abbiamo un ospite viandante.
Vi aspettiamo per ascoltare insieme le storie che vorranno raccontarci…

Martedì 5 marzo alle 18 in libreria
Michela Monti presenta M.T.V.M. il nuovo libro della saga di 83500 (Triskell) e ne parla con Eva Brugnettini.

83500 è un romanzo distopico, composto da 254 pagine e 399.490 battute, spazi compresi.
Un prologo precede i trentatré capitoli divisi in tre parti: presente, passato e ritorno, annunciati da una brevissima introduzione in rima.
Una poesia apre il tutto, la sola nel lavoro.
83500 ha vinto il Festival Giallo Garda.

M.T.V.M. è il nuovo libro della saga di 83500.
Melice Redding ha capito. Dopo dieci anni trascorsi in carcere, per difendere Richard Bell, ha capito che non valeva la pena di morire per lui, e ha scelto di combattere.
Il percorso da intraprendere è semplice: trovare Richard, preparare la propria difesa al meglio, e aspettare fino alla data del processo.
Ma l’attesa si rivela più difficile del previsto, perché nessuno scorpione non muta la propria natura.

Ognuno crea il suo mondo.
Quello che creo è mio.
II mondo è mio.

Michela Monti è nata nel 1980 in provincia di Ravenna dove vive tutt’ora. Amante di ogni forma d’arte, delle risate e della pizza, scrive, legge, disegna da sempre, divora musica, cucina e mangia come una buona romagnola impara sin da piccola a fare. 83500 è il suo primo romanzo pubblicato con Triskell. M.T.V.M. il nuovo libro della saga di 83500.

Eva Brugnettini, 1982, tutor dell’area Letteratura a Bottega Finzioni, ha pubblicato racconti per giornali e antologie. Ha fatto editing per antologie (Pendragon, Playboy). Autrice di puntate per le Muse Inquietanti (SkyArte). Fa consulenze narrative per manoscritti e raccolte di racconti.

Mercoledì 6 marzo alle 18 in libreria
per la rassegna Paesaggi di poesia coordinata da Sergio Rotino
presentazione del libro di Bernardo De Luca “Misura” (LietoColle).
Con l’autore dialoga Luciano Mazziotta

In un suo celebre verso Orazio afferma esistere “una misura nelle cose”. A distanza di secoli, pare non ci sia più spazio per una “moderazione” nel reale, resta però la possibilità di cercarla. Questo appare essere il tema che Bernardo De Luca mette al centro di “Misura” (Lietocolle, collana PordenoneLegge 2018): la dialettica tra uno spazio urbano, a tratti infernale, e lo sguardo di un “tu” soggetto, che cerca disperatamente, con l’occhio e il passo, un appiglio. Per se stesso e per quelle creature che “dormono” in casa. Ma le pareti, che dividono gli ambienti domestici dalla città, sono sottili. Dentro il tè brucia i polmoni; fuori, tra le fiamme e le linee rette degli incroci, si aggirano “gli uomini della fuliggine”, e ci si muove fra piombo e autoblindo.
Se c’è una “misura” o una “misurazione” nella poesia di De Luca, questa sta nella forma, nella scelta di comporre un canzoniere omogeneo. Una decisione che tuttavia non fa calare la tensione, né esaurisce il desiderio di condurre il lettore fino al testo conclusivo. Il messaggio intrinseco di “Misura” sta quindi nel provare a “razionalizzare” una realtà allo sfacelo, a condurla verso la ragione attraverso una pratica costante della scrittura.

Giovedì 7 marzo alle 18 in libreria
Paolo Ciampi presenta “L’ambasciatore delle foreste” (Arkadia) e ne parla con Giorgia Tribuiani.

Paolo Ciampi ci conduce alla scoperta della figura di George Perkins Marsh, primo ambasciatore degli Stati Uniti nell’Italia unita, padre dei grandi parchi americani ed ecologista ante litteram. Tra le foreste americane, le Alpi e l’Appennino italiano una storia di amore per gli alberi e le montagne. Un libro appassionante come un romanzo che parla di foreste da salvare, cambiamenti climatici, e che ci allerta sulla precarietà del pianeta
Poco importa che si tratti di catastrofi che riguardano tutti, ogni volta che sente parlare di ambiente, l’autore comincia a sbadigliare preso dalla noia. A molti succede così. Un giorno però si imbatte nella figura di George Perkins Marsh, il primo ambasciatore in Italia degli Stati Uniti, nominato da Abramo Lincoln. Solo dieci anni più tardi capisce di chi si tratta: è l’uomo che nel secolo del progresso e dell’industria, prima ancora che la stessa parola “ecologia” abbia fatto la sua comparsa, capisce cosa sta succedendo al mondo. L’ambasciatore delle foreste ripercorre la vicenda umana di George Perkins Marsh, diplomatico e ambasciatore delle foreste nel mondo, da quelle del New England alle foreste del nostro Appennino, passando per i deserti dell’Africa. Con stile asciutto e colloquiale, in un dialogo costante con il lettore, Paolo Ciampi riporta alla luce la storia di una persona ingiustamente dimenticata – dall’altro lato dell’Atlantico, invece, Marsh è considerato il padre di parchi come Yellowstone –, che ci regala un nuovo sguardo sugli alberi, sulle montagne, sulla stessa nostra civiltà. Non c’è più noia, con questo personaggio stravagante, che frequenta a malincuore la corte dei Savoia, si appassiona alle saghe di Islanda, coltiva l’idea di portare i cammelli nelle praterie degli Stati Uniti, e che, un secolo prima dei forum internazionali e delle conferenze sul clima e sull’ambiente, parla di foreste da salvare, di cambiamenti climatici e ci allerta sulla precarietà del pianeta e sulla nostra stessa possibilità di sopravvivenza.

