NEWSLETTER dal 14 al 19 maggio (e chiusura sabato 12 per Salone del Libro)

Trame chiude venerdì 11 maggio alle 16,30 e riapre lunedì 14 maggio alle 10.
La scusa è una fuga al Salone Internazionale del Libro di Torino.

Al rientro parte una settimana ricchissima di incontri, e un lunedì pomeriggio con apertura speciale per Billy Ramsell, poeta irlandese.
Poi il memoir grafico di Sonia Maria Luce Possentini, la blogger statunitense Jesse Crispin, la presentazione della mostra “Nascita di una nazione”, il gruppo di lettura su Q, e Luigi Lollini con il suo attesissimo romanzo.

Vi aspettiamo…
Siateci!

Trame c’è.

Lunedì 14 maggio alle 18 in libreria
incontro con l’autore irlandese Billy Ramsell e “Il sogno d’inverno dell’architetto” recentemente pubblicato in italiano per le edizioni L’Arcolaio di Forlì.
L’autore dialoga con il suo traduttore, Lorenzo Mari, e con Alberto Masala.

Secondo libro dell’autore, nato a Cork nel 1977, Il sogno d’inverno dell’architetto è già risultato finalista al prestigioso premio nazionale “Irish Times / Poetry Now Award”, confermando l’alta qualità della poesia di Ramsell.
La sua scrittura, infatti, è caratterizzata da un dettato fortemente ritmico (sono frequenti le incursioni jazz, riprendendo un motivo fondamentale della poesia della Beat Generation) e da un vivace immaginario ultra-contemporaneo, dove “l’architetto” del titolo non è soltanto l’architetto del mondo, ma anche un software architect.
Poesia 2.0, dunque, per un autore che si inserisce pienamente nella grandiosa storia della poesia irlandese in lingua inglese degli ultimi decenni (che comprende nomi come Seamus Heaney e Eavan Boland), ma ha anche l’abilità di rinnovare a fondo questa tradizione.

Martedì 15 maggio alle 18 in libreria
Sonia Maria Luce Possentini presenta “La prima cosa fu l’odore del ferro” (Rrose Sélavy editore, 2018).
Ne parlerà con Janna Carioli.

L’autrice ha lavorato per qualche anno in una fonderia, un luogo in cui l’odore del ferro è mescolato talmente tanto con l’aria che subito diventa respiro. Sonia racconta in prima persona quella esperienza, e la nostra meraviglia è di scoprirla anche sensibile scrittrice.
In un posto dove il ferro ti rimane attaccato al corpo come un tatuaggio, lei cerca comunque la bellezza, «scintille di ferro come stelle dentro la polvere». Disegnare è un mezzo per scovarla, quella bellezza.
Sonia ci accompagna, con una scrittura poetica e con immagini tra pittura e graphic novel, attraverso il percorso delle sue giornate, e trasforma quei momenti in uno straordinario racconto, non più privato, ma condiviso.
Otto ore di lavoro, cinque giorni alla settimana, due ore di macchina andata e ritorno nei larghi orizzonti emiliani.
Un giorno arriva un cane. E accade qualcosa di magico.

Dall’introduzione di Maurizio Landini
“Una fonderia non è un luogo lieve o allegro: come dice Sonia Maria Luce Possentini “si nutre di ferro e di corpi di uomini”. Ma la fonderia di cui si parla in questo racconto non è nemmeno un luogo estremo o estraneo alla vita di tutti noi: è una fabbrica come tante altre, solo un po’ più aspra di altre.
La protagonista del libro in quella fabbrica ci entra “per fame e per voglia di capire”.
E in queste motivazioni c’è tutto: perché quasi mai andare a lavorare in fabbrica è una libera scelta, tantomeno si sceglie in quale fabbrica andare e che tipo di lavoro fare.”

Angelo Ferracuti, il manifesto
Molti libri in questi ultimi anni hanno raccontato il lavoro, spesso quello nuovo, quello precario, ma pochissimi la fabbrica, considerata ingiustamente un luogo del passato, una archeologia novecentesca. Ma a rinominare questo luogo, ancora così centrale nel mondo del lavoro contemporaneo, ci pensa un libro coraggioso scritto e disegnato con rigore formale e morale da Sonia Maria Luce Possentini. Un libro fatto di conflitti cromatici e tematici, che miracolosamente mette insieme politica e poesia, condizione di oppressione e liberazione, con un gesto di sovversione creativa capace solo agli artisti, quelli veri.

Walter Fochesato, Andersen
Il libro ci racconta dei tre anni che Possentini ha passato a lavorare in fonderia. In questa opera si realizza un difficile eppur imprescindibile equilibrio: quello fra una rappresentazione vera, quasi brutale e comunque senza fronzoli e una costante nota che non esito a definire lirica e di non comune sensibilità. Un mirabile equilibrio fra parole e illustrazioni, echeggiando i modi della graphic novel.

Sonia Maria Luce Possentini (Canossa (RE) 1965) è laureata in Storia dell’Arte e all’Accademia di Belle Arti di Bologna, è pittrice e illustratrice.
È docente di Illustrazione presso la Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia e presso l’Università degli Studi di Padova nel Master di letteratura.
Ha ricevuto premi e riconoscimenti in Italia e all’estero, tra cui il Silver Award al concorso Illustration Competition West 49.
Nel 2011 il suo libro Un bambino (Kite) è stato selezionato da IBBY Italia per la mostra di Bratislava.
Nel 2014 ha vinto il Primo Premio Pippi con l’alfabeto dei sentimenti (Fatatrac).
Nel 2014 vince il Premio Città di Bitritto con il libro Noi (Bacchilega), selezionato poi da Ibby per Outstanding Books for Young People with Disabilitie.
Nel 2014 e 2016 è presente nel prestigioso catalogo White Ravens (Germania) con l’Alfabeto dei sentimenti (Janna Cairoli- Fatarac) e il Pinguino senza frac ( Silvio D’Arzo-corsiero editore).
Nel 2015 vince il Premio Rodari, nel 2016 il premio d’illustrazione per la letteratura ragazzi di Cento (FE), nel 2017 il premio Andersen come miglior illustratore.
Il 4 giugno 2018 ritirerà il Premio MAM Maestri d’Arte e di Mestiere, il prestigioso riconoscimento ai mestieri d’Arte conferito dalla Fondazione Cologni e ALMA presso la Triennale di Milano.

Janna Carioli vive felicemente fra Bologna, Roma e l’Isola d’Elba.
Giornalista, autrice di programmi televisivi, cartoni animati, scrive canzoni, testi teatrali e libri per ragazzi.
Insegna sceneggiatura a Bottega Finzioni di Carlo Lucarelli.

Mercoledì 16 maggio la libreria chiude alle 17,30.
E alle 18
in Auditorium Enzo Biagi Biblioteca Salaborsa in piazza Nettuno a Bologna
incontro con Jessa Crispin, blogger e attivista statunitense, che parlerà del libro “Perché non essere femminista. Un manifesto femminista” con Giulia Sudano, associazione Orlando.
L’incontro è realizzato in collaborazione con l’editore SUR.
Bookshop in collaborazione con Trame.

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili

Chiedere a un sistema costruito con il preciso scopo di opprimere: «Ehm, per favore, smetteresti di opprimermi?» è assurdo. L’unica azione che ha senso intraprendere è smantellare completamente quel sistema e sostituirlo.
Un pamphlet agguerrito e provocatorio sul femminismo moderno che, recuperando le teorie del femminismo del Novecento, tenta di immaginare nuovi valori e nuove pratiche per costruire un progetto completamente diverso, insieme collettivo e radicale: «una rivoluzione totale in cui alle donne non sia semplicemente permesso di partecipare al mondo come già è, ma in cui siano parte attiva nel riformarlo».

Giovedì 17 maggio alle 17,30
alla Fondazione Federico Zeri in piazzetta Giorgio Morandi 2 a Bologna
Luca Massimo Barbero presenta la mostra “Nascita di una nazione. Tra Guttuso, Fontana e Schifano” Firenze, Palazzo Strozzi | 16 marzo – 22 luglio 2018

Il catalogo, edito da Marsilio, sarà in vendita per l’occasione con uno sconto speciale.
Bookshop a cura di Trame.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Sabato 19 maggio alle 14,30 in libreria
il gruppo “Letture sul sofà” parla di Q di Luther Blissett edito da Einaudi.

Come sempre il gruppo è aperto, chi volesse partecipare sarà il benvenuto.

Sempre sabato 19 maggio, ma alle 18
Luigi Lollini presenta “La Controfigura” (Alegre).
Ne parlerà con Orsola Mattioli e Francesco Strazzari.

Nel 1988 l’Europa è alla vigilia di sconvolgimenti epocali, ma pochi guardano l’orizzonte e capiscono.
Eduardo forse è tra questi. Lo incontriamo a Bologna, dove rappresenta l’Ungheria a un meeting studentesco internazionale.
Padre magiaro e madre boliviana, Eduardo Rózsa Flores non è il tipico burocrate d’oltrecortina: spigliato poliglotta, anticonformista, scrive poesie e canta a piena voce, ammalia gli interlocutori, li trascina con sé nel fervore dei tempi che stanno per cambiare.
La caduta del Muro di Berlino è vicina. Che farà questo giovane comunista nell’epoca che viene?
Alberto, studente dell’Alma Mater e alter ego dell’autore, trascorre con Eduardo una serata fatidica, che ricorderà per tutta la vita.
Nell’estate del 1989, Alberto incontra di nuovo Eduardo, stavolta a Budapest, durante una vacanza con l’Interrail.
Poi gli anni e la distanza macinano i giorni… I due non si vedranno mai più.
Nel 2009 la notizia appresa per caso: Eduardo Rózsa Flores è stato ucciso a Santa Cruz, in Bolivia. Un cerchio che si chiude male: nato in Bolivia e morto in Bolivia, come l’amato Che Guevara, ma – così sembra – dall’altra parte della barricata: eliminato da forze speciali del governo socialista bolivariano. Era coinvolto, si dice, in un complotto per uccidere il presidente Evo Morales. È vero? Com’è stato possibile?
Cos’era diventato il brillante Eduardo nei vent’anni da Bologna a Santa Cruz?
La domanda si dilata e pulsa nella testa di Alberto, nel frattempo divenuto insegnante, marito, padre.

Luigi Lollini vive a Bologna, dove lavora come insegnante. Ha pubblicato racconti – firmati «Luisa Catanese» – su Carmilla on line, per Manifestolibri e Scuola sarda editrice. Collabora con il Cesp (Centro studi per la scuola pubblica) di Bologna.
Ha scritto sulla poesia e sulla figura intellettuale di Franco Fortini per Quodlibet e Manifestolibri, e per le riviste L’Ospite ingrato, Altreragioni, Lingua e stile, Trasparenze.

Orsola Mattioli è semiologa dell’arte, libraia, e redattrice di Oblomov.

Francesco Strazzari insegna relazioni internazionali presso la Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna di Pisa.
Si occupa di conflitti contemporanei, nazionalismo, terrorismo, crimine organizzato.
È autore di diversi saggi fra cui “Notte balcanica. Guerra, crimine, stati falliti alle soglie d’Europa” (2008) e, con Marina Calculli “Terrore sovrano. Stato e jihad nell’era postliberale” (2017).

NEWSLETTER da venerdì 4 a martedì 8 maggio

Ecco la newsletter con gli incontri fino al prossimo martedì 8 maggio.
Giornalismo con Flavio Fusi, in trasferta con Gianluca Morozzi, poi il libro della “nostra” Grazia Negrini e i vampiri di Roberto Barbolini…
Siateci.
Sostenete Trame con le vostre letture!

Venerdì 4 maggio alle 18 in libreria
Flavio Fusi presenta “Cronache infedeli” (Voland).
L’autore ne parlerà con Roberto Pasquali.

Un diario di viaggio. Un viaggio di trent’anni attraverso i cambiamenti di un mondo in tumulto. Nuove geografie e frontiere, fragili paesi che nascono, antiche nazioni che si spengono come stelle fredde, intere comunità costrette all’esilio. Da Sarajevo assediata a Berlino liberata, da New York inginocchiata davanti alle rovine delle Twin Towers a Mosca che maledice il proprio passato, il cronista raccoglie e racconta, cercando di mettere ordine nel caos che lo circonda. Il cronista è un testimone incantato: di notte vengono a trovarlo in sogno gli spettri benevoli dei compagni che ha incontrato lungo i sentieri dell’Africa, nei villaggi massacrati dell’America Latina e dei Balcani, nelle province dell’Impero sovietico in agonia. Il cronista non è un giudice, ma sempre e soltanto un complice: di volta in volta ritrova i tanti fratelli che non ha mai conosciuto negli esseri umani con cui gli capita di dividere il pane e le giornate.
Un libro di memorie, sogni e ricordi. Una storia vera, autentica e infedele: una storia, in fondo, sommamente bugiarda.