Paolo Ciampi, giornalista e scrittore fiorentino, ha lavorato per diversi quotidiani e oggi è direttore dell’Agenzia di informazione della Regione Toscana. Si divide tra la passione per i viaggi e la curiosità per i nomi dimenticati nelle pieghe della storia.
Ha all’attivo una trentina di libri usciti per editori come Mursia, Vallecchi, Giuntina, Ediciclo, Clichy.
Gli ultimi, in ordine di pubblicazione, sono L’uomo che ci regalò i numeri (Mursia), sui viaggi e le scoperte del matematico Leonardo Fibonacci; Il sogno delle mappe (Ediciclo, Piccola Filosofia di Viaggio) e Cosa ne sai della Polonia (Fusta).
Attivo nella promozione degli aspetti sociali della lettura, partecipa a numerose iniziative nelle scuole.
Cura due blog, ilibrisonoviaggi.blogspot.it e passieparole.blog.

Giorgia Tribuiani nasce il 29 dicembre 1985 in anticipo per la prima e ultima volta della sua vita. La attendono una cinquantina di volumi di matematica e fisica che suo padre ha predisposto per il suo futuro. Si impegna, il professor Tribuiani, per il futuro scientifico della figlia, e la piccola predestinata cresce sana e forte, e si iscrive alla facoltà di Lettere e si laurea con una tesi su Gabriele D’Annunzio.
Fa il giro degli uffici stampa e delle agenzie di Roma e viene assunta come responsabile di piani editoriali online. La scrittura c’è, ma dove sono finite le Lettere e i libri?
In realtà Giorgia ha continuato a inventare storie nell’ombra, e la luce arriva con la conoscenza di Giulio Mozzi, che contatta avvolta nei fumi di quarantacinque calmantissime gocce di passiflora. Nel 2016 si iscrive alla Bottega di Narrazione di Giulio, dove inizia a lavorare a un nuovo libro, e nel 2017 la sua strada incrocia Stradescritte. A questo punto la biografia letteraria resta in sospeso, perché nella vita di un autore arriva a volte il momento in cui a scriverla non è più solo.
Nel 2018 il suo libro “Guasti” è uscito per Voland. Insegna alla Bottega di Narrazione, diretta da Giulio Mozzi.

Venerdì 8 marzo alle 18 in libreria
Mariapia De Conto presenta “Il silenzio di Veronika” (Santi Quaranta) e ne parla con Angela Catrani.

Cade il Muro nel 1989 e Veronika si allontana da Berlino e sparisce, abbandonando il marito e la figlia. Petra, ormai adulta, investiga con una mirabile caparbietà la scomparsa della madre, la cerca per la Germania seguendo deboli tracce, ferita profondamente, spinta da una fortissima rabbia e insieme da una tenerezza filiale, mai affievolita.
Mariapia De Conto propone un romanzo corale, vibrante, dove è la vischiosità della menzogna, soprattutto della delazione, a intorbidare i cuori e le coscienze: i veleni lunghi del Muro continuano, dunque, a corrompere le anime e le spezzano, creando un “muro dentro”. Il male non è opera di una particolare malvagità, di persone abbruttite o perverse, ma una malattia della quotidianità, una malattia comune e ‘banale’.
Il silenzio di Veronika si dipana irruente e delicato, specialmente nel magnifico rapporto tra Günter, il padre, e Petra, la figlia; un rapporto fatto di piccole cose, di un affetto semplice e incommensurabile, teneramente dialogante. La scrittrice pordenonese è capace di delineare un universo composito, con una lingua stringente e insieme colloquiale, che a qualcuno potrebbe apparire come un thriller soltanto avvincente, e invece il romanzo si allarga a esplorare le anime, trasmettendo al lettore le vibrazioni e i battiti interiori più radicati, e scandaglia la società ‘socialista’ della Germania Orientale con l’acutezza dell’indagine psicologica, senza mai cadere nella dimensione partitico-politica o nell’invettiva ideologica.
L’Autrice indaga con bravura e familiarità, coralmente e individualmente, donandoci un’opera insolita, straordinaria, di suggestiva ampia lettura. Alla fine il silenzio di Veronika sarà svelato, dopo che Petra riuscirà a rintracciare la madre: e il confronto-scontro sarà lancinante, senza esclusione di colpi; veritiero. L’innocenza vincerà, con la bellezza della lingua, sulla menzogna.

Mariapia De Conto è nata a Pordenone il 30 gennaio 1957 e vive a Porcia.
Specialista di letteratura per ragazzi, promuove e conduce attività di lettura e corsi di formazione, nonché eventi e incontri con autori.
Nel 2009 ha edito con Lineadaria il romanzo “Come rondini in volo”.
Ha pubblicato alcuni testi per la scuola primaria con Nicola Milano Editore, da ricordare particolarmente “Tutti in biblioteca!”.

Angela Catrani vive e lavora a Bologna. Editor freelance, lavora principalmente per Bacchilega editore di Imola, per cui cura la collana Junior.
Ha tre figli, un compagno meraviglioso, è una lettrice appassionata e instancabile. Fa parte della redazione della Rivista on line Libri Calzelunghe, che si occupa di Letteratura per bambini e ragazzi.

Sabato 9 marzo alle 12 in libreria
la casa editrice Zona 42 propone Elisa Emiliani con il suo “Cenere”.
Ad accompagnare l’autrice ci saranno Giorgio Raffaelli e Marco Scarabelli.

Cenere è un possibile antidoto al futuro velenoso che ci attende dietro l’angolo. Un inno alla forza imperitura dell’amicizia.
Cenere è una piccola distopia di provincia ma, soprattutto, Cenere è la storia di tre giovani amiche che provano a reagire a una situazione politica che diventa sempre più intollerabile.
La voce appassionata e potente di Elisa Emiliani dona vita sangue e calore ad Ash, Reba e Anna, proponendo un ritratto indimenticabile dell’adolescenza ai tempi del controllo globale.
Una lettrice ha definito Cenere “un perfetto incrocio tra cyberpunk, avventura e racconto di un’estate adolescenziale alla Stand by me, senza essere specificatamente nessuno di questi”, una descrizione che calza molto bene al romanzo.

Elisa Emiliani, faentina, classe 1986, è la prima autrice italiana pubblicata da Zona 42.
Cresciuta a pane e fantascienza, ha presentato una tesi in Filosofia Semiotica dal titolo Problematiche filosofiche nella narrativa fantascientifica (analisi di Scorrete lacrime, disse il poliziotto di Philip K. Dick) che ha suscitato più sdegno che entusiasmo in commissione di laurea.
Ha deciso di non intraprendere la carriera accademica e si è trasferita in Inghilterra, poi in un paesino sperduto della Galizia dove è nata l’idea di Cenere.
Nel frattempo ha scritto racconti per Fantasy magazine, Effemme e Speechless magazine, ha curato la rubrica Problemi d’identità seriale per la rivista Inkroci ed esplorato ambientazioni distopiche sul blog Philomela997.
Nel 2017 ha frequentato la Bottega di Narrazione di Giulio Mozzi dedicandosi a nuove sperimentazioni narrative.
È recentemente tornata nella Romagna faentina dove gestisce progetti di mobilità giovanile internazionale e scrive storie di incubi che filtrano in mondi quasi reali.

Sempre sabato 9 marzo alle 14,30 in libreria
il gruppo “Letture sul sofà” parla di “Il gigante sepolto” di Kazuo Ishiguro, edito da Einaudi.

NEWSLETTER A CAVALLO FRA FEBBRAIO E MARZO

Una settimana fra il noir, la narrativa e la poesia, fra il cinema e la biochimica della gioia.
Qui o in giro per bookshop.
Vi aspettiamo.

Trame

Lunedì 25 febbraio alle 17,30
al Cinema Lumière Sala Officinema/Mastroianni a Bologna
presentazione di “Fuori di sé. Identità fluide nel cinema contemporaneo” di Leonardo Gandini (Bulzoni 2018).
L’autore ne parla con Roy Menarini.
Segue la proiezione di “Stranger Than Fiction”, USA/2006 di Marc Forster (113’).
I biglietti, con varie convenzioni, sono acquistabili in Cineteca.
Bookshop a cura di Trame.

Chi non ha mai pensato alla propria vita come a una biografia? Come a un romanzo che lo vede protagonista? Uno che non ci ha mai pensato, per dire, è questo Will Ferrell, agente delle tasse preso in una vita d’esemplare banalità. Proprio lui, però, una mattina comincia a sentire una voce, e la voce gli racconta una storia che è passo passo la sua storia. Il professor Dustin Hoffman stabilisce che l’autore della storia, dea-ex-machina (da scrivere) della sua vita, è Emma Thompson, scrittrice col blocco dello scrittore, da cui potrebbe forse uscire concludendo con la morte il romanzo di Will…
Sa un po’ di Truman Show e un po’ di Charlie Kaufman (Essere John Malkovich, Adaptation), ma si procede in realtà in senso opposto, da una premessa potenzialmente tragica a un esito teneramente comedy, e dunque assai più allietati che intellettualmente stremati.

Martedì 26 febbraio alle 18 in libreria
presentazione del libro di Gabriele Giardini “Morte del maschio Alfa” (Collana Il diavolo probabilmente – Damster Edizioni).
L’autore ne parla con Lorena Grattoni.

In natura l’individuo Alfa è il capo del branco, che non ammette antagonisti ma solo subordinati, ed è su questo binario che Leandro Pergola ha impostato la propria esistenza, ignorando però che tale modus vivendi lo condurrà a una fine tragica.
Il funzionario di polizia chiamato a indagare su quello che sembra un comune episodio criminoso si trova sempre più coinvolto in una serie di accadimenti concatenati fra loro, dove si susseguono vendette personali, verità tenute nascoste, poteri paralleli e complotti tesi a mettere a repentaglio la vita di centinaia di persone, il tutto sullo sfondo di una città livida e distante.
In omaggio ai canoni classici del filone noir e fantastico, nulla sembra corrispondere nella realtà a ciò che appare, ed è questo il filo conduttore che collega i racconti della raccolta: si va dall’innamorata respinta e vendicativa, al morto che rivive senza comprenderne la ragione, da chi suggella patti rischiosi per salvarsi la vita al giornalista che indaga su omicidi particolarmente efferati, alla giovane donna che tronca la propria relazione affettiva senza immaginarne le conseguenze.
Situazioni improbabili, certo, ma che potrebbero irrompere improvvisamente nell’esistenza quotidiana di ciascuno di noi.

Gabriele Giardini è nato a Bologna dove vive e lavora.
Laureato in giurisprudenza, considera la scrittura come un divertimento, un modo piacevole di evadere per un attimo dalla realtà quotidiana.
Ha una particolare predilezione per i classici della letteratura fantastica. Ama Lovecraft, Poe, Kipling, Conan Doyle e Shakespeare; fra gli autori italiani, Evangelisti e Lucarelli. Innamoratissimo della città dove è nato, la giudica magica e inimitabile.

Lorena Grattoni nasce a Bologna dove vive con marito, due figli, un gatto, due conigli e una tartaruga.
Ha compiuto studi artistici e si occupa di arti visive e teatro.
Autrice di racconti, poesie e fiabe presenti in antologie, ha pubblicato la novella illustrata “A come Amore” e un libro “Le ricette della Leda”.