“Nel cielo di piombo che si spalanca davanti a me, nel turbinio dei fari lucidi di pioggia, avverto un vuoto e una nostalgia.”

Giornalista di lungo corso, Flavio Fusi ha imparato il mestiere alla vecchia scuola de “l’Unità” e per trent’anni ha seguito come inviato della Rai tutte le più importanti crisi internazionali. Corrispondente da New York e Buenos Aires, conduttore e commentatore del Tg3, non ha mai vinto premi giornalistici e non appartiene a nessuna scuderia professionale. Cronache infedeli è il suo primo, vero libro.
Roberto Pasquali, nato a Bologna nel 1955, per molti anni ha vissuto e lavorato in Centroamerica con la cooperazione internazionale. Organizza laboratori di poesia nelle scuole, festival e manifestazioni di poesia. E’ ideatore e curatore dell’archivio multimediale di poesia “La Voce Regina”, presente nelle biblioteche comunali e universitarie di Bologna. Ha pubblicato La Primavera della mano e La Poesia Nica, antologia di poesia nicaraguense, Campanotto editore. E’ autore di testi pubblicati su riviste e straniere.

Sabato 5 maggio alle 16
alla Biblioteca Lame-Cesare Malservisi in Via Marco Polo 21/13 a Bologna
Gianluca Morozzi presenta “Gli Annientatori” (TEA).
Lo scrittore bolognese tra noir, fiction e “ricordi del quartiere” nel quale è cresciuto dialogherà con Matteo Lepore, Assessore alla Cultura del Comune di Bologna, e Daniele Ara, Presidente del Quartiere Navile.
Bookshop in collaborazione con Trame.

«Quand’è iniziato il percorso che mi ha portato a quest’inumana dannazione?» – è questa l’inquietante domanda che definisce e declina la discesa agli inferi di Giulio Maspero, il protagonista del nuovo romanzo di Gianluca Morozzi, scrittore bolognese che torna in libreria con quello che si preannuncia già un nuovo cult del genere noir. Un romanzo carico di piste, segnali e indizi; flashback e immagini impietose sulla follia della quotidianità; omaggi a grandi scrittori (come Stephen King) e registi (è il caso di Pupi Avati, che già si è complimentato con lo scrittore per il suo nuovo romanzo) e costruito su un perfetto ingranaggio narrativo che porta inesorabilmente alla fine. Una fine in perfetto, e spietato, stile Morozzi.

Gianluca Morozzi è una delle voci più note del noir contemporaneo, capace di raccontare storie di ampio respiro e ben radicate nei luoghi, negli scorci e nelle suggestioni che, da sempre, gli offre la sua amata città, Bologna.
Una città che è spesso lo sfondo onirico e il luogo-non-luogo dove si aggirano, più o meno consapevoli, i suoi personaggi: l’ultimo, per adesso, appunto Giulio Maspero, uno scrittore in crisi emotiva e finanziaria che accetta di occuparsi delle piante di uno strano fumettista in cambio di una casa silenziosa e periferica dove dedicarsi a tempo pieno, e senza distrazioni, alla scrittura. Da questo espediente narrativo solo apparentemente banale Morozzi, come di consueto, sviluppa una storia che si dipana tra colpi di scena e momenti di pura tensione narrativa rimanendo in perfetto equilibrio tra reale e surreale, tra spunti e rimandi che moltiplicano i punti di vista e costantemente illuminata dall’occhio di bue della scrittura per mostrare tutta l’inquietudine che si cela dietro la normalità. Con personaggi che sono ben diversi da ciò che sembrano, incontri tutt’altro che casuali, rumori ingannevoli e persino uno strano puzzle privo del pezzo più importante. Una normalità orribile che però, a ben vedere, “è anche preferibile agli Annientatori”.

Sabato 5 maggio alle 18 in libreria
Maria Grazia Negrini presenta il suo memoir “Io parlo donna – Il coraggio delle idee” (Il Ciliegio).
Grazia ne parlerà con Porpora Marcasciano e Marzia Schenetti.

Un piacere speciale avere in libreria una cara amica, una donna tostissima e militante…

“Io parlo donna – Il coraggio delle idee” raccoglie le esperienze di Maria Grazia Negrini, storica femminista bolognese, prima e dopo aver coordinato il Centro di Documentazione Ricerca e Iniziativa delle Donne di Bologna.

Non si tratta di un’autobiografia, bensì di uno strumento, una raccolta rivolta a donne e uomini e in particolare alle giovani generazioni sull’esperienza del femminismo nella città di Bologna; è però anche la storia di una donna che ha partecipato a questi momenti storici, impegnando la mente, il cuore e la passione.
Non è un libro esclusivamente personale, perché chiama in causa la presenza delle donne della città e non solo.
La prima parte raccoglie una serie di articoli e interventi dell’autrice riguardanti le tematiche a lei care delle donne e del femminismo.
Più individuale e squisitamente narrativa è invece la seconda parte del libro, quella dove sono pubblicati i racconti scritti da Maria Grazia Negrini, ancora una volta tutti incentrati sul punto di vista delle donne.

Maria Grazia Negrini nasce a Bologna nel 1944 e a partire dal 1967 frequenta riunioni semiclandestine dalle quali nasce la rivista “Che fare?”.
Nel 1968 è nel primo nucleo de «il manifesto» e vive in una comune.
Dopo il 1977 fonda con altre il Centro di Documentazione, Ricerca e Iniziativa delle Donne, che coordina fino al 2002. Fa esperienza negli organismi regionali e nazionali di Parità e collabora all’apertura di una casa per donne e bambini vittime di violenza. Si occupa poi di formazione e fonda la Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza nella città (www.tavoladelledonne.com), della quale è presidente.
Dal 2009 pubblica racconti in varie antologie.

Porpora Marcasciano, presidente onorario MIT, ha pubblicato per Alegre “AntoloGaia. Vivere sognando e non sognare di vivere: i miei anni Settanta” (2015). È autrice anche di “Tra le rose e le viole. La storia e le storie di transessuali e travestiti” (Manifestolibri, 2002) e di “Favolose narranti. Storie di transessuali” (Manifestolibri, 2008), e ha curato insieme ad altri “Elementi di critica trans” (Manifestolibri, 2010).

Marzia Schenetti, nata a Reggio Emilia nel 1965, diplomata in canto lirico e grafica pubblicitaria, è autrice di poesie e canzoni. Nel 2011 pubblica con Edizioni il Ciliegio “Il Gentiluomo”, una storia di stalking stata scritta in prima persona. Questo percorso l’ha conduce ad attivarsi in prima persona nella lotta contro la violenza e la divulgazione del concetto socio-culturale di “ex vittima per sempre”. Dopo solo un anno realizza, insieme ad altre vittime, l’associazione culturale “MoDeM Movimento Donne e Minori”, per poter dare voce a chi ha subito violenza.

Martedì 8 maggio alle 18 in libreria
incontro con Roberto Barbolini e i suoi “Vampiri conosciuti di persona” (La nave di Teseo, 2017).
L’autore ne parlerà con Alessandra Calanchi e Franco Minganti.

I vampiri di Roberto Barbolini sono i protagonisti dei suoi incontri più formidabili: aneddoti e avventure che si srotolano dall’appennino modenese al confine ungherese, dalla seconda guerra mondiale alla Transilvania, fin quasi a sfiorare la soglia dell’Aldilà.
Una caccia al tesoro improbabile attorno a un misterioso Stradivari; un simpatizzante nazista circonciso; il grande calciatore Puskas esule dalla sua Ungheria su una spiaggia di Bordighera; un viaggio di lavoro in Transilvania che si trasforma in una vera e propria caccia al vampiro.
Per tacere della sfida alle sempre incombenti insidie del Dottor Morte.
Brioso e malinconico, divertente e terribile, Vampiri conosciuti di persona è un romanzo per frammenti, stupori e visioni, immersi nel fiume ironico e surreale della scrittura di Barbolini.

“Un Fellini della scrittura.” Cesare Garboli

Roberto Barbolini è nato a Formigine (Modena) nel 1951. Ha esordito a Il Giornale di Indro Montanelli lavorando con Giovanni Arpino; è stato redattore culturale e critico teatrale di Panorama e attualmente collabora con QN-Quotidiano nazionale. Si è occupato di poesia erotica, di fantastico e di gialli. Ha pubblicato numerosi romanzi, saggi e raccolte di racconti, tra cui La strada fantasma (1991), vincitore del premio Dessì, Stephen King contro il Gruppo 63 (1998), Il punteggio di Vienna (1995), Piccola città bastardo posto (1998), Ricette di famiglia (2011), Provaci ancora Radetzky (2012), L’uovo di Colombo (2014), Nero Wolfe in via Pastrengo e altri incontri ravvicinati (2017).

Alessandra Calanchi insegna letteratura e cultura americana all’Università di Urbino. Ha numerose pubblicazioni nel campo della crime fiction e del cinema noir e conosce Roberto Barbolini dai tempi del seminale Detective sublime. Pur non essendosi mai occupata professionalmente di vampiri, il suo mito letterario è Carmilla e vanta numerose conoscenze, occasionali e non, nel settore.

Franco Minganti insegna letteratura e cultura americana all’Università di Bologna. Ha scritto di letteratura, musica, cinema, tv, fumetto e graphic novel. Spesso di jazz. Conosce Barbolini da ben prima di Alessandra Calanchi, da epoche lontane quando praticamente si bivaccava a Piccadilly Circus. Per la verità, pur avendo scritto di horror, si è sempre tenuto ben lontano dai vampiri, che lo spaventano non poco.

NEWSLETTER dal 24 aprile al 1° maggio (il 25 tutti al Pratello…)

Eccoci di nuovo. Partiamo con alcune informazioni di servizio.
Lunedì 23 aprile Trame chiude alle 13,30.
Mercoledì 25 aprile, Festa della liberazione, la libreria sarà chiusa tutto il giorno. E così pure il martedì 1° maggio.

Gli altri giorni della settimana osserveremo i soliti orari e ospiteremo tre incontri interessanti.
Vi aspettiamo.

Trame

Martedì 24 aprile alle ore 18 in libreria
presentazione del libro “Poesie naturali” (Topipittori) con le due autrici Alessandra Berardi Arrigoni (poesie) e Marina Marcolin (illustrazioni).
Presentano Adriana Barbolini e Alberto Bertoni.

La libreria chiuderà puntualissima alle 19,30
per seguire a partire dalle 20
presso La Casetta dell’Artista di via Cesare Battisti 9 a Bologna
l’inaugurazione della mostra di Marina Marcolin “Poesie naturali” con le tavole originali delle illustrazioni del libro.
Bookshop a cura di Trame.
www.lacasettadellartista.com

“Poesie naturali”, edito da Topipittori nel 2018, è un albo illustrato. Ognuno dei suoi testi in versi, corredato da illustrazioni potenti e suggestive, è dedicato a un protagonista della natura. C’è il mare col suo umore mutevole, la notte che tinge silenziosamente il mondo di nero, la luna che ispira idee e maree, il ginepro che si dirama storto seguendo un segreto intento… fino alle erbette del marciapiede, nate dal vento e cresciute sotto i nostri piedi.
Rivolto ai bambini, e agli adulti che amano la poesia per parole e immagini, “Poesie naturali” ricrea il senso di misteriosa unione che ci lega all’anima della natura, sin dalla nostra infanzia.

Alessandra Berardi Arrigoni poetessa, umorista, paroliera, è nata a Nuoro nel 1959 e vive a Bologna; nel 2018 ha completato il suo cognome con quello materno. Ha pubblicato libri di umorismo e per bambini. Ha scritto e recitato spettacoli comici e musicali, collaborando con la band Bufala Cosmica, con il compositore Battista Giordano, con il gruppo Riso Rosa. Per tredici anni è stata autrice di canzoni e storie per il programma televisivo L’albero azzurro.

Marina Marcolin, pittrice e illustratrice, è nata a Vicenza nel 1975, e vive ad Arcugnano, fra lago e boschi. La contraddistingue uno stile inconfondibile per il forte potere evocativo, la sensibilità tutta particolare per la natura, e la tecnica raffinatissima. I suoi lavori sono pubblicati in libri e riviste di molti Paesi, esposti in importanti gallerie d’arte, e le hanno valso molti prestigiosi riconoscimenti internazionali, fra cui quello della Society of Illustrators di New York.

Venerdì 27 aprile alle 18 in libreria
Presentazione del numero 3 della rivista letteraria The FLR “Sacro”.
Coordina Diego Bertelli. Partecipano Giada Fuccelli e Licia Giaquinto.