Mercoledì 27 febbraio alle 18 in libreria
per Paesaggi di Poesia, il progetto coordinato da Sergio Rotino
Giusi Quarenghi presenta “Basuràda” (Book editore) e dialoga con Massimo Scrignoli.

“Basura” è l’ora bassa a ridosso del tramonto, l’allargarsi quasi improvviso del giorno in una luce vasta e stillante, come di rugiada.
Attenta alla parola dei bambini che imparano a parlare, come a quella dei vecchi che insegnano a tacere, Giusi Quarenghi cattura l’eco della luce che si avverte al fondo del giorno per riconsegnarcela in forma di voce poetica: cosí la “basuràda” avverte della sua presenza e, qui, nuovamente, accade.

Giusi Quarenghi è nata in un paesino della Val Taleggio, e vive e lavora a Bergamo.
Fin da piccola appassionata di storie (le raccontava al suo gatto), è una delle narratrici per bimbi e grandi più apprezzate del Paese.
Ha scritto racconti, filastrocche, storielle, testi di divulgazione, sceneggiature, romanzi; ha rinarrato fiabe e miti; ha riproposto i Salmi “per voce di bambino”.
Le sue numerosissime opere sono state pubblicate con EL, Coccinella, Bibliografica, Capitello, La Margherita, Panini, Mondadori, Giunti, San Paolo, Nuages, TopiPittori.
Collabora anche, tra gli altri, con Alessandro Sanna e Chiara Carrer: lei scrive, loro illustrano.
Le opere della Quarenghi si rivolgono a molte fasce d’età: dai bimbi, agli adolescenti e infine agli adulti.
Oltre al Premio Andersen del 2006, Giusi Quarenghi è stata nel 2002 insignita del Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo, sezione poesia, vinto con la silloge poetica “Nota di passaggio” (Book editore).

Sempre mercoledì 27 febbraio alle 18
all’Oratorio di San Filippo Neri in via Manzoni a Bologna
“La Buona Salute: intestino, alimentazione consapevole e biochimica della gioia”: incontro con il dottor Pier Luigi Rossi e Patrizio Roversi.
Ingresso gratuito senza prenotazione fino ad esaurimento posti.
Bookshop a cura di Trame.

Pier Luigi Rossi dialogherà in modo semplice e chiaro con Patrizio Roversi.
Insieme illustreranno le più aggiornate acquisizioni della scienza sull’importanza del rapporto tra intestino e cervello e mostreranno come la felicità, la gioia o la tristezza nascono dalla biologia, correlata alla nutrizione molecolare e al metabolismo cellulare dell’intero sistema corporeo, non soltanto dai condizionamenti psicologici, sociali e affettivi.

Pier Luigi Rossi è specialista in Scienza dell’Alimentazione e in Igiene e Medicina Preventiva. È docente del Master “Alimentazione ed Educazione alla Salute” dell’Università degli Studi di Bologna e docente all’Università della Repubblica di San Marino. È stato Professore (a.c.) in Scienza della Alimentazione presso l’Università degli Studi di Siena dal 1995 al 2009.

Patrizio Roversi nasce a Mantova e rappresenta un tipico modello anni 50: assomiglia fisicamente a una Millecento Fiat! Frequenta il DAMS a Bologna, dove si laurea al 24mo anno fuori corso pagando regolarmente le tasse (e ricevendo per questo una targa come emerito finanziatore dell’Alma Mater). Qui conosce Syusy Blady con cui dai primi anni ’90 diventa Turista per Caso, programma di viaggi cult della TV italiana a cui ne seguono molti altri, di approfondimento e divulgazione scientifica. Fino alla più recente esperienza come autore e conduttore di Linea Verde su Rai Uno. Nel frattempo fonda i siti web Turistipercaso.it e Italiaslowtour.com, collabora alla rivista Turistipercaso Magazine e scrive numerosi libri: l’ultimo “Gustologia”, scritto con Martino Ragusa, è un giro d’Italia attraverso il gusto.

Sabato 2 marzo alle 18 in libreria
Eleonora Molisani presenta “Affetti collaterali” (Giraldi, 2019) e ne parla con Isa Grassano, giornalista e scrittrice.
Letture a cura di Rachele Bonifacio, attrice della compagnia del Teatro Mohole di Milano.

Una famiglia, la sua intensa quotidianità in una Milano metropolitana, l’incapacità di comunicare e andare insieme verso la stessa direzione.
Un romanzo che, con un linguaggio crudo e appassionato, narra l’incomunicabilità di coppia e quella tra genitori e figli, il disagio adolescenziale, la dipendenza dal web e i rapporti sentimentali virtuali. Con un finale inaspettato, quasi da giallo.

Nero ha avuto un’infanzia difficile, ora è un ingegnere e ha raggiunto una posizione sociale ed economica invidiabile. Ha sposato Scura, affascinante e complicata, indipendente e totalmente assorbita dal suo lavoro nel mondo dell’alta moda. Blanca è una ragazza madre peruviana, lavora duramente e non le rimane molto tempo per seguire il figlio Manuel, adolescente inquieto, animato da una grande voglia di riscatto. In una delle rare mattinate di sole milanesi, Blanca incontra Nero, e l’alchimia tra i due porterà Nero ad allontanarsi da casa e dalla famiglia. Grigio, musicista fallito e insegnante frustrato, è un amore giovanile di Scura, e quando i due si ritrovano, dopo tanti anni, scoprono quanto le loro vite siano distanti dai sogni spavaldi di gioventù. Lui non ha mai smesso di amarla, e sogna una possibilità di riscatto accanto a lei. Ricola, figlia di Nero e di Scura, è un’adolescente autolesionista e web-dipendente, che cerca disperatamente di salvare la
sua famiglia dal naufragio, trovando conforto nell’amore virtuale per un misterioso sconosciuto, con cui chatta di poesia tutte le notti in rete.
Sei personaggi in cerca di ascolto, che vanno alla deriva tra incomunicabilità e solitudine esistenziale.
Un racconto contemporaneo a sei voci, ambientato in una Milano a tratti tenera madre, a tratti algida matrigna, palcoscenico ideale di una vicenda intricata, in cui nessuno è totalmente vittima o carnefice.
Nemmeno colui o colei che, con il suo gesto estremo, cambierà il destino di tutti.