The FLR 3 Sacro
Rimane ancora qualcosa di SACRO?
Questa è una delle domande che gli scrittori italiani contemporanei pongono con le loro poesie e i loro racconti in questa terza edizione di TheFLR. The Florentine Literary Review.
Vi troverete, leggendo il numero, a percorrere, un bosco sacro di significati e legami tra la vita e la morte, che poco hanno a che fare con il religioso in senso stretto – gli uomini e le donne di fede, in questo numero, fanno una brutta fine! – e molto con l’attaccamento e l’adesione.
È un numero così arredato di coacervi, di vegetazioni spesso notturne, di “quinte inquinate”, ma anche brillante di stelle e costellazioni in esplosione.
Incontrerete sorelle e fratelli in un violento incubo materno, Intelligenze Artificiali che si deprogrammano in una fanta-teologia inaspettata, un Dio giardiniere e innamorato, una guida turistica con un’impertinente sciura alle costole, un reverendo del Sud che si aggira in un panorama orrorifico, o ancora due colleghi che, a pranzo, parlano di neolingue, dopo che la terra ha tremato…

INDICE:
MEACCI Free Will for Free
PARIANI The Night of the Old One / La sera dei Grandi Antichi
ZARDI The New Language/ La nuova lingua
PONSO Iconostasis / Iconostasi
LAMARQUE Lovers’name / I nomi degli amanti
DI MONOPOLI In the Beginning was the Beast / In principio era la bestia
GIAQUINTO The party’s over / La festa è fijnita
D’ISA Ecstasys 2.0 / Estasi 2.0

Sabato 28 aprile alle 18 in libreria
Matteo Grimaldi presenta “La famiglia X” (Camelozampa).
A moderare l’evento sarà la scrittrice Marta Casarini, e parteciperà alla discussione Michele Giarratano, papà di Luca e Alice insieme a suo marito Sergio, avvocato e attivista per i diritti Lgbt e autore del blog “Luca ha due papà”.

Il libro è la storia di Michael, tredici anni e amante della matematica, e della sua seconda vita, che comincia dopo l’arresto dei suoi genitori e il successivo affido a Davide ed Enea, due uomini. Una svolta che non manca di suscitare accese proteste a Girone, il piccolo borgo dove la vicenda è collocata.
Mentre arranca per salvare il suo traballante anno scolastico e si schiera accanto all’amica Zoe nella battaglia ambientale per proteggere il lago del paese da un maxi progetto di edificazione, Michael non smette di porsi interrogativi e cercare, con l’approccio matematico che lo contraddistingue, di trovare la “soluzione” che spieghi che cos’è veramente una famiglia.
“La famiglia X” è un romanzo sui tesori nascosti intorno a noi, nelle persone che ci vivono accanto e nemmeno conosciamo, nelle persone che ad un certo momento incontriamo per caso e che diventeranno la nostra vita.

NEWSLETTER variegata dal 17 al 21 aprile

Una galoppata.
Vi aspettiamo.
A Trame e dintorni.

Martedì 17 aprile alle 18 in libreria
presentazione del progetto Camilla e anteprima della nuova graphic novel di Antonella Selva.

Camilla nasce per invertire la rotta e virare verso un nuovo modello socio-economico, partendo da ciò che possiamo decidere direttamente e dalla nostra capacità di fare e di creare alleanze tra diversi soggetti.
Camilla è il nuovo progetto di consumo critico e solidale, una vera Cooperativa con un emporio per distribuire prodotti di qualità ed in cui ogni socio partecipa attivamente impiegando una piccola parte del proprio tempo. Uno spazio aperto, un luogo di scambio tra persone e di attività volte a coinvolgere il vicinato e le sue comunità, anche con la scelta di ingredienti appartenenti a cucine dei diversi Paesi da inserire nel paniere.
Oggi Camilla conta oltre 400 aderenti, sta per costituirsi in Cooperativa e in Autunno aprirà uno spazio a Bologna.

Per l’occasione ci sarà la presentazione in anteprima della nuova graphic novel di Antonella Selva “Cronache dalle Periferie dell’Impero”, in uscita per Il Girovago Nuova S1.

Anche quando tutto sembra perduto, c’è sempre qualcuno che continua a crederci.
Tre storie di periferia si snodano tra Scozia, Marocco e Calabria, tre storie vere, geograficamente lontane, ma umanamente vicine.
«Ci vorranno anni e la sconfitta è sempre l’opzione più probabile. Ma non possiamo fare altro che provarci».
(Dalla postfazione di Mimmo Perrotta, Ricercatore di Sociologia presso l’Università di Bergamo e attivista di Fuori Mercato).

Mercoledì 18 aprile alle 18 in libreria
Gino Scatasta presenta il saggio “Fitzrovia, o la Boheme a Londra” (Il Mulino, 2018).
Ne parlerà con Silvia Albertazzi.

Una zona nel centro di Londra che prende nome non da una piazza o da una strada, ma da un pub: è Fitzrovia. Centro della vita di artisti e scrittori per oltre un secolo, non ha un’identità precisa, è una sorta di «distretto della mente» più che una realtà urbana. Eppure esiste e le sue strade, i suoi ristoranti, i suoi locali sono stati teatro di esistenze scandalose e marginali, di drammi e di epiche bevute, così come di tentativi, a volte ingenui, di opporsi alle norme sociali e artistiche vigenti. Il volume racconta la storia della Bohème londinese, a partire dalla sua apparizione in terra inglese a metà dell’Ottocento, e ne ricostruisce la geografia in costante confronto con l’analoga esperienza parigina, soffermandosi su alcuni personaggi esemplari che animarono Fitzrovia: Walter Sickert, Augustus John, Nina Hamnett, Betty May, Julian Maclaren Ross, Nancy Cunard.

Gino Scatasta insegna Letteratura Inglese e Culture Mediali Anglofone presso l’Università di Bologna. Oltre al volume su Fitzrovia, ha scritto sul teatro di W.B. Yeats, sulla letteratura irlandese, su Dickens, Oscar Wilde e la letteratura tardo-vittoriana. Ha tradotto romanzi, saggi e fumetti e da qualche anno si occupa delle rappresentazioni di Londra in letteratura, di Jack lo Squartatore, della scena letteraria e artistica inglese fra le due guerre mondiali e delle culture pop contemporanee.