Eleonora Molisani, giornalista professionista, si occupa di attualità e di libri per il settimanale Tu Style di Mondadori. Collabora, come docente di giornalismo, comunicazione e new-media, con la Scuola di linguaggi Mohole di Milano. Online ha fondato la community Natural Born Readers and Writers e nel 2017 ha diretto la rassegna di narrativa, teatro e musica Book@Bugu, a Milano. Nel 2014 ha esordito nella narrativa con “Il buco che ho nel cuore ha la tua forma – Storie del terzo millennio” (Priamo & Meligrana).
Nel 2016 ha partecipato all’antologia di racconti brevi Pausa caffè (Prospero editore).

NEWSLETTER DAL 18 AL 22 FEBBRAIO (e tre trasferte)

Ecco le proposte per la settimana che inizia.
Con cambio di mostra venerdì.

Vi aspettiamo.
A Trame e dintorni.

Lunedì 18 febbraio alle 17,30
all’Oratorio di San Filippo Neri in Via Manzoni 5 a Bologna
nell’ambito del ciclo di incontri “I grandi temi della politica economica: posizioni a confronto” il secondo del 2019 è dedicato a “Brexit: ne valeva la pena?”
A cura di Il Mulino.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Ne parleranno: Carlo Altomonte (Università Bocconi), Federico Fabbrini (Dublin City University), Ferdinando Giugliano (Bloomberg Opinion), Beda Romano (Il Sole 24 Ore).

Martedì 19 febbraio alle 18 in libreria
Guido Croci, autore Pendragon, dialoga con Massimo Onofri.

Sono tre i romanzi a cui sarà dedicato il nostro appuntamento: “Il peso della giovinezza”, “Il peso della bellezza”, “Il peso dell’amore”.
Francesco de Stisi, il personaggio creato da Guido Croci e protagonista di questi tre volumi, raffinato ex professore di lettere, lavora come investigatore privato presso l’agenzia “La Scelta Migliore”. Amante di Montaigne, del cinema e della buona cucina, ha come suo capo la rampante e determinata Maria Leone che ha l’abitudine di affidare al suo collaboratore e amante i casi più insoliti, in cui acume, cultura e una buona dose di sfacciataggine sono elementi indispensabili per la risoluzione finale.
Ogni romanzo racconta tre casi da lui affrontati: nel primo ha a che fare con tre giovani donne alle prese con la propria inadeguatezza, tre storie che raccontano la fragilità della giovinezza con il suo peso a volte schiacciante.
Il secondo ha come protagoniste tre donne ammalianti e bellissime costrette a fuggire a causa delle troppe attenzioni suscitate dalla loro avvenenza.
L’ultimo volume della trilogia presenta tre casi giudiziari che ancora una volta coinvolgono tre giovani donne: la figlia di un boss della malavita fuggita a Parigi con il suo fidanzato; la nipote di un senatore sposatasi in segreto con un anziano professore spagnolo; la sorella di un famoso industriale alle prese con un amico dalle ardue pretese. Tre intriganti rebus investigativi che mettono in gioco il più nobile dei sentimenti, il quale, come si dimostrerà, può risultare anche il più gravoso.

Guido Croci, ha ricoperto importanti ruoli amministrativi in diversi atenei italiani, ultimo dei quali (fino a dicembre 2018) è stato quello di Direttore generale dell’Università di Sassari.
Da sempre coltiva la passione per la scrittura e ha pubblicato con Pendragon i romanzi Humane (2002), Victor (2006), Lilì, la vita è tutta qui (a quattro mani con Clelia Cristina Contini, 2007), Un gatto rosso mattone (2008) e la trilogia di romanzi Il peso della giovinezza (2008), Il peso della bellezza (2018), Il peso dell’amore (2019).

Massimo Onofri, critico letterario e scrittore, è professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Sassari.
Tra i suoi saggi Storia di Sciascia (1994), La ragione in contumacia. La critica militante ai tempi del fondamentalismo (2007), Recensire. Istruzioni per l’uso (2008).
È autore di Passaggio in Sicilia (2015) e Passaggio in Sardegna (2016), Benedetti Toscani. Pensieri in fumo (2017).

Mercoledì 20 febbraio alle 17,30
presso il centro Costa Arena in via Azzogardino 48 a Bologna
“Automazione, A.I, Dividendo” Verso un green new deal europeo.
Bookshop in collaborazione con Trame

I rapidi cambiamenti climatici, tecnologici e sociali impongono un radicale ripensamento delle politiche del lavoro: Diem25 invita la cittadinanza ad un confronto aperto, riflettendo sull’impatto che l’automazione e l’intelligenza artificiale avranno sul mondo del lavoro e sulle soluzioni che DiEM25 propone a livello transnazionale.
Interverranno: Giuseppe Allegri di Bin Italia, Leonardo Caffo del Politecnico di Torino, Tommaso Falchi della Riders Union, Michele Fiorillo, coordinatore Diem25 Italia, e Clara Magno dell’Archivio Luciano Ferrari Bravo.

Sempre mercoledì 20 febbraio ma alle 18 in libreria
per Paesaggi di Poesia 2019 a cura di Sergio Rotino
Vito M Bonito presenta “fabula rasa” (Oèdipus) e dialoga con Maria Luisa Vezzali.

Paesaggi di poesia 2019, la rassegna ideata da Sergio Rotino, ci accompagna da anni nel mondo della poesia italiana e non solo.
La rassegna ripropone la sua formula, presentare una serie di autori senza vincoli di età o di scuole, provenienti per la stragrande maggioranza da fuori Bologna.
Il cartellone è sempre attento a quanto propone la scrittura poetica in Italia, anche nelle vesti della traduzione o dell’antologia.

Giovedì 21 febbraio alle 20,30
alla Biblioteca Casa di Khaoula in via di Corticella, 104 a Bologna
Presentazione dell’ultimo libro del collettivo Wu Ming “Proletkult” (Einaudi).
Dialoga con gli autori Michele Righini.
Bookshop a cura di Trame.

Mosca, 1927. Che le proprie storie si mescolino alla realtà fino al punto di prendere vita: non è questo il sogno segreto di ogni narratore? È ciò che accade ad Aleksandr Bogdanov, scrittore di fantascienza, ma anche rivoluzionario, scienziato e filosofo. Mentre fervono i preparativi per celebrare il decennale della Rivoluzione d’Ottobre e si avvicina la resa dei conti tra Stalin e i suoi oppositori, l’autore del celebre Stella Rossa riceve la visita di un personaggio che sembra uscito direttamente dalle pagine del suo romanzo. È l’occasione per ripercorrere le tappe di un’esistenza vissuta sull’orlo del baratro, tra insurrezioni, esilio e guerre, inseguendo lo spettro di un vecchio compagno perduto lungo la strada. Una ricerca che scuoterà a fondo le convinzioni di una vita.

Venerdì 22 febbraio alle 18 in libreria
si inaugura APPESE A UN FILO: una piccola mostra di Valeria Foschetti e Anna Masini

Valeria e Anna, amiche e artiste, appendono le loro opere a un filo, mentre Trame tesse le fila del loro incontro. Ricami e disegni che insieme raccontano storie e segreti, frutto di un lavoro di scambio e di sguardi incrociati, realizzati appositamente per la libreria bolognese su quaderni pronti ad accogliere e custodire nuove parole e nuovi pensieri.
Nella parte di esposizione personale, si potranno inoltre trovare i libri d’artista ricamati a mano e le creature di stoffa di Valeria, e i libri illustrati di Anna.
Tutte le opere esposte sono in vendita.

Anna Masini (in arte Ninamasina) vive e disegna a Milano, dove si occupa di illustrazione, libri e tessuti. Lavora principalmente con pennelli, inchiostri e tecniche di stampa manuali. Per l’editoria progetta e disegna albi illustrati, e dal 2014 porta avanti Red Boots, la sua personale etichetta di libri illustrati autoprodotti.
Il suo lavoro esce spesso dai confini della carta stampata, con incursioni nel mondo del tessile e dell’artigianato.
Ninamasina è il suo nome d’arte, un gioco di lettere che mescola e fonde nome e cognome in una sola parola.
Contatti: web: ninamasina.it/ instagram: instagram.com/ninamasina
facebook: facebook.com/ninamasina/

Valeria Foschetti dopo aver ha ottenuto il diploma presso il Liceo Artistico ha conseguito la qualifica professionale come orafa e più tardi, a Londra, ha acquisito il titolo di tecnico di arte contemporanea cinese. Una volta tornata in Italia ha frequentano corsi di fotografia, serigrafia, ricamo e recentemente di arazzo contemporaneo.
The Lonely Sock è il progetto artistico che racchiude i suoi anni di formazione, grazie ai quali da forma alle sue idee utilizzando le tecniche artigianali apprese fino ad ora, sviluppando libri d’artista, creature in stoffa, telai ricamati e fanzines fotografiche.
Il ricavo delle vendite di questo progetto va all’Associazione culturale no profit La Pipette Noir per sostenere il progetto La Fanzinoteca: un’archivio di fanzines e libri autoprodotti fondato da Valeria Foschetti e consultabile presso la Biblioteca Zara di Milano.

La Fanzinoteca nasce nel 2012 come biblioteca itinerante di fanzines e libri autoprodotti. Nel 2014 per rendere più formale l’attività della Fanzinoteca l’ideatrice Valeria Foschetti ha fondato l’associazione culturale no profit La Pipette Noir che da allora gestisce in qualità di presidentessa. Nel 2015 le pubblicazioni hanno trovato una sede fissa presso la biblioteca Zara a Milano. L’archivio apre un sabato al mese durante il quale Valeria organizza incontri e mostre dedicati ai protagonisti della scena creativa indipendente italiana come piccole case editrici, illustratori, fotografi e artigiani delle varie tecniche di stampa. Le attività dell’associazione e gli acquisti di nuove pubblicazioni, sono finanziati grazie alla vendita delle opere artigianali di Valeria sotto l’etichetta indipendente “The Lonely Sock”.
Contatti: Valeria Foschetti / La Pipette Noir email: lapipette@yahoo.it
instagram: instagram.com/lapipettenoir/ facebook: facebook.com/pg/LaPipetteNoir/
The Lonely Sock instagram.com/the_lonely_wool_sock/
shop: tictail.com/thelonelysock

NEWSLETTER dal 12 al 16 febbraio (con gita al Mambo per San Valentino!)

Ecco la nuova settimana di Trame
Martedì 12 fra mattina e primo pomeriggio chiamate prima di passare… orari variabili indipendenti dalla nostra volontà…
Vi aspettiamo agli incontri.