Silvia Albertazzi è nata a Bologna, dove vive e insegna Letteratura dei paesi di lingua inglese e Storia della cultura inglese all’Università. Tra i suoi volumi di saggistica si ricordano: In questo mondo, ovvero quando i luoghi raccontano le storie (Meltemi, 2006); Il nulla, quasi. Foto di famiglia e istantanee amatoriali nella letteratura contemporanea (Le Lettere, 2010); Belli e perdenti. Antieroi e post-eroi nella narrativa contemporanea di lingua inglese (Armando Editore, 2012); La letteratura postcoloniale. Dall’Impero alla World Literature (Carocci, 2013); Letteratura e fotografia (Carocci, 2017); Letteratura e fotografia (Carocci, 2017). E’ autrice di un romanzo, Scuola di scrittura (Marsilio, 1996) e tre volumi di poesia, La casa di via Azzurra (Kolibris, 2010), Magenta è il colore dei ricordi (La vita felice, 2014) e Finale di stagione (QuDu, 2018).

Giovedì 19 aprile alle 17.30
alla Fondazione Federico Zeri in piazzetta Giorgio Morandi 2 a Bologna
Anna Ottani Cavina presenta la mostra “John Ruskin. Le pietre di Venezia” Venezia, Palazzo Ducale | 10 marzo – 10 giugno 2018

Il catalogo, edito da Marsilio, sarà in vendita per l’occasione con uno sconto speciale.
Bookshop a cura di Trame.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Venerdì 20 aprile alle 18 in libreria
Black Coffee presenta “Ritorno al futuro: viaggio nel tempo con i racconti di Joy Williams e Freeman’s”. Con Marta Ciccolari Micaldi.

Cos’hanno in comune il film più popolare della terra e alcuni dei racconti più raffinati e sperimentali della letteratura internazionale contemporanea? Apparentemente nulla, se non fosse che per una sera il primo ci aiuterà a capire i secondi catapultandoci in un’avventura spazio-temporale tra letture, rimandi, eredità e flussi catalizzatori.
A condurre questa speciale DeLorean letteraria tra le pagine de “L’ospite d’onore” e di “Freeman’s. Scrittori dal futuro”, gli ultimi due libri pubblicati da Edizioni Black Coffee, ci sarà un’altrettanto speciale Marty McMusa.

“L’ospite d’onore” di Joy Williams
Poco nota in Italia, Joy Williams è universalmente riconosciuta come una delle maestre del racconto americano insieme a scrittori come Raymond Carver, John Cheever, Grace Paley e Ann Beattie. “L’ospite d’onore” riunisce gran parte dei racconti, alcuni apparsi in precedenti raccolte, altri inediti, composti dall’autrice nell’arco di quasi cinquant’anni. Le sue storie ruotano tutte intorno a un momento di trasformazione, che spesso ha luogo al di fuori della pagina scritta e di cui intravediamo solo un barlume: il mistero ribolle in superficie, per un istante, e poi torna a inabissarsi. Il mondo di Joy Williams è pervaso di un orrore esistenziale, che tuttavia trova redenzione in lampi di feroce umorismo. Che siano ambientate nei paesaggi riarsi del sud-ovest, in una piccola isola al largo delle coste del New England o del Massachusetts, o ancora, in un’auto malconcia che sfreccia su un’interstatale polverosa, le sue storie mettono a nudo l’inadeguatezza umana dinanzi al cambiamento e alla perdita.
Leggerle è come affacciarsi sull’orlo di un precipizio: spaventoso e al contempo illuminante.

Joy Williams è nata a Chelmsford, Massachusetts. È autrice di quattro romanzi (tra cui I vivi e i morti, edito da Nutrimenti e finalista al premio Pulitzer nel 2001), quattro raccolte di racconti, una raccolta di saggi e una guida turistica non convenzionale delle Florida Keys. I suoi racconti, per la prima volta riuniti in questa antologia, le sono valsi numerosi premi, tra cui lo Strauss Living Award e il Rea Award. Il suo primo romanzo, State of Grace, è stato nominato per il National Book Award e la raccolta di racconti Taking Care le ha portato gli onori della critica e il rispetto del pubblico. Joy Williams vive tra Tucson, Arizona, e Laramie, Wyoming.

Freeman’s. Scrittori dal futuro”– a cura di John Freeman
Scrittori dal futuro» è il primo numero dell’edizione italiana della rivista letteraria Freeman’s, e il quarto di quella americana. I primi tre numeri proponevano contenuti inediti di nuove voci e autori già noti (Haruki Murakami, Colum McCann, Aleksandar Hemon e molti altri) sotto forma di piccole antologie, ciascuna dedicata a un tema: arrivo, casa, famiglia. In questo numero speciale, Freeman abbandona momentaneamente la progressione per associazioni tematiche e, basandosi su consigli di editor, critici, traduttori e autori internazionali, propone una lista di ventinove fra poeti, saggisti, romanzieri e scrittori di racconti che nell’attuale clima di chiusura ed esclusione sono riusciti a guardare al di là delle barriere di identità nazionale, età o genere cui la loro opera verrebbe normalmente ascritta, per rivendicare il diritto a fare della scrittura uno strumento di comunicazione globale.

John Freeman, critico letterario ed ex direttore di Granta – rivista di culto che ha scoperto alcuni tra i più importanti scrittori anglo-americani dell’ultimo secolo – è autore di Come leggere uno scrittore, una raccolta di interviste ai più grandi nomi della letteratura, tra cui Paul Auster, Philip Roth, Don DeLillo, Ian McEwan, Joyce Carol Oates, Nadine Gordimer, Jonathan Safran Foer, Haruki Murakami, David Foster Wallace e Toni Morrison (Codice, 2017), e La tirannia dell’e-mail (Codice, 2010). Ha inoltre curato due antologie sull’ineguaglianza, una dedicata a New York e una agli Stati Uniti: Tales of Two Cities e Tales of Two Americas. Di recente ha esordito con la sua prima raccolta di poesie, Maps, di prossima pubblicazione per La nave di Teseo. Freeman ha pubblicato per il New Yorker, il New York Times, la Paris Review, e su quasi duecento giornali in tutto il mondo. È executive editor di Literary Hub. Insegna alla New School e alla New York University, e vive a New York.

Sabato 21 aprile alle 18 in libreria
LE DIMENSIONI DELL’ABITARE | La Chiave di Sophia #5 (Incipit editore)
Intervengono: Elena Casagrande direttore editoriale della rivista, Giorgia Favero caporedattore e autrice e Greta Esposito autrice.