Martedì 12 febbraio alle 18 in libreria
Annarita Briganti presenta “Quello che non sappiamo” (Cairo, 2018) e ne parla con Marilù Oliva.
Letture di Erika Zini.

“Quello che non sappiamo” è un libro per tutti quelli che credono nel potere della scrittura e delle relazioni. Reali o virtuali. Due persone non s’incontrano mai per caso, soprattutto se sono due anime destinate a unirsi. Un giorno Ginger riceve un’email da Paulo. I due non si conoscono o, almeno, lei crede che non si conoscano. Nasce una relazione virtuale. Iniziano a scriversi email nelle quali si raccontano la loro vita, le loro giornate e, attraverso le parole, il loro legame in poco tempo si rafforza sempre più.
Ma c’è dell’altro, non tutto è come sembra: Paulo conosce un segreto della vita di Ginger e deve consegnarle una cosa molto importante.
“Quello che non sappiamo” si può leggere come una lunga chat, è un romanzo-chat, un colpo di fulmine virtuale.
Un amore al tempo della mail, tra nevrosi e nuove tecnologie

Annarita Briganti è scrittrice e giornalista culturale di “Repubblica” e “Donna Moderna”. Tra i suoi romanzi ricordiamo “Non chiedermi come sei nata” (Cairo, 2014, vincitore del Premio Comoinrosa, riedizione 2018), “L’amore è una favola” (Cairo, 2015) e “Quello che non sappiamo” (Cairo, 2018).
Ha partecipato ad antologie di racconti. Scrive per il teatro. Ha studiato alla Scuola Holden di Torino, dove è stata anche docente. Insegna scrittura creativa in giro per l’Italia.
Scrive di libri. Presenta libri. Si occupa di qualsiasi cosa abbia a che fare con i libri.

Marilù Oliva vive a Bologna. Scrive romanzi e insegna lettere alle superiori.
Ha scritto la Trilogia della Guerrera: ¡Tú la pagarás! (Elliot, 2011), Fuego (Elliot, 2011) e Mala Suerte (Elliot, 2012).
E la Trilogia del Tempo: Le Sultane (Elliot, 2014) anch’esse in finale al Premio Scerbanenco, Lo Zoo (Elliot, 2015) e Questo libro non esiste (Elliot 2016)
Da sempre si occupa di questioni di genere e di attualità. Ha curato per Elliot due antologie patrocinate da Telefono Rosa: Nessuna più – 40 autori contro il femminicidio (2013) e Il mestiere più antico del mondo? (novembre 2016).
Esce nel 2018 Le spose sepolte con Harper Collins.
Collabora con diverse riviste Huffington Post e Thriller Magazine ed è caporedattrice nonché ideatrice di Libroguerriero.

Mercoledì 13 febbraio alle 18 in libreria
Andrea Zandomeneghi presenta “Il giorno della nutria” (Tunué 2019) e ne parla con Gianluca Morozzi.

Davide, cefalgico cronico, vive nella provincia toscana col nipote e la madre malata.
Dopo l’ennesima ubriacatura, mentre tenta di placare i gravi postumi con psicofarmaci e altro alcool, rinviene una nutria spellata sul pianerottolo: un’intimidazione.
Tra congetture e presagi, Davide fa ricostruzioni ossessive che lo portano, nel corso di una vorticosa giornata, a dubitare di tutti, fino a scoprire la verità – anche su di sé.

«Un giallo al contrario, ribalta i cliché sulla provincia italiana e rivela un esplosivo esordio letterario.»
«Sesso, alcool e malattia mentale in una provincia paranoica.»
«Sintesi inedita tra farsa sfrenata e romanzo psicologico.»

Andrea Zandomeneghi è nato a Capalbio nel 1983.
Scrive sul Foglio e ha diretto la rivista Crapula Club.
Questo è il suo primo romanzo.

Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971.
Esordisce per Fernandel con “Despero” (2001), “Luglio, agosto, settembre nero” (2002) e “Dieci cose che ho fatto ma che non posso credere di aver fatto…”(2003), “Accecati dalla luce” (2004), con il disegnatore Squaz, “Pandemonio” (2006), con Paolo Alberti “Le avventure di zio Savoldi ” (2006), poi “L’abisso” (2007) e “Anche il fuoco ha paura di me” (2015), la serie a fumetti “FactorY” (2008-2010), e Confessioni di un povero imbecille, (2016), con il cd audio omonimo del gruppo Gli Avvoltoi.
Con Guanda e/o Tea dal 2004 “Blackout”, e fra gli altri “L’era del porco”, “Colui che gli dei vogliono distruggere”, “Radio Morte”, “Lo specchio nero”.
Nel 2018 sono usciti ”Gli annientatori” (Guanda), “L’ape regina” (Fernandel) e “L’uomo liquido” (Pendragon).

Giovedì 14 febbraio alle 21
all’Ex Forno Mambo via Don Minzoni 14/3 a Bologna
DI COSA PARLIAMO QUANDO NON PARLIAMO D’AMORE: un reading di Massimo Vitali.
Bookshop in collaborazione con Trame

Fin dall’alba dei tempi esiste una domanda seria a cui nessuno è ancora riuscito a dare una risposta: com’è che si deve parlare sempre d’amore? Non si potrebbe parlare d’altro?
Torna sul nostro palco “Di cosa parliamo quando non parliamo d’amore” un reading spericolato a base di tonno, Sandro Pertini, Alessandro Bergonzoni, Giorgio Gaber, champagne, Peppino di Capri, Woody Allen, pistole in tasca, Stefano Benni, Fosco Maraini e quell’autore che si fa chiamare come Massimo Vitali.
Caratteristica unica di questo reading è che potresti leggere anche tu che stai leggendo.
Prenotazione consigliata, ingresso consentito anche alle coppie.

Nel 2019 è uscito il nuovo romanzo di Massimo Vitali “Una vita al giorno” per l’editore Sperling & Kupfer, e il volume sarà disponibile.

Massimo Vitali è nato a Bologna nel 1978. Ha pubblicato per l’editore Fernandel i romanzi “L’amore non si dice” e “Se son rose”.
Da quest’ultimo sono state tratte due piece teatrali ed è attualmente in corso la realizzazione di un lungometraggio per Rai Cinema.
Insegna scrittura creativa alla Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia e Firenze.
Conduce laboratori di lettura ad alta voce e promuove contest e reading per librerie, biblioteche, enti e locali pubblici. Ha scritto per le testate online Smemoranda e Rockit.
Promuove progetti didattici sulla fantasia nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado.
Conduce su Radio Città Fujiko il programma Ufficio Reclami. Per la stessa emittente ha dato voce a letture radiofoniche da testi di Gianni Rodari e Luigi Malerba.

Venerdì 15 febbraio alle 18 in libreria
Nowhere Books presenta il progetto breaking book “L’algoritmo imperfetto”.

Se la realtà rompe la parete della narrazione.
A Bologna, tra esperimento letterario e vita vera “Una storia così non l’hai mai letta, perché mai una storia è stata scritta così”

Prendi otto autori e invita ciascuno di loro a creare un personaggio. Mettili per cinque giorni in un luogo sufficientemente isolato da non essere contaminato dalla vita quotidiana – il set narrativo – e chiedi loro di vivere, pensare, parlare e scrivere come se fossero quel personaggio. Da un primo esperimento antropologico-letterario (8 corde tese), al consolidamento di un progetto editoriale consapevole con un obiettivo ambizioso e un po’ folle, quello di portare l’immedesimazione tra autore e personaggio, realtà vissuta e realtà narrata, sempre più lontano coinvolgendo gli autori nella trama per interagire in un’esperienza indimenticabile finalizzata alla creazione e alla pubblicazione del secondo breaking book: L’algoritmo imperfetto.

Nove vite s’intrecciano per cinque giorni: una futura madre, due gemelle, un antropologo e un libraio, chi legge il futuro e chi nasconde cicatrici, chi ha perso una sorella e chi l’identità. Un inquietante bando li ha portati in un paese abitato solo dal vento, dove seguiranno, tra vie sperdute e sentieri nel bosco, le indicazioni di due guide reclutate da un misterioso personaggio, in un viaggio tanto fisico quanto introspettivo, mentre l’esperimento dell’anno prima fa ancora eco tra le montagne: non tutti faranno ritorno.

Un meccanismo di meta-narrazione confonderà i confini tra realtà e finzione per consentire un livello di immedesimazione più profondo nei confronti dei personaggi e del contesto in cui si troveranno a vivere. Gioco di ruolo? Scrittura a più mani? Reality narrativo? Il breaking book è tutte queste cose e nessuna di queste.

Sabato 16 febbraio alle 18 in libreria
Matteo Meschiari ci accompagna in un percorso alla scoperta delle sue “terre esterne” (Mucchi edizioni) dialogando con Giulio Iacoli, professore di Letteratura comparata e Teoria della letteratura all’Università di Parma.

In che modo un’opera letteraria può arricchire la riflessione geografica? In che misura lo sguardo che ha uno scrittore sul paesaggio può fare luce sulle prerogative spaziali di Homo sapiens? Da tempo si insiste sul contributo che può dare la geografia all’interpretazione del testo o alla ridefinizione del canone e della storia della letteratura. Atlanti e cartografie letterarie, narrazioni spaziali, libri-paesaggio, eterotopie, distopie, palinsesti letterari e palinsesti geografici, mappe come testo e testi come mappe, parchi letterari e geositi culturali: qual è la struttura che connette queste esperienze di geografia più o meno intuitiva?
Per rispondere, per cercare le tracce di Homo geographicus in autori come Sbarbaro, Calvino, Biamonti, Manzoni, Stoppani e Gadda, bisogna operare un’inversione di paradigma.
I testi letterari, per quanto siano la cristallizzazione artistica di un io e di un’epoca, sono comunque degli etnotesti, dei documenti spontanei che registrano, nella storia individuale e collettiva, il “fare spazio” dell’uomo, cioè modi, strategie e narrazioni del suo stare al mondo nel mondo.
La prefazione di Andrea Cortellessa è stata pubblicata su Doppiozero

Matteo Meschiari, già ricercatore in Discipline Demoetnoantropologiche, è professore associato in Geografia all’Università di Palermo. Oltre a numerosi articoli, ha pubblicato Sistemi selvaggi. Antropologia del paesaggio scritto (Sellerio 2008), Dino Campana. Formazione del paesaggio (Liguori 2008), Terra sapiens. Antropologie del paesaggio (Sellerio 2010), Nati dalle colline. Percorsi di etnoecologia (Liguori 2010), Spazi Uniti d’America. Etnografia di un immaginario (Quodlibet 2012), Uccidere spazi. Microanalisi della corrida (Quodlibet 2013), Geofanie. La terra postmoderna (Aracne 2015), Antispazi. Wilderness Apocalisse Utopia (Pleistocity Press 2015), Artico nero. La lunga notte dei popoli dei ghiacci (Exòrma 2016), Geoanarchia. Appunti di resistenza ecologica (Armillaria 2017), Disabitare. Antropologie dello spazio domestico (Meltemi 2018), Bambini. Un manifesto politico (Armillaria 2018).
La geografia umana, l’antropologia dei mondi contemporanei e l’ecologia culturale sono al centro della sua scrittura.