“I luoghi dove l’uomo abita, dove trova il proprio posto, sono più numerosi delle abitazioni in senso stretto.”

Con questo nuovo numero La chiave di Sophia si propone di interrogarsi sul significato del termine e dell’azione dell’abitare, constatando come gli spazi all’interno dei quali si svolge la vita umana siano in realtà molteplici e vadano oltre l’idea (seppur complessa) di casa. Questo perché di fatto non si vive soltanto nella propria abitazione ma si abita un paesaggio, una nazione, un mondo, una relazione, una città, una comunità, una stanza, un contesto, la nostra propria persona. Una gamma dimensionale questa che, potenzialmente, non ha confini.

È infatti proprio sulle varie dimensioni possibili che si vuol porre l’accento, sin dal titolo scelto per il dossier: Le dimensioni dell’abitare. Non si tratta soltanto di “misurare” un luogo abitato (dalle mura della propria camera sino al confini sfumati del mondo) ma anche di comprendere come alla base dell’azione di abitare esista un rapporto di scambio e di reciproca contaminazione tra la dimensione fisica, materica, visiva e concreta che definisce il luogo e tutto ciò che di immateriale, intellettuale e culturale l’uomo vi riversa. Un luogo allora è anche una o più dimensioni, uno stato, un modo d’essere o di percepire un determinato ambiente, un vivere, un relazionarsi o condividere un certo contesto; un abitare che diventa lo specchio di un’individualità, di una comunità o di una realtà in generale.

Il presente conosce un’evoluzione e una complessità nei modi dell’abitare, lo scopo è anche quello di riflettere su queste eterogeneità, mettendo in luce quali caratteristiche e dinamiche siano presenti al giorno d’oggi, quali differenze con il passato, quali conseguenze comportano determinate scelte legate all’abitare. Tutto questo con la consapevolezza che fa da sfondo alla nostra ricerca, ovvero il fatto che non c’è l’uomo da una parte e lo spazio dall’altra: uomo e spazio si danno sempre assieme. Proprio dell’uomo è essere sempre presso le cose, anche quando dista da esse.

La rivista vede la collaborazione di numerosi partner: Arper, Abitami, Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco, Cù Design, l’architetto Mario Botta, il fotografo e docente del Politecnico di Milano Giovanni Hänninen, la professoressa Carla Danani dell’Università di Macerata, lo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi, il professor Gianluca Ligi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Adriano Cancellieri del Master U-rise Iuav, il professor Antonio Silvio Calò.

NEWSLETTER all’11 al 14 aprile (e Neu Radio come bonus track…)

Segnaliamo con entusiasmo la partenza di un nuovo progetto radiofonico cittadino che ci vede coinvolte.
Neu Radio!
Nasce come rivista audio, da cliccare e sfogliare, piena di musica e rubriche culturali, di interviste e suggerimenti.
Alle sue spalle l’associazione culturale Humus, il nome è dedicato all’amico Piero Santi, il cui giornalismo ricco e suggestivo ci ha accompagnato per tanto tempo.
Questo il sito http://www.neuradio.it/
Questa la pagina Facebook https://www.facebook.com/neuradio.bologna/
Questo il profilo Twitter https://twitter.com/neu_radio
Qui su Instagram https://www.instagram.com/neu_radio/?hl=it
Cliccate e ascoltate…

La settimana che arriva è ricchissima di proposte, vi aspettiamo qui o al nuovo spazio Off.

Trame

Mercoledì 11 aprile alle 18 in libreria
presentazione del libro di Fausto Pesarini “Il naturalista minimalista” (Belvedere).
L’autore chiacchiera con Paola Pallottino.

Il libro è il racconto di un viaggio nelle scienze naturali moderne in cui la narrazione si intreccia con approfondimenti e riflessioni di tono antiaccademico ma sempre scientificamente rigorose.
Il narratore è un osservatore attento ai dettagli più minuti, un naturalista minimalista appunto. Non è un viaggio immaginario, perché vi si narrano esperienze realmente vissute dall’autore in diverse epoche della sua vita, ricorrendo però all’espediente di presentarle come testimonianze di diversi naturalisti di cui non si fa il nome.
Spunti letterari, aneddoti umoristici e digressioni varie si alternano a discorsi più impegnativi sui concetti chiave e sulle acquisizioni più recenti delle scienze naturali e dell’ecologia. Il discorso si sviluppa un po’ come una caccia al tesoro, in cui i punti salienti sono disseminati come indizi nel corso della narrazione.
Nell’ultimo capitolo l’autore si racconta finalmente in prima persona, dopo aver “volato forse troppo in alto”, per « ritornare a guardare con animo sereno e acquietato alla semplicità delle cose ».
L’intento del libro è quello di avvicinare e di incuriosire ai temi delle scienze naturali anche i lettori non esperti della materia, cercando di trasmettere loro la passione e il fascino che l’osservazione del mondo vivente comunica a chi è capace di osservarne con occhi attenti anche i protagonisti più umili, come sono le erbe, gli insetti e gli animaletti dei prati.

Fausto Pesarini è nato a Milano nel 1952. Naturalista e biologo, è autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche oltre a molti articoli, note didattiche, prefazioni, recensioni ecc. Di specializzazione entomologo, ha descritto diverse specie nuove per la scienza ma si è anche occupato di ecologia delle comunità di invertebrati e di teoria dei sistemi biologici. Dal 1983 al 2011 è stato direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Ferrara, di cui è oggi conservatore onorario, e in seguito docente di Museologia scientifica e naturalistica all’Università di Ferrara. Suoi titoli recenti sono L’evoluzione dei sistemi viventi: la sfida della complessità, Accademia delle Scienze di Ferrara, 2010; Animali minimali. Favole per tutte le età, Corbo, 2012; Seducenti apparati. Esperienze e riflessioni sui musei, Liguori, 2016. È appassionato di viaggi e di musica progressive.

Paola Pallottino, nata a Roma nel 1939, già professore associato di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Macerata, ha svolto intensa attività di studio e divulgazione della storia dell’illustrazione culminata con la fondazione a Ferrara del MIL Museo dell’Illustrazione Centro Studi sull’immagine riprodotta, diretto dal 1992 al 2005.
Membro dell’Association Internationale des Critiques d’Art, ha collaborato all’Enciclopedia Universale dell’Arte, al Dizionario Biografico degli Italiani, al Dictionnaire des illustrateurs e all’Allgemeines Künstlerlexikon. La sua opera scientifica: una ventina di libri, da Storia dell’illustrazione italiana a Dall’atlante delle immagini, oltre a duecentocinquanta saggi in Italia e all’estero, è regolarmente citata nelle principali pubblicazioni del settore.

Giovedì 12 aprile a partire dalle 19
presso Off, il nuovo spazio eventi di Bologna, in via Testoni 5/A a Bologna
presentazione di “L’aurora delle trans cattive – storie, sguardi e vissuti della mia generazione transgender” (Alegre edizioni)
Intervengono: Porpora Marcasciano, autrice del libro, Giulia Selmi, ricercatrice, e Nicole De Leo, presidente del MIT.
In collaborazione con Trame e con il MIT Movimento identità trans all’interno di Civica 2018.

Abbracciando un periodo di circa quarant’anni e i suoi profondi cambiamenti socio-politici, Porpora traccia la propria genealogia trans aggiungendo tasselli essenziali alla ricostruzione storica di una cultura spesso relegata al margine. E lo fa da protagonista del percorso collettivo, ancora privo di una lettura condivisa, di chi si è posto consapevolmente nello spazio di confine tra i generi.
Con una scrittura “visiva” in grado di rendere in immagini ciò che ha visto e vissuto, Porpora ci accompagna in un mondo popolato di leggendarie trans che hanno dato vita, forma, scena e sceneggiatura a un’esperienza per molti versi più vicina alla dimensione spettacolare o performativa che a quella della vita reale, da cui erano del resto assolutamente escluse.
Vivere quella vita presupponeva avere muscoli, calli, scorza dura. L’assenza di riconoscimento e di diritti non poteva che favorire l’illegalità, e la prostituzione – fenomeno per molti aspetti con caratteristiche differenti da quelle odierne – diveniva l’asse portante dell’esistenza. Ma proprio questo percorso ha prodotto la capacità di parlare di sé in un tempo in cui esisteva solo lo sprezzante appellativo di “travestito” e nel vocabolario non c’erano ancora parole come transgender o gender variant. Gli aneddoti, i miti, le storie “scandalose” che Porpora racconta con il suo stile ironico e “favoloso”, si intrecciano con le riflessioni sulla presa di coscienza collettiva, sulla nascita del Mit (Movimento identità trans) e sulla conquista del riconoscimento giuridico con la legge 164 del 1982.

Porpora Marcasciano, presidente onorario MIT, ha pubblicato per Alegre “AntoloGaia. Vivere sognando e non sognare di vivere: i miei anni Settanta” (2015). È autrice anche di “Tra le rose e le viole. La storia e le storie di transessuali e travestiti” (Manifestolibri, 2002) e di “Favolose narranti. Storie di transessuali” (Manifestolibri, 2008), e ha curato insieme ad altri “Elementi di critica trans” (Manifestolibri, 2010).

Venerdì 13 aprile alle 18 in libreria
Giuseppe Leo Leonelli presenta “Santiago” (Incontri editrice) in occasione del suo cammino sulla via Emilia.
Dialogherà con lo scrittore Roberto Carboni.
Letture a cura dell’attore Andrea Santonastaso.

“Dopo le prime presentazioni del libro ho avvertito la necessità di continuare a promuoverlo allontanandomi il meno possibile dallo spirito del pellegrino che, zaino in spalla, raggiunge a piedi Santiago di Compostela.
Ho quindi deciso di percorrere la via Emilia a piedi, da Cesena a Piacenza, facendo tappa nelle librerie che vorranno ospitarmi.
Partirò sabato 7 aprile dalla chiesa di San Giacomo di Cesenatico che, pur non trovandosi lungo la via Emilia, evoca un legame con Santiago di Compostela in ragione del culto verso lo stesso apostolo, e prima del calar del sole raggiungerò Cesena, prima tappa di questo insolito cammino. Giorno dopo giorno e passo dopo passo farò tappa a Forlì, Faenza, Imola, Castel San Pietro terme, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Parma, Fidenza, Fiorenzuola d’Arda e, in ultimo Piacenza.
E’ una modalità insolita di promuovere un libro, ma è quello che ho sentito di fare per restare in sintonia con il tema del Cammino di Santiago; per confrontarmi con la lentezza che solo chi si sposta a piedi può conoscere; per ritrovare le dimensioni delle distanze; per scrutare il cielo e valutare le condizioni meteorologiche; per fermarmi a parlare con sconosciuti; per lasciarmi sorprendere da mille altri motivi che non avevo preso in considerazione.”

850 chilometri. È la distanza che separa Irun, paese di confine tra la Francia e la Spagna, da Santiago de Compostela. Lo chiamano il Cammino del Nord.
850 chilometri disseminati di albergue, frecce gialle, conchas e mojones, rifugi per pellegrini e segnali che da secoli guidano milioni di persone da tutto il mondo, tappa dopo tappa, ai piedi della Cattedrale di Plaza del Obradoiro a Santiago.
850 chilometri percorsi dai più interamente a piedi. Zaino in spalla.

Una riflessione sulla solitudine, sulle relazioni umane, sul senso della famiglia esplorato nei dettagli più profondi, e talvolta più dolorosi.
La scoperta del significato di essere un “pellegrino”. Con o senza fede.
Un viaggio a passo d’uomo attraverso i grandi temi umani dell’amore, della tolleranza, del rapporto con la natura e della comprensione del diverso, che necessariamente richiede il superamento dello scoglio delle abitudini, e dei pregiudizi più radicati.

«Da quando sono partito, forse per la prima volta, sto vivendo sapendo di vivere».

Giuseppe “Leo” Leonelli è nato a Modena nel 1963. Ha passato buona parte della vita al banco del bar, come gestore di locali in diverse località italiane.
Negli ultimi anni ha scoperto il fascino dei pellegrinaggi.
Ha pubblicato i romanzi “1994” (Incontri Editrice), “Santa Maria” (Giraldi Editore), “Hasta Siempre!” (Andrea Oppure Editore) e le raccolte di racconti “Le campane di Bobbio” (Marcos y Marcos) e “Almeno non sono grigie” (80144 Edizioni).

Sabato 14 aprile alle 14,30 in libreria
il gruppo “Letture sul sofà” parlerà di “Pastorale americana” di Philip Roth (Einaudi).

Il gruppo è aperto al pubblico, la partecipazione di tutti ben accetta